Ron (cantautore) Garlasco (Pavia) 14.6.2000
Intervista di Gianfranco Gramola
Un
cantautore sempre al centro della musica
Il
suo sito
ufficiale è www.ron.it
Ron,
il cui vero nome è Rosalino Cellamare, è nato a Dorno (Pavia),
il 13 agosto 1953. Il debutto discografico del nostro cantautore, avviene
con il nome di battesimo, Rosalino, a 16 anni, al
Festival
di Sanremo
nel 1970,
in coppia con Nada cantando "Pà diglielo a Mà".
L'anno dopo si presenta al
Disco
per l'estate la canzone
"Il Gigante e la bambina", riscuotendo un discreto
successo. Nel 1971
scrive Piazza Grande insieme a Lucio Dalla e la presenta al Festival di Sanremo
del 1972. Tra il 1975 ed il 1979, interromper la sua carriera di cantante per
dedicarsi al cinema, infatti, interpreta pellicole come Lezioni private,
(di Vittorio De Sisti),
L'Agnese va a morire,
(di Giuliano
Montaldo ), In
nome del papa re
(di Gigi Magni). Nel 1979 viene chiamato da Lucio Dalla e De Gregori, per curare gli
arrangiamenti del loro mitico tour, Banana
Republic. Nel
1980
esce l'album Una città per cantare. Il
1981
è l'anno di "Al centro della musica", che ripete il successo del
disco precedente. Il
1982
è l'anno della vittoria al Festivalbar
con il brano
"Anima", contenuta nel disco "Guarda chi si
vede", registrato negli Stati
Uniti. E’ dello stesso anno l'album live
"Tutti cuori viaggianti", contenente Hai capito o no? Il curriculum è
ancora molto lungo. Nel 1982
esce Tutti cuori viaggianti. Il
1983
è l’anno di Calypso, e poi nel 1984
la raccolta I grandi successi di Ron:
Super Ron (raccolta), 1985:
Ron, 1986:
E’ l’Italia che va, 1988:
Il mondo avrà una grande anima, 1990:
Apri le braccia e poi vola, 1992:
Le foglie e il vento,
1994: Angelo, 1996: Vorrei incontrarti fra cent’anni,
1996:
Ron (raccolta), 1996:
Superbest (raccolta), 1997:
A modo mio (raccolta) 1997:
Stelle, 1998:
Ron i grandi successi (raccolta), 1998:
Stelle (ristampa), 2001:
Cuori di vetro, 2001:
I miti (raccolta), 2002:
Beccati ‘sta canzone (raccolta), 2003:
Ron (raccolta), 2004: Le voci del mondo, 2005:
Ma quando dici amore, 2006:
Ma quando dici amore (ristampa). Nel maggio del 2007
esce il singolo "L'amore è una bombola di gas" e comincia un lungo
tour che lo porta da un capo all'altro della penisola.
I
duetti più famosi del cantautore pavese sono stati con Gianni
Morandi, Jackson Browne, Lucio
Dalla, Biagio
Antonacci, Carmen
Consoli, Claudio
Baglioni, Elisa,
Jovanotti,
Loredana
Berté, Luca
Carboni, Raf, Renato Zero,
Samuele Bersani, Tosca e con Ivana
Spagna.
Ha
detto:
-
Quando avevo 8 anni, scappavo in un campo di grano vicino casa e cantavo a
squarciagola. Fingevo di tenere in mano il microfono e, alla fine
dell’esibizione, ringraziavo il mio pubblico immaginario.
- Il
mio bilancio è positivo. Sono un uomo fortunato, che continua a fare
quello che ama da sempre e forse oggi più di ieri sa mettersi in gioco,
ha qualcosa da dire e non ne ha paura. Guarda le sue rughe e si piace.
- Ho
Craxi nel cuore, ero di casa da lui. E’ stato un politico straordinario, con
una visione strategica e una passione indicibile per il suo mestiere.
- Credo
che parecchie mie canzoni non abbiano avuto giustizia, avevano molta melodia, ma
per mancanza di soldi, non c’era l’orchestra per proporle al meglio.
Curiosità
-
Pippo Baudo ha scelto la canzone di Ron “Joe temerario”, come sigla della
sua Domenica in.
- Nell'ottobre
del 2005,
esce, in allegato ad un quotidiano, l'album "Ma
quando dici amore",
contenente 13 duetti con 14 grandi artisti della musica italiana e
internazionale. L'intero ricavato della vendita dell'album, viene devoluto all'AISLA,
associazione italiana sclerosi
laterale amiotrofica.
- Nel
dicembre del 1996, Ron partecipa al concerto
di Natale in Vaticano con il
brano inedito "Natale tutto l'anno" e nella primavera 2000, ha
festeggiato i suoi trent'anni di carriera in uno speciale in onda su Raidue, dal
titolo “ Una città per cantare ”.
- Produce,
ad uso privato, un vino molto buono, a cui ha dato il nome “Fra
cent’anni”.
- Nel
1973 ha portato in scena “Dal nostro livello”, uno spettacolo teatrale
basato sui temi degli alunni delle scuole elementari di Cinisello Balsamo (Mi),
da cui ha ricavato un album sperimentale, apprezzato dalla critica.
Intervista
Grazie alla sorella Enrica, mi sono messo in
contatto con Ron, uno dei miei tanti miti. Il cantautore dopo la mia
intervista, è invitato a pranzo dai suoi genitori, Savino e Maria, in quel di Garlasco,
un piccolo paese, alle porte di Pavia. Ron si trova nel suo piccolo regno, nel
centro del paese, a 100 metri dalla stazione. E’ lo studio della sua sala
d’incisione, l’Angelo Studio, che ha fatto costruire dove prima c’era
una fabbrica di cioccolato.
Quando
sei venuto a Roma la prima volta, Ron e come ricordi l’impatto?
La
prima volta ero molto giovane, avevo 16 anni, perché fui chiamato dalla mia
casa discografica per andare a Sanremo e
ricordo che ero con mio padre e chiaramente ero molto agitato. Ho avuto un
impatto di stupore per la bellezza di questa città, per questo mondo diverso
dal nostro, ossia quello del nord e
la grande simpatia dei romani. Ricordo che mi sembrava tutto più grande, molto
più grande, troppo grande per un ragazzino che viveva in un paese, però
affascinante.
Com’è il tuo rapporto con la Capitale?
Devo
dire che ho passato un momento difficile nella mia vita artistica e privata a
Roma e questo ha reso difficile anche il mio rapporto con questa città. Vivendo
lì, stando lì tutto quello che vivevo si riversava su tutto quello che avevo
intorno. Per cui ero arrivato ad un momento quasi di rigetto, diciamo. Invece
adesso le cose sono cambiate e ho ritrovato la mia Roma, quella città adorabile
che ho conosciuto all’inizio, perché quando vi vado, mi piace starci, mi
piace viverla ed è proprio bella, non c’è niente da fare. Devo dire che con
il Giubileo hanno fatto delle cose meravigliose e adesso Roma è ancora più
bella.
Ti
piacerà sicuramente anche la cucina romana, vero?
Devo
ammettere che è molto buona. Io sono un buongustaio e devo dire che quando vado
a Roma non manco assolutamente di gustare la sua cucina. In ogni posto che vado
mangio la cucina locale e quindi stando a Roma ne approfitto della sua buona
cucina. Ho una grande passione soprattutto per i carciofi alla romana e per
quello alla giudia che regolarmente gusto dalle parti del Portico d’Ottavia.
C’è
un angolo di Roma che ami particolarmente?
Si!
La terrazza del Pincio, che guarda su piazza del Popolo, perché lì c’ho
fatto un concerto dopo anni di silenzio. Chiaramente è tutto legato alla
bellezza del posto. Ogni tanto ci vado da solo, a fare una passeggiata. Ricordo
che quella sera fu un concerto magico, molto emozionante, perché era appena
uscito “Una città per cantare” ed era il mio primo concerto da solo, dopo
tanti anni e fu un grande successo. Non me l’aspettavo, veramente. Mi ricordo
l’affetto della gente che si univa insieme alla bellezza di Roma, al profumo
dell’estate che stava arrivando. Ho un bellissimo ricordo.
Cosa
provi nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?
Molto
piacere. Mi manca ogni tanto. A volte sento il desiderio di andarci, cos’,
senza bisogno di lavorare. Per cui quando posso lo faccio, perché ho molti
amici, soprattutto il mio amico ed ex cantautore Renzo Zenobi, con il quale ho
mantenuto una grande amicizia.
Cosa
ti dà fastidio di Roma, Ron?
Prima
di tutto il traffico, ma credo sia il problema di tutte le grandi città. Poi
Roma è enorme ed ha tanti abitanti, quindi un grande caos. Pensa , Gianfranco
che io abito in un paesino dove ci sono 2 semafori e quando ho davanti tre
macchine, già mi danno fastidio, perché sono un tipo impaziente e penso:”
Guarda che traffico che c’è oggi!”. Tu pensa se fossi a Roma, in colonna (risata). Roma è veramente caotica
in questo senso, ma ormai penso che tutte le città siano simili. Però bisogna
ricordarsi che Roma è Roma, cioè o si prende così o non si prende. E’ un
po’ come Napoli. Queste grandi città storiche che hanno tanti pregi e tanti
difetti e che no potrebbero andare
avanti senza entrambi.
Vivi
la Roma by night?
Roma è una città che vive molto la notte,
di sera. Per esempio, il ristorante la sera è un po’ d’obbligo. Li vedo
sempre pieni la sera e penso:” Caspita, qui a Roma la gente è piena di
soldi”. Praticamente la sera, ogni sera è come se fosse sabato sera, una
serata gioiosa, perché è la vigilia della domenica e allora si sta fuori un
po’ di più e quindi si va al
ristorante o a mangiare la piazza con gli amici. Mi piace comunque
quest’atmosfera, questa aria allegra, caciarona come dicono i romani. C’è
da dire che io non sono un notturno, sotto questo punto di vista, non amo e non
frequento tanto i locali e le discoteche. E’ una cosa che non ho fatto nemmeno
da ragazzino. Amo parlare, amo stare tranquillo in mezzo alla gente, ma non sono
uno sfrenato del ballo. E poi mi piace Roma, quella all’aperto, viverla nei
suoi giardini, al fresco o in un bar e mangiarmi un buon gelato e godermi
l’aria di Roma, che è unica.
Progetti per il tuo lavoro?
Adesso
è uscito questo album che è un po’ la sintesi della mia vita artistica, dove
ci sono alcuni duetti con i miei amici artisti. Poi partirò con la mia tournee
il 16 giugno da Chieti e continuerò fino a fine settembre, con questo
spettacolo. Poi farà 4-5 concerto in mezzo ad altri concerti, completamente
diversi, con l’orchestra intera, che si terranno in tetri antichi,
all’aperto, come il teatro Antico di Ostia ed altri. Per cui è un’estate
piena di musica e quando posso andare in tournee e cantare dal vivo, sono
l’uomo più felice del mondo. E’ una cosa meravigliosa.
Qual
è stata la tua più grande soddisfazione artistica, Ron?
Mi ripeto, ma credo che quella sera, quel
concerto al Pincio è stata una grande soddisfazione, perché credo che il
nostro lavoro, soprattutto poi quando vivi 30 anni in mezzo alla musica, è
pieno di momenti si e momenti no e i momenti negativi sono stati tanti, caro
Gianfranco. E il periodo precedente al concerto al Pincio è stato un periodo
molto difficile anche per la musica e per tanti giovani in Italia, politicamente
e per tanti motivi che noi conosciamo, dove poi nacquero i vari cantautori come
De Gregari, Venditti, ecc… Era il periodo della musica impegnata, per cui
rimasi un po’ tagliato fuori, proprio perché non volevo unire la musica alla
politica. Per me la musica è musica e basta, pur avendo anch’io una mia idea
politica. Per cui venivo da 5-6 anni di silenzio, non di fermo comunque, perché
ho sempre partecipato o collaborato con colleghi facendo arrangiamenti o
scrivendo musiche per loro, anche se in quel periodo non facevo niente per me.
Quel concerto era per me come ricominciare. Ricominciare di nuovo, sotto quel
cielo stellato romano, magico e su quella terrazza, il Pincio, fu magnifico. Poi
di quella serata ho un ricordo molto divertente, perché il volume era un po’
alto, allora il regista Gigi Magni, che abita sotto alla terrazza del Pincio,
esattamente a via del Babuino, chiamò il 113. Tra l’altro Gigi è un mio buon
amico, perché all’inizio della mia carriera c’ho fatto un film che si
chiamava:”In nome del papa re “. Magni
non sapeva che il concerto era il mio e
chiamò appunto i carabinieri ed era vero che il rumore era forte. Dopo qualche
giorno c’incontrammo e facemmo due risate. Ecco, quel concerto è stato
veramente in momento della mia rinascita, di una mia riconciliazione con Roma
molto ma molto intenso.
Avrai sicuramente anche tu un sogno nel
cassetto, vero?
Si! Il mio sogno nel cassetto è che si
riesca ad essere più liberi in questo lavoro, nella musica. Siamo purtroppo
tutti un po’ schiavi di un sistema. Perché diamo colpa al prezzo dei dischi e
sono convinto anch’io che è troppo alto, ma siamo anche molto schiavi di
alcune emittenti che poi trasmettono solo musica straniera e non trasmettono la
nostra o non ti trasmettono perché sei fuori target. Il mio sogno è che si
ricominci a trasmettere la musica italiana indipendentemente dai target e di
tutte queste cose. Parlo anche delle emittenti televisive che mandano i video.
Vorrei che tutte queste emittenti che dovrebbero educare la gente alla buona
musica, si mettessero una mano sulla coscienza e cominciassero a far sentire la
musica, perché in questo momento stiamo solamente coinvolgendo dei ragazzi ad
ascoltare quello che vogliono loro e basta.