Riccardo Del Turco (cantante)
Fiesole (Firenze) 4. 7. 2003
Intervista di Gianfranco Gramola
Il
cantante dalla voce suadente e il tono raffinato
Il
cantante Riccardo Del Turco è nato Fiesole il 7 settembre del 1939, dove ha sempre
vissuto, lontano dal caos del mondo dello spettacolo. Inizia
la carriera come cantante nell'orchestra di Riccardo Rauchi. Dal 1963 è
scritturato alla Bussola di Viareggio insieme a Luigi Tenco. Nel 1968
vince il Disco per l’Estate con uno dei suoi più grandi successi,
“Luglio”. Il brano rimarrà un “ tormentone” anche
nei decenni successivi. L'anno dopo è al Festival di Sanremo con “Cosa
hai messo nel caffè” cantata assieme ad Antoine.. Tra gli altri suoi successi
ci sono “Figlio unico” e “Uno tranquillo”.
Curiosità
- Negli
anni ’70, ha aperto un raffinato caffè nel pieno centro di Firenze.
Intervista
Quando
sei stato a Roma la prima volta e come ricordi l’impatto?
La
prima volta ero proprio un ragazzino ed era
nel periodo fine anni ’50, inizio anni ‘60 e ricordo che era una Roma
meravigliosa. Io ero con un’orchestra e cantavo al Capriccio, un Night Club
romano. Questo è stato il mio primo impatto con la Città Eterna. Poi ci sono
venuto molte altre volte e spesso per lavoro. Ho cantato molte volte da
Oliviero, dalle parti di via Veneto. Io cantavo in questi locali con
un’orchestra che era un gruppo più di grido dell’epoca, dove mi esibivo
insieme a Marino Marini e il grande
e simpatico Peter Van Wood, quello che adesso fa gli oroscopi.
L’impatto volevo sapere.
Ma
io venivo da una piccola città, una città più a misura d’uomo come Firenze
e quindi di Roma mi fece subito
impressione la sua maestosità. C’è da dire che in quegli anni lì alcune
città italiane erano molto più belle , parlo di Roma, Firenze e Venezia in
particolare, poi il caos ha tolto molto della loro bellezza.
Ma hai abitato a Roma?
Si!
Ma sempre in alberghi, come tanti artisti impegnati in tournee e trasmissioni
televisive.
Attualmente com’è il tuo rapporto con
Roma?
E’
la mia seconda città, perché la mia prima casa discografica, la Rca, era a
Roma e lì ho ancora molti amici e quindi mi capita di venirci molto spesso
nella Capitale. Poi qui c’è la televisione e quindi per lavoro ci capito
spesso. Comunque Roma ce l’ho nel cuore.
Scommetto che ami anche la cucina romana.
Ho detto giusto?
Hai
detto giusto, Gianfranco. Ho un rapporto ottimo. Devo dire che mi trovo molto
bene, anzi meglio qui a Roma a mangiare che a Firenze (se mi sentono i
fiorentini si arrabbiano). A Roma c’è sempre il concetto di usare molte
verdure e poi ci sono dei primi piatti favolosi. Anche la cucina toscana ha dei
primi niente male, però devo dire che Roma ha una marcia in più. A parte le
cose tipiche tipo la matricina, la carbonara e gli gnocchi alla romana, che sono
abbastanza pesantucci, la cucina romana vanta delle verdure come i carciofi alla romana o alla giudìa, la
cicoria, le puntarelle, ecc… che io apprezzo molto. Cambiano argomento
Gianfranco, perché mi viene l’acquolina in bocca.
C’è un angolo di Roma a cui sei
affezionato?
Diciamo
che piazza Navona è uno dei posti a cui sono affezionato e che amo molto per la
sua bellezza. E’ una belle più belle piazze al mondo. Non c’è un motivo
particolare per cui la amo, però mi piace molto, come mi piace molto anche via
Veneto e ancora di più quella via Veneto degli anni ’60 che era meravigliosa.
Adesso è una via, diciamo, finta, con il trucco. Non assomiglia più a quella
della Dolce Vita.
Come trovi i romani?
I
romani hanno pregi e difetti come tutti i popoli. Io non riesco a fare
distinzioni fra i fiorentini e i romani o i napoletani. Ognuno ha il suo
carattere e con più pregi o meno difetti e viceversa. Certo,a
volte ci sono certi caratteri un po’ più difficili in individui un
po’ particolari, sua a Firenze che a Roma o a Milano.
C’è qualcosa che ti dà fastidio di
Roma?
In
questo momento mi dà fastidio la poca cura della città da parte dei suoi
abitanti. Se Roma, capitale d’Italia, fosse tenuta come Parigi, capitale della
Francia, sarebbe ancora più meravigliosa.
Basta guardare com’è tenuta Parigi , le facciate delle case, la pulizia nelle
strade, ecc… Mi dà fastidio questo, il grande menefreghismo dei suoi abitanti
che poi danno colpa ai turisti della sporcizia che c’è nelle strade. A volte
penso che forse non sarebbe neanche Roma se fosse tenuta meglio. Forse questa è
un caratteristica che la distingue da altre città. Boh!
Non so. Mi piacerebbe, comunque, che ci fossero
meno macchine sui marciapiedi e in seconda, terza fila, meno caos e mena
frenesia. Però questo penso sia un sogno.
Qual è stata la tua più grande
soddisfazione artistica?
Il
primo ingaggio con quella grande orchestra che ti dicevo prima, a pari merito con io mio primo disco venduto che era:” Figlio unico”
e che è entrato nella Hit Parade e che mi ha dato molta soddisfazione.
E delusioni?
Tante,
caro Gianfranco, tante come tante soddisfazioni ovviamente. Però, in
particolare, una partecipazione al Festival di Sanremo, in coppia con Paul Anka
nei primi anni ’60 e la RCA, la mia casa discografica di allora, si ritirò
dalla manifestazione e allora io ci rimasi molto male.
Come è nata la tua passione per lo
spettacolo?
Non
avevo musicisti o cantanti in casa. Da ragazzino avevo un vecchio
pianoforte e la passione è nata pian piano.
I tuoi genitori che futuro sognavano per
te?
Inizialmente
un futuro diverso, un po’ più tranquillo, specialmente mio padre che non mi
ha mai forzato a fare il suo lavoro nel campo delle assicurazioni, era agente
generale. Ho preferito fare la mia scelta di vita e poi è stato molto contento
dei risultati. Bisogna dire anche che molte volte, chi prosegue la carriera del
padre, anche se un mestiere di grande prestigio, deve saper esserne
all’altezza. Perché un padre
alle volte si crea questo lavoro perché ci ha creduto, un figlio riceve questo
in eredità e deve perpetrare le orme del padre e non sempre è felice
completamente e non sempre si sente realizzato.
Da ragazzo avevi dei miti?
Nat
King Koll a pari merito con Johnny Memphis, ma ti parlo degli anni ’50, e come altri amavo Gary
Cooper, Gary Grant, ecc.
Quando non lavori quali sono i tuoi
passatempi?
Amo
stare in compagna. Amo la natura, il suo silenzio e amo anche il mare. A volte
quando trovo la campagna e il mare è “Bingo”.
Il tuo rapporto con la Fede?
E’
un rapporto molto opportunista, nel senso che quando sto male mi raccomando a
Dio, o quando c’è qualcosa che non va. Non lo so, io credo di essere un buon
cristiano anche se non sono praticante e credo di comportarmi bene nei confronti
del prossimo. E poi c’è sempre un momento prima di dormire che dico una
preghiera.
Con il successo sono cambiate le tue
amicizie?
Alcune
si, altre sono rimaste. L’amicizia è una parola molto grossa. Conoscenze ne
ho abbastanza, amicizie poche ma buone (speriamo).
La cosa più cattiva che hanno detto o
scritto su di te?
Le
falsità, le cose inventate che nel loro riscontro erano cattive tutte.
Hai un sogno nel cassetto?
Si!
Di riuscire sempre di più a trovare nella vita un equilibrio interiore, una
spiritualità, una tranquillità e a staccarmi sempre di più dalle cose
materiali, terrene, cioè quelle cose che catturano e attraggono tanto gli
esseri umani, dalle auto alle cose belle, al lusso sfrenato, ecc… Trovare una dimensione di vita bella e armoniosa. E’ chiaro che il
bello è un elemento fondamentale per quanto riguarda l’esistenza. Penso che
nella vita non è tanto quello che uno fa, come cercare il successo o quanto
guadagna, ma quanto spende nella propria vita, in termini di denaro ma anche di
spirito. Se si spende troppo e tutto diventa eccessivamente stressante non ha più
senso.
A chi vorresti dire grazie?
Devo
dire “Grazie” alla mia compagna che mi ha amato molto. Io ho avuto una
malattia non molto simpatica. Devo ringraziare anche gli amici che con la loro
compagnia mi hanno aiutato ad affrontare questo brutto momento. La mia compagna
si chiama Magda. E poi devo ringraziare tanto Gesù, perché mi ha fatto uscire
dai momenti difficili della mia vita.
Un’ultima domanda. Quali sono i tuoi
progetti?
Io
sono sempre abbastanza attivo. Ora
sto scrivendo della musica, soltanto musica, me la suono al pianoforte e poi me
la registro e potrebbe essere un
buon tema per film. Sto scrivendo anche musica classica , senza diventare per
nulla presuntuoso. Ecco, questo sto facendo. E un altro progetto che ho nel
cassetto è quello di realizzare un disco con l’armonica a bocca che io suono
fin da quando ero un ragazzino. Ciao Gianfranco, salutami il tuo Trentino.