Paola Turci (cantautrice) Roma 1.9.2004
Intervista di Gianfranco Gramola
Nella
sue canzoni rabbia e dolcezza
Il
suo sito ufficiale è www.paolaturci.it
Paola
Turci è nata a Roma il 12 settembre del 1964. Il suo esordio musicale è datato
1986, con la partecipazione al Festival di Sanremo con il brano “L’uomo di
ieri”, che riceve il Premio della Critica. Vincerà questo premio anche nei
tre anni successivi: nel 1987 con “ Primo Tango”, nel 1988 con “Sarò
bellissima” e nel 1989 con “Bambini”, brano che la confermerà nel
panorama musicale italiano e che le farà ottenere un primo posto nella sezione
emergenti, del 39° Festival di Sanremo. Nel 1990, da big sale per la quinta
volta sul palco di Sanremo, con il brano “ Ringrazio Dio”. In contemporanea
esce l'album “Ritorno al presente”. Nell'estate del 1991, assieme ai Tazenda si guadagna la vittoria al Cantagiro e contemporaneamente duetterà
con Riccardo Cocciante in “E mi arriva il mare”. Nel 1993 arriva la 6°
partecipazione al Festival di Sanremo con “Stato di calma apparente”,
brano autobiografico scritto da lei. Per la casa discografica BMG, esce
“Ragazze”, disco che comprende fra l'altro “Io e Maria” canzone a
tematica gay, scritta per lei da Luca Carboni. Dopo due anni di silenzio, dovuti
ad un tragico incidente automobilistico che l'ha vista protagonista nel 1993,
dal qual la cantante esce incolume ma sfigurata parzialmente al volto, Paola
ritorna nel 1995 con “Una sgommata e via”, album dalle influenze rock e che
prende il titolo dall'omonimo singolo scritto per lei da Vasco Rossi.
Nel 1996 si celebrano i dieci anni di carriera dell'artista ed esce la
raccolta “Volo così 1986 – 1996 “.Passa solamente un anno, quando nei
negozi di dischi per l'etichetta discografia WEA arriva “Oltre le nuvole”,
disco di cover chge si aggiudica il
Disco di Platino. Visto il successo del precedente album, nel 2000, con “Mi
basta il paradiso” ritenta la stesa formula con l'aggiunta però di alcuni
brani inediti. Tre i singoli
estratti da questo lavoro “Questione di sguardi”, “Sabbia bagnata”,
canzone scritta assieme all'amica e collega Carmen Consoli e “Saluto l'inverno”,
brano scritto sempre con la complicità dell'artista Catanese, ma aggiuntivo,
perché presentato a Sanremo del 2001. Nel 2002 pubblica come cantautrice
“Questa parte del mondo”, album riflessivo e introspettivo e che comunica le
bruttezza e le bellezze del mondo secondo l'artista. Vedi “Mani giunte” e la stessa “Questa parte di mondo”.
Per celebrare i diciotto anni di carriera, nel 2004
pubblica il disco live “Stato
di calma apparente”. Nel 2005 esce Tra i fuochi in mezzo al cielo”. L'album
è anticipato dal singolo “ Dimentichiamo tutto”, affronta i diversi temi
della società, la morte, l'abbandono e il dolore, fino ad arrivare alla
tragedie dell'occidente (Rwanda), brano che si è guadagnato il premio Amnesty
Italia 2006. Nel 2007 si esibisce dal vivo assieme ai colleghi Max Gazzè e
Marina Rei nel tour chiamato “Di comune accordo”. Attualmente, oltre ad
essere impegnata nelle varie date dei concerti, sta scrivendo nuovi brani che
saranno parte del prossimo album che con molta probabilità uscirà a Marzo 2008
e alla scrittura di un romanzo assieme ad una sua amica giornalista.
Album:
Ragazza
sola, ragazza blu (1988) – Paola Turci (1989) – Ritorno al presente (1990) – Candido (1991) – Ragazze (1993) – Una sgommata e via (1995)
– Volo così 1986-1996 (1996) – Oltre le nuvole (1997) – Mi basta il
paradiso (2000) – Questa parte del mondo (2002) – Stato di calma
apparente (2004) – Tra i fuochi in mezzo al cielo (2005).
Ha
detto:
- Il
mio primo periodo artistico l'ho dedicato ai contenuti affrontando temi
impegnativi come la guerra e Chernobyl, poi ho sentito il bisogno di leggerezza
e così mi sono dedicata all'interpretazione; dopo è ritornato il bisogno di
contenuti e di riprovare quelle sensazioni forti.
- Sono
andata a Lourdes, da Atea. E ho incontrato il Signore. E’ stata la cosa più
bella e più forte di tutta la mia vita. Non credo ci possa essere qualcosa di
simile.
- Il Vangelo e le Sacre Scritture mi
provocano tante domande per cui non ho le risposte. Mi manca quella sensazione
di affidamento che dà il credere.
- Voglio solo avere con me una bella a
pacifica convivenza. Ho capito che tutte le esperienze fatte erano giuste per
me, che anche i miei errori sono
stati importanti.
- Di
momenti importanti ce ne sono stati due: uno a 17 anni, quando ho capito che
questo “mestiere” era la mia vita, e l’altro oggi, a 36 anni, ora che ho
capito che devo essere io l’artefice della mia musica.
Curiosità
- 17
agosto '93. Con la sua Saab 9000, si schianta contro il guard-rail
dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Trauma cranico, lesioni a tutto il lato
destro del volto, con grave pericolo per l'occhio destro. Da allora si è
sottoposta a oltre nove interventi chirurgici per riparare alla devastazione.
- Paola
scrive sempre e ovunque, porta sempre con sé tre oggetti: la sua prima
chitarra, i libri ai quali è più legata, e un taccuino nero dove appunta
emozioni e riflessioni.
- Il
16 maggio 2007, al Corriere Della Sera, ha rivelato di essere al lavoro sul suo
debutto come scrittrice di romanzi.
- La
cantautrice romana ha partecipato al Festival di Sanremo negli anni 1986 –
1987 – 1988 – 1989 (si classifica al 1° posto nella sezione emergenti)
– 1990 – 1993 (ottiene il 7° posto in classifica) – 1996 (si
classifica al 10° posto) – 1998 – 2001.
Intervista
In
quale zona di Roma hai passato l’infanzia, Paola?
Io
sono nata nella zona dell’Alberone, di San Giovanni e ho passato tutta la mia
adolescenza e la mia infanzia in quel posto, fino a quando sono andata via, per
vivere in altre zone di Roma. Comunque a San Giovanni ho vissuto molto.
Ovviamente con gli occhi di bambina, Roma mi sembrava molto grande e impossibile
da affrontare, mentre oggi penso che non potrei vivere in nessun altro posto.
C’è
un angolo a cui sei affezionata?
Si!
Quello dove ho scelto di andare a vivere, che è Testaccio, che io considero il
cuore di Roma.
Com’è
attualmente il tuo rapporto con Roma?
Molto
intenso, anche perché dopo aver vissuto diversi anni a Milano, sono tornata a
tempo pieno nella mia città. Il mio gruppo di lavoro è a Roma e la mia
famiglia pure. Quindi vivo a Roma in modo molto completo.
Quando
stavi a Milano, ti mancava Roma?
(risata) Mi mancava quel “museo” all’aperto che è Roma, come l’ha
definita Alberto Sordi. Quindi mi mancava tutta Roma e le bellissime passeggiate
sul lungotevere e nelle zone più caratteristiche. L’andare a scoprire qualche
zona a me sconosciuta. Questo mi mancava di Roma, oltre al clima, chiaramente.
Apprezzi
la cucina romana?
Non
ho una grande cultura della cucina romana, perché in famiglia ci siamo sempre
tenuti molto “light”, leggeri (risata), tipo la pasta al pomodoro, che a
casa mia regnava sempre. Però non quei piatti tipici della Roma di una volta,
tipo la coda alla vaccinara, la pajata, ecc… Non sono proprio avvezza a quel
tipo di cucina. Sono stata abituata a mangiare un po’ più delicato.
Come
trovi i romani?
I
romani sono i romani e quindi sono delle persone che, secondo me, ti puoi
fidare, sono persone che ti fanno sentire come a casa, ecco. Ma che però devi
rispettare. Se manca il rispetto, possono togliere tutto. Sono persone che hanno
a che fare con il bello e con il vero della vita. Hanno una filosofia di vita
particolare, come penso che ogni regione d’Italia abbia, un suo profilo
caratteriale definito e completamente diverso. Poi siamo italiani, alla fine,
però su Roma va considerata la città, la storia, Caput Mundi, come la viviamo,
ecc… E’ una città, comunque, non facile, molto impegnativa. Noi riusciamo
in qualche modo a vivere tra la grandezza, tra l’irraggiungibile e la
realtà.
Secondo
te, esiste una Roma da buttare?
Assolutamente,
no! Non vorrei vedere tutto questo traffico e non vorrei vedere, ma non solo a
Roma, ma in tutto il mondo, la precarietà delle persone che sono costrette a
vivere in condizioni al limite dell’umano, del civile. Questa è una cosa che
non vorrei vedere a Roma e nel mondo.
Come
vivi la Roma by night?
Da
quando sono tornata da Milano, mi piace molto uscire e, come ti dicevo, e
passeggiare, poi nella zona di Testaccio si vive molto la notte, con
grande serenità se lo si vuole e con grande divertimento se lo si preferisce. A
me capita spesso di uscire e divertirmi molto. Ho tanti amici a Roma.
La
tua più grande soddisfazione professionale?
E’
legata alla mia città, cioè a campo de’ Fiori, luogo storico e una piazza
incredibile, che non ha masi ospitato concerti. Io, nel giugno del ’95, ho
organizzato un concerto proprio in questa piazza storica, davanti alla statua di
Giordano Bruno. Anche quel capodanno che organizzò Walter Veltroni
3 – 4 anni fa, fu una
grande soddisfazione. Praticamente giravamo tre periferie romane: ponte Mammolo,
Cinecittà, ecc… tutto con la metropolitana. E’ stato bellissimo,
un’esperienza fantastica, caro Gianfranco.
Delusioni?
Non
sono pervenute delusioni o forse, se ci sono state, le ho dimenticate subito e
rimosse (risata).
Com’è
nata la passione per lo spettacolo, per la musica?
Devo
dire di aver sempre e solo ed esclusivamente amato la musica, cantare e provare
ciò che la musica mi trasmetteva, come la musica mi trasformava, come mi faceva
sentire. E’ questo che poi mi ha spinto a renderla la mia ragione di vita,
ecco. Perciò la musica non la intendo come spettacolo, ma una vera passione.
Per me lo spettacolo è un’altra cosa, è l’apparire, la Tv, uno Show. Nei
miei concerti ho voglia di divertirmi e di coinvolgere il pubblico, perciò
anche sorprese, giochi, sempre attraverso le canzoni, chiaramente. Però senza
effetti speciali da mega – show.
Il
complimento più bello che hai ricevuto e da chi?
Neanche
questo me lo ricordo, però ammetto di riceverne molti, non so, forse perché
adesso sono più serena. Prima era un po’ più chiusa e quindi la gente
aveva più timore ad avvicinarmi, anche se poi sono stata una che ha sempre
avuto bisogno di essere considerata e di comunicare, scambiare, confrontare,
ecc… Però ora devo dire, non so, forse sarà una strana magia della vita, ma
mi capita di incontrare delle persone che mi dimostrano il loro affetto e la
loro ammirazione. Poi succede anche il contrario esatto e c’è anche chi mi
insulta, purtroppo.
Addirittura?
Non ci credo.
Si!
Ti giuro. Può capitare anche questo.
Quali
sono le tue ambizioni?
Sono
quelle di continuare a fare dischi, come quello che sto facendo adesso e
augurarmi che la gente li possa apprezzare. Ora sono indipendente, nel senso che
lavoro con un’etichetta indipendente, cioè in autonomia, perciò è molto più
difficile oltrepassare la soglia del commerciale. Poi non frequento molto la
televisione e ho fatto altre scelte. Per me la promozione è il concerto dal
vivo ed è lì che si vede realmente un’artista per quello che vale e per
quello che è. Però è sicuramente più difficile raggiungere tutto il
pubblico. Mi auguro, comunque, di fare sempre le cose al meglio della dignità,
del buonsenso e delle possibilità. E poi mi auguro che tutto questo lavoro,
questo impegno arrivi a buon fine.
Qual
è il tuo tallone d’Achille, Paola?
Non
lo so, forse il bisogno d’amore, il bisogno d’affetto che mi fa sentire più
debole.
Il
tuo rapporto con la fede?
Ho
un rapporto di grande rispetto, ma non sono credente.
Quali
sono i tuoi hobby?
Quando
ho dei giorni liberi sto con gli amici e leggo. Queste sono le due mie passioni.
Però la musica è presente ogni giorno e me ne rendo conto quando sto con gli
amici e anche quando leggo. Perché quando leggo non posso ascoltare un disco,
perché ascoltare quello mi distoglierebbe molto nella lettura.
Con
il successo sono cambiate le tue amicizie?
Non
sono cambiate assolutamente. Non è gente dello spettacolo, anzi, fanno
tutt’altro lavoro.
Se
potessi tornare indietro, rifaresti tutto quello che hai fatto?
Se
potessi tornare indietro, con la coscienza di oggi, ovviamente cambierei molte
cose. Cambierei molte cose di me stessa, non degli altri.
Anche
professione?
No!
Ma che scherziamo, quella no. Farei meno errori, ma penso come tutti, però alla
fine mi sento più definita, più compiuta oggi attraverso gli errori, nella
vita e poi dipende anche dal peso che gli errori hanno.
Quanto
ti influenza l’oroscopo?
Zero!
Lo leggo per divertimento poi dopo un minuto lo dimentico.
Un
sogno nel cassetto?
Ne
ho diversi. Ho alcuni da realizzare e anche da fare.
Un
tuo libro biografico?
E’
già uscito. L’hanno scritto e si intitola: “La ragazza di Roma”, ma un
libro scritto proprio da me dovrebbe venire fuori. Ho già cominciato a
scriverlo, ma per ora c’è un po’ di traffico tra i cantanti - scrittori e
mi sono fermata. Me l’hanno proposto e doveva uscire a marzo 2004 però poi ho
deciso di rallentare e di ritardare l’uscita.
A
chi vorresti dire grazie?
Alla
mia famiglia.