Susanna
Messaggio (attrice - conduttrice-manager) Milano 10.12.2003
Intervista di Gianfranco Gramola
Della
serie "La tv può attendere"
Susanna è nata a Milano nel ’63. Inizia la sua
carriera giovanissima come fotomodella e successivamente lavora per una rete
privata con mago Zurlì. Più
avanti fa parte delle telefoniste del programma Portobello, condotto da Enzo
Tortora, e come inviata esterna di Tele Mike, trasmissione condotta da Mike
Buongiorno. Presenta anche diverse edizioni del Festivalbar. Da poco ha aperto
una società, la “Tre Cerchi” che si occupa di pubbliche relazioni.
Ha detto:
- Se ho male alla schiena lo considero un campanello
d'allarme. Allora sparisco e non mi faccio trovare da nessuno per tutta la
giornata. Mi riposo o dormo.
- Quando mi trovo bene con una persona non penso al
lavoro che fa, ma a come è.
Curiosità:
- Si è dedicata allo studio di psicopedagogia,
laureandosi con il massimo dei voti.
Intervista
Susanna è nel suo ufficio milanese della Tre
Cerchi.
Susanna, com’è il tuo rapporto con Roma?
Trovo
che è una città splendida. Tutte le volte che vado a Roma per lavoro, ne
approfitto e faccio anche la turista. Poi sono amante della storia dell’arte e
Roma è il posto più giusto, è una serie di capolavori da ogni parte che ti
giri. Sono stata appositamente a Roma per vedere delle mostre, tra le altre
cose, perché mi piacciono e a volte anche a livello ludico e mi diverte. E’ una città che ha un sapore
particolare, anche nell’andare a mangiare in piccoli spazi nel centro, in
piccole locandine. E’ bello anche andare per la città con il naso per aria,
perché c’è sempre da vedere, da fare e poi c’è un clima differente di
Milano.
Ricordi
l’impatto con la città?
E’
stato straordinario perché è la città più maestosa, più importante di
quello che uno possa pensare. Ho notato la parte del Campidoglio, io pensavo
fosse più piccolo, invece e così maestoso e imponente e ogni portone ha una sua storia, ogni mattone sa di antico, per cui
immagino i turisti americani che non hanno storia, come possano rimanerne
affascinati, se ne rimaniamo noi che siamo abituati a queste cose.
C’è
un angolo di Roma che ami particolarmente?
Mi
piace molto “su” al Pincio, Villa Borghese e le due chiese gemelle di piazza
del Popolo con il suo bell’obelisco. Quello è uno spazio dove si aprono
quelle vie dette “Il tridente”,
che sono molto carine. Ho letto un
po’ la storia di queste due chiese, per non parlare poi della Cappella
Sistina. Sono una che ha avuto la fortuna di vedere qualche tesoro nascosto del
papato e a farmi un giro in luoghi segreti. Mi diverte anche la porta dei
Propilei.
Cosa
provi a tornare a Roma dopo una lunga mancanza?
Ma
io vado e vengo da Roma, non è poi così distante da Milano. E’ un po’ come
un pullman Roma – Milano per cui mi capita di andarci per lavorare per 2
giorni poi torno a Milano e ci ritorno la settimana dopo, perciò è una città
che sento anche molto mia e poi in effetti, andare a Roma è come andare fuori
Milano perché con l’aereo non ci mette neanche un’ora per cui mi capita
molto spesso che vado e vengo in una giornata.
I
romani, pregi e difetti.
Devo
dire che c’è una parte del popolo romano che adoro, è salottiera,
godereccia, vitale intraprendente e con tanta voglia di divertirsi e poi
un’altra parte decisamente folcloristica, dal tassinaro che ti dice “A signò,
‘ndo namo, che famo, ecc...” al posteggiatore un po’ borgataro, personaggi
che mi ricordano i film di Sordi e di Verdone.
Esiste
per te una Roma da buttare?
Non
credo, anzi magari c’è un a Roma da recuperare, perché il romano è un po’
indolente e allora lascia un po’ quello che trova, è un po’ bighellone.
Semmai c’è da rivedere una Roma da parte dell’urbanistica per quanto
riguarda il traffico, perché la gente è tanta e sempre di più, che vuole
stare vicino a queste bellezze, per cui a volte, trovandomi a Roma, sto delle
ore in taxi dall’aeroporto al centro, che tu dici: “Qualcosa si potrà fare,
dal momento che non si può scavare una metropolitana perché sotto c’è un
tesoro antico, ci sarà una linea d’aria con corsia preferenziale, ma
parallela, un ponte che ci porti in questa benedetta città che ogni volta ci
tocca sacrificare due ore in taxi o ti fermi e resti bloccato in questi raccordi
anulari che tu dici dove sono e perché sono tutti uguali, no?
In
quale Roma del passato ti sarebbe piaciuto vivere e nelle vesti di chi?
Dovrei
dirlo al femminile, che so, forse nell’antica Roma, proprio in quella di Remo
e Romolo, cioè alle origini, perché avrei voluto vedere come fossero le cose a
quei tempi.
Com’è
iniziata la sua passione per lo spettacolo?
Più
che per passione è nata per caso attraverso il Mago Zurlì che per la prima
volta, ero con la mia I classe in un gioco a quiz, in una piccola televisione,
era un gioco a squadre, lui mi ha vista e mi ha catturata con la telecamera e mi
ha detto: “Tu hai una faccia estremamente televisiva, buchi il video, sei la
ragazza della porta accanto, e mi piacerebbe che conducessi insieme a mio
figlio, Davide Tortorella (avevamo tutti e due 16 anni), che adesso è un famoso
autore televisivo, un programma dedicato ai libri , dove i ragazzi attraverso
l’enciclopedia dovevano scoprire quante gambe ha la giraffa, e se l’elefante
ha la proboscide, tutte cose così. E da lì è nato l’approccio iniziale,
quasi per gioco. Poi in realtà ho sempre fatto un lavoro parallelo al mondo
televisivo.
I
tuoi genitori che futuro sognavano per te?
Probabilmente
quello che ho avuto perché io non ho mai mollato la strada reale dello studio e
nel fatto di concretizzare la mia vita in un lavoro reale che vada al di là
della televisione. Ho sempre avuto un doppio lavoro che non ho mai abbandonato,
infatti adesso sono a capo di un’agenzia di pubbliche relazioni. Un lavoro al
quale ho dato parecchio, come tipo di esperienza, insomma
Qual
è stata la tua più grande soddisfazione artistica?
Probabilmente
il periodo brillante post adolescenziale del Festivalbar, perché era un periodo
spensierato della mia vita.
Delusioni?
Il
fatto di accorgerti che essendo la televisione senza regole non si poteva
studiare per arrivare lì, oppure concentrarsi per fare dei progressi, ma anche
dipendeva da una serie di concause e circostanze fortunate, tali per cui tu in
un dato momento ti trovavi in un posto giusto con le persone giuste e allora non
potendo prevedere ci si doveva affidare al destino e questo destino non sempre
era dalla tua parte.
Quando
non lavori quali sono i tuoi hobby?
Impossibile
che io non lavori. Quando non lavoro sono all’università a lavorare sulla
ricerca. Sono una persona molto intraprendente e non mi piace stare con le mani in mano. Pensa che faccio fatica a
fare le vacanze, a oziare. Se non ho da fare, cerco qualcosa da fare.
Cosa
ti rattrista e cosa ti rallegra.
Mi
rende allegra circondarmi di persone buffe e divertenti con le quali fare delle
cose, che può essere andare in palestra o una scampagnata o ritrovarmi con le persone in cui credo e che mi piacciono. Mi rattrista
il fatto che alle volte non ho il tempo di fare quello che voglio.
Hai
mai fatto delle gaffe?
Certo!
Tutti si ricordano quella di Mike Buongiorno. La gaffe era sua, ma quella volta
per difendermi ho contraccambiato, del tipo che lui voleva sapere cosa fossero
le chiappe, mi diceva eh, eh, dai Susanna, dimmi che cosa sono le chiappe, era a
mezzo millimetro dal mio naso e allora io ho preso le mie mani le ho messe sulle
sue guance e gli ho detto: “Se anatomicamente non mi sbaglio, saranno mai
queste?” E allora questa gag è rimasta popolare ed è piaciuta anche ad
Antonio Ricci che l’ha mandata in
onda parecchie volte. Ma io allora, che ero una ragazzina, dicevo. “Che gaffe
ho fatto!” Gli ho risposto istintivamente, è diventata una gag comica.
Il
tuo punto debole?
Credo
di essere una persona sensibile e allora ogni tanto mi feriscono con poche cose.
Che
rapporto hai con la fede?
Sono
credente. C’è un piccolo aneddoto divertente di un neurologo con un
astronauta. L’astronauta che gira
per lo spazio dice: “Sai, caro neurologo, io ho girato in lungo e in largo per
tutto lo spazio e non ho mai incontrato Dio!” e allora il neurologo risponde
all’astronauta: “Sai io ho aperto tante teste, tanti cervelli cercando un
pensiero e non ne ho mai trovato uno!”.
E
con il denaro?
Con
il denaro sono stata molto fortunata perché ho beccato la televisione al
nascere pensi non sapevo ancora cosa fosse e io ho cavalcato gli anni d’oro
quando era facile guadagnare, non come
ora che è tutto più complesso. Per cui, all’inizio, diventavi un personaggio
anche facendo poche apparizioni televisive, quantitative più che qualitative e
riuscivi a guadagnare bene e devo dire che è un lavoro che mi ha reso bene.
Sono stata fortunata, senza rendermi conto, che poi magari in un secondo tempo,
il lavoro vero effettivo richiedeva degli sforzi maggiori.
Quali
sono le tue paure?
Chi
non ne ha? Ma non verso di me, ma verso i miei cari. L’avvicinarsi,
probabilmente, di un tempo diverso per i miei genitori, la protezione e l’accudimento
di mia figlia. Ecco le mie paure sono verso le persone che amo più, che verso
di me.
Hai
dei complessi?
No!
In questo momento proprio no, magari più da bambina perché avevo un seno
prosperoso e allora pensavo che
questa cosa fosse invalidante, poi da grande ho scoperto che bene o male anche
avere un seno bello e prosperoso può avere i suoi lati positivi.
Con
il successo sono cambiate le tue amicizie?
No!
Io Le ho fin da quando ero bambina e sono rimaste quelle. Io vivo con delle
amicizie fuori dal mondo dello spettacolo, magari con quelle ho delle simpatie
con qualche persona in particolare, ma frequento gente che fa tutt’altro
mestiere.
Sei
superstiziosa?
No!
Si scherza su sto fatto, nel senso che se c’è il gatto nero della situazione
dice “Messaggio”. Non ho portafortuna, ne talismani.
Hai
un sogno nel cassetto?
No!
Devo dire che sono molto equilibrata con
me stessa e col procedere del tempo sono sempre più tranquilla.
A
chi vorresti dire grazie?
Probabilmente
alle persone che hanno capito come sono fatta e che mi sanno prendere ed
accettare anche nei momenti in cui alle volte può essere più difficile.
Progetti?
Sto
scrivendo un programma che spero possa piacere.