Luciano
Rispoli
(conduttore) Circeo 25.07.1999
Intervista di
Gianfranco Gramola
Il
Re della Tv educata
Luciano Rispoli, o meglio “zio Luciano” come amichevolmente viene chiamato
dai telespettatori, è nato a Reggio Calabria il 12 luglio del 1932. Ha iniziato alla radio la sua lunga
avventura nel mondo dello spettacolo. Molte le trasmissioni radiofoniche di cui
è autore, una di queste la mitica “Chiamate Roma 3131”. In TV l’elenco
delle sue trasmissioni è ancora più lungo… Va ricordato il suo “Tappeto volante”
su TMC dove, fra l’altro, ha
lanciato parecchie nuove Star, nuove soubrette. Recentemente, grazie a Gabriele
La Porta, il nostro “zio” ha festeggiato il suo rientro in Rai dopo 12 anni
di assenza. Si presenta a noi con un programma (simile a Tappeto Volante) che
si chiama “Casa Rispoli”, una trasmissione fatta in casa, è proprio il caso
di dirlo, perché questo appuntamento televisivo viene registrato nel salotto
della casa di Luciano Rispoli.
Ha detto:
- E' vero che a volte sono un po' cerimonioso. Ho
fatto esercizi per parlare in modo più asciutto, meno iperbolico, ma non sono
riuscito a cambiare una virgola, sono così.
- L'urlo, lo scandalo e la volgarità non hanno mai
abitato nella mia televisione, per questione di rispetto.
- Mi sposò Padre Pio. Il rito era fissato per le 4
del mattino. Ci avvicinammo all'altare e dopo un po' arrivò. Era un uomo
burbero, ai limiti della scortesia, frettoloso anche nella celebrazione del
matrimonio. Dava la sensazione di adempiere con fatica e con fastidio agli
obblighi enormi della sua vita di santo in terra.
- Io non sogno, non ho mai sognato e non
riesco a ricordare un sogno.
Curiosità
- E' sposato con Teresa Betto e ha tre figli:
i gemelli Alessandro e Andrea. La figlia Valeria, che fa l'avvocato, ha sposato
l'antiquario romano Alfonso Nebuloso.
- In una edizione del suo Tappeto Volante,
assegnava "L'Oscar del Tappeto Volante", una classifica in positivo
dei personaggi famosi. Una specie di Tapiro buonista.
- Ha fatto la pubblicità per la Curti Riso.
- Nelle sue trasmissioni ha tenuto a
battesimo e lanciato molto personaggi, soprattutto femminili, come Melba Ruffo,
Samantha De Grenet, Roberta Capua e Michela Rocco di Torrepadula.
Intervista
E' nella sua villa a S. Felice Circeo, in zona "La Capannina"
e si sta godendo qualche giorno di relax totale.
Allora, caro Rispoli, mi diceva che non è romano, vero?
No! non sono romano. Sono nato in Calabria, da genitori calabresi, però ho
trascorso gran parte della mia vita a Bologna e a Roma mi sono trasferito per
andare all’Università e poi ho continuato a vivere nella Capitale. Quindi mi
ritengo un romano di adozione.
Come ricorda l'impatto con l’Urbe?
A quell’età è tutto bello. Sa, parliamo di tanti anni fa e la città non era
ancora così caotica come oggi. La circolazione era più vivibile, c’erano
altri problemi e c’era meno nevrosi. Quindi io ne ho un ricordo piacevole, il
ricordo di una città bella, il ricordo di amori giovanili, il ricordo di una
città molto complice nella vita sentimentale di una persona. Insomma ho un
ottimo ricordo della Roma di quegli anni.
Dove andò ad abitare da studente?
Ho abitato, da studente universitario, in una camera ammobiliata in piazza
Bologna. Poi mio padre riuscì a comperare un piccolissimo appartamento un po’
prima di Montesacro, nel quale vissi io e anche i miei fratelli e
successivamente mio padre e mia madre. Più avanti mi sono trasferito in via dei
Corazzieri, dalle parti della Laurentina e da una decina d’anni sono
felicemente accasato a Casal Palocco.
Da studente ha un bel ricordo di Roma e adesso, da uomo maturo?
Devo dire che da uomo maturo ho qualcosa che mi dà fastidio. Ad esempio quando
sono costretto, per ragioni di lavoro o per altre cose, ad entrare nella città
nelle ore di traffico, ho uno stato d’animo di grande disperazione. E ogni
volta mi chiedo fino a quando sarà possibile vivere con un traffico che cresce
continuamente e con un inquinamento che ormai mi pare abbia superato i limiti di
sopportabilità. Basta guardare le facciate dei palazzi tutti anneriti, che ti
cresce la voglia di lasciare la città e andare a vivere in campagna. Comunque
il mio rapporto con Roma non è proprio così brutto… ad esempio ho un ottimo
rapporto con la sua cucina. Escludendo un paio di piatti classici con i quali
non sono mai riuscito a stabilire un rapporto d’amore come, per esempio, la
pajata e la coda alla vaccinara che non mangio, viceversa la carbonara e la
matricina sono piatti che io amo moltissimo. Ultimamente, purtroppo , devo stare
molto attento all’alimentazione perché esco da un paio di interventi
chirurgici, quindi non devo nemmeno esagerare con i condimenti.
Signor Rispoli, c’è un angolo di Roma a cui lei è particolarmente
affezionato?
Mi piace molto un po’ tutta la zona di piazza del Popolo. Ho lavorato tanto
alla RAI prima di passare a TMC e per anni il mio lavoro s’è svolto in via
del Babuino 9, allora sede della RAI. Devo dire che dalle finestre di quel
palazzo si vedevano scorci di villa Borghese e splendidi scorci di piazza del
Popolo. Direi che quella è la zona di Roma a cui sono affezionato, insieme a
piccole vie che ci sono da quelle parti.. via della Penna, via dell’Oca… Ma
non amo tutto il centro storico perché c’è il cuore del centro storico che
mi pare molto invivibile, come il tratto tra piazza S. Silvestro e piazza di
Spagna. Ecco, tutto quello che c’è nel mezzo mi pare tutto un caos. Si ha
paura ad aprire la bocca per respirare. Invece dalle parti di piazza del Popolo
si ha l’impressione che questa stretta di allenti un po’.
Lei
ha detto che si sente un romano d’adozione. Anche nei pregi e difetti?
Sa, le generalizzazioni sono sempre sbagliate, perché i buoni e i cattivi ci
sono a Milano quanto a Palermo, gli stupidi ci sono sia a Bari che a Torino.
E’ che non mi sembra vera, in tanti anni che vivo a Roma, quella antica bugia
che vuole il romano poco attivo. Io ho sempre incontrato romani che sul lavoro
si sono sempre comportati bene, senza risparmiarsi. Una cosa che invece
considero un difetto è questo compiacimento verso questa volgarità verbale che
ora è arrivata anche al cinema e nel mondo musicale e che francamente po’ mi
disturba. Se è volgare Carlo Verdone, che è un’artista splendido e che
satireggia su certe espressioni romanesche la cosa può essere accettata, ma non
si sentiva, francamente, la necessità di un “er Piotta” , “er Patata”,
“er Cipolla”, ecc… Mi dà fastidio, è di una volgarità gratuita, anche
perché è lontana anni luce dallo charme di questa città che fra le sue
caratteristiche positive ha anche una grande eleganza.
Ma nonostante tutto Roma è o era la città più bella del mondo?
Per chi vive a Roma , per chi la ama e ha rapporto affettivi, Roma era ed è la
città più bella del mondo. Ho visto altre città del mondo che mi sono
piaciute molto, anche perché hanno risolto quei tanti problemi che Roma, ahimè,
fa tanta fatica a risolvere. Però non hanno sostituito Roma nel mio cuore,
perché Roma è bellissima. Penso a Berlino, Parigi, Londra… città splendide,
ma, ripeto una banalità, di Roma ce n’è una sola.
Un suo sogno nel cassetto?
Alla mia età si è praticamente fatto tutto quello che si è sperato di fare
nella vita. I più fortunati hanno fatto, i meno fortunati hanno fatto meno… A
me è andata bene e ho avuto dalla vita tutto ciò che ho desiderato. Il sogno
nel cassetto è avvicinarmi alla vecchiaia senza acciacchi, tranquilla e serena
e soprattutto autosufficiente, perché purtroppo il nostro tempo e la nostra
società non si è ancora fatta carico abbastanza di questo grande problema
della non autosufficienza degli anziani che è uno degli aspetti più
malinconici della vita dell’uomo.
Non mi piacerebbe sperimentare la fase della decadenza fisica…. Diciamo,
quando è ora, spero di poter salutare Trinità dei Monti con un bel brindisi,
in una bella giornata di sole e poi rimanerci secco (risata).