Lorenza Mario (show girl) Roma 7.3.2001
Intervista di Gianfranco Gramola
Sexy,
semplice e con affetti profondi
Lorenza Mario è nata a Camposampietro (Padova), il 9 ottobre 1969. Dopo essersi diplomata con maturità linguistica
inizia a lavorare come ballerina nella compagnia “Veneto Balletto” di
Padova, con la quale vince il premio “Vignale Danza” nel 1986 e a teatro,
dove nel 1990 esordisce interpretando un ruolo secondario nella commedia “La
sorpresa dell'amore”. Nei primi anni ‘90 inizia la sua carriera televisiva,
con la partecipazione come ballerina in “Acqua calda”, programma condotto da
Nino Frassica e Giorgio Faletti e ne “Il grande gioco dell’oca”, condotto
da Gigi Sabani, Jo Squillo e Simona Tagli. Sucessivamente partecipa, come
ballerina, a due edizioni di “Buona Domenica” (1995-1996) e a “Re per
una notte” e “Fantastica Italiana”. Nel
1996 viene scelta come prima ballerina dello spettacolo del Bagaglino “Rose
rosse” e nel successivo spettacolo “Viva l’Italia, via le italiane”.
Negli stessi anni partecipa all'operetta teatrale “Al Cavallino
bianco”, con Ernesto Calindri e Lauretta Masiero e nell'estate del 1997
partecipa a “Orfeo all’inferno”. Nel 1998 torna in Rai, a Domenica In,
dove al ruolo di prima ballerina affianca quello di conduttrice, insieme a
Tullio Solenghi, Giancarlo Magalli, Elisabetta Ferracini e Anna Falchi. Durante
la trasmissione viene chiamata per partecipare al musical
“Tributo a George Gershwin”, a fianco di Chistian De Sica, Manuel
Frattini, Monica Scattini e Paolo Conticini, ruolo che manterrà fino al 2001.
Nel 2000 recita nella miniserie Rai “Provincia segreta 2”. Nello stesso anno
partecipa, con molti altri artisti legati al Bagaglino, a “La Casa delle
beffe”, produzione televisiva con la regia di Pier Francesco Pingitore.
Nell’estate 2001 è protagonista nello spettacolo “Les marine de la Tour
Eiffel à Paris”. insieme a Gilbert Bécaud, Carol Arbo, Desmond Richarson.
Nella stagione 2002-2003 è una dei protagonisti, insieme a Gianfranco Iannuzzo
e Paola Quattrini, della commedia musicale “E’ molto meglio in due” , con
le coreografie di Gino Landi e la regia di Pietro Garinei. Nel 2004 interpreta
Velma Kelly nella versione italiana del musical “Chicago”, insieme a Luca
Barbareschi e Maria Laura Baccarini.
Lorenza
è sposata con Alessandro Safina, conosciuto durante la messa in scena di
“Orfeo all’Inferno”, da cui ha avuto un figlio nel luglio 2002.
Ha
detto:
- Io
sexy? Quando ballo forse si, perché mi trasformo e mi lascio andare e quindi
posso sembrare sexy. Ma nella realtà non sono così, anzi mi vergogno proprio.
- Il
debutto al Bagaglino lo ricorderò per tutta la vita. E’ stato un grande
salto: dovevo parlare, ballare, recitare, partecipare ad uno spettacolo nel suo
complesso. Ero finalmente nel mondo che amavo e che sognavo.
- Ci
metto sempre tempo ad accorgermi se ciò che sto vivendo è solo amicizia o è
qualcosa di più profondo. E questo perché so quanto sia facile nel nostro
ambiente, scambiare per un incendio un fuoco di paglia.
Curiosità
- Il
2 aprile del 2002 si è sposata con il tenore Alessandro Safina, nella chiesa
del Carmine di Padova. Hanno un figlio, Pietro.
- Parla
correttamente l’inglese, il francese e il tedesco.
-
E’ figlia di Elisa ed Alberto, insegnanti in pensione, e ha 5 fratelli:
Cristina, Giovanna, Beatrice, Matteo e Pietro.
Teatro
Al
cavallino bianco - Orfeo all’inferno - Tributo George Gerswhin - Les Mariees
de la Tour Eiffel à Paris - E’molto meglio in due – Chicago.
Intervista
E’
nel suo camerino del teatro Sistina. Si sta preparando per lo spettacolo
“Tributo a Gerswhin”.
Quando
ti sei stabilita a Roma e come ricordi l’impatto?
Inizialmente
non è stato molto facile per me, anche se adesso sono quasi sette anni che vivo
qui a Roma, con degli intervalli, perché sono stata un periodo abbastanza lungo
a Milano. Però bene o male, mi sono fatta casa qui. Io sono cresciuta in
provincia di Padova, quindi in una dimensione completamente diversa. Quando sono
venuta a Roma mi sembrava di essere sbarcata in un altro mondo. Ho trovato tutto
più grande, un traffico incredibile, il problema degli spostamenti, in una
giornata si riescono a fare solamente un paio di cose.
A Roma non è facile programmarsi la giornata, sia lavorativa che quella
privata. Però per il resto sono molto contenta e mi trovo molto bene perché mi
piace molto la gente, i romani sono molto divertenti e hanno un modo di prendere
la vita sempre con tanta allegria.
In
quali zone di Roma hai abitato, Lorenza?
Ho
cambiato diverse case, Gianfranco e abito in affitto tutt’ora. All’inizio ho
preso una casetta ai Prati Fiscali, un appartamentino, poi dopo mi sono
avvicinata al centro, esattamente a via delle Fornaci. Poi mi sono spostata
nuovamente e sono andata a finire sulla Nomentana, perché in quel periodo stavo
lavorando per la Rai, negli stabilimenti della Dear. Facevo Domenica In e quindi
mi tornava più comodo abitare lì,
in zona. Poi si sa che la Nomentana è molto trafficata e per gli spostamenti è
un disastro e allora mi sono spostata di nuovo e adesso sto a Monteverde, che è
una zona bellissima.
Tutto
sommato ti sei ambientata bene, mi pare di aver capito. Giusto?
Si! Io comunque ho delle amicizie, il mio
lavoro si svolge qui e ora che sono in tournee mi sposto in altre città, però
alla fine è qui che torno. Mi sono ambientata abbastanza bene, anche se mi
mancano delle cose che trovo solo nel mio paesino. Qui non faccio vita mondana,
penso molto al mio lavoro, a me stessa e alla mia casa. C’è da dire che tra
il lavoro e le tournee non è che ci sto così tanto a Roma. Diciamo che, a
parte quando devo andare a lavorare, mi ne sto volentieri chiusa nelle quattro
pareti di casa mia. Diciamo che la mia base è qua, anche perché chi fa
spettacolo deve avere un punto di riferimento, però non è che sto vivendo Roma
così tanto, nel senso che ho molti amici però non sono una che ama uscire
molto e frequentare locali.
Ma
c’è un angolo a cui ti senti
legata?
Ma
tutta Roma mi piace, Gianfranco. Il centro storico è bellissimo. Roma è una
città che ci invidia tutto il mondo. E’ bellissima, affascinante ed ha una
storia incredibile. Ancora non l’ho scoperta tutta, ma quella che ho visto
finora mi piace tutta. Quindi non c’è un angolo in particolare.
Come
ti sei trovata con la cucina romana?
Mi
piace molto. Amo comunque la cucina italiana in generale, perché sono una buona
forchetta. Cerco di evitare le cose pesanti. La cucina romana mi piace, però
cerco di evitare le cose grasse. Diciamo che prediligo la cucina toscana. A Roma
non frequento trattorie in particolare, perché mi piace cambiare spesso. Non
sono una che si affeziona ad un locale.
Se
tu avessi la bacchetta magica, cosa faresti per migliorare Roma?
Mamma
mia, che domanda. Inventerei le macchine che volano, così almeno si troverebbe
parcheggio (risata).
Si, però poi si sarebbe un traffico aereo
pari a quello stradale…
Quella
del traffico è veramente la piaga più grossa di questa città. Non è ben
gestito, anche se si sono stati presi dei provvedimenti, sono stati creati dei
sottopassi, sono state fatte delle strade nuove e più scorrevoli. A Roma poi si
scava di qua e si scava di là e per ogni reperto storico che si trova, si
bloccano tutti i cantieri e quindi i lavori non proseguono. Sotto Roma c’è
un’altra città e quindi non è possibile organizzare un città come Roma e
renderla funzionatile come altre città.
Lorenza, com’è avvenuto il tuo
accostamento verso il mondo dello spettacolo?
E’
stato come un passaggio obbligato, perché io ho iniziato a studiare danza fin
da piccola. Poi ho frequentato le scuole statali normali, il Liceo, poi l’Isef
e contemporaneamente andavo a danza tutti i giorni. Facevo diverse ore di danza
ma non tanto con l’intento di
diventare una ballerina ma con una grande passione di imparare a ballare bene e
l’ho sempre fatto con tanto amore e tanto sacrificio. Poi a 23 anni mi sono
detta:” Qui adesso bisogna inventarsi qualcosa. Ballare, so ballare e quindi
bisogna mettere in pratica cosa ho imparato e cosa so fare”. E così ho
iniziato con i primi provini e a lavorare in teatro e poi in Tv ed ora ho
ricominciato con il teatro e adesso mi trovo nel mitico teatro Sistina di Roma.
Qual è stata la tua più grande
soddisfazione artistica?
Io
porto nel cuore molte cose che ho fatto. Certo una delle più importanti dal
punto di vista della notorietà è stata sicuramente l’esperienza al Bagaglino,
con Pingitore, in “Rose rosse”, anche perché lì mi sono divertita molto.
Pingitore ha tirato fuori il meglio di me. Prima ero pallidina in mezzo al corpo
di ballo e lui mi ha fatto diventare una show girl, una soubrette. Adesso, dal
punto di vista artistico, sono cresciuta molto. Questo musical che sto facendo
al Sistina, con Christian De Sica, che si chiama “Tributo a Gerswin”, dove
ho un ruolo che spazia dal canto, alla danza, alla recitazione, mi sta dando
molte soddisfazioni.
E delusioni?
Grosse
delusioni professionali non ne ho avute. Qualcuna si, ma piccolezze. Bisogna
sempre guardare avanti.
Un tuo sogno nel cassetto?
Mi
piacerebbe fare quello che ho sempre fatto, anche all’estero. Magari in
America.
Dopo
questo musical hai dei progetti?
Tanti,
Gianfranco. Però non sono ancora certi. Finché non c’è nero su bianco, non
si può mai dire.