Marina Ripa di Meana (nobile)
Monte Castello di Vibio
(Perugia ) 13.6.1999
Intervista
di Gianfranco Gramola
Il
letto è la sua casa
Marina
Ripa di Meana, nata Punturieri, è nata a Roma il 21 ottobre del 1941 (lei dice
1944). Figlia di un avvocato è bella, molto ambiziosa, provocatrice ed
egocentrica (avete visto che bei cappellini porta?). Dagli inizi degli anni
’60 si distingue come esibizionista nelle notti romane, facendo l’animatrice
nel locale pariolino “Bella Blu” tanto da aggiudicarsi il titolo di regina
delle notti romane. Nel ’63 sposa il nobile Alessandro Della Rovere dal quale
matrimonio nasce una figlia, Lucrezia, ma ben presto si separa e apre un atelier
a piazza di Spagna. Dopo qualche breve avventura si accasa con l’attuale
marito Carlo Ripa di Meana, commissario CEE e ministro dell’ambiente nel
governo Amato. Marina ha scritto alcuni libri: “ I mie primi 40 anni
(dal quale i fratelli Vanzina hanno tratto un film di successo) – La
più bella del reame – Vizi, veleni e velette – Le avventure di Marina -
Cara Paola, sorella mia – La vita estrema di Francesca Agusta “. Con il
marito Carlo ha fondato L’AGA (amo gli animali), in via Ovidio 26 a Roma,
una associazione no – profit che promuove molte campagne in difesa degli
animali e della natura. Ha un sito internet.
Ha
detto:
- Io
non credo alle stelle. Quando mi chiedono di che segno sono, rispondo:”
Vergine, ascendente mignotta”.
-
Narcisa lo sono e lo sono sempre stata, per difendermi dai calci in faccia che
mi dava la vita.
-
Sono sempre pronta all’uso e se il partner fa cilecca poco importa. Basta solo
che non abbia il perizoma.
-
Per un colpo di strega ho dovuto portare un bustino. Un’umiliazione per una
donna come me, abituata a non portare niente sotto.
-
Ero sola e libera, non facevo la monaca, ero bella e ho avuto una sfilza di
amanti. Mica ho fatto la santarellina. C’era un andazzo di uomini continuo e
ne ho fatte di tutti i colori. Mi sono concessa tutto e non dovevo rendere conto
a nessuno.
-
Uso il cognome del mio primo marito per firmare la mia linea di pret-a-porter.
Sono Marina Lante Della Rovere Ripa di Meana.
Curiosità
-
Durante un volo Alitalia, ha fatto uscire dalle gabbie i suoi due cani, azione
vietata dal regolamento. E’ stata denunciata dal Comandante.
- 8
dicembre ’98: Per protestare contro le signore con visoni ed
ermellini, Marina ha esibito il suo seno con scritto sopra “No furs”
(niente pellicce). Enzo Biagi, alla notizia, scrisse:” Capisco la tenerezza
verso gli animali, ma lei non è
arrivata scalza, come se il vitello non ci tenesse alla sua pelle”.
-
Marina fa appendere sui muri di Roma
il manifesto contro le pellicce, dove lei è tutta nuda e nella parte intima una
peluria esagerata, con vicino la scritta:” Questa è l’unica pelliccia che
non mi vergogno di indossare”.
- Ha
5 carlini che adora come figli. L’ultimo arrivato, Riso, indossa solo
cappottini in cashmere, comprati a Beverly Hills.
Intervista
Marina
sta prendendo il sole a bordo della piscina della sua villa che sta in via
XX settembre, località Doglio
a Monte Castello di Vibio (Perugia).
Tu
sei….
Romana,
romanissima, sono nata a Roma.
In
quale zona hai passato l’infanzia?
Ho
passato l’infanzia ai Parioli. Erano gli anni ’50 e il Parioli era un quartiere a sè, diciamo. Per me il
trasloco al centro di Roma era un qualcosa come un’avventura. Mi ricordo che
si prendeva il 53, era un autobus che si prendeva in piazza Santiago del Cile e
ricordo che ogni volta che salivo era tutta un’avventura, perché ci portava
nel centro di Roma, una Roma tutta diversa, con poche macchine, più tranquilla
insomma. Era la Roma degli anni ’50. Naturalmente c’erano anche più
differenze sociali, quelle erano più marcate, ecco. Ora c’è tutto più un
livellamento, è tutto più diverso di allora.
Quali
sono state le tue abitazioni romane?
Ho
abitato tutta l’infanzia in un appartamento di via Ruggero Fauro, ai Parioli,
esattamente la zona dove è scoppiata la bomba, dove c’è stato
quell’attentato. Poi con il mio primo marito, Alessandro Lante Della Rovere
siamo andati ad abitare a Vigna Clara. Dopo la separazione andai a vivere in via
Borgognona, vicino piazza di Spagna. Lì ci restai molti anni, a parte una breve
parentesi in cui andai a vivere sull’Appia Antica con Franco Angeli, un
pittore. Dicevo di piazza di
Spagna, dove per 20 anni c’ho abitato è stata la zona di Roma che più ho
amato, finché l’ho detestata e attualmente sto nella zona Prati, in via…
Non
dirlo, altrimenti salta la privacy.
Hai
ragione. Dicevo che dove ho abitato per 20 anni, a piazza di Spagna, adesso non
si vive più lì, ed è una zona di Roma che non mi riguarda più. E’ troppo
piena di turisti, una massa di gente che ti urta, ti pesta sui piedi senza
chiederti scusa, giapponesi, americani, coatti, ecc… Ho un bel ricordo di
quella piazza, della piazza di una volta, oggi è la zona peggiore.
Com’è
attualmente il tuo rapporto con Roma?
E’
un rapporto di grande emozione, in certi momenti. Come uno non si può
emozionare davanti a certi tramonti che comunque restano sempre, anche nelle
brutture, nel caos, nel traffico, nella Roma dove niente funziona e tutto quello
che c’è di peggio. Oggi Roma è la città più distrutta e più rovinata
d’Italia. Con tutte le sue buche in mezzo alle strade, con i mendicanti che
dormono in mezzo alle strade o nelle stazioni e sui scalini di Trinità dei
Monti. Per cui il mio, con Roma, è un rapporto più di odio che di amore. Sono
pochi i momenti d’incantesimo.
Ti
piace la cucina romana o sei sempre a dieta?
La
cucina romana è sempre una grande attrazione, perché il cibo romano è molto
allegro. Mi piace tantissimo, anche
se no n mangio l’abbacchio per motivi ovvi, dato che sono animalista. Come non
mangio la coratella, però ci sono delle altre cose della cucina romana che sono
delle leccornie. Io frequento molto i ristoranti, perché non so cucinare un
uovo al tegamino. Mi piace molto anche la pizza.
Frequenti
qualche trattoria in particolare?
In
Prati, vicino casa mia, vado spesso dal famoso “Matriciano”. Amo molto anche
la cucina giapponese e a Roma non ci sono problemi per trovare un buon
ristorante nipponico. A Roma ci sono ristoranti per tutti i gusti e di tutti i
tipi. Anche se penso che la cucina è anche privilegiata, non sono privilegiati
i ristoranti in se stesso, nel senso che a Roma ci sono dei luoghi molto amorfi,
senza personalità. E’ tutto diventato molto anonimo e non c’è più il
gusto di andare in un ristorante come punto di ritrovo. Questa è una cosa che
penalizza molto la cucina. La cucina potrebbe essere anche buona, ma i luoghi
dove poter andare a mangiare e trovare una buona compagnia sono pochissimi.
Cosa
provi nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?
Trovo
sempre lo stesso sentimento che provo per un maschio abbandonato e un pochino
anche di passione che si ritrova e anche un po’ di pena per aver abbandonato
una città, una persona che ho tanto amato ma che non è più frequentabile. Per
cui questo è lo stesso sentimento che provo con Roma. E’ una città che mi ha
delusa, però certi colori, una luce particolare e in alcuni momenti la
riscopro, perché non puoi non rimanerne incantato. Però, come ti dicevo prima,
è come un amante che mi ha deluso.
Se
tu avessi la bacchetta magica, cosa faresti per migliorare Roma?
Per
prima cosa manderei via Rutelli (risata), è troverei un sindaco che facesse
funzionare questa città. Cercherei di mettere una persona che facesse qualcosa
per questa città, soprattutto per quanto riguarda il traffico. Effettivamente
il traffico ha rovinato Roma, per cui con la bacchetta magica impedirei il
traffico nel centro di Roma, perché un centro storico, meraviglioso come quello
di Roma non può essere rovinato dalle macchine. Tu dici: “ Ma i commercianti
e tutte le famiglie che ci abitano?”. Bisognerebbe che ogni famiglia o
commerciante abbia un solo permesso, una sola macchina che possa entrare in
centro, non che entrino tutti. Ci pensano gia i nostri governanti a fare casino
con tutte quelle macchine che vanno e vengono. Comunque ci sono delle famiglie
che hanno 4-5-macchine e ognuno usa la sua. E’ una cosa assurda. Bisognerebbe
trovare il modo, in certi orari, di fare delle navette bus. Questa è la cosa
fondamentale, cioè prima di tutto risolvere il problema del traffico, ma lì ci
vorrebbe veramente la bacchetta magica, caro Gianfranco. Poi, altro problema, la pulizia, perché Roma è diventata
una città sporchissima e tenuta malissimo. Come ti dicevo prima, se avessi la
bacchetta magica, troverei uno che sapesse governare Roma. Capisco che governare
una grossa città è difficile ma se tu pensi cos’è successo a New York, che
era una città orribile, invivibile e c’è stato un sindaco che nel giro di
pochi anni l’ha rivoltata come rivoltare un calzino, evidentemente si può
trovare qualcuno che la sa governare. Sono fandonie quando dicono che non si può
trovare uno che possa governare Roma. L’importante è trovare la persona
giusta.
Un
consiglio a turisti che verranno a Roma per il Giubileo?
Di
starsene a casa (risata). No! Scherzo. Di venire e stare poco a Roma e poi di
andarsene con un bel ricordo. Ho il terrore a pensarci. Penso che passerò gran
parte del Giubileo qui in Umbria, a Castel Vibio. Il mio consiglio è di non
fermarsi più di tanto e dare così il cambio agli altri pellegrini.
Di
cosa ti occupi attualmente?
In
questo momento sto facendo una trasmissione alla radio, per RTL, tutti i lunedì
sera. Poi continuo le mie cause animaliste e poi libri. Recentemente ho fatto un
libro per la Mondatori ed è uscito questo inverno.
Un
tuo sogno nel cassetto, Marina?
E’
quello di riuscire a cambiare una città come Roma. Tu hai messo veramente il
dito nella piaga. Roma è una città che ho tanto amato e vorrei fare qualcosa
per la città che mi ha dato i natali. Io sono romana e purtroppo vedo la mia
città, diciamo, andare via e mi piacerebbe essere fra quelli che
la sostengono e che vuole fare qualcosa per migliorarla.