Paola Tiziana Cruciani (attrice, autrice e regista teatrale)     Roma 5.2.2022

                                   Intervista di Gianfranco Gramola

“Non sopporto più gli spettacoli improvvisati, abbandonati al caso, fatto solo con le scalette e senza il copione”

 

Paola Tiziana Cruciani è nata a Roma nel 1958. Dal 1979 al 1981 frequenta il primo Laboratorio di Gigi Proietti, presso il Teatro Brancaccio di Roma, dove si diploma. Insieme ad altri colleghi del suo corso crea il gruppo La Zavorra, con cui inizia la sua carriera televisiva e teatrale. Dopo l'esperienza con La Zavorra, conclusasi nel 1984, inizia a lavorare come attrice, autrice e regista. Sono parecchie infatti le sue opere portate in scena da lei o da altri interpreti. Debutta al cinema nel film Fatto su misura del 1984. Da allora recita come caratterista in numerose pellicole; tra le sue principali collaborazioni: Paolo Virzì, Alessandro D'Alatri, Giovanni Veronesi. Nel 1999 è candidata al David di Donatello come miglior attrice non protagonista per il film Baci e abbracci di Paolo Virzì. Sempre con Virzì recita in Tutta la vita davanti del 2008. In televisione debutta in Straparole, per la regia di Ugo Gregoretti nel 1981. Seguono diversi varietà come Attore amore mio, Io a modo mio, A come Alice, Al Paradise, Un altro varietà di Antonello Falqui su Rai 2 e molti altri. La sua prima apparizione come attrice in una fiction è in Aeroporto internazionale nel 1985.Nell'ottobre 2008 è in Anna e i cinque. Nell'aprile 2012 è accanto a Gigi Proietti tra i protagonisti della fiction Rai L'ultimo papa re. Nel gennaio 2019 va in onda la serie La dottoressa Giò, dove interpreta la caposala Gigliola Ardenzi.

Cinema

Fatto su misura (1984) - Magic moments (1984) - I pompieri (1985) – Condominio  (1990) - La bella vita (1994) - Senza pelle (1994) - Un inverno freddo freddo (1996) - Addio e ritorno (1996) - La classe non è acqua (1996) - Ferie d'agosto (1996) - Mamma mi si è depresso papà (1996) - Mi fai un favore (1997) - I fobici (1998) - Baci e abbracci (1998) - Le giraffe (2000) - Caterina va in città (2003) - Che ne sarà di noi (2004) – Commediasexi (2006) - Tutta la vita davanti (2008) - Questa notte è ancora nostra (2008) - Scialla! (Stai sereno) (2011) - Gli equilibristi (2012) - Buongiorno papà (2013) - Ti sposo ma non troppo (2014) - Le leggi del desiderio  (2015) - Uno anzi due (2015) - Sole cuore amore (2016) - Ora non ricordo il nome  (2016) - Nove lune e mezza (2017) - Ricchi di fantasia (2018) - Detective per caso  (2019) - Il grande salto (2019)

Televisione

Stazione di servizio (1989) - Per amore o per amicizia (1993) - Le ali della vita  (2000) - Compagni di scuola (2001) - Distretto di polizia 3 (2002) - Distretto di polizia 5 (2004) - Cuore contro cuore (2004) - Una famiglia in giallo (2005) - La buona battaglia - Don Pietro Pappagallo (2006) - Don Matteo 6 (2008) - I liceali (2008) - Distretto di polizia 8 (2008) - Butta la luna (2006, 2009) - I liceali 2 (2009) - Natale a 4 zampe (2012) - L'ultimo papa re (2013) – I misteri di Laura (2015) - Lampedusa - Dall'orizzonte in poi (2016) - Immaturi - La serie (2018) - Nero a metà (2018) - La dottoressa Giò (2019) - Permette? Alberto Sordi (2020) - Una pezza di Lundini (2021) - Genitori vs influencer (2021)

Intervista

Ci sono artisti in famiglia che ti hanno trasmesso la passione per la recitazione?

Avevo la nonna attrice, mio nonno era violinista, mio padre pittore e quindi la passione per l’arte in famiglia c’è sempre stata, tant’è che io da bambina ho fatto 8 anni di accademia nazionale di danza. Forse già lo stare in palcoscenico da artista mi ha fatto capire che io là mi sentivo bene, mi sentivo a mio agio.

I tuoi genitori sono stati contenti della scelta artistica?

I miei genitori non avevano in mente un lavoro in particolare per me, loro mi hanno lasciata completamente libera di scegliere. Indubbiamente mio padre mi ha indirizzato alle arti, disegno e storia dell’arte, tant’è che se io non avessi fatto l’attrice, avrei fatto la restauratrice, proprio perché era quello che studiavo. Mi ero già iscritta all’università di storia dell’arte e frequentavo l’istituto del restauro, quindi sarei rimasta nelle arti.

Hai frequentato la scuola di Gigi Proietti però hai anche recitato con lui, vero?

I ricordi di Gigi sono meravigliosi, lui mi ha fatto scoprire un mondo.

Un aneddoto?

Ricordo che una volta facevamo le prove per uno spettacolo ed era un momento di pausa per cui c’eravamo tutti fermati e noi ragazzi dovevamo fare un gioco con cui facevamo un’entrata in scena molto gioiosa. Gigi disse: “Ragazzi, riprendiamo le prove”. E uno dei ragazzi ingenuamente disse: “Dai ragà, annamo a fa ‘sta stronzata”. Al ché Gigi si è trasformato, l’ha guardato e gli ha detto: “’Na stronzata? Questa non è una stronzata – indicando il palcoscenico – perché qua sopra si gioca ma non si scherza”. E’ stata una lezione che non scorderò mai, perché bisogna avere rispetto per qualsiasi cosa fai, anche la più sciocca.

Due parole sulle tue colleghe Simona Marchini e Valeria Fabrizi?

Sono tutte e due splendide. Io ho avuto la fortuna di lavorare con delle grandi attrici. Simona Marchini è una donna fantastica, di una cultura assoluta. Lei è appassionata come me di arte e ha una galleria in via del Corso con una grande collezione. Quando ci incontriamo parliamo spesso di arte ed è molto simpatica. Valeria Fabrizi è una grandissima attrice. L’ultima volta che l’ho vista lei faceva uno spettacolo in teatro e aveva appena finito una tournée. Le ho detto: “Che fate, la riprendete il prossimo anno?”. E lei: “Non so, perché sto cominciando a stancarmi un po’ ad  andare in tournée”. Capito? A quell’età ha iniziato a stancarsi, questo mi riempie il cuore di gioia perché vuol dire che ho buone speranze, no?

Preferisci i ruoli drammatici o quello brillanti?

E’ indifferente, diciamo che preferisco i ruoli belli. A me piacciono quei ruoli dove ci sia la possibilità di far ridere ma anche di far piangere. Vorrei parlare di Monica Vitti che è stata un’altra attrice che mi ha illuminato il cammino. Per me le più grandi  attrici comiche sono anche quelle che riescono a far piangere, come sapeva fare  Monica Vitti. Comunque io preferisco i ruoli che abbiano tutti e due i colori.

Fra colleghe hai notato più complicità o una sana competizione?

Quando si lavora insieme, decisamente complicità. Una volta che sali su un palco o reciti in una fiction o in un film  io ho sempre trovato una grande complicità. Poi quando siamo ognuno a casa propria, a pensare alle proprie carriere, è normale che scatti la competizione, perché magari avresti preferito fare quel ruolo che hanno preferito dare ad un’altra attrice.

Prima di entrare in scena hai un rito scaramantico?

Io sputo per terra (risata).

Anche Gigi Proietti faceva così.      

E’ vero, difatti ho imparato da lui (risata).

Hai lavorato anche in “Rugantino” al Sistina. Un tuo ricordo di quella commedia e di Enrico Brignano, che faceva Rugantino.

Brignano lo conosco da quando ha cominciato il laboratorio di Gigi Proietti. Addirittura in quel laboratorio fu la prima volta che Gigi Proietti mi obbligò ad insegnare, perché io avevo fatto uno spettacolo di improvvisazione teatrale e lui disse: “Adesso tu insegni improvvisazione a questi” e devo dire che quella di Gigi era una squadra fantastica, perché c’era Enrico Brignano, Flavio Insinna, Gabriele Cirilli, Nadia Rinaldi e Chiara Noschese.

Francesca Reggiani?

No, la Reggiani era in un  altro anno, insieme a Giampiero Ingrassia. Insomma io mi ritrovavo a insegnare a questi ragazzi che avevano 6/7 anni in meno di me, anche se per me erano come coetanei ed è stata un’esperienza bellissima. Con Brignano ci  incontriamo spesso ed è una persona che fa parte della mia vita e oltre ad essere molto bravo e comunicativo, è anche un grande manager di se stesso e devo dire che è una persona profondamente rispettosa con quelli che lavorano con lui. Del teatro Sistina ho un ricordo meraviglioso, lì ho fatto due stagioni. E’ il teatro dove tutti i romani sognano di passarci almeno una volta. Spero lunga vita per il teatro Sistina, anche se temo che purtroppo le stagioni teatrali dei grandi spettacoli, con i grandi numeri di pubblico, non so se riprenderà.

Hai qualche rimpianto? Un sassolino nella scarpa che vuoi levarti?

Sassolini nella scarpa non ne ho da levarmi anche perché sono una persona piuttosto  schietta. L’unico sassolino che vorrei levarmi è ricordare il grande varietà italiano del sabato sera. Ieri sera ad esempio, al festival di Sanremo, ho visto il pezzo fatto dalla co-conduttrice ed è stato un pezzo che ha  funzionato molto perché era stato scritto e provato. Ho il rimpianto di quando si faceva il varietà televisivo con i copioni e con le prove. Non sopporto più gli spettacoli improvvisati, abbandonati al caso, fatto solo con le scalette e senza il copione.   

Tu sei anche autrice teatrale. Roma è fonte di ispirazione per le tue sceneggiature?

Decisamente si, direi totalmente. Le mie storie sono tutte ambientate a Roma e raccontano molto la romanità.

Com’era la Roma della tua gioventù?

Ma guarda che Roma alla fine è rimasta uguale a quella di quando ero ragazzina io. Secondo me il traffico che c’è adesso, non è molto diverso da quello che c’era ai tempi de Giulio Cesare. Roma è sempre stata caotica e accogliente, è sempre stata come una madre. Ha accolto veramente chiunque e abbiamo avuto pure un imperatore africano, Scipione. Ne so’ passati di africani da ‘ste parti (risata).

Perché i romani sono così solari, simpatici, divertenti?

Forse il clima, il carattere, l’acqua. A Roma c’è tanta acqua e  acqua buona, ma quella è buona pure sulle tue Dolomiti, è chiaro. A Roma c’è un clima fantastico e mia figlia che ha vissuto 5 anni a Londra e ogni volta che tornava a Roma diceva: “Che cielo, che sole, che clima, che meraviglia”. Difatti poi alla fine è tornata in Italia. Quindi sicuramente il clima, poi la giovialità naturale, perché discendiamo da persone che sono sempre state chiacchierone, allegre, solari e di grande socialità. E Roma è una città dove si vive molto all’aperto. Poi a Roma si mangia molto bene.

Qual è la Roma a cui sei molto legata?

Sono molto legata a tutto il centro storico. Soprattutto al portico d’Ottavia, detto anche Ghetto. Mia figlia si chiama Ottavia proprio perché all’epoca abitavo lì e devo dire che è una zona meravigliosa.

A parte il Ghetto, hai abitato in altre zone di Roma?

Sempre a Roma sud, San Giovanni, San Saba, ma sempre a Roma sud. Sai che c’è grande differenza fra Roma sud e Roma nord? Sono due città completamente diverse.