Metis Di Meo (conduttrice tv, attrice, autrice tv e giornalista)  Roma 29.8.2022

                             Intervista di Gianfranco Gramola

“Molte mie ambizioni le ho portate a termine, perché volevo creare dei programmi tutti miei, di realizzarli dalla A alla Z come capo progetto e ci sono riuscita. Mi piace fare sperimentazione, mi piace molto la parte creativa, mi stimola scrivere e condurre  dei programmi totalmente nuovi”

 

Contatti  info@metisdimeo.com  metisdimeo@gmail.com

Metis Di Meo è nata a Roma il 9 dicembre 1986. Diplomata al liceo classico, inizia a recitare a teatro all'età di dieci anni; a sedici anni inizia a lavorare come presentatrice e autrice televisiva in varie emittenti locali. Dal 2005 è autrice e conduttrice di Mixing, talk show d'attualità, con l'avvocato Nino Marazzita su T9, e il Seven Show. Lavora come attrice, testimonial e fotomodella per servizi pubblicitari, spot e campagne nazionali ed internazionali, inoltre posa diversi anni per fotoromanzi Lancio e per la rivista Cioè. È conduttrice e si occupa della direzione artistica del Festival Internazionale del film corto Tulipani di Seta Nera, di Rai Cinema, che ha condotto con Giancarlo Magalli e Franco di Mare. Conduce il premio della Critica Sociale collegato presso la Festa del Cinema di Roma. Si occupa della manifestazione Blue Sea Land, promosso dal Ministero degli Esteri. È testimonial e conduttrice dell'associazione Donne al Centro, per la quale conduce convegni, incontri ed eventi. Dal 2005 al 2007 collabora a Domenica in con Massimo Giletti in veste di intervistatrice, a cui seguiranno altre esperienze simili in programmi come Mi fido di te con Fabrizio Frizzi, Bombay di Gianni Boncompagni con Fattore C e Ciao Darwin con Paolo Bonolis e Luca Laurenti. Nel 2007 diviene conduttrice per la rete delle Autostrade Italiane, Infomoving, annunciando il telegiornale e conducendo programmi come Stop and Go. Su Italia 1 conduce Talent1 Night, la notte dei talenti il Capodanno 2008; nel 2008 conduce con Tommy Vee e Ciccio Valenti Talent1 su Italia 1. Collabora come autrice alla creazione di Italia2, rete del gruppo Mediaset. A seguire lavora come conduttrice per la società americana Telemedia, lavorando fra New York e Budapest, in programmi come Quiz Line e Quizzissimo, programmi per gli italiani nel mondo. Nel 2009 partecipa come concorrente alla quinta edizione di Ballando con le stelle, ballando insieme al partner professionista Simone Di Pasquale. Conduce con Pippo Baudo l'evento Rai Gran Galà del Made in Italy. Ha inoltre recitato in varie fiction televisive, fra cui Don Matteo, Caterina e le sue figlie e Ho sposato uno sbirro, oltre che in alcune produzioni cinematografiche come Maschi contro femmine nel 2010 e Femmine contro maschi nel 2011. Nel 2011 conduce il programma Social King al fianco di Livio Beshir su Rai 2. Con Monica Marangoni è la conduttrice dello Show di Rai1 Ci tocca anche Sgarbi, protagonista Vittorio Sgarbi con Morgan. Dal 2012 ad oggi è conduttrice di dirette, servizi e rubriche per la mattina di Rai Uno, Unomattina e Unomattina Estate. Nell'estate 2012 è l'inviata a Londra di Unomattina estate in vista dei giochi olimpici. Nella stagione 2012-2013 è nel cast di Unomattina Storie Vere, condotto da Savino Zaba e Georgia Luzi. Nel 2013 ha ideato scritto e condotto per la prima serata di Rai 5 il programma Lezioni di Bon Ton, regia di Andrea Conte, videotutorial dedicato ai modi di vivere ed alle buone maniere, premiato come programma di qualità con la Conchiglia Moige 2013. Nel 2013 è inviata per il programma estivo di Rai 1 Ciao come stai?, condotto da Ingrid Muccitelli. Nel 2013-2014 è in diretta in giro per l'Italia per Unomattina Verde, con Massimiliano Ossini e Elisa Isoardi. Dal 2014 collabora a Buongiorno Benessere, programma di Rai 1 con Vira Carbone. Nel 2014-2015 è inviata di A conti fatti, Rai 1. Nel 2015 collabora al programma Sapore di Sole di Rai 1. Nel 2015-2016 è inviata di Cronache Animali su Rai 2. Dal 2015 collabora con Il Caffè di Raiuno di Andrea Di Consoli. Dal 2015 ad oggi si occupa di seguire gli approfondimenti di musica, cinema, teatro e televisione con Unomattina. Nell'estate 2015 conduce con Claudia Andreatti e Samanta Togni, Viaggio in Italia all'interno del programma Effetto Estate di Rai 1. Nel 2016 e 2017 conduce con Gianmaurizio Foderaro le anticipazioni del Festival di Sanremo per Rai 1. Nell'estate 2016 segue i campioni dello sport in preparazione delle Olimpiadi di Rio 2016, realizzando la rubrica Rio 2016 per Rai 1. Nel 2017 conduce con Umberto Broccoli per Rai 1 dal lunedì al venerdì alle 11 del mattino, il programma Pick Up - Storie a 45 giri, un viaggio nella storia della musica fra curiosità, personaggi, approfondimenti. Dal 2017 conduce Easy Driver con Veronica Gatto. Nell'estate 2018 conduce Vale il viaggio all'interno di Unomattina Estate, Rai 1, con il giornalista Francesco Gasparri. Nel 2018 conduce, per Rai 3, la 29ª edizione di Musicultura, con Gianmaurizio Foderaro e Jonh Vignola. Nel 2019 è ideatrice, autrice e conduttrice del format Il nostro capitale umano su Rai2 con la regia di Andrea Conte, un viaggio nel mondo del lavoro in Italia. Dal 2012 ad oggi è conduttrice di dirette, servizi e rubriche per la mattina di Rai Uno, Unomattina e Unomattina Estate. Dal 2021 conduce Linea verde Estate in coppia con Marco Bianchi. Lavora come consulente, autrice e creativa per mediacompany ed aziende che si occupano di intrattenimento e didattica per ragazzi, come Italia2, Enlight, Alfapark.

Intervista

Mi racconti com’è nata la tua passione per il mondo dello spettacolo? Hai artisti in famiglia?

Si, mia mamma è una tersicorea, una ballerina di danza classica e mio padre produce documentari, quindi diciamo che sono nata tra l’opera e il cinema. Ho iniziato a lavorare che avevo meno di un anno con le prime pubblicità, ho girato film e fiction che ero minorenne e poi ho lavorato in una compagnia teatrale e avevo  anche una grande passione per la scrittura, da sempre mi piaceva scrivere. Un giorno un produttore romano mi cercò perché mancava il conduttore per la presentazione della stagione teatrale e mi resi conto che era il lavoro perfetto per me, non c’era più quella  dipendenza dal regista, quella mancanza di espressione personale ma era un lavoro totalmente diverso quello della conduttrice. Potevo esprimere il mio punto di vista, potevo esprimermi con il mio linguaggio, raccontando ciò che volevo, aggiustando i tempi e i modi, per giunta si univa la passione per il viaggio e per la scrittura e  un paio di mesi dopo mi ritrovai a lavorare per una televisione privata e poi ne ho girate una ventina. A 18 anni feci un provino per Rai 1 con Pippo Baudo e qualche giorno dopo, era il giorno della mia maturità, mi prese a lavorare per Domenica In. Era il lontano 2005 e da allora quasi ininterrottamente ho lavorato per la Rai, a parte qualche anno per Mediaset e anche qualche TV americana e ho capito che scrivere e condurre programmi era la mia strada. Mi piaceva molto la parte creativa e anche quella da inviata che fa parte della mia vita e da allora ho fatto una trentina di programmi tra conduzione, creatività e inviata. Ho capito che era quello che volevo fare e questo lavoro ha unito tutte le mie passioni. Poi ti rendi conto che il tuo lavoro è talmente appassionante che ti dimentichi che stai lavorando e allora vuol dire che è il lavoro giusto per te.

Il tuo nome Metis sembra un nome d’arte.

No, è il mio nome vero ed è un nome greco antico che fa parte della mitologia arcaica greca. E’ il nome di una divinità, la mamma di Atena, la prima moglie di Zeus ed era una ninfa dei boschi talmente nota nell’antichità che poi divenne anche un aggettivo molto noto nel mondo greco,  era l’aggettivo che indicava la crescita, che vuol dire di sapersela cavare nei guai della vita, di un intelligenza pratica e la capacità di vivere l’intelligenza, quella di Atena, la giustizia e la temperanza di Atena con quelle doti che venivano dal mondo del potere di Zeus. I miei genitori sono due grandi appassionati della mitologia, ecco perché mi chiamo Metis Marvi e mio fratello Joas. I loro studi classici hanno influito nel darci questi nomi. Hanno voluto darci dei nomi non solo originali, ma che avessero una storia, un significato e che fossero un dono per noi.

Tu hai lavorato con molto personaggi famosi. Un tuo ricordo di Fabrizio Frizzi?

Persone come Fabrizio ce ne sono pochissime, sempre educato, solare, gentile. Sono doti che aveva non soltanto quando stava davanti alla telecamera, ma anche nella vita di tutti i giorni. Fabrizio si fermava sempre a salutare, a prendere un caffè, ti accoglieva, ti ascoltava, sapeva condividere il palco, che non sono doti comuni nel nostro lavoro. L’ho conosciuto che ero molto giovane e la mia impressione su di lui non è mai cambiata. Anche nei momenti più difficili, nelle situazioni professionali complesse che lui ha avuto, ha sempre mantenuto quel garbo, quell’educazione, quella solarità che gli apparteneva. Oltre a Fabrizio, ho avuto anche il piacere di lavorare con il fratello Fabio, che è un bravissimo compositore e direttore d’orchestra, che si è occupato dei miei tanti problemi di voce che ho avuto da bambina e ti posso dire che la famiglia Frizzi è una famiglia di grande professionalità, correttezza ed educazione.  

Gianni Boncompagni?

Gianni Boncompagni l’ho incontrato in un progetto per La7, che si chiamava “Bombay” e ho scoperto quella mente creativa fuori dai canoni e anche quella sua incapacità di gestire il rapporto con la tecnologia che mi faceva molto ridere ai tempi. Questa sua ironia socio politica invidiabile, perché ci vuole sempre molto coraggio, perché Bombay era un programma in cui Alessandra Mussolini faceva la rivoluzionaria comunista, Giulio Andreotti faceva il medico dei Vip. Riusciva a coinvolgere nelle sue idee anche chi era difficile da coinvolgere e chi non riusciva a prendersi gioco di se stesso. La sua ironia era sempre pungente e il suo amore per il surrealismo mi ha insegnato tanto. Quindi è stata una piccola esperienza professionale per me, ma una grande scuola  dal punto di vista umano e televisivo.

Giancarlo Magalli?

Anche lui è una mente creativa e pochi si ricordano la sua vita da autore, ma solo come conduttore. E’ un uomo di grande intelligenza e grande capacità. Sicuramente è un uomo che ama gestire da solo il palco. Ho lavorato con lui in un piccolo programma televisivo, ma è stato molto divertente, perché è una persona che ti tiene testa.

Come hai vissuto l’esperienza di “Ballando con le stelle”?

Bene, anche se non ho mai studiato ballo. Avendo una coreografa e ballerina in famiglia, avevo evitato accuratamente di farne parte della mia vita, anche se l’amore e il rispetto per la danza c’è sempre stata nella mia vita, però non ho studiato ballo e conoscere quei campioni di ballo, come il mio compagno di “Ballando con le stelle” Simone Di Pasquale, è stata un’esperienza profondamente intensa. Non va sottovalutato il fatto che Milly Carlucci, che è un comandante, un generale, una grandissima lavoratrice e perfezionista, ci ha dato poco tempo per imparare con delle coreografie professionali per l’esibizione di fronte ad un grande pubblico, in prima serata su Rai1 il sabato sera. E’ stato emotivamente molto coinvolgente perché ho conosciuto molte perone, sono nate nuove amicizie, come quella con Andrea Roncato che per me è come uno di famiglia da allora. E’ stato poi un programma di grande visibilità perché quell’anno vinse  come il programma più visto dell’anno e ha ricevuto tanti riconoscimenti, anche perché è un programma molto amato per il suo garbo, per la sua capacità di essere si un talent, ma senza tutte quelle caratteristiche che spesso rendono sgradevoli i talent, cioè senza battibecchi e necessità di romanzare le vite personali. Quindi è stata un’esperienza coinvolgente, una grande lezione professionale che mi ha dato l’opportunità di fare altro in Rai.

Quali sono le tue ambizioni?

Oggi lavoro come creativa, autrice e conduttrice. Diciamo che molte mie ambizioni le ho portate a termine, perché volevo creare dei programmi tutti miei, di realizzarli  dalla A alla Z come capo progetto e ci sono riuscita, come “Lezione di Bon Ton” e come “Il nostro capitale umano”, che sono programmi che ho ideato, scritto, condotto e prodotto con il mio team di lavoro che sono i miei compagni di università. La mia passione all’inizio erano i programmi dei ragazzi, ne ho fatti alcuni, ma la televisione italiana non ama dare particolare spazio a questo target e preferisce comprare prodotti esteri, però ho realizzato dei prodotti come “Social King”, che è stato il primo programma interattivo della televisione italiana, un programma in cui si poteva  parlare di skype, facebook, twitter, quando nessuno sapeva cosa fossero e nessuno conosceva i youtuber e gli influencer. Diciamo che mi piace fare sperimentazione, mi piace molto la parte creativa, mi stimola scrivere e condurre  dei programmi totalmente nuovi. Questa estate per esempio, con la creatività Rai, ho realizzato per la prima volta un documentario che ho firmato, che è andato in onda in prima serata, che parlava del mondo delle donne nello sport, dell’emancipazione delle donne attraverso lo sport e si chiamava “Azzurro Shocking”. E’ stata per me veramente una grande soddisfazione riuscire a  portare avanti dei temi a me cari. Il motivo per cui fai questo lavoro è perché ami poter raccontare il tuo punto di vista e senti anche la responsabilità istituzionale, didattica e formativa nei confronti di chi guarda la televisione. Sapere di poter portare avanti dei temi a me molto cari, quindi l’emancipazione femminile attraverso lo sport in questo documentario e il fatto di essere premiati con la prima serata Rai, è stato un grandissimo orgoglio per tutto il gruppo di lavoro.  

Tu sei romana. Com’è il rapporto con la tua città?

Di grande amore e a volte di odio. E’ una città che amo e che ho amato alla follia e nonostante tutti i miei viaggi e aver lavorato in tante città del mondo, come Budapest e New York, città di cui mi sono innamorata, la nostalgia che avevo per Roma mi ha sempre fatto tornare qui, nella città eterna. Qui c’è il romanticismo che è affascinante, i romani con tutti i loro difetti ma anche i loro pregi, l’enogastronomia, l’accoglienza e il modo di vivere. Ho questa città profondamente nel cuore e sto male quando sto lontano da Roma.

Cosa ti da fastidio di Roma?

Su questo non sarò originale, però è la viabilità di questa città che ci manda fuori di matto, perché tutte le strade portano a Roma e questo lo sappiamo, le consolari le conosciamo a memoria, perché ogni giorno siamo incollati in quel traffico. Proprio perché è una città anomala rispetto ad altre città di stampo romano, questa città andava supportata con una serie di anelli concentrici, uno ne abbiamo ed è il GRA e il secondo neanche funziona perché è un pezzo di tangenziale. Se ci fossero stati realmente degli anelli concentrici sia a livello urbanistico stradale, sia a livello di supporto, sarebbe stato diverso. La nostra è una città dai mille volti, dai mille strati e scavando miracolosamente scopri che sotto c’è qualcosa. Probabilmente ha bisogno di un supporto a terra, con dei tram, come succede in  altre città, però i tram devono andare in direzioni utili, non possono essere uni direzionali e così poco diramati. Non sopporto il traffico e non sopporto la rabbia e la frustrazione che questo causa ai romani. Altra cosa che mi da fastidio è sapere che i romani, come tanti italiani, pensano che quello che non è mio, non è di nessuno.  In realtà quello che non è mio, è di tutti, è anche mio e quindi il bene collettivo va amato, coltivato, rispettato in maniera diversa. Vedo in tante città un rispetto diverso delle aree comuni, delle aree verdi, delle strade, un modo diverso di comportarsi nei confronti dei rifiuti, della differenziata e questo anche nei paesi che noi consideriamo in via di sviluppo o consideriamo indietro rispetto a noi e poi ti rendi conto che le signore escono a pulire il loro pianerottolo, ma puliscono anche la strada davanti casa, perché è un bene di tutti. Se ognuno fa un qualcosa in più, riusciamo a tenere meglio la nostra città. Una città più pulita, una città più vivibile. Forse mancano i gatti, perché quando a Roma c’erano tanti più gatti, c’erano meno topi.  

In quali zone hai abitato?

Io sono nata a San Pietro, quindi sotto il Cupolone, che per me rappresenta il mio tramonto ideale. Poi ho frequentato la zona Prati e la Balduina dove ho studiato e sono cresciuta, quindi sono abituata a girare attorno al Vaticano, ma anche a camminare molto a piedi, perché le passeggiate sono fra le bellezze di questa città. Molti romani e anche molti italiani dimenticano che fino a 18 anni i monumenti sono gratuiti, a parte il fatto di possedere una card che permette di entrare tranquillamente dove vuoi. Io andavo a studiare a Castel Sant’Angelo tutti i giorni o mi ritrovavo all’interno del museo di Arte Moderna a fare i compiti lì. Personalmente avendo avuto un nonno architetto che mi ha insegnato ad apprezzare molto i luoghi dove stavo e me li raccontava a modo suo, facendomi innamorare di quei posti, io non riuscivo a stare lontano  un giorno da quei luoghi e quindi pensavo: “Perché sto dentro casa quando posso fare le stesse cose in luoghi così? Non è da privilegiati?”. Poi quando si è abituati a viaggiare in posti che non hanno nulla, come in America, che quando hanno una colonna ne fanno un museo. Noi invece non sappiamo dove metterle (risata).

Tradiresti Roma con un’altra città?

L’ho fatto, ma a tempo determinato. Ho vissuto a New York e a Budapest che sono due città meravigliose. Budapest per me è la Parigi dell’est, che vive le influenze del mondo ottomano mischiate a quelle mitteleuropeo che ha creato tutte quelle grandi città del centro Europa. Ha quel Danubio che è estremamente affascinante, ha tanti elementi legati al passato, alla rinascita che mi hanno immersa in un contesto di creatività e che mi ha conquistato l’anima, perché poi sono luoghi in cui i giovani riescono per esempio a prendere dei ruderi e trasformarli in locali polivalenti, in cui si beve, si mangia, si fa musica, si studia. Avere la capacità di far rinascere luoghi dell’abbandono è un gran segno di accettazione del passato e sfruttamento del presente che noi non abbiamo. Poi New York non credo di dover raccontare il perché ci si può innamorare. E’ una città immensa che ti da l’idea di crescita immediata, quel mondo americano in cui la meritocrazia ti fa credere di essere dall’oggi al domani in un luogo e poi magicamente aver conquistato 3 livelli e di creare e portare avanti il tuo sogno, un luogo che ti da quella speranza di realizzare i tuoi sogni che difficilmente puoi assaporare in altre città del mondo. Quei tasselli che vanno verso l’alto e ti fanno sentire che tutto sia possibile, quel miscuglio etnico/religioso/sociale. Però, come ti dicevo prima, mi mancava Roma. Devo dire che è stata una delle sofferenze maggiori, perché l’enogastronomia e il clima mi mancavano molto. Non c’è niente da fare, Roma è Roma.