Marina
Giulia Cavalli
(attrice)
Napoli 24.11.2003
Intervista di Gianfranco Gramola
La
star di "Un posto al sole"
Marina
Giulia è nata negli Stati Uniti d’America, ma è cresciuta in Italia, a
Valenza Po (Alessandria). Da ragazza diventa campionessa italiana junior di
atletica leggera ed entra a far parte della Nazionale. Inizia a fare l’attrice
per gioco e per curiosità, com’è avvenuto per tante altre attrici, poi
quest’arte diventa passione e quindi un lavoro. Per
il teatro va ricordato “Il desiderio preso per la coda – Uomini sull’orlo
di una crisi di nervi “ e “Positano mon amour” scritto da lei e diretta da
suo marito Roberto Alpi. Nel cinema ci cimenta in “Crimine contro crimine –
Io amo Andrea – Operazione rosmarino “. Inoltre ha partecipato a numerose
fiction televisive,tra cui “Incantesimo – Edera – Passioni “ e
attualmente “Un posto al sole” in cui Marina
interpreta il ruolo di Ornella Bruni e che si gira in quel di Napoli.
Ha detto:
- Non si può negare che il percorso di una
carriera si basa molto sugli incontri fortuiti, ma io ho sempre lavorato su me
stessa. Ho fatto teatro, cinema e televisione. Ho letto molto, mi sono preparata
e non ho mai lasciato niente d'intentato.
- Da piccola volevo seguire le orme di mio
padre, che è orafo, ma poi a 20 anni, il palcoscenico mi ha rapito.
- Anche se sono separata da mio marito (l'attore Roberto Alpi, da cui ha avuto una figlia, Arianna), è una persona che
stimo molto e che mi fa piacere vedere e frequentare.
- Arianna, mia figlia, insieme a mia mamma
Barbara, sono le cose più importanti della mia vita.
Intervista
E' a Napoli, al Centro Produzioni Rai di
viale Marconi 9, dove sta registrando una puntata di "Un
posto al sole".
Quando
hai lasciato il tuo Piemonte per venire a Roma?
A
Roma mi sono stabilita tra l’89 e il ‘90 e l’impatto è stato abbastanza
buono perché io sono arrivata qui e ho iniziato a lavorare facevo già teatro e
a quei tempi facevo una fiction e mi sono subito trovata bene anche con le
colleghe e l’ambiente è stato subito molto accogliente. Sono tutte persone,
colleghi e agenti, che provengono da diverse parti d’Italia, non solo romani.
Com’è
il tuo rapporto con Roma?
E’
la città dove vivo, dove faccio le mie cose. Potrei vivere in qualsiasi altra
parte del mondo, anche perché non ho un attaccamento particolarmente profondo
con questa città. Sono conscia che abito in una città che mi da più
possibilità delle altre, di fare cose, di vedere teatro, cinema, musica ecc... Quando
voglio fare una passeggiata, ho solo l’imbarazzo della scelta, poi Roma è
piena di meraviglie. Roma è talmente una bella città che non tornerei ad
abitare in una città di provincia, ma se dovessi scegliere se andare ad abitare
a Parigi o restare a Roma, non ci
penserei due volte, andrei a Parigi.
C’è
un angolo di Roma che ami particolarmente?
Mi
piace il Gianicolo. Sono legata a questa zona forse perché avevamo
un’associazione culturale di spettacolo che aveva sede al Fontanone del
Gianicolo, per cui c’erano sempre delle domeniche con molto fermento,
domeniche artistiche. Poi è anche uno dei punti in cui si può vedere Roma nel
suo massimo splendore, c’è una visione particolare. Inoltre sta vicino a
Trastevere, a villa Pamphili che è un parco che frequento spesso. Insomma è un
angolo di Roma che mi piace.
Cosa
provi a tornare a Roma dopo una lunga assenza?
Ma
come ti dicevo prima non ho per Roma un attaccamento così profondo …
ritornare a Roma significa ritornare a casa mia, la casa dove trovo mia figlia,
nella mia cuccia…
Secondo
te esiste una Roma da buttare?
Praticamente
è un intervista su Roma (risata). Non
mi piace Roma quando piove, perché entra nel caos totale, come in questo
momento per esempio. Perché è una
città organizzata diciamo a livello urbanistico per poter contenere un certo
numero di macchine, naturalmente tutti i motorini che vengono nel centro, perché
a Roma si gira in scooter normalmente. Il 70%
degli abitanti gira con il motorino, poi quando piove fra gli uni e gli
altri puoi immaginare che casino. E poi secondo me, anche tutto quello che
riguarda gli enti pubblici, i mezzi pubblici, della metropolitana e i
bus. Io
sono una che quando va a lavorare o a fare un giro prendo la metro perché
funziona bene perché arriva in tutta la città in poco tempo.. è diramata
bene, a Roma funziona un po’ meno… è spesso in tilt. La metro ti dà la
possibilità di non avere problemi di parcheggiare, di trovare un taxi, di
aspettare per poi spostarti da una parte all’altra senza problemi. Roma questo
non ce l’ ha, forse, ma non l’avrà neanche mai
e ha anche altri servizi pubblici abbastanza
carenti, perché probabilmente mettono
pochi mezzi pubblici, poche
corse e, secondo me, una capitale deve dare la possibilità a tutte le persone
di girare con sufficiente facilità. Fa parte di tutti anche perché non è che
per forza , uno debba avere un’automobile propria per potersi muovere e invece
qua è necessario purtroppo.
Com’è nata la passione per
lo spettacolo?
Non
me lo ricordo neanche più, guarda (risata). E’ venuta da se, cominciando a
fare teatro, così, per curiosità, e poi mi sono appassionata sempre di più e
adesso è diventata la mia vita. Il
debutto è stato il saggio che ho fatto nella scuola di recitazione. E’ stato
molto emozionante e poi era molto bello perché c’era tutta la squadra di
quella scuola, molto unita e dovevamo dimostrare a noi stessi e ai nostri genitori, che queste ore dedicate a questo
strano studio dell’arte drammatica non era stato vano.
Ma
i tuoi genitori che futuro sognavano per te?
Probabilmente
quello sportivo, perché provengo dall’atletica leggera, facevo la campionessa
italiana degli 800 metri, in qualche modo sperava di vedermi con una carriera in
mezzo al mondo dello sport. Poi mio padre, orafo, mio fratello anche, sono
di Valenza (Alessandria), per cui in qualche modo s’immaginavano che
continuassi a lavorare con loro. Ma devo dire che mi hanno sempre agevolata
nelle scelte e non mi hanno imposto niente.
Hai
delle ambizioni?
Non
ho ambizioni. Mi basta vivere giorno per giorno. Ogni giorno della mia vita,
diciamo, ho il mio momento da raggiungere, un punto d’arrivo per cui può
essere sia nel lavoro che nella vita privata, nella famiglia, negli affetti. Di
volta in volta cambiamo, quindi non ho ambizioni ne sogni nel
cassetto. Ho però sogni possibilmente più possibili da realizzare. Cerco di
non farmi troppe illusioni, ma sperare un qualcosa che posso raggiungere in
qualche modo con le mie forze.
Un
tuo vizio e una virtù!
Un
vizio, la cioccolata, il difetto l’impulsività e virtù la generosità.
Il tuo punto debole?
La
voce, le corde vocali. Generalmente se dormo poco e sono stanca, o se prendo un
raffreddore, la prima cosa che mi prende fisicamente è il calo della voce.
Quando
non lavori quali sono i tuoi hobby?
Vado
a fare la spesa al supermercato (risata). Si, mi rilassa (altra risata). Non ho
hobby e non faccio collezioni
particolari.
Cosa
pensi delle battaglie contro il fumo?
Bisogna
informare si, le persone, del
rischio che si corre, ma questo
avviso nella campagna demonizzatrice lo trovo stupido, ignorante e quindi anche
l’aver tappezzato questi pacchetti di sigarette con scritte che ormai ci si è
abituati a vedere e che ormai non fanno nessun effetto e sono di cattivo gusto.
Sembra di essere tornati al tempo della repressione, del proibizionismo… Come
quella vergognosa legge che è uscita adesso sulla droga leggera. Veramente si
sta esagerando, perché si dà poca
fiducia alle persone e meno dai
fiducia alle persone e meno le persone si comportano in modo da poter dar
fiducia. Tu più sei gendarme e più le persone cercheranno di rompere gli
argini. Per cui, per me, questo è tutto negativo. L’importante è
l’informazione. Il terrorizzare con scritte o leggi hanno un effetto negativo.
Per me è una forma di grande incultura.
Il
suo rapporto con la fede?
E’
un po’ alternato. Ho passato dei momenti un po’ più mistici e altri meno. Sono cattolica, cristiana.
Detto questo io ho tutta una serie di riserve, non rispetto l’idea
della religione, io sono antireligiosa, ma rispetto i cattolici e le persone che
rappresentano questi dogmi in tutte
le forme. Può
essere quella cattolica, quella buddista o islamica. Per me se c’è qualcuno che crede in cattedra e tira fuori le
bacchette e ti dice quello che devi fare, sono unici, sono persone come te,
quindi non hanno, dal mio punto di vista, diritto e potere nei tuoi confronti,
possono parlarti di una religione, ma sicuramente non importela.
C’è
una persona a cui vorresti dire grazie?
Ai
miei genitori.
Progetti?
Continuare
“Un posto al sole.”