Pamela Prati (attrice – showgirl) Roma
5.2.2007
Intervista di Gianfranco Gramola
La
veterana del Bagaglino
(Biografia
tratta dal suo sito ufficiale www.pamelaprati.it)
Pamela
Prati, pseudonimo di Pamela Paola Pireddu De Cantaras, è nata a Ozieri (Sassari)
il 26
novembre 1958. Dopo aver lavorato come fotomodella sul finire degli anni
Settanta inizia ad ottenere alcune parti cinematografiche in commedie sexy.
Nel frattempo studia ballo, canto e dizione perché il suo obiettivo è la
televisione, dove approderà con la compagnia del Bagaglino (agli spettacoli del
quale partecipa come prima donna tutt'oggi). Tra i numerosi programmi televisivi
La
sai l'ultima? e
Scherzi
a parte. Nel
2004 ha partecipato al reality show Il ristorante, peraltro
venendo subito eliminata a causa del suo carattere scontroso: non sopporta
infatti gli ultimi arrivati nel mondo del piccolo schermo, magari diventati
famosi soltanto partecipando a un reality show, mentre quelli della sua
generazione hanno dovuto affrontare anni di studio e una lunga gavetta.
Come
altri personaggi televisivi degli anni Settanta ed Ottanta ha pubblicato
anche alcune incisioni su vinile, soprattutto sigle registrate, fatto piuttosto
raro, in formato Mix 12 pollici. Alcune delle sue sigle più famose come Menealo
o Que te la pongo sono state scritte da Donatella Rettore e sono una rarità
nel mercato da collezione di vinile. Molto spesso è raffigurata in pose
sensuali sulla nude cover.
Filmografia
(1992) Gole ruggenti
- (1988) Riflessi di luce - (1986) Le volpi della notte - (1985) E'
arrivato mio fratello - (1981) La moglie in bianco... l'amante al pepe.
Ha
detto:
- La mia passione era quella di diventare una
soubrette. Ho iniziato prima a fare la modella per le sfilate, poi facendo
piccole parti nei film. Avevo le idee anche un po' confuse. Io comunque ho
studiato recitazione, danza, dizione e ho fatto di tutto per arrivare d essere
una soubrette.
- Una volta al Gilda, dove mi esibivo come
ballerina, scoppiò una lite tra Laura Antonelli e Jean Paul Belmondo,
perché lui prese a fissarmi con quel suo sguardo da canaglia e lei gli fece una
scenata.
-
La mia esperienza a Miss Universo? E'
cominciata diventando Miss Sardegna e poi vincendo il concorso "la mora più
bella d'Italia". Fu allora che mi proposero di rappresentare i colori
mediterranei delle donne italiane al concorso di Miss Universo. Per me un sogno!
Un viaggio in America tutto spesato... Poi sono arrivata li e ho vinto.
- Roma mi ha dato tutto quello che
desideravo, sia in termini di amore e di affetto, compensando in parte il grosso
bisogno che mi portavo dietro sin da piccina, sia in termini di successo e di
fama. Roma mi ha consentito di realizzare il mio grande sogno, di diventare
quella che sono: una diva.
- Ogni tanto soffro di shopping - mania. Ma
non sperpero. Ho la mia casa e i miei risparmi. Mi sono assicurata la minestra.
-
Mentre facevo la commessa in un negozio del centro di Roma, un giorno è entrato
il manager Alberto Tarallo con Anita Ekberg, mi ha notata e mi ha proposto di entrare
nel mondo dello spettacolo.
Curiosità
-
Proviene da una famiglia numerosa. E’ la sesta di sei sorelle e due maschi.
Francesca, Tonina, Maria, Caterina, Sebastiana, Pamela, Giuseppe e l'ultimo è
Lorenzo.
- Ha scelto il cognome d'arte Prati, in onore
al grande attaccante del Milan, Pierino Prati.
- Va
spesso al canile di Roma a portare del cibo per gli animali abbandonati e una
volta ha denunciato un finto canile
privato salvando la vita ai cuccioli che c'erano rinchiusi.
-
Prima di entrare nel mondo dello spettacolo Pamela ha fatto la stampista, poi la
babysitter e poi la commessa in una boutique, nel centro storico di Roma.
- Ha
inciso un disco che si chiama "Papelon". Papelon è il succo della
canna da zucchero, la bibita più diffusa in Sudamerica.
Intervista
Pamela
Prati è al Teatro Rossini-Renato Rascel di Roma nella commedia "Beautiful
Thing...e qualche volta si innamorano". Regia, traduzione e adattamento
portano la firma di Bruno Montefusco. Sul palco, Pamela Prati con i ragazzi di
Amici di Maria De Filippi. Pamela interpreta Sandra, una giovane donna
lavoratrice e single ma con un figlio diciassettenne. Proprio il rapporto con il
figlio le riserverà una sorpresa: la scoperta che il ragazzo s’innamora,
corrisposto, di un suo coetaneo vicino di casa. Superata una prima reazione,
Sandra mostrerà una grande umanità nell’accettare la diversità del figlio e
continuerà ad amarlo e a proteggerlo da un ambiente esterno spesso spietato nei
confronti delle scelte sessuali dei giovani protagonisti.
Com’è
il tuo rapporto con Roma, Pamela?
Il
mio rapporto con Roma è fantastico. Io sono sarda ma romana di adozione. Quando
sono arrivata qui ero piccolina e Roma mi ha abbracciata e mi ha voluto bene
come se fosse una grande mamma e mi ha dato tutto. E’ stata
la scherma che mi ha portato per la prima volta a Roma, per fare le Olimpiadi,
avevo tredici anni e mezzo, ma poi
ho mollato tutto.
Quali
sono state le tue abitazioni romane?
Appena
arrivata a Roma ho abitato dalle parti di San Giovanni, esattamente a via
Sinuessa. Poi mi sono trasferita a Trastevere, poi via Tiburtina, poi al Fleming
e poi ho realizzato un sogno, andando ad abitare ai Parioli.
Ami
la cucina romana?
Ho
un rapporto fantastico con la cucina in generale. Mia mamma faceva la cuoca e un
mio sogno è quello proprio di aprire un ristorante e sto realizzando anche
questo, perché l’ho trovato e sono in trattativa. A me piace cucinare, piace
mangiare bene anche perché noi siamo quello che mangiamo. Tutte quante le mie
sorelle cucinano divinamente, grazie anche agli insegnamenti della mia mamma,
che adesso non c’è più, che però era una grande cuoca e ci ha trasmesso
questa arte.
I
romani ti piacciono?
I
romani sono simpatici però alle volte mi arrabbio con loro, perché non amano
la loro città. Danno colpa ai turisti ma sono loro che rovinano i monumenti, ad
esempio. L’altro giorno sono passato per corso Francia, che io adoro, e ho
visto che in alcuni palazzi che avevano appena dipinto, qualcuno li aveva gia
riempito di scritte. Questo mi dispiace perché non si fanno queste cose. E’
da stupidi. Chiaramente non sono tutti così i romani, anzi il romano doc,
quello vero non rovina Roma, ma la ama e la difende. Invece ci sono in giro
questi bulletti che con le bombolette sfregiano con le scritte i muri dei
palazzi appena verniciati. Non capiscono che facendo questo lo fanno a loro
stessi, alla loro città, perché loro ci abitano qui. Quindi mi dispiace quando
rovinano questa città così bella e unica al mondo, una città eterna che
dovrebbe essere difesa da questi teppisti. In compenso i veri romani hanno un
cuore grande e una grande simpatia. Però il rapporto con i romani che ho io
quotidianamente, cioè con i ristoratori dove vado a mangiare è stupendo. Il
vado spesso da Cesaretto, che è il mio ristorante preferito. Praticamente vado
lì e gli dico:” Cesare’, oggi mi fai questo, mi fai quest’altro?”. E
lui mi accontenta in tutto. C’è un rapporto favoloso, mi fa mangiare molto
bene e mi fa sentire a casa, fra amici. Oppure il romano quando vado al cinema o
a teatro. Anche nei negozi, il romano è simpatico, ti segue e ti consiglia al
meglio.
Cosa
ti manca di Roma quando sei via per lavoro?
Mi
manca proprio Roma come città, perché a me piace anche andare a vederla di
notte, a visitare i suoi monumenti che ormai conosco nei minimi particolari. Mi
mancano i suoi ristoranti e mi manca proprio il clima romano. Insomma mi manca proprio Roma, la città più bella del mondo, la mia Roma.
Nei
momenti liberi in quale zona di Roma ami rifugiarti?
Mi
piace rifugiarmi a Villa Borghese che trovo bellissima e fantastica, poi Villa
Balestra e poi mi piace andare tantissimo su al Pincio, perché ci andavo da
ragazzina, e ammirare piazza del Popolo dall’alto di questa bellissima
terrazza. Ma mi piace visitarla tutta Roma, nei miei pochi momenti liberi, però
spesso mi rifugio a Villa Borghese, in mezzo al verde.
Parliamo
un po’ della tua professione. Com’è nato il nome d’arte Pamela Prati?
Beh!
Pamela è già il mio vero nome e Prati suonava bene con Pamela e quindi con il
mio ex agente, che adesso fa il produttore e che era Alberto Tarallo, abbiamo
pensato che Prati suonava molto bene con Pamela. Un nome facile, che la gente
potesse ricordare bene.
Qual
è stata la tua più grande soddisfazione artistica?
Agli
inizi sicuramente l’esperienza con il Bagaglino, ma anche Scherzi a parte
che con me toccò punte di ascolto pazzesche, mi sembra di 16 milioni di
spettatori e in cui vinsi anche il
Telegatto, mi ha dato molta soddisfazione. La mia più grande soddisfazione fu
appunto il mio contratto con Mediaset, portando questa rete a grandi successi
come – Scherzi a parte - La sai l’ultima? - Sotto a chi
tocca - Re per una notte -
I tre moschettieri. Tutti
grandi successi. Io ho fatto il Bagaglino ma ho fatto anche tante altre cose e
le continuo a fare perché mi piace fare cose nuove e mi piacciono le sfide. Non
mi piacciono le cose facili anche se non ne ho mai avute, perché ho fatto una
lunga gavetta. La gavetta adesso non c’è più. Le ragazze di oggi sono più
avvantaggiate perché hanno tutte le cose più immediate, però come le trovano
le perdono. Io penso che una preparazione artistica ci vuole, come in tutte le
professioni, una formazione ci vuole anche perché è un bellissimo biglietto da
visita che devi mostrare e dimostrare quando devi lavorare e devi fare
determinate cose.
Delusioni?
Delusioni
ce ne sono tutti i giorni, anche perché non è facile rimanere sulla cresta
dell’onda, come si suol dire. Delusioni ce ne sono sempre anche perché delle
volte vanno avanti persone che neanche lo amano questo lavoro, ma soltanto perché
sono più fortunate o perché in quel momento hanno qualcuno che gli danno una
mano. Però alla fine ritorniamo al discorso che la professionalità paga
sempre. Ed è bello quando la gente sceglie per vederti, compera il biglietto
per venire al tuo spettacolo a divertirsi e applaudirti.
Ma
i tuoi genitori che futuro sognavano per te?
Mia
madre avrebbe voluto che facessi la veterinaria, perché amo molto gli animali e
quindi se non avessi fatto la soubrette avrei sicuramente fatto la veterinaria.
Però sapeva che adoravo anche il mondo dello spettacolo e questo fin da
bambina. Non è che crescendo mi sono appassionata. Io quando avevo tre anni
guardavo le gemelle Kessler, la Delia Scala e Raffaella Carrà e sono rimasta
talmente folgorata che alla fine volevo assolutamente fare questo lavoro, cioè
volevo essere una di loro, una come loro. E adesso mi piacerebbe continuare e
fare l’attrice, anche perché ho studiato un pochino e poi ho degli inizi e
anche dei miti a cui ispirarmi come Anna Magnani, la Lollobrigida, Sofia Loren,
Lucia Bosè. Tutte bellezze mediterranee che hanno fatto impazzire il mondo e
che sono gioielli ed orgoglio di casa nostra.
La
cosa più cattiva che hanno detto di te e che ti ha dato fastidio?
Sinceramente
non hanno scritto cose che mi hanno dato particolarmente fastidio, anche perché
a volte le critiche servono proprio per migliorare. Quindi che ben vengano che
le critiche se sono costruttive.
Il
più bel complimento che hai ricevuto?
E’
quello che ricevo tutti i giorni con l’affetto da parte del pubblico e quando
mi dicono che io sono una persona molto semplice e che mi metto sempre in
discussione e che con il passare del tempo miglioro sempre. Questo è un
bellissimo complimento che apprezzo molto.
Qual
è il tuo punto debole?
(risata) Sicuramente è la mia sensibilità. Io sono una persona molto sensibile
e quindi certe cose mi possono ferire, tipo quando scrivono delle cose gratuite,
senza conoscermi. Questo mi da fastidio e ci sto un po’ male. Questo è il mio
punto debole, però adesso ho imparato a far scivolare via le cose negative e a
pensare positivo.
Che
ne pensi di “vallettopoli”?
Ormai
lo scandalo è passato, nel senso che non se ne parla più, grazie a Dio. Io
parlerei di altre cose, perché ormai è passato, punto. Diciamo che c’è
stato un momento di Tv malata in generale e adesso sta prendendo un’aspirina e
sta guarendo.
Che
rapporto hai con la Fede?
Buono.
Sono praticante, assolutamente. Ho una mia Fede e seguo un mio percorso. Sono
credente e mi piace andare in chiesa. Ho un rapporto con il mio Dio molto
confidenziale.
Cosa
ne pensi della battaglia contro il fumo?
Io
sono favorevole a questa battaglia, anche perché io non fumo. Sono contenta se
non si fuma più nei locali anche perché sono molto delicata nelle vie
respiratorie e di conseguenza ne sono molto felice. Si sa che fa molto male e
uno deve scegliere se fumare o meno, sapendo appunto il danno che fa il fumo. I
bambini, gli anziani o chi come me che ha problemi respiratori deve essere
tutelato da queste insidie.
Hai
un sassolino nella scarpa che vorresti toglierti?
Troppo
ne avrei, Gianfranco. Ho dei macigni, non sassolini (risata). Diciamo che ho
tante soddisfazioni che mi voglio togliere. Una cosa di cui sono fiera e ne sono
felice è che mi sveglio tutte le mattine con la voglia, l’entusiasmo e la
grinta di andare avanti. Se vado avanti, guardandomi allo specchio devo dire
grazie a me stessa, perché io non ho mai chiesto niente a nessuno, anzi ti dirò
che quando ho avuto bisogno e ho chiesto qualcosa, non mi è stata data. Vuol
dire che mi devo sudare tutto e questo alla fine mi da molta più soddisfazione.
Hai
un sogno nel cassetto?
Si!
Io voglio continuare a fare l’attrice, vorrei fare film, vorrei andare a fare
i casting come fanno tutti quanti. Vorrei che mi dessero la possibilità di fare
dei provini per continuare a fare l’attrice. Poi ho un altro sogno, Gianfranco
ed è un appello che vorrei
lanciare a Pippo Baudo.
Lancia
pure questo appello, Pamela.
“Pippo,
prima che diventi nonna d’Italia, corona questo mio sogno, cioè di presentare
insieme a te il Festival di Sanremo”.
Adesso
sei al Rossini con “Ma dove vai tutta nuda?”. Come sta andando lo
spettacolo?
Lo
spettacolo va bene. E’ un teatro un po’ difficile perché il teatro Rossini
non è conosciuto a livello fra
virgolette serio. Prima Il Rossini era conosciuto ed era anche molto famoso
perché faceva delle bellissime commedie in dialetto romanesco con dei grandi
artisti romani. Adesso è un po’ cambiato, perché c’è stato anche Mario
Scaccia, Antonella Steni, ecc… Quindi si sta dando l’impronta di un teatro
diverso da quello di prima. Lo spettacolo che stiamo rappresentando è un po’
particolare ed è un tema attuale ed è la prima volta che mi si vede nei panni
di un attrice di prosa, senza microfoni e in un look completamente diverso, cioè
capelli raccolti, niente pailettes, senza tacchi a spillo. Ho il ruolo di una
mamma moderna che ha a che fare con le problematiche di un adolescente, di suo
figlio e che cerca di proteggerlo in tutto e per tutto.
Ho
finito, cara Pamela. Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato.
E’
stato un piacere, caro Gianfranco. Ti saluto, caramente. Un abbraccio a tutti i
trentini. Ciao. Se passi per Roma vienimi a trovare a teatro.