Sabrina
Salerno (cantante – show girl)
Preganziol (Treviso) 16.4.2003
Intervista di Gianfranco Gramola
Tanta
grinta da vendere
Norma
Sabrina Salerno (questo il vero nome) è nata a Genova il 15 marzo del 1968.
Vive un'infanzia poco serena, perché il padre abbandona la famiglia prima
della nascita di Sabrina. Durante gli studi al liceo
linguistico, partecipa a un
concorso di bellezza e vince il titolo di Miss Liguria. Nel
1985
debutta in televisione affiancando Johnny
Dorelli nello show del sabato
sera su Canale 5. Esordisce come cantante nel
‘86 con il brano Sexy Girl, prodotto da Cecchetto, che rapidamente scala le
classifiche di vendita italiane e tedesche. Fra il 1986
e il 1987
pubblica l'album d'esordio, Sabrina, che contiene successi internazionali come
Boys, All of me e My Chico, canzoni in puro stile Italo
Disco, accompagnati da
maliziosi videoclip
che esaltano le forme mediterranee dell'interprete e la consacrano come la sex
symbol degli anni
80. Nel
1986
si avventura nel cinema ed è nel cast del film-tv Ferragosto ok.
Nel 1987
recita in un episodio di Professione Vacanze con Jerry Calà. Il secondo album, Super
Sabrina, esce nel 1988
e bissa il successo del precedente sfornando altri hit internazionali come
Gringo e Like a yo yo. Ritorna al cinema con il film comico Fratelli d'Italia
con Jerry Calà e sempre lo stesso anno
la vede protagonista di un concerto all'Olimpisky Stadium di Mosca
di fronte a oltre 50.000 spettatori. Si esibisce in Francia
al Montreux
Pop Festival, poi in Spagna
e nel Regno Unito, dove è la prima
cantante italiana a piazzare le sue canzoni nei piani alti delle classifiche.
1990,
Raffaella Carrà, Rai e in estate lancia
un nuovo singolo, Yeah yeah, che vince il Festivalbar.
Il 1991
segna un punto di svolta nella sua carriera: duetta con Jo Squillo nel brano Siamo donne e partecipa al
Festival di Sanremo. Esce il nuovo album
Over the pop, dove per la prima volta si cimenta nella scrittura e nella
produzione di alcuni brani. Nel 1984 si separa artisticamente da Cecchetto e
con un'etichetta indipendente, pubblica alcuni singoli (Angel boy,
Rockawillie) che diventano successi minori nei paesi scandinavi.
Successivamente pubblica un album in italiano Maschio dove sei? Che si rivela un
insuccesso commerciale a causa della mancata promozione e problemi di
distribuzione. Nel 1995
debutta a teatro, con la commedia I cavalieri della tavola rotonda dove
interpreta il ruolo della fata Morgana, accanto a Tosca
d'Aquino e Daniele
Luttazzi. Un successo e
l'interpretazione di Sabrina riceve recensioni lusinghiere. Nel 1996
affianca Jocelyn
nel game-show Il grande gioco del mercante in fiera e nel 1997
è di nuovo a teatro con la commedia Uomini sull'orlo di una crisi di nervi.
Nell'estate 1998
è accanto a Carlo Conti nello show Cocco di mamma
e l'autunno successivo riprende la tournée teatrale.
883,
Jolly Blu, che la vede fra i protagonisti e
partecipa alla sit-com Tutti gli uomini sono uguali con Maurizio Crozza. Dal
2001
al 2003
è impegnata in teatro con il musical Emozioni, con Ambra Angiolini e Vladimir
Luxuria. Nel 2002
è nel cast del programma Matricole & meteore con il ruolo di inviata.
Discografia
1986
Sabrina - 1988 Super Sabrina - 1989 Super Sabrina Remix' - 1991 Over the Pop -
1994 Maschio, dove sei? - 1999 Flower's borken.
Singoli
1986
- Sexy Girl - 1987 – Boys - 1987 -
Hot Girl - 1988 - All of me
- 1987 - Lady Marmalade - 1989
- Like A Yo - Yo - 1989
- Gringo
- 1990
- Yeah, Yeah - 1991
- Siamo donne - 1991
- Dirty Boy Look - 1991
- Cover Model - 1994
– Rockawillie - 1994 -
1995
- Angel Boy - 1996
- Fatta E Rifatta - 1996 - Mschio dove sei? -
1999 -
I Love You - 2004
- Boys (2004 Remix) - 2006
- I Feel Love (Good Sensation).
Ha
detto:
- Gli
anni del successo, sono stati anche gli anni più tristi della mia vita, spesso
piangevo nelle camere degli alberghi in giro per il mondo.
- Abito
in una villa antica e quando mi alzo ho un parco per passeggiare con il mio
cane, un golden retriever. Adoro leggere di tutto, da Hermann Hesse alla Bibbia.
- Dopo
gli anni di successo, con la mia immagine sexy e 15 milioni di dischi venduti,
è arrivato un periodo di sconforto, dopo che il mio manager disonesto mi ha
piantata in asso, lasciandomi senza una lira.
- Ho
vissuto sempre con i nonni, visto che mio padre non mi ha mai riconosciuta e
quindi porto il cognome dei genitori napoletani di mia madre, pur essendo nata a
Genova.
-
Ero una grande collezionista di pupazzi. Ne avevo raccolti fino a 2000. Un
giorno Enrico, il mio compagno, mi ha convinto che era il momento di cambiare.
Li abbiamo portati ad un asilo e ora ne faccio volentieri a meno.
Curiosità
- In
Spagna
ha creato un caso nazionale quando, durante un'esibizione, si intravede un seno
in diretta televisiva e il paese, nel pieno della movida
(il fenomeno socio
- culturale della Spagna
post - franquista) la elegge a icona
sexy.
- Nel
2004
dà alla luce il suo primo figlio, Luca Maria, nato dal suo compagno,
l’imprenditore veneto Enrico Monti.
-
Milo Manara, il fumettista, la voleva per la versione cinematografica del suo
fumetto erotico “Miele”, in un film che non si è mai fatto.
-
Insieme al suo compagno, gestisce il Condulmer Recording Studio, a Mogliano
Veneto, una sala d’incisione tra le più famose d’Europa.
A 15
anni vince a Genova la fascia di Miss Lido, titolo che anni prima si erano
aggiudicate Sofia Loren e Rosanna Schiaffino.
Intervista
Al telefono mi risponde Enrico, che
gentilmente mi passa Sabrina. Gentile e simpatica, quando parla è un fiume in piena. E’ una persona speciale, insomma.
Com’è
il tuo rapporto con Roma, Sabrina?
Direi
che è abbastanza positivo, anche se la prima volta che sono venuta a Roma ci
sono stata solo sei mesi. Avevo 21 anni e lavoravo già da due anni. Facevo uno
spettacolo con la Carrà su Rai Due. E da lì è stato un vero contatto, perché
un conto è andare a Roma tipo toccata e fuga, un conto è fermarsi e viverci
giorno dopo giorno. E’ una città che puoi odiare per certe cose ma che puoi
anche amare nel senso che uno che viene, come me, da Genova e si trova in una
città così grande, sai che emozione. Poi io mi considero una genovese un po’
anomala, perché ho girato tutta l’Europa e quindi non faccio testo. Dicevo
che Roma è una città da odiare e da amare, perché come tutte le grandi città,
ha dei pregi e dei difetti, specialmente nel primo impatto.
L’impatto
com’è stato?
Positivo,
perché Roma è una delle più belle città del mondo. Compete con Parigi,
Londra e New York. Con la differenza che noi abbiamo dei monumenti e della
cultura che in America e altrove non c’è, non esiste.
C’è
un angolino romano a cui sei particolarmente legato?
No!
Questo, no. Forse i soliti luoghi per turisti, ma quelli sono più belli di
sera, quando c’è poca gente e magari nei periodi più tranquilli, dove non
c’è la calca. Quando c’è poca gente, questi luoghi hanno una magia e un
fascino incredibile e te li puoi godere in santa pace. Roma è godibilissima in
agosto, quando tutti vanno via e si svuota e lì si apprezza veramente Roma. A
me piace molto Campo de' Fiori,
anche se è un po’ incasinata e c’è confusione con tutte quelle bancarelle
colorate e molto folcloristiche, però è bellissima con quella esplosione di
colori. Fa parte della tradizione e del folclore romano e secondo me ha una
magia particolare.
I
romani ti sono simpatici?
I
romani sono un po’ particolari. Apparentemente possono sembrare un pochino
superficiali. Diciamo che i romani, rispetto ai milanesi, hanno dei ritmi di
lavoro molto diversi. A Roma ci sono problemi di orari, nel senso che se tu
prendi un appuntamento e dici che ci vediamo alle tre, ci si incontra invece
alle quattro, perché c’è sempre il problema del traffico. Questo a Milano
non esiste, non succede e se succede è un caso raro. A Roma sono più
“brasiliani” mi sembra. Non so se è una questione climatica e se è un
abitudine. A Roma ci si ferma di più anche a colazione e si chiacchiera di più,
mentre a Milano si fa una colazione veloce e di corsa al lavoro, in ufficio. A
Roma ci si può prendere il lusso, se vuoi, di fare tutto con comodo e molto più
sudamericano. Ma penso che questo sia legato al clima di Roma.
Per
un’artista, Roma cosa rappresenta?
Ma
Roma è sempre e resta la capitale. Non so cosa rappresenti per un’artista.
Nel senso artistico diciamo che se tu vuoi fare l’attrice, Roma dicono sia la
Capitale del cinema, anche se a questa affermazione non credo molto e quindi è
vero relativamente. E’ chiaro che tutte le produzioni sono a Roma, però se mi
dicessero che se per fare cinema dovessi trasferirmi a Roma, non lo farei.
Qual
è stata la tu più grande soddisfazione artistica?
Non
ne metto una prima delle altre, perché la vita è fatta di tante piccole
soddisfazioni che poi ti danno un certo equilibrio. Come le delusioni, uguale.
Diciamo che se le mettessi sulla bilancia sarebbero 50 e 50.
Hai
mai avuto momenti difficili nella tua carriera?
Assolutamente
si! Ma questo capita molto spesso, praticamente da quando ho cominciato.
Hai
iniziato la carriera giovanissima. Ma i tuoi genitori che futuro sognavano per
te?
Non
avendo vissuto con i miei genitori, diciamo che non ho avuto influenze
particolari. Ho sempre vissuto con i nonni e quindi niente condizionamenti.
All’inizio mio padre non credeva in un futuro di questo tipo, nel senso che un
adulto vede questo mondo un po’ superfluo, poco stabile e quindi qualsiasi
genitore spera che il proprio figlio prenda una laurea e prosegua un’attività
simile alla sua. Comunque una laurea sarebbe una meta la quale bisogna arrivare.
Ma non avendo avuto condizionamenti o imposizioni da altri,
ho sempre fatto di testa mia. Ho trovato nei miei nonni uno scoglio a cui
aggrapparmi nei momenti di difficoltà. Pur lasciandomi
tutta la libertà del mondo, mi hanno sempre detto di stare attenta a
quello che faccio e nel mio atteggiamento ho sempre detto:” Si! Va bene. Però
la vita è la mia e me la gestisco io!”.
Quali
sono i tuoi hobby, Sabrina?
In
primis la lettura, poi amo dipingere e mi piace andare al cinema. Poi mi
piacciono molto le piante e soprattutto curarle. Sono un pollice verde.
Che
rapporto hai con la Fede?
Io
credo che chi ha Fede, sia molto fortunato. Quando si parla di Fede io
razionalizzo molto, mentre una volta credevo che la Fede fosse un po’
l’oppio dei popoli. E quindi me
la dico e me la canto e poi distruggo tutto quello che ho detto e creduto.
Quindi con la Fede ho un rapporto molto conflittuale, perché abbiamo bisogno di
credere per paura della morte, per paura di cosa c’è dopo, dell’aldilà. Ho
un rapporto strano, insomma. Per Fede io intendo religione cristiana, ma anche
buddista, islamica e tutte le altre religioni, ma che comunque fanno riferimento
ad un solo Dio.
E il tuo rapporto con il denaro? Di solito
i genovesi sono un po’ tirati…
Magari
fossi così, Gianfranco. Sai, si inizia a lavorare a sedici anni e a guadagnare
un sacco di soldi. Da ragazzini non si ha il senso dei soldi, del mettere da una
parte. Adesso alterno periodi dove divento formichina e periodi di
scialacquamento totale. Non c’è un equilibrio, una via di mezzo.
Ad una ragazza che volesse fare il tuo
lavoro, che consiglio daresti?
E’
difficile dare consigli, poi si sa che questo è un mestiere destabilizzante,
fatto di poche certezze. E’ un po’ un terno al Lotto, perché a volte sei
convinto di fare un film vincente e invece è un disastro, oppure viceversa.
Secondo me, come in tutte le attività, ci vuole un atteggiamento di grande
positività, credere in se stessi e soprattutto nelle proprie capacità. Poi
bisogna avere la fortuna di incontrare le persone per bene, perché a volte sono
proprio i collaboratori che ti portano in alto e sono loro che ti sostengono.
Credo che fondamentalmente sia l’aiuto delle persone che ti circondano il
segreto di un successo.
Una cosa brutta che hanno detto di te e
che ti ha dato fastidio?
Ce
ne sono state talmente tante. In realtà tutte e nessuna. Che mi ha ferito in
particolare non c’è nessuno, perché fa parte del gioco e quando ti metti in
gioco devi avere lo stomaco per saper prendere tanti colpi bassi. Diciamo che
sono una buona incassatrice.
Hai un sogno nel cassetto?
Sicuramente
più di uno (risata).
Progetti?
Diversi!
Sto valutando, costruendo e per un po’ di scaramanzia non ne parlo.
A chi vuoi dire “grazie”?
A me
stessa. Credo che se dovessi mettere tutto quello che ho fatto su una bilancia
dovrei ringraziare solo me stessa, perché comunque chi mi ha aiutato lo ha
fatto perché aveva il suo bel guadagno, il suo interesse. Magari ci sono stati
degli amici che mi hanno sostenuto in momenti poco felici. Un grazie di cuore lo
dico a due o tre amici veri, ma soprattutto a me stessa.