Roberto
Scarfò (cantautore) Roma 24.5.2010
Intervista di Gianfranco Gramola
Un’artista,
un ragazzo intelligente, gioioso e soprattutto un poeta sensibile e generoso
Auto
presentazione del cantante
Ho
sempre amato l’arte in tutte le sue forme. Inizio a scrivere i miei pensieri
su un quaderno.. poi quei pensieri diventano canzoni. Nella stanza in cui
compongo la chitarra suona le mie emozioni. É allora che nasce il viaggio, il
sogno stesso di percepirmi in armonia. Ho partecipato a diverse manifestazioni
che hanno contribuito alla mia crescita artistica raccontando fantasie,
pensieri, speranze da condividere, credendo nel dono di esserci e nella speranza
del domani. La musica è tutto ciò che mi permette di esprimermi al di là del
silenzioso canto della Vita.
Auguro
a tutti e sempre un buon sogno.
Intervista
Chi
ti ha trasmesso la passione per la musica e per la scrittura, ricordi il
tuo debutto?
Il
mio debutto lo ricordo benissimo: la paura di esserci e la voglia di riconoscere
la propria pelle. E’ così che mi è successo. Mi ero trasferito da poco ad
Urbino per studio, almeno era quello che in quel momento credevo di fare,
l’insegnante di scienze motorie. Lì ho incontrato una persona che si trovava
nello stesso posto per studio e che, per caso, sentendo la sua chitarra nella
stanza accanto, nei collegi della città, ho conosciuto condividendo la passione
per la musica. Lui adesso è uno psicologo, poeta cantastorie, sincero amico
(Paolo Bruno Donzelli). Un giorno, che non dimenticherò mai, mi invitò in un
piccolo pub dal nome “Caffè del Sole” e mi disse: “Porta la tua chitarra
e se avrai voglia suonerai una tua canzone”. A metà del concerto si bloccò e
disse: “Adesso, carissimi amici, salirà sul palco un cantautore, Roberto
Scarfò”. Il mio cuore, in quel momento, si trasformò in un gelato che
immediatamente si scioglieva nel vivo sole dei passi lenti verso il palco, con
la gola imbrattata di birra, con l’emozione di quel mio primo concerto fuori
dalla stanza: il mio debutto. La passione per la musica l’ho avuta sempre,
credo sia qualcosa più grande di me, nel senso che essa appartiene a tutti. Sì,
in ognuno di noi c’è uno strumento con le sue corde, con i suoi fiati, con i
suoi tasti. Se ci si ferma ad ascoltare, la musica danza nei propri occhi, come
una farfalla nel suo eterno giorno. C’è musica nell’aria, nel mare, nel
cielo, nel vento, nel cuore, nel mattino freddo, nella sera calda d’estate…
tutto è circondato da un leggero canto di Vita. La scrittura, immagino, sia un
piccolo miracolo che ha bisogno di essere annaffiato con amore, dedizione,
rischiando l’estasi di incontrare la solitudine nelle correnti del proprio
essere. La scrittura è figlia e madre di un ricordo, è una buona lettura, è
l’esternazione di dolori, gioie e conoscenze senza aver timore di essere se
stessi. Io ho iniziato a scrivere chiedendo tempo al mio dolore, a quelle volte
fatte da vizi, alle notti che lunghe mi accompagnano, alla voglia di dire e fare
qualcosa di migliore, qualcosa che unisca in un abbraccio le ferite e le feste
di tante storie. La
scrittura non ha confini, come linea lontana che si intravede sul mare. Tante
storie aspettano di essere raccontate e la scrittura dipinge e scolpisce gli
odori, le forme, lo sguardo sognante di un passato presente.
Quali
sono stati i tuoi maestri?
Ci
sono molti artisti che mi piacciono e che sicuramente possono darmi i migliori
consigli, sono buoni maestri, ma credo che il mio percorso sia un vagante sogno
che, di volta in volta, si fonde con la realtà. Ero un atleta con nel sangue la
musica, adesso sono un cantautore che insegue l’atleta. Mi manca sempre
qualcosa, ma grazie a questo mio senso di mancanza nasce in me la voglia di
cercare.
Hai
mai pensato ad un nome d'arte?
Sì,
ma non l’ho mai trovato. Ho pensato tanti nomi d’arte, ma ho deciso che
preferire il mio nome sia la strada più sicura per non subire l’affitto, a
tempo, di un pezzo di me.
Qual
è stato l’incontro che ti ha cambiato la vita?
Non
c’è stato un solo incontro, ma tanti incontri che continuano a cambiare la
mia vita. Credo che se ci lasciamo cullare dalla forza del nostro cuore, ogni
giorno sarà una nuova opportunità di cambiamento, di arricchimento e
conoscenza per desiderare di capire e amare i momenti di poca luce che
attraversano i nostri umori. Ogni
vita ha sempre un’occasione, può essere una, tante, e se hai fantasia ne
avrai delle altre.
Qual
è stata la tua più gran soddisfazione nel campo professionale?
Sono
molto soddisfatto del mio lavoro ma la soddisfazione più grande deve ancora
bussare da queste parti. Nella prossima intervista ne parlerò con molto
piacere.
E
delusione?
La
delusione nel campo professionale non mi convince mai, non fa parte del mio modo
di pensare.
Hai
dei rimpianti?
No,
non ho rimpianti. Sono sicuro delle mie scelte e se capita di scivolare.. c’è
sempre tempo per rialzarsi e continuare il cammino.
Hai
avuto momenti difficili nella carriera in cui volevi mollare tutto e chi ti è
stato più vicino?
I
momenti altalenanti degli inizi li ho subiti tutti. Sono come una spugna, si
attaccano in me debolezze e affanni della realtà, ma alla fine riesco sempre a
galleggiare sull’acqua, leggero sui miei passi. Ho molti amici che mi sono
stati vicini ma la mia mamma è sempre in prima fila. In me, una bilancia di
sensazioni: mollare tutto o vincere su tutto.
Cosa
hai sacrificato per arrivare al successo?
Il
sacrificio è il giusto debito da pagare. Ogni percorso ha il suo sacrificio,
puoi scegliere una strada più corta ma per arrivare alla meta non ci sono
sconti. E nel mondo dello spettacolo, della musica nel mio caso, è sempre più
difficile. I tanti compromessi non bastano mai e per vincere la scommessa,
arrivi stanco alla partenza. Ho sacrificato molte cose ma, per fortuna, non
posso dire di essere stanco: ho avuto tanti piccoli successi, guadagnati con il
sudore della fatica e con un gusto di cui non posso farne a meno. Aspetto tante
altre piccole vittorie da condividere con chi mi segue e ascolta le mie canzoni.
Prometto di rispettare l’etica del successo e di mostrare alla gente la parte
migliore di me e del mio traguardo.
Ma
i tuoi genitori che futuro sognavano per te?
Mi
hanno cresciuto bene. Li ho sempre amati. Hanno avuto l’orgoglio di una sana
famiglia, mi hanno sempre sostenuto nelle mie scelte. La musica è
stata una sorpresa, ero convinto di fare tutt’altro e i miei genitori
hanno rispettato il mio cambiamento.
Che
lavoro fanno i tuoi genitori? Hai fratelli e sorelle?
Mio
padre era un impiegato, mia madre è una casalinga. Sono cresciuto nella serenità,
nell’affetto, un’infanzia che ho nel sangue e che mi ha regalato tanta
forza. Eravamo 4, tre fratelli e una sorella. Io sono l’ultimo figlio. Ho
perso un fratello in un incidente stradale e mio padre non c’è più a seguito
di una malattia. Oggi, dopo molti anni, la luce entra nuovamente dalle finestre
della nostra casa. Il tempo aiuta a capire, il tempo è una medicina. Chi non
sogna ha il cuore chiuso.. chi non ha speranze ha dimenticato Dio.
Quali
sono (o erano) i tuoi idoli?
No,
non ho mai avuto dei veri idoli, forse l’uomo tigre quando ero bambino. Ho i
miei maestri.
Quando
non suoni o scrivi, quali sono i tuoi hobby, i tuoi passatempi preferiti?
Mi
piace molto il nuoto e nuotare nel mare mi dà una libertà indescrivibile. In
Calabria, in estate, vicino casa mia, ogni mattina vado sempre a nuotare. Ci
sono posti dove senti solo i gabbiani e la voce del mare. E’ davvero
emozionante. Per adesso mi accontento della piscina, oppure mi piace molto fare
lunghe passeggiate nella campagna, tra i profumi della natura e magari con la
mia chitarra.
Fai
beneficenza, volontariato, solidarietà?
Sì,
ho fatto qualcosa, tante altre ne farò. Credo che un piccolo gesto possa
contribuire a rispettare la vita di ognuno, oltre al rispetto per la propria
persona.
C’è
un collega che stimi molto?
Ce
n’è più di uno, ma ancora non li conosco di persona. Ti farò sapere.
Con quale
filosofia vivi la quotidianità?
Vivo
con gioia. Non ho un particolare modo o affermazione filosofica che stabilisce
la mia vita quotidiana. Mi piace pensare e stabilire nel possibile e con
rispetto i miei progetti, giorno dopo giorno.
Ti
hanno mai proposto per un reality? Semmai, a quale ti piacerebbe partecipare?
Non
mi hanno mai proposto di partecipare ad un reality. Mi piacerebbe partecipare a
“L’isola dei famosi”. Addormentarsi sull’isola con il cielo stellato e
il fruscio carezzevole delle onde nella notte.
La
cosa più cattiva che hanno detto o scritto su di te?
Ognuno
deve saper confrontarsi con la propria coscienza, giudicare non spetta a
nessuno. Non mi ricordo cattiverie. Rimuovo facilmente le fesserie
dell’invidia.
Il
complimento più bello che hai ricevuto?
L’amore
che qualche amico mi dimostra da sempre: è questo il complimento che ricordo
con piacere e che rinnovo ogni giorno della mia vita.
Che
rapporto hai con la Fede?
Bello,
pulito, intoccabile.
E
il tuo rapporto con il denaro?
I
soldi servono in molte occasioni, ma non mi convincono mai.
Hai
mai fatto delle scelte in cui dopo ti sei pentito?
No,
non mi sono mai pentito. Le scelte che ho fatto sono state a volte giuste e a
volte sbagliate. Ma sono scelte. Spero di fare scelte buone per il futuro.
Hai
un sassolino nella scarpa che vorresti toglierti?
Un
sassolino? Ho in mente progetti che sono una spiaggia di sassolini. Mi basterà
toglierne qualcuno dalla scarpa?
Con
il successo sono cambiate le tue amicizie? Chi frequenti in particolare ( gente
dello spettacolo ).
Non
sono mai cambiate le mie amicizie. Frequento i miei vecchi e buoni amici e gente
dello spettacolo. Siamo tutti uguali, non faccio distinzioni. Sono sempre pronto
a nuove amicizie.
A
chi volesse intraprendere la carriera di cantante, che consigli gli vorresti
dare?
Per
svolgere solo la carriera di cantante posso consigliare di studiare, studiare,
studiare. Il cantautore, credo che parta da una spinta interiore, dalla voglia
di raccontare al meglio tutto ciò che sente e che lo emoziona, per poi poter
continuare la propria crescita con lo studio del canto e della composizione, con
la lettura di un buon romanzo, con un vocabolario a portata di mano. Il saper
ascoltare è fondamentale per un cantautore; ascoltare le proprie debolezze,
cogliere le storie della gente, imitare le passioni per poi tradurle in canzoni.
E, in tutti i casi, è utile e primario il talento che è sempre, a mio modesto
parere, solo un dono.. una cosa che non ci appartiene e che può in qualsiasi
momento della vita allontanarsi se si crede di conquistarlo e trattenerlo come
un trofeo. Il talento deve essere aiutato con tanto studio e tanto rispetto, è
come una piccola piantina che ha bisogno del sole e dell’acqua, ogni giorno,
per crescere.
Quali
sono le tue ambizioni?
La
voglia di crescere, di migliorarmi come essere umano, è la mia più grande
ambizione. Non fermarsi mai alla prima, ma arricchirsi e regalare sempre spunti
da condividere.
Un
tuo vizio e una tua virtù?
La
virtù resta mia. Un vizio? Non mi viene niente in mente. Meglio chiedere ai
miei amici.
Cosa
ne pensi della battaglia contro il fumo?
Penso
che il fumo è come tanti altri vizi uno stupido modo per compiacere qualcosa
che non trova altri sfoghi. Io ho fumato per curiosità da piccolo, adesso non
più. Per chi fuma, più passa il tempo e più è difficile smettere. Non penso
ad una battaglia, ma ad una giusta informazione.
Hai
fatto delle gaffes? Ne puoi raccontare una spiritosa?
Anni
fa, in un’audizione per un programma che andava in onda su Rete 4, durante la
mia esibizione dimenticai le parole della canzone. Mi bloccai per un attimo, e
convinto della brutta figura guardai il pubblico con aria dispiaciuta. Poi
ripresi la canzone mischiando qualche parola in più e il pubblico iniziò a
battere le mani a tempo come se il mio blocco fosse un particolarità del brano.
Fu un vero successo!
Ti
ritieni fortunato?
Sì,
mi ritengo una persona che ha la fortuna di ringraziare questa bella scommessa
che è la Vita. La fortuna ha bisogno di noi, come noi abbiamo bisogno della
fortuna: è un’equazione in cui il saper trovare il giusto equilibrio delle
cose risulta necessario.
Quanto
ti influenza l’oroscopo nella vita quotidiana?
Ci
sono giorni in cui mi piace leggere l’oroscopo e giorni in cui non me ne
importa nulla. Non influenza la mia vita quotidiana.
Hai
un sogno artistico nel cassetto?
Mi
piacerebbe fare un duo chitarra e voce con due cantautori straordinari della
musica leggera italiana.
A
chi vorresti dire grazie?
Alla
musica che mi ha scelto. A chi mi segue con amore e che mi ha sempre sostenuto.
Alla mia mamma.
Progetti?
É
in uscita il mio nuovo singolo. Incrociamo le dita.
Quando
ti sei stabilito a Roma e in quale occasione?
Mi
sono stabilito nel 1994 per studio, in seguito ad Urbino. Poi ho vissuto per
alcuni anni a Genova e, infine, il ritorno nella Capitale.
Quali
sono state le tue abitazioni romane e attualmente in che zona (o via) vivi?
Vivo
vicino Trastevere, un posto bellissimo. Sono a due passi dal Colosseo e a due
passi dall’Aventino, dove mi piace andare con la mia chitarra nel “Giardino
degli Aranci” e improvvisare arpeggi che si confondono con lo squillo
dell’aria tra le foglie.
Attualmente
com’è il tuo rapporto con Roma?
Il
mio rapporto con Roma è, da sempre, un bellissimo cocktail di sensazioni.
Com’è
il tuo rapporto con la cucina romana? Cosa ti piace? Trattoria preferita?
Niente
da discutere, è un rapporto ottimo. La cucina romana si avvicina molto alla
cucina calabrese, è piena di passione e gusto. Mi piacciono molto i primi
piatti, tipo la “gricia”. La trattoria preferita? Ce ne sono tante e
buone…
C’è
un angolino romano che ami particolarmente?
No,
non c’è un angolino di Roma in particolare, mi piacciono troppe cose. Non
basta una vita per ammirare e conoscere la sensibilità e la storia dei luoghi
romani.
Cosa
ti manca di Roma quando sei lontano per lavoro?
Cosa
mi manca di Roma? Mi manca Roma. Quando la conosci è già tardi per
dimenticarla. Ti pulsa dentro, è come una magia. Hai sempre voglia di tornare e
di viverla.
Come
trovi i romani?
I
romani hanno fretta di farsi conoscere, sono pieni di entusiasmo e di gioia.
Sono il Sud caldo, l’ospitalità e la generosità. Si “incazzano” nel
traffico, questo è anche vero, ma aiutano quando si spegne la macchina. I
romani sono bella gente. Sono felice di conoscerne tanti e avere tanti amici.
Qual
è il fascino di Roma, secondo te?
Il
fascino, secondo me, lo si trova durante la notte: quando Roma è illuminata
dalla luna e c’è meno traffico, e senti quell’odore, scorrendo per le vie
del centro, della storia, di quei paesaggi che vivono insieme a te.
Cosa
ti dà più fastidio di Roma o meglio esiste una Roma da buttare?
Non
esiste una Roma da buttare. Deve essere la volontà di ogni uomo a far
rispettare i luoghi magnifici e irripetibili che colorano la città di Roma.
Come
vivi la Roma by Night?
Mi
piace frequentare luoghi dove c’è musica dal vivo. Mi piace gustare una cena
in una trattoria con qualche buon amico e poi passeggiare nelle vie del centro.
Nei
momenti liberi in quale zona di Roma ami rifugiarti?
Nei
momenti liberi preferisco il silenzio delle ville che si trovano a Roma, tipo
Villa Ada, oppure improvvisare una gita nelle campagne romane che si trovano
poco distanti dalla periferia.
Per
un’artista, Roma, cosa rappresenta?
Roma
è per tutti gli artisti un luogo di ritrovo. A Roma vive l’arte e si parla
d’arte. Hai più possibilità di farti conoscere, è la stessa poesia della
città che aiuta nelle scelte. Consiglio a tutti gli artisti di visitare
l’immensa avvolgente bellezza di Roma.