Ottavia Piccolo (attrice) Venezia 7.9.1999
Intervista di Gianfranco Gramola
Tanto
brava quanto saggia
Nata
a Bolzano il 9 ottobre 1949, è una delle attrici più raffinate ed eleganti del
mondo teatrale e cinematografico nazionale. Ottavia Piccolo aveva solo undici
anni quando calcò per la prima volta le scene, tenuta per mano da Luigi
Squarzina. Accanto alla Proclemer (nel ruolo dell'istitutrice) interpretò la
parte di Helen, la ragazzina cieca e sordomuta di "Anna dei miracoli",
la commedia di William Gibson. Quel debutto non rappresentò solo la prova
eccellente di una bambina prodigio, ma segnò l'inizio della sua lunga e
prestigiosa carriera di attrice. Ancora giovanissima approfondisce la sua
formazione artistica comparendo in televisione in "Le notti bianche"
di Dostoevskij e, contemporaneamente, esordisce sul grande schermo ne "Il
gattopardo", il celebre film di Luchino Visconti (1963). In seguito, dopo
varie esperienze teatrali sempre con Visconti, recita a teatro sotto la guida di
maestri come Giorgio Strehler ("Le baruffe chiozzotte", "Re Lear")
e Luca Ronconi (un memorabile "Orlando Furioso" successivamente
adattato per il grande schermo nel 1974). Il cinema rimane comunque al centro
dei suoi interessi e infatti la vediamo protagonista di qualche pellicola
dell'epoca, come "Madamigella di Maupin" e "Metello",
entrambi con la regia di Mauro Bolognini (per "Metello" verrà anche
incoronata con la Palma d'Oro come migliore attrice al Festival di Cannes del
1970) o in quel classico che è "Serafino" di Pietro Germi (al fianco
di Celentano). A questo punto, dopo aver dato prova di saper indossare i panni
di qualunque personaggio (passare dalla dimensione aristocratica del
"Gattopardo" a quella contadina di "Serafino" non è cosa da
tutti), la carriera di Ottavia Piccolo diventa internazionale, ma è soprattutto
il cinema francese che adotta con benevolenza la nostra attrice, utilizzandola
nei ruoli più disparati. Compare ne "L'evaso" di Pierre
Granier-Deferre (tratto dal romanzo di Simenon "La vedova Couderc"),
al fianco di Simone Signoret e Alain Delon e nel difficile ruolo di una prostituta che si concede ad un uomo d'affari integerrimo in "Mado" di
Claude Sautet. Successivamente Ottavia Piccolo si dedica soprattutto al teatro
attraverso impegnative rappresentazioni di autori immortali come Shakespeare,
Pirandello e Alfieri, mentre sul piccolo schermo prende parte a numerosi
sceneggiati televisivi (incarna ad esempio un'indimenticabile Augusta nella
riduzione de "La coscienza di Zeno", realizzata da Sandro Bolchi nel
1988). Dopo dieci anni di assenza torna al cinema per interpretare la dolce
Adelina che invecchia al fianco dei parenti ne "La famiglia" (Ettore
Scola, 1987) e subito dopo, accanto ad Alessandro Haber, soffre per la
sparizione di un figlio pasticcione e turbolento ("Da grande", Franco
Amurri, 1987). Negli anni '90 è particolarmente attiva in televisione. In
Italia compare nella fortunata serie di telefilm "Chiara e gli altri"
(Andrea Barzini, 1989 e Gianfrancesco Lazotti, 1991) fino a "Donna"
(Gianfranco Giagni, 1995). Anche in Francia continua a mantenere una grande
popolarità televisiva, mentre al cinema figura più volte nei film diretti da
Felice Farina ("Condominio", 1991 e "Bidoni", 1994).
Cinema
Il Gattopardo (1963) - Madamigella di Maupin
(1966) - Serafino (1968) – Faustina (1968)
- Una su 13 (1969) - Metello (1970) - Un'anguilla da trecento milioni (1971) -
Solo andata (1971) - L'evaso (1971) - Trastevere (1971) – Bubu (1971) -
Uccidere in silenzio (1972) - La cosa buffa (1972) - Colinot l'alzasottane
(1973) - Antoin et Sébastien (1973) - Zorro (1975) - Mado (1976) - La famiglia
(1987) - Da grande (1987) - Condominio (1991) - Barocco (1991) - Il lungo
silenzio (1993) - Marciando nel buio (1995) - Bidoni (1995) - Karaoke"
(1999) - Anche il sole tramonta (2000) - Tu la conosci Claudia? (2004).
Teatro
Le
visioni di Simone Marchand (1963) - Le baruffe chiozzotte (1964) - Il giardino
dei ciliegi (1965) - Il mercante di Venezia (1966) - La Calandra (1966) - Egmont
(1967) - Ivanov (1968) - Re Lear (1972) - Misura per misura (1976) - Il vero
amico – Amleto – Anfitrione - Il Gabbiano - Prova per il matrimonio di Gogol
(1981) - L'avventuriero e la cantante – Elettra – Mirra - Il berretto a
sonagli - La sorpresa dell'amore - Dialoghi con nessuno - La dodicesima notte -
Pazza (1993) - Intrigo e amore (1994) - Medea (1994) - L'avaro (1997) - Rosanero
(2000) - Bellissima Maria (2001) - Buenos Aires non finisce mai (2002).
Televisione
Il
mulino del Po (1971) - Vita di Leonardo Da Vinci (1972) - La biondina (1981) -
La Certosa di Parma (1981) - De bien étranges affaires (1982) - Le paria
(1985) – Mino (1986) - La
coscienza di Zeno (1988) - Chiara e gli altri (1989) - ...se non avessi l'amore (1991) - Il prezzo della vita (1993) - Le ciel
pour témoin (1993) - La colline aux mille enfants (1994) - Donna (1995) - Deux
mamans pour Noel (1998) – Cuccioli (2002) - Per amore (2002) - La moglie cinese (2005) - Questa è la mia terra
(2006).
Ha
detto:
-
Ho
iniziato a fumare a 18 anni. Mio padre e mia madre erano dei gran fumatori. Ogni tanto cerco di smettere. Sospendo, per esempio, quando lavoro, ma poi
riprendo. Non ho mai fumato interi pacchetti, però.
-
Quand’ero bambina volevo diventare missionaria, realizzare qualcosa di
importante. Poi, a dieci anni, ho iniziato a lavorare e non ho più inseguito
certi sogni.
- Io
abolirei la festa della mamma e quella del papà, perché sono giornate che sono
state istituite per scopi commerciali e non per fare breccia sui sentimenti.
- Non
mi piace fare la buonista, ma se ai riti natalizi non ci si può sottrarre,
allora che i regali servano a qualcosa. Il senso del dono è che sia utile a
qualcuno. Se non direttamente a chi lo riceve, a qualcuno che ha bisogno.
- I
pericoli del mestiere dell’attore sono l’emozione e la paura di non essere
all’altezza del proprio compito e poi, con la coscienza della maturità,
capisci che è un mestiere fatto di
realtà impalpabili, di occasioni mancate ed è allora che devo saperti gestire
con adeguatezza.
Curiosità
-
Ottavia Piccolo è anche un’ottima doppiatrice. Ha prestato la sua voce a
Carrie Fisher in “Guerre Stellari", "L'impero colpisce ancora"
e "Il ritorno dello Jedi", a Susan Sarandon in "Il segreto di Joe
Gould" e a Hanna Schygulla in
"Il futuro è donna".
- Dal
1974 è sposata con il giornalista Claudio Rossoni (lavora a Quattroruote),
dalla cui unione è nato Nicola, studente di oboe e pianoforte al Conservatorio
di Milano.
Intervista
E’ nella sua bella casa veneziana di
Riviera San Nicolò 2. Dalla sua finestra si vedono "le barche dei
pescatori, le reti e una luce che è sempre diversa e cambia il profilo delle
cose".
Tu
dici che sei romana, però sei nata a Bolzano. Mi spieghi?
Si!
Sono nata a Bolzano per sbaglio, però sono romana de Roma. Ho vissuto a Roma
fino a pochi anni fa. Ho abitato in una zona che si chiama San Paolo, poi nella
mitica Trastevere, poi a piazzale Flaminio e infine in campagna, cioè sulla
Cassia.
Come
ricordi la Roma della tua infanzia?
Era
povera ed io abitavo, appunto, in una casa popolare, perché anche la mia
famiglia non era ricca. Quando da San Paolo prendevamo il tram, si diceva che
andavamo a Roma, perché allora la periferia era una cosa lontana dalla città,
dal centro. Ora ci si arriva in 5 minuti con la Metro. Allora andare a Roma, da
dove stavo io, era una cosa mitica, perché arrivarci era un viaggio. Bisognava
prendere il tram e per prenderlo bisognava, da casa mia, fare un buon chilometro
e mezzo a piedi.
Hai
detto che sei nata a Bolzano per sbaglio. Cosa volevi dire?
Si!
Per sbaglio, perché mio padre era maresciallo dei carabinieri, per cui fui
trasferito a Bolzano, in Alto Adige. Precedentemente
era stato a Tripoli, poi l’hanno trasferito a Roma, poi a Bolzano e qui sono
nata e poi ci siamo ri - trasferiti a Roma.
Com’è
il tuo rapporto con Roma?
E’
un rapporto di odio - amore, nel senso che è una città in cui torno sempre
volentieri, però mi innervosisce perché è molto caotica, molto confusa. Però
è e resta sempre la mia città, quindi in ogni caso la amo e vedo dei posti che
per me vogliono dire qualcosa, mi ricordano qualcosa a cui sono affezionata. Però
è una città nevrotizzante.
C’è
un angolo romano a cui sei legata?
Tanti,
ma tanti angoli, anche perché continuo a venirci a Roma, per lavoro, quindi
ogni volta me la riconquisto e vado a vedere certi angolini a cui sono
affezionata. C’è un posto che amo molto ed è la chiesetta di San Giorgio al
Velabro, dove c’è l’Arco di Giano. Quella dove hanno fatto l’attentato,
ricordi? Quando è successa quella cosa lì, mi sono indignata ovviamente, in
modo forte per tutto. E particolarmente commossa, perché quello lì è un posto
un po’ magico che mi piace molto. E’ il posto dove ho portato il mio attuale
marito la prima volta che ci siamo incontrati, a fare una passeggiata. Lui non
è romano e quella volta gli facevo da guida, da Cicerone e per me quel posto ha
un’atmosfera particolare, magica. Non sono ancora andata a vederlo da quando
l’hanno restaurato, un po’ anche per paura. Spero di andarci presto.
Ti
piace la cucina romana?
Buonissima
quella. Il mio rapporto con la cucina è buono non solo con la cucina romana, ma
anche con quella delle altre regioni italiane. La cucina romana è un po’ una
lotta, perché è pesantina e un po’ ipercalorica. Però quando vengo a Roma
conosco alcuni posti, dove si mangia da Dio e faccio il pieno. Inoltre quando
raggiungo la Capitale faccio una piccola scorta di specialità romane e me le
porto a Milano. Ad esempio i carciofi alla romani sono diversi da quelli che
trovo a Milano, poi le puntarelle che a Milano non le trovo mai pulite, la
cicoria, quella amara che mi piace tanto, da fare passata in padella, ecc…
Diciamo che quando torno a Milano, da Roma, mi porto sempre appresso dei
souvenir gastronomici romani (risata).
I
romani, pregi e difetti?
Io
ho sempre adorato i romani, pur non essendo nata a Roma e avendo il padre
pugliese, voglio dire che non sono romana di tradizione. Ho sempre amato lo
spirito romano, perché fulminante. Tra l’altro nell’ambiente dello
spettacolo, i tecnici, elettricisti, macchinisti,
ecc… sono tutti romani e una
volta erano veramente una fonte di energia e di entusiasmo. Quello che mi dà
veramente fastidio, soprattutto negli ultimi tempi, è che la città è
diventata un po’ più cattiva. Forse la colpa è dello stress, del traffico o
del caos generale. Quindi quella bonarietà tipica romana consolante del “chi
se ne frega”, del “chi me lo fa fà” c’è molto meno.
Roma
è o era la città più bella del mondo?
Secondo
me, è una delle città più belle del mondo.
Un
suggerimento a Rutelli per migliorare Roma?
Credo
che Rutelli abbia già molte cose da fare e a cui pensare. Ha troppi grattacapi.
Tanti criticano, però non vedono le grosse cose che sono state fatte, perché
ultimamente c’è stato un grande cambiamento, a mio giudizio. Che cosa si può
dire, non lo so. Perché la cosa del traffico è talmente banale che è un
problema che hanno tutte le grandi città del mondo e quindi non credo che a
Roma sia peggio o meglio che dalle altre parti. Ammetto che Roma è più pulita
di una volta. Mi sembra che negli ultimi tempi, l’illuminazione della città
sia particolarmente bella. A Rutelli posso dire che continui a lavorare bene.
La
Roma notturna ti appartiene?
No!
L’ho sempre vissuta pochissimo la Roma by night. Io non sono mai stata
“night” di nessun genere. Quando finisco di lavorare, il massimo che mi
permetto, in genere è andare al ristorante con i colleghi di lavoro. Non ho mai
frequentato localo notturni. Non frequentavo discoteche nemmeno quando ero
ragazzina. Al mitico Piper ci sono andata due volte, da ragazzina e di
pomeriggio per giunta. Non sono una persona adatta per la vita notturna.
Nei
momenti liberi, in quale angolino romano ami rifugiarti?
Guarda,
Gianfranco, Roma è talmente bella e io sono una grande camminatrice e quindi
quando posso mi faccio delle camminate che durano anche delle ore. Non c’è un
posto in particolare e ovviamente le periferie non sono belle da nessuna parte.
Giro il centro storico a piedi e trovo sempre delle cose, degli scorci che mi
lasciano a bocca aperta.
Progetti
di lavoro?
Sono
in tournée con uno spettacolo che ho fatto quest’anno e che farò anche
l’anno prossimo, che si chiama “Rosa nero” che l’autore, tra l’altro
è di Merano e che si chiama Roberto Cavosi. Questo spettacolo verrà anche a
Roma (gennaio 2000), al teatro La Cometa. Tra l’altro è un teatro molto
bello, perché è esattamente di fronte al Campidoglio. Un teatrino molto, ma
molto carino. E’ da molti anni che faccio teatro e a La Cometa non avevo
ancora recitato.
Hai
un sogno nel cassetto?
Non
ne ho, Gianfranco. Avere sempre la salute, per me e per la mia famiglia e il
lavoro è una cosa che si crea giorno per giorno.