Paola
Pitagora (attrice) Roma 1 giugno 2003
Intervista di Gianfranco Gramola
Dal palcoscenico ai libri
Paola Pitagora è nata a Parma, il 24 agosto del
’42. Frequenta il Centro
Sperimentale di Cinematografia e la Scuola di Recitazione di Alessandro Fersen.
La prima esperienza della Pitagora è come garbata presentatrice di programmi
come “Il giornale delle vacanze – Fuori l’orchestra – Aria di vacanze
– Cinema d’oggi”. L’esordio sul grande schermo avviene nel ’62 con “La vita provvisoria”, ma viene ricordata soprattutto nel
personaggio di Lucia Mondella ne "I promessi sposi" televisivo, diretto da
Sandro Bolchi, a fianco di Nino Castelnuovo e "A come Andromeda". Altri film da lei interpretati sono:"La
viaccia – Barabba - I pugni in
tasca - I girasoli" e "Senza
sapere niente di lei" che le vale un Nastro d’Argento come miglior attrice. In teatro ha
interpretato moltissime opere, tra cui "Tartufo (Moliere ) – Il pellicano – La foresta d’argento – Incontro al
vertice, ecc…". Recentemente
è stata riportata alla ribalta grazie a Incantesimo, in cui interpreta il ruolo
di Giovanna Medici, direttrice della clinica Life.
Ha detto:
-
Ho
avuto due grandi amori: il pittore Renato Mambor e Ciro Ciri.
-
Ho
avuto una vita affollata di amori, di matrimoni e di errori.
-
I
primi anni che stavo a Roma, vestivo abiti usati che comperavo al mercato
domenicale di Porta Portese.
- Oggi si usa l'espressione "fare sesso". Il
sesso non si fa: è una parte del tutto, è un modo di comunicare, fino
all'estasi.
Curiosità:
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Per
la grande popolarità raggiunta ad Incantesimo, il 23 marzo 2003 è nato il Fans
Club Ufficiale dedicato a Paola Pitagora.
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L’attrice
è autrice della canzone vincitrice dello Zecchino d’Oro del 1962 “La giacca
rotta”, cantata da Raymond Debono.
-
Ha
scritto il libro “Fiato d’artista” (Sellerio Editore). Nel libro
l’attrice ripercorre i momenti della ricerca esistenziale e intellettuale di
una generazione di artisti e la storia d’amore fra lei e il pittore Mambor.
-
Dal
marito Ciro Ciri ha avuto una figlia, Evita.
-
Paola
Pitagora il 10 aprile 2003 ha recitato davanti al Papa.
Intervista
Al momento dell'intervista, la simpatica
attrice di Parma, è nella sua casa romana di via Duchessa di Galliera.
Com’è
nato il suo nome d’arte?
E’
nato per scherzo, uno scherzo giovanile. Fu giocando con degli amici, perché il
cognome mio è Gargaloni ed è un po’ difficile da capire e quindi dovevo per
forza darmi un nome d’arte e così giocando sui nomi e cognomi venne fuori
Pitagora.
Quando
s’è stabilita a Roma?
Io
sono venuta a Roma da piccola con i miei genitori, che si trasferirono nel dopo
guerra. Quindi sono romana, anche se sono nata a Parma. Romana d’adozione. Mio
padre dovette venire a Roma a sostituire un parente che stava molto male e rilevò
una ditta di combustibili proprio nel centro di Roma, nella Roma storica. E
quindi sono vissuta proprio nella Roma barocca fin dalle scuole elementari e
questa cosa mi ha arricchita molto e anche influenzata in qualche modo.
Ha
sempre abitato nel centro storico?
Si!
Ho sempre abitato nel centro storico fin da ragazza, poi quando sono andata a
vivere per conto mio mi sono trasferita a Trastevere. Attualmente vivo a
Monteverde, a 10 minuti da Trastevere e vicino a Villa Pamphili, per intenderci.
E quindi devo dire che sono abbastanza fortunata, perché Roma ha degli spazi
verdi incredibili. E’ bello alzarsi la mattina, uscire e andare a fare una
bella passeggiata in mezzo a questo parco, tra il verde e respirare aria pulita.
I
romani, come li trova?
Come
difetti trovo che sono aggressivi e un po’ maleducati. Io quando penso ai
romani penso a quelli in mezzo al traffico. Il vero difetto di Roma è il
traffico e un certo modo di guidare dei suoi abitanti che è molto aggressivo.
Qualità ? Beh, i romani hanno un’ironia unica al mondo. Sono veramente
intelligenti. Io quando vivevo a Trastevere, i romani compresi quelli di qualche
generazione, perché si sa che Roma è un punto di approdo di tutte le regioni
d’Italia e del mondo, li trovavo spiritosissimi, hanno la battuta facile,
riescono sempre a sorprenderti e farti morire dalle risate. E poi una cosa che
mi piace dei romani, una cosa che però a volte mi irrita, è il cinismo, il
disincanto, non gliene frega niente di niente. Sarà l’abitudine di avere il Papa dentro casa, ma può arrivare veramente Gesù a Roma, e i romani non si
agitano più di tanto.
Ma
qual è il fascino di Roma?
E
come si fa, non si sa da dove cominciare. E’ la grande bellezza, ma tutto
sommato, vorrei invecchiare in campagna perché amo molto la natura. Però
l’idea che se non potrò farlo per tante ragioni, quando non lavorerò vorrei
fare un mese di turismo a Roma. Ha ragione Renato Rascel, nella canzone:
“t’invidio turista che arrivi”… Io vedo le facce di questi turisti che
vengono dai paesi del nord, o dal Giappone e dico :“Beati loro che non hanno
niente da fare che scoprire tutte queste bellezze che io ho scoperto, come tutti
i residenti, in maniera diluita”. Il mio sogno è fare la turista in questa
città perché secondo me ne conosco solamente un decimo.
A
parte il traffico cosa le da più fastidio di Roma?
Il
traffico e l’inquinamento mi danno molto fastidio. Infatti nei giorni di festa
scappano tutti da Roma e io evito di scappare proprio per godermi la pace e il
silenzio che c’è in questi quartieri. A parte questo non so cos’altro mi può
dare fastidio… ci vivo da talmente tanti anni a Roma. Forse ci si abitua a
tante cose fastidiose… non so. Nel quartiere dove vivo, per esempio c’è
ancora un certo misto di negozi e fra l’altro tutti i negozianti vengono da
altre regioni come l’Abruzzo, le Marche, la Campania, ecc…. C’è un modo
umoristico di fare, che mi diverte, mi piace. Questa è una cosa che io amo. Non
so sinceramente cos’è che mi dà fastidio.
Se ci fosse probabilmente me ne sarei già andata.
In quale Roma del passato le sarebbe piaciuto
vivere e nelle vesti di quale personaggio?
Forse
nella Roma di Sisto V… I papi si sono divertiti tanto, perché loro hanno
potuto promuovere le arti,
l’architettura e hanno avuto a che fare con gente come Michelangelo.
Avrei voluto vivere in quella Roma degli artisti e soprattutto non nelle vesti
di una donna, tanto per chiarire. Non invidio le cortigiane del passato e
nemmeno le varie popolane che dovevano fare una vita particolare. Però posso
dire una cosa.. se dovessi tornare indietro e nel personaggio di una
donna ti spiego cosa vorrei essere. Io ho debuttato in teatro con un
bellissimo personaggio che era Artemisia Gentilischi, pittrice romana della
scuola del Caravaggio, che ebbe una vita travagliatissima però in pieno ‘600
c’era un mondo artistico molto vitale, molto sanguigno e anche violento. Io
non è che vorrei esser stata nei panni di Artemisia... Io penso che a Roma, per
poter aver vissuto bene, nei secoli passati, bisognava avere potere e per avere
potere bisognava essere un papa o giù di li.
Come
vive la Roma by night?
Non
la vivo proprio. Io sabato sera non esco proprio per niente a meno che non ci
sia una cena in una casa. Non sono mondana, vado raramente alle prime. Questo
tipo di Roma by night non mi ha attratta nemmeno da ragazza. Anzi la trovo
abbastanza odiosa, trovo odioso anche questo aspetto anche nelle altre città.
La Roma dei Vip, dei divi e divetti non mi ha mai attratta.
Nei
momenti liberi in quali zona di Roma ama rifugiarsi?
Ecco
il problema della passeggiata è un problema che si risolve solamente nei giorni
di festa, quando non c’è traffico e Roma diventa pedonale. Vedi le
passeggiate io le facevo fino a 20
anni fa, adesso non si passeggia più… Adesso c’è un tale inquinamento che
tu devi andare a rifugiarti in un parco… Io vado a villa Pamphili o a Villa Sciarpa oppure nei
giorni che non c’è traffico il centro è bellissimo. Noleggio una bicicletta
e si va a fare un giretto per via del Corso o ai Fori che
trovo stupendi, fino all’Appia Antica, senza automobile. Allora è veramente
un sogno, perché c’è un mondo da sognare in questa città, bisogna però
usare delle strategie, altrimenti è una cosa da pazzi…
Ultimamente si parla tanto di spostare il mercato di
Porta Portese. Qual è il suo parere?
Io
non ci vado da anni… Non è lontano da casa mia. Non ci vado perché mi stanca
molto, mi affatica. Ci andavo da ragazza, e ancora ci si trovano delle belle
cose… Porta Portese è una
tradizione, perché spostarlo. Sinceramente da quelle parti non ci abiterei..
però fa parte del folclore di questa città e poi finito il mercato lo
ripuliscono subito molto bene.. Ma questo non è un gran problema per Roma… il
traffico! Questo si che è un gran problema.
Qual
è stata la sua più grande soddisfazione nel campo artistico?
Sono
state tante. La più recente che mi ha più sorpreso è il successo di questo
libro che ho scritto, sulla mia esperienza della Roma degli anni ’60 cinema
con l’ambiente dei pittori. E’ stato accolto con grande affetto e non me
l’aspettavo veramente. Per me è una memoria affettiva e le conseguenze di
questa accoglienza sono che adesso sto scrivendo un romanzo e mi è presa una
grande passione per lo scrivere..
E
la più grande delusione?
Io
non ne ho avute tante delusioni, perché non mi sono mai aspettata un granché.
Ho sempre percepito una tale difficoltà in questo lavoro, una tale costante improvvisazione.
Purtroppo da noi il cinema non è
una industria e quindi tutto quello che è avvenuto l’ho preso con un “di più”.
Certo ho avuto periodi felici e altri di grande fatica, ma non era di delusione
il mio atteggiamento, semmai ho preso atto di una situazione particolare.
L’ambiente del cinema romano, ad esempio, io non lo conosco nemmeno. Ho avuto
pochi rapporti e ho fatto poco cinema e quindi non faccio parte di
quell’ambiente. Non è che mi abbia deluso il non entrare a farne parte.
Capivo che sarebbe andata così, perché vedevo le cose com’erano. Invece io
non mi sono mai aspettata molto da questo lavoro. Ho avuto di più di quello che
mi aspettavo.
Com’è
nata la passione per lo spettacolo?
Perché
mi annoiavo a fare altre cose. Non ho avuto parenti attori e la mia famiglia si
preoccupò subito di questa mia voglia di fare l’attrice.
I
suoi genitori che futuro sognavano per lei?
Un
futuro tranquillo, invece di trovarsi così,
una figlia un po’ degenere e però devo dare atto
a loro per essere stati con me molto severi e fiduciosi. Io penso di aver
avuto due genitori straordinari, perché non erano preparati a quello che poi
sarebbe stata la mia vita. Però l’hanno presa con estrema comprensione.
Quando
non lavora quali sono i suoi hobby?
A
parte scrivere, a parte il lavoro, dice? Guardi,
se lei chiede a qualche mio collega di teatro, le risponderà subito che il mio
hobby è lavorare, recitare. Per
cui io credo di aver questa ennesima fortuna, di poter fare un lavoro che per me
è una passione. Certo qualche hobby ce l’ho, tipo, se ho una settimana di
vacanza mi piace andare in montagna, fare lunghe camminate, mi piace il mare e
mi piace la natura. Ripeto che uno dei miei grandi hobby è il mio lavoro che è
fatto di tante sfumature..
Il
suo rapporto con la fede?
Chi
lo sa! Io penso che ci sia una grande mente creatrice e penso che l’uomo abbia
una grande responsabilità. Credo nell’etica degli uomini, nel rispetto e
onestà reciproca… Si può avere tutta la fede del mondo, ma è una fede che
viene costantemente tradita! Preferisco una fede enfatica ma tenuta presente
nelle piccole cose quotidiane, che sono le più difficili.
Ha
un sogno nel cassetto?
Adesso
nel cassetto ho questo romanzo che spero di finire e che non venga accolto come un secondo libro. Di solito al secondo libro ti danno
un sacco di botte sulla testa. Spero che non mi feriscano. Questo libro dovrebbe
uscire in ottobre (2003).
Altri
progetti?
Adesso
devo finire questa cosa per
Incantesimo. Lavoro fino ad agosto, per quest’ultima serie… Mi piacerebbe
tornare a teatro… è tanto che non faccio una vera e propria compagnia, però
non ho un’idea ben precisa di quello che vorrei fare. Sono tutta presa da
questo romanzo e poi si vedrà…
A
chi vorrebbe dire “grazie”?
Devo
dire grazie a un sacco di persone, a tutte le persone intelligenti (e ne ho
incontrate tante), che mi hanno insegnato qualche cosa e che mi hanno dato un
“Bonus” per entrare nel mondo della conoscenza.