Margherita
Granbassi (conduttrice TV ed ex schermitrice)
Roma 7.7.2022
Intervista di Gianfranco Gramola
“Sono
stata contenta di aver avuto la possibilità di mettermi a disposizione di
alcune importanti associazioni che raccolgono fondi ed essere partecipe e in
qualche modo donare il mio tempo per degli scopi benefici”
Margherita
Granbassi è nata a Trieste il 1º settembre del 1979. Ha iniziato a fare
scherma seguendo le orme dei fratelli più grandi e vanta, tra l’altro, due
bronzi olimpici, tre titoli mondiali e due europei nel suo palmares.
Intervista
Margherita,
stai conducendo “Linea Verde sentieri” insieme a Lino Zani. Come sta andando
il programma?
Siamo
molto contenti perché il programma sta andando bene. È un format che piace e
diciamo che in generale il pubblico è affezionato a Linea Verde, poi ci sono
questi diversi spin-off e quest’estate a me e a Lino è toccato questa bella
esperienza di percorrere i sentieri in particolare il sentiero Italia CAI e di
scoprire il nostro bellissimo paese anche da un altro punto di vista. Quindi sta
andando bene sia in termini di risultati sia per noi che ci stiamo divertendo e
stiamo facendo un bel lavoro.
Alla domanda che fanno i bambini: “Cosa
vuoi fare da grande?”, cosa rispondevi?
Da bambina dicevo che volevo fare la
giornalista. Probabilmente perché mi sembrava talmente lontana l'idea di poter
diventare una campionessa dello sport che amavo, anche se ovviamente lo sognavo
e fantasticavo. Guardavo sempre le Olimpiadi, avevo i poster e ritagliavo le
foto dei miei idoli. Però io sono cresciuta sportivamente in una realtà
piccola, in una realtà dove non era frequente un grande campione. Non è come
nascere a Jesi o all'epoca a Mestre o a Napoli per la sciabola o per altre
situazioni dove c'erano grandi campioni. E’ quasi come una strada tracciata
per chi ha talento e crescere sportivamente in posti e scuole di questo
spessore. Per cui forse non ci pensavo tanto e mi sembrava una cosa molto
lontana, quindi non era tangibile per me e io non avevo mai visto una medaglia
Olimpica dal vivo. Poi pian piano sono diventata brava, perché da piccola ero
una delle bambine più promettenti della categoria. Però avevo questo sogno, ma
non era così concreto, per cui quando mi chiedevano cosa volevi volessi fare da
grande, rispondevo sempre la giornalista.
Qual è stato l'avversario più forte e più
terribile che hai incontrato?
Sicuramente nel senso sportivo del termine la
sfortuna. Quella è stata l'avversario più
tosto, tant'è che alla fine ha vinto lei dal punto di vista sportivo,
perché la mia carriera è stata condizionata in maniera impressionante dagli
infortuni. Ho avuto 8 interventi, mi sono operata anche al dito di una mano e
sono stata lontana dalla pedana per mesi, anni
e comunque sempre con dei dolori e sempre con il pensiero di dover recuperare.
Ho saltato gare di Coppa del Mondo, ho saltato mondiali, campionati europei e
quindi chiaramente questi infortuni hanno condizionato pesantemente la mia
carriera. Però nello stesso tempo è stata un avversario che mi ha temprata, mi
ha fatto crescere e mi ha fatto capire di che pasta fossi fatta anche nel
momento in cui l'avversario ha avuto la meglio su di me. Però se parliamo dal
punto di vista prettamente tecnico e sportivo la più grande
avversaria che ho avuto è stata Valentina Vezzali. Non c'è mai stata una
schermitrice più forte di lei per cui penso che tutte le sue avversarie
risponderebbero la stessa cosa.
Com'è l'ambiente dello scherma?
Penso che non sia tanto diverso da tutti gli
ambienti sportivi e non. E’ un ambiente particolarmente competitivo ed è
chiaramente uno sport individuale in cui però esiste anche una gara a squadre.
Se mi posso permettere è quasi una forzatura perché tu sei il compagno di
squadra del tuo avversario. Prima c'è la gara individuale, quindi questo da il
peso dell'importanza che ovviamente anche il movimento dà all'individualità
rispetto alla squadra. Però poi per esempio alle Olimpiadi ci si qualifica
tramite la squadra e la squadra è fondamentale. E’ fondamentale per crescere,
sono fondamentali gli avversari che ti trovi di fronte magari per giocarti una
medaglia importantissima che sono anche i tuoi compagni di allenamento. Per cui
è un meccanismo molto particolare, veramente difficile da gestire sia da parte
degli atleti stessi, sia da parte di chi ovviamente si occupa tecnicamente di
allenare e di gestire il gruppo. Per cui ci sono delle dinamiche davvero
complesse, quindi grande competizione, ma ci
sono anche bellissime storie di amicizia è il fatto che sia un ambiente
competitivo, nel momento in cui riescono ad esserci dei rapporti di amicizia
vera, credo che abbiano un valore ulteriore. A
proposito di questo, poi, dico che è molto bello dal punto di vista emotivo, è
bellissimo vincere da soli, però è chiaro che anche il momento della
condivisione quando vinci in una squadra, soprattutto se in quella squadra ci
sono delle persone con cui sei cresciuta e con cui condividi un sentimento di
amicizia, indubbiamente è un’emozione grande.
Valentina Vezzali si è buttata in
politica per lo sport. Tu sei mai stata tentata di imitarla?
Diciamo che da più fronti, più persone, mi
hanno proposto dei coinvolgimenti negli anni, però non me la sono mai sentita,
perché fortunatamente provo molte emozioni a fare un altro mestiere che è
quello che mi piace e mi dispiacerebbe perderlo per fare qualcosa per cui
probabilmente non dico di non sentirmi pronta perché poi ci si prepara a tutto,
ma per ora non penso di seguire. Io tra l'altro sono laureata in Economia, ho
fatto un corso di Laurea in Economia politiche ed Economia aziendale, con
percorso in Economia e politiche dello Sport e ho
fatto una tesi sul turismo sportivo, sono stata per 4 anni nel consiglio
nazionale del CONI per cui ho fatto anche un po' di studi e di esperienze in
ambito se non altro di politica sportiva. Però ora mi sento portata a fare
altro. Ma un domani quello che sicuramente mi incuriosisce è l'idea di
occuparmi concretamente delle cose e
quello che mi spaventa di quel tipo di ambiente è che si parla sempre con i
migliori propositi, con grinta, con la voglia di cambiare le cose e di
migliorarle però poi, nello stesso tempo, devi scendere a molti compromessi.
Comunque sono tantissimi gli sportivi che quando hanno cambiato pagina si sono
dedicati al mondo della politica, penso ad Antonio Rossi, c'è stata Josefa
Idem, Giusy Versace, Gianni Rivera, Pietro Mennea, Lara Magoni dello sci, per
cui veramente tanti sportivi.
Prima di una gara avevi un rito
scaramantico?
Avevo un portafortuna e nel tempo ne ho
acquisiti degli altri. Il mio portafortuna era un guanto di scherma che è
rimasto intatto, quindi non usato, con un disegno che aveva fatto il mio papà.
Un disegno che rappresentava un elefante con la proboscide alzata e nella
proboscide reggeva un fioretto e una margherita. La proboscide alzata
dell’elefante è un simbolo di buon auspicio e poi nella tasca della mia sacca
da scherma, avevo bigliettini, lettere, braccialettini, qualche piccolo regalino
dei fan che mi hanno dato persone che mi volevano bene per cui era come averli
vicino e poi dal 2006 in poi andavo sempre in giro con la mia sacca dove dentro
avevo la maglietta della Juventus che mi regalò Alex Del Piero durante un
piccolo incontro che avevamo organizzato con la Federazione scherma e appunto
con la Juventus in occasione dei mondiali di Torino. Del Piero mi aveva regalato
la sua maglietta con scritto Margherita 06 e io poi il giorno dopo vinsi il
mondiale. Per cui quella maglietta l'ho considerata il mio portafortuna.
So che sei molto attiva nel sociale ne
vuoi parlare
Volentieri. Essere attivi significa anche
parlarne e cercare di essere promotori un po' in questo senso del mondo della
solidarietà. Sono stata contenta di aver avuto la possibilità di mettermi a
disposizione di alcune importanti associazioni che raccolgono fondi ed essere
partecipe e in qualche modo donare il mio tempo per degli scopi benefici. Credo
che sia una cosa assolutamente da fare, è utilissima ed è un modo per
restituire tutto quello che abbiamo avuto oltre che esperienze umane molto
belle. (Nel 2009 è stata testimonial per la campagna Altolà per l'ospedale
infantile Burlo Garofolo di Trieste e per l'Associazione italiana contro le
leucemie-linfomi e mieloma. Nel 2010 e nel 2011 è stata testimonial dell'AIRC,
ndr).
Come hai reagito alle polemiche riguardo
alla tua partecipazione al programma “Anno Zero” di Michele Santoro?
E’ stato sicuramente un periodo molto
complesso, molto difficile e mi sono trovata in un vortice inaspettato.
Probabilmente ho pagato un po' l’ingenuità della sportiva che entra in un
contesto completamente nuovo e anche lì nei confronti della politica ho
iniziato a maturare qualche perplessità. Mi sono un po' spaventata di come
certe cose possano essere strumentalizzate. Ed è stata un'esperienza lavorativa
e professionale importante, una palestra che non potevo non usare, non potevo
perdere un'occasione del genere. Ad un certo punto mi sono sentita catapultata
in un ambito che non mi apparteneva per cui è stato molto difficile. Credo che
alcune persone abbiano approfittato di quel momento per certi scopi dei quali io
sinceramente non sapevo niente. Per
cui ho capito come un politico muova degli interessi nelle situazioni che a
volte sono più grandi di te. Però sono stata contenta di aver fatto questa
esperienza e di esserne venuta fuori, nonostante il grande dispiacere di essermi
dovuta congedare dall'arma dei Carabinieri per cui a distanza di anni nutro
ancora un forte sentimento e una grande stima. Mi è dispiaciuto molto perché
è sembrato ci fosse una polemica tra di noi, quando invece, purtroppo, altre
entità più influenti avevano fatto il loro gioco per interessi di cui non ero
a conoscenza. Però è stata un'esperienza incredibile, con un grande
professionista come Michele Santoro, una squadra pazzesca e nonostante le
difficoltà va bene così.
Cosa dobbiamo aspettarci per
quest'autunno? Cosa farai?
Diciamo che le novità sono sempre in
agguato. Ci sono alcune cose in sospeso che non posso dire, però spero di
continuare questo lavoro, non parlo di Linea Verde perché è un programma che
dura d’estate per cui è un progetto per il quale ci saranno 10 puntate che si
concluderanno a fine agosto, poi vediamo. Qualcosa bolle in pentola e mi
piacerebbe fare cose belle, come quella che sto facendo, sempre nel mondo della
TV e della comunicazione. Poi ci sono altri progetti che riguardano un altro
settore che mi ha incuriosito e interessato che è nel mondo aziendale. E cose
di questo tipo, ho tante idee, nella mia testa ho anche dei Format televisivi
che un giorno vorrei vedere realizzati.
Parliamo un po’ di Roma. Quando ti sei
stabilità nella capitale e come ricordi è l'impatto?
Mi sono stabilito a Roma nel 2010 anche se la
conoscevo da tempo perché l'ho frequentata fin da ragazzina perché tutti gli
anni ci venivamo a fare il premio giovanile che si svolgeva a Roma. Ricordo che
quando ero bambina arrivavo in questa grande città e le prime volte mi
spaventava, poi piano piano me ne sono innamorata. Ricordo questa cosa molto
particolare che durante una trasferta con mia mamma, che mi accompagnava sempre,
siamo andati all'Angelus e siamo rimasti colpite, poi ho avuto la gara il giorno
dopo e l'ho vinta ed è stata una trasferta colma di emozioni. Poi appunto nel
2010 ho preso una casa a Roma e ora il mio rapporto con Roma è un rapporto di
amore e odio, come penso lo sia per molti. Io poi sono insofferente alla
maleducazione e all'inciviltà. Purtroppo in questo ultimo periodo Roma è
veramente deturpata e difatti ci sono rifiuti ovunque, scritte sui muri ovunque
e mi dispiace. E’ come avere
accanto una persona preziosa, speciale e non riuscire ad amarla. Credo che
questo sia un grosso problema da risolvere, ma bisogna cominciare a cambiare la
coscienza delle persone che in questa città vivono perché questo è un gran
peccato. Io delle volte mentre cammino per strada mi metto a piangere. Ci sono
delle zone pur essendo nei quartieri signorili che sono tenute in una maniera
veramente imbarazzante. Io cerco di denunciare, partecipo a dei spin-off che
ogni tanto organizzano dei gruppi. Spero che si sviluppi una coscienza tra le
persone che vivono a Roma, che possano cambiare
le cose. Lo spero per me, ma
soprattutto per mia figlia che a Roma c’è nata e devo dire che è molto
sensibile a questa cosa, un po' perché le ho parlato io e un po' perché vede
la realtà e non si può rimanere indifferenti, anche perché l'ho fatta
partecipare insieme a me a degli eventi relativi a cercare di avere cura
dell'ambiente in cui si vive. Per il resto è una città che ti da grandi
opportunità, è una città dove è vivissima la cultura, è una città dove tu
vai a fare una passeggiata e ti godi qualcosa di magnifico, di
così bello, di incredibile e che ti fa sentire in un posto speciale, unico al
mondo. E’ la città più bella del
mondo e potremmo valorizzarla molto di più.
In quali zone hai abitato?
Io vivo in zona Roma nord, vicino a Ponte
Milvio ed è una zona che per me è stata funzionalissima perché avevo l'Acqua
Acetosa vicino, il Coni a due passi, avevo la fisioterapia dove ho passato molto
degli ultimi anni della mia carriera vicino. Quindi avevo scelto di stare qui
per una questione di logistica e di comodità ed è una zona molto viva, a volte
anche troppo (risata), perché ci sono molti locali è una delle cose che mi
dispiace è che un quartiere frequentato dai giovani e il fatto che sia così
sporco mi fa preoccupare. Mi piacerebbe che fossero loro i fautori del
cambiamento, ma in questo devo dire che rimango un po' delusa.
La cucina romana ti ha conquistata?
Da sempre perché io sono un'ottima
forchetta, sono tremenda. Diciamo che ho sempre fatto fatica anche dal punto di
vista della forma fisica a mantenermi nel giusto peso. Infatti sono sempre stata
con qualche chilo in più, piuttosto che qualche chilo in meno, perché amo
moltissimo la cucina romana. La cucina della capitale è pazzesca, c'è
di tutto, si mangia bene anche nei locali più semplici. Adesso parlando di
cucina mi viene l'acquolina in bocca
… i carciofi alla giudia, la
carbonara, la cacio e Pepe, la gricia, la matriciana…