Pino
Insegno (attore) Roma 30.7.1999
Intervista di Gianfranco Gramola
Diplomato
in goliardia
Nato
a Roma il 30 agosto 1959 sotto il segno della Vergine, ascendente cancro,
Giuseppe (Pino) Insegno è sposato dal 21 giugno 1997 con la ballerina
e soubrette Roberta Lanfranchi (Pino la chiama Roby) e ha due figli, Matteo e
Francesco. Fratello maggiore del regista Claudio Insegno, Pino ha un sito
ufficiale: www.pinoinsegno.it Figlio
di Armando, vetrinista e di Romana, casalinga, è diventato celebre con il
quartetto comico Premiata Ditta negli anni '80 (insieme a Roberto Ciufoli,
Tiziana Foschi e Francesca Draghetti) e ha continuato con i colleghi una carriera fatta di sit-com e
siparietti comici. Una curiosità: prima di “esplodere” in Tv, con questi tre
amici e altri otto giovani attori,
ha debuttato in teatro con l’Allegra Brigata e per aiutarlo, papà Armando ha
chiesto un fido in banca di 8 milioni di lire. Diplomato all’Isef, il
presentatore, attore e doppiatore ha vinto un Nastro d'Argento e il premio
"Alberto Sordi" 2004 per il doppiaggio di Viggo Mortensen (Aragorn) in
"Il Signore degli anelli", e ha vinto un Nastro d'Argento per il
doppiaggio della tigre Diego in "L'era glaciale". Fra gli attori da
lui doppiati ci sono anche Brad
Pitt e Will Smith nel film sulla vita di Mohammed Alì (Cassius Clay). E'
stato tra i presentatori della seconda e della terza edizione di O'Scià, il festival musicale di
Lampedusa, organizzato da Claudio Baglioni. Attualmente è impegnato con la conduzione del programma
Mercante in fiera su Italia Uno.
Ha
detto:
-
Sono schiacciato tra due intelligenze: quella di mia moglie e quella di mio
fratello. Io ho sempre puntato sulla fisicità e ho bisogno di apparire, quindi
devo pagare il loro silenzio.
-
Fuori mi atteggio a George Clooney, ma dentro sono Benny Hill.
- Io
sono romantico e sono così dolce che faccio venire il diabete alle persone
sane.
-
Mia moglie Roby? Sa ballare, cantare e recitare. E riscuote sempre elogi
sperticati. L’hanno persino definita la Jerry Lewis in gonnella.
-
Sono della Lazio.Mio figlio Matteo è nato il 9 gennaio, come Cagnotti e come il
giorno della nascita della S.S.Lazio. Mia moglie è del ’74, come l’anno del
primo scudetto. Non è un segno del destino?
Curiosità
-
Pino ha assistito alla nascita del figlio Matteo, ha tagliato il cordone
ombelicale e gli ha fatto il primo bagnetto.
-
Prima delle nozze ufficiali in chiesa, Pino e Roberta Lanfranchi si erano già
uniti nell’estate del 1996 con un rito nuziale della tribù pellerossa del
Dakota, celebrata da “Corvo Rosso”.
- Ha
l’hobby della collezione di dischi. Possiede 12000 pezzi di varia natura e sui
più disparati supporti: 8000 sono di colonne sonore e 4000 di brani che vanno
dalla musica classica ad Albano e Romina Power.
- Ha
giocato a calcio in serie D e in C2 con il Banco Roma, poi è passato con il
Latina.
- Ha
tentato nel 2001 e
nel 2002 l'avventura dirigenziale calcistica, acquistando parte della
Società Sportiva Lazio Femminile, e diventandone presidente.
-
Con il fratello Claudio ha aperto l’Accademia d’arte “ Tutti in scena”
(v. Innocenzo x, Roma). Tra i docenti ci
sono Adalberto Maria Merli (recitazione), Tosca (canto), Massimo Giuliani (dizione e doppiaggio), Giacomo Molinari e Fabrizio Paganini (danza).
Intervista
Pino Insegno è in macchina. Con la moglie
Roberta sta andando a Cremona in visita ai suoceri. Lo raggiungo sul cellulare (nel 1999 non c’erano ancora le multe per guida con telefono) e lui
simpaticamente risponde alle mie domande.
In
quale zona sei nato, Pino e come ricordi la Roma di allora?
Io
sono nato a Monteverde vecchia e dopo 40 anni sono ancora lì. Roma me la
ricordo più calda e più piena di ragazzi. Me la ricordo più a misura
d’uomo, me la ricordo con i discorsi dei nostri padri e mi mancano un po’
gli spazi aperti della gente per strada che gioca al pallone, che va in
parrocchia a giocare nel campetto, mi manca il vociare della gente, mi mancano i
ragazzi che giocano per le strade.
Com’è
il tuo rapporto con Roma?
Il
mio con Roma è un rapporto bellissimo, mi manca tantissimo, soprattutto mi
manca Monteverde perché ho un rapporto d’affetto veramente profondo. Ci sono
gli odori di Roma che mi piacciono. Perché Roma raccoglie un po’ tutte le
città del mondo, perché c’è il paesetto, la grande città, la megalopoli,
il piccolo centro urbano, c’è un po’ tutto, altre razze, Roma è un po’
il riassunto del mondo, mi manca tanto. Poi il mio quartiere è una cittadina,
un paesino, mi piace molto anche perché sono circondato dal Granicolo, Villa
Sciarra, Villa Pamphili e poi è sempre stato il
mio sogno vedere mia moglie passeggiare, col mio piccolo, a Villa Sciarra.
E’ un sogno che ho fin da quando ero piccolo e finalmente si è realizzato.
E
il tuo rapporto con la cucina?
Non
è profondo. Non sono amante della matriciana, la pajata, cacio e pepe. Mi piace
spizzicare. Qualche cosa mi piace, si, ma senza esagerare.
Oltre
a Monteverde c’è un angolo di Roma a cui ti senti legato?
Mi
piace molto il Foro Romano, mi ricorda la storia, il teatro, perché lì
Shakespeare ha consumato una delle più belle tragedie che è il più grande
Cesare, per cui, essendo attore (mi è piaciuto fin da piccolo) quando
passo di lì, chiudo gli occhi e mi piacerebbe trovarmi nell’antica Roma. Poi,
mia moglie, quando l’ho portata per la prima volta a Roma, l’ho portata al
Foro e volevo recitargli il Marcantonio, ma lei, mi ha fatto restar ritto. Mi ha
bloccato lì sul nascere.
Cosa
provi a ritornare a Roma dopo una lunga assenza?
Un enorme piacere. Quando faccio la salita
del Granicolo, lo dico spesso con mia moglie (che è di Cremona però sta
imparando ad amare e apprezzare
Roma soprattutto Monteverde) mi scoppia il cuore dalla gioia. Casa dolce casa,
insomma . Il sapore che senti, il profumo di Roma è unico,
anche se in certi punti l’aria è inquinata. Dicevo prima che la salita
del Gianicolo mi porta indietro con gli anni, prima di tutto, e poi mi da un
senso di serenità. Mi rassicura mi fa sentire bene.
Pregi
e difetti dei romani!
Uno
dei più grandi pregi dei romani è che sono dei grandissimi amiconi, di tutti.
I romani non ti fanno mai sentire solo, in nessun momento della vita. E se tu
vieni a Roma da solo torni a casa in compagnia, in senso di amicizia. Difetti,
lo stesso, perché quando è troppo è troppo. L’esaltazione di questo diventa
un difetto. Il fatto di esser troppo caciaroni può dar fastidio. E’ come un
cagnone che abbaia troppo e ti zompa addosso.
Come
sarà la Roma dell’anno Santo?
Spero
che sia tranquilla e che quello che dicono sia un falso allarme, ma mi fa un
po’ paura. Poi io abito a Monteverde e in questo periodo siamo agli arresti
domiciliari per via di tutti i lavori quì intorno. E’ complicatissimo
muoversi.
Ma
tu scapperai come tanti tuoi colleghi o affronterai il Giubileo?
No!
No! Non scappo. Il mio lavoro sta a Roma. Gia scappiamo spesso per via delle
tournée, perché il nostro lavoro ci porta in giro per l’Italia, un
giorno siamo a Milano, uno a Torino, poi a Napoli, a Bologna, ecc… e
quindi a Roma ci sto sempre poco. Spero comunque che quello che si dice sia un
falso allarme, che venga la gente si, ma non le orde barbariche. Non so se siamo
pronti ad affrontare e accogliere tutta ‘sta bbona gente, comunque prima di
fasciarmi la testa vedo di romperla. Che Dio ce la mandi buona.
Ma
Roma è o era la città più bella del mondo?
Roma
è tuttora la città più bella del mondo, è solo che ha perso la coscienza di
questo, nel senso che si è un po’ impigrita, ha voltato un po’ le spalle,
s’è un po’ vergognata di tutto ‘sto casino fatto di tanti lavori andati a
vuoto, di tanta gente che l’ha bucata e poi non s’è fatto niente, le strade
false che c’hanno costruito, per come è stata maltrattata in questi ultimi
anni di falso benessere e dei palazzinari. Secondo me, per tutte queste ragioni,
Roma ha piegato un po’ la testa e ora i romani cercheranno di fargliela
rialzare e devo dire che con i lavori per il giubileo e con quello che si sta
facendo intorno a Roma, si cercherà di rivalutarla un pochino. Comunque è
sempre la città più bella del mondo. E’ che c’hanno un po’ mortificato
in questi ultimi anni con false speranze, falsi lavori e false prospettive.
Adesso però sta sicuramente rinascendo, perché guardandola bene, trovo che è
una bellissima città, perché è sempre a tua completa disposizione. Roma è,
come si dice. un po’ puttana, un po’ mignotta, perché Roma diventa tua
anche se sei una persona che viene da fuori, ti accoglie come se tu fossi
romano. Hai i monumenti sotto casa e puoi fare tutto quello che vuoi senza che
nessuno ti dica niente. Se fosse una città dell’Europa del nord, sarebbe
sicuramente circondata da divieti e proibizioni e diventerebbe una città
fredda. Ed è proprio questo il suo pregio, cioè il fatto di startene anche
sotto un monumento, tipo il Colosseo, e mangiarti un pezzo di pizza senza che
nessuno ti dica niente, però può anche essere un difetto perché poi permetti
di farla sporcare, farla violentare in qualche modo. Roma è così, ti fa vivere
totalmente, Roma si dà.
Tradiresti
Roma per andare a vivere in un’altra città?
Guarda,
Gianfranco, io Roma l’ho tradita, nel senso buono del termine, perché da 4
anni sto a Cremona, con mia moglie che è di quella città e quando sto lì mi
trovo molto bene, perché mi
ricorda un po’ il mio quartiere. E’ una cittadina pulita, luminosa, carina e
con tanta gente perbene. Qui hai un buon rapporto e conosci tutti, per cui, da
un certo punto di vista tradisco volentieri Roma, o almeno mi costruisco una
piccola Roma nel posto in cui vivo. Un’ altra bella città che amo moltissimo
è Bologna. E’ una di quelle città che è ancora vivibile. Diciamo che il
nord-est d’Italia ha dei posti bellissimi.
Un
tuo sogno nel cassetto?
Io i
miei sogni li ho tirati fuori tutti, caro Gianfranco. Li sto realizzando tutti,
uno per uno. L’ultimo sogno mio era quello di avere una bella famiglia e ora
ce l’ho. Il lavoro c’è e vado avanti giorno per giorno. La salute c’è,
che vuoi di più? Sai cosa? Un mio sogno è che mio figlio si realizzi alla
grande e che un domani trovi una Roma, un’Italia e un mondo un po’ migliore,
perché il futuro adesso, sinceramente, mi
spaventa un po’. Adesso io e mia moglie gli facciamo da chioccia, perché lui
ha un anno e mezzo. Spero che Roma cominci a popolarsi di bella gente e che si
tranquillizzi un po’. Inoltre spero che l’intervista sia finita. Scherzo,
Gianfrà. Quando vuoi fare due chiacchiere, chiamami. Ciao.