Sylvie Lubamba (showgirl)
Milano
24.3.2021
Intervista di Gianfranco Gramola
“Lavoro in radio dal 17 di dicembre 2020 e
sono molto contenta. Mi sono innamorata della radio e il direttore ha grande
fiducia in me, grande considerazione, tant’è vero che mi ha dato addirittura
la possibilità di condurre due format”
Lubamba, all'anagrafe Renée Sylvie Lubamba
è nata a Firenze il 29 febbraio del 1972 (per scaramanzia festeggia il
compleanno il primo marzo anziché il 28 febbraio). E’ nata a Firenze da
genitori congolesi originari di Kinshasa, a loro volta figli della medio
borghesia francofona. Dopo la maturità all'ITC dei padri Scolopi - Scuole Pie
Fiorentine, è stata indossatrice. Nel 1992 è stata eletta Miss Toscana, ed ha
acquisito così il diritto di partecipare Miss Italia, diventando la prima
concorrente di colore al concorso, venendo però poi squalificata per aver
posato nuda in un servizio fotografico. Nel 1998, dopo alcune apparizioni in
spot pubblicitari (Kimbo Caffè), ha iniziato la carriera televisiva nel
programma Guida al campionato condotto da Alberto Brandi. Nel 2004 ha avuto il
suo momento di maggior successo come soubrette del programma Markette condotto
da Piero Chiambretti su LA7. Nel 2005 ha partecipato a un reality show, La
Talpa, e al programma Lucignolo in veste di inviata. Dopo il suo rilascio dal
carcere, nel 2018 ha iniziato ad apparire come opinionista nei programmi
condotti da Barbara D'Urso e in onda su Canale 5 (trai cui Pomeriggio Cinque e
Domenica Live) e ha condotto sull'emittente piemontese GRP il talk show Noi
Donne. Nel 2020 ha poi esordito come conduttrice radiofonica su Radio For Music
nei programmi La Poliziotta e la Galeotta (accanto a Viviana Bazzani, divenuto
anche una rubrica sul settimanale Adesso) e Lockdown Confinamento Aperto. Nel
2021, inoltre, ha pubblicato la sua autobiografia, scritta con Pee Gee Daniel ed
edita da Pathos Edizioni.
Televisione
Guida al campionato (Italia 1, 1998)
Markette - Tutto fa brodo in TV (LA7, 2004)
La Talpa (Italia 1, 2005) Concorrente
Lucignolo (Italia 1, 2005) Inviata
Domenica Live (Canale 5, dal 2018)
Opinionista
Pomeriggio Cinque (Canale 5, dal 2018)
Opinionista
Noi Donne (GRP, dal 2020)
Cinema
Ivo il tardivo, regia di Alessandro Benvenuti
(1995)
Chiavi in mano, regia di Mariano Laurenti
(1996)
Finalmente soli, regia di Umberto Marino
(1997)
Figli di Annibale, regia di Davide Ferrario
(1998).
Fughe da fermo, regia di Edoardo Nesi (2001)
Ridere fino a volare, regia di Adamo
Antonacci e Fabio Bianchini (2012)
Intervista
Hai fatto le scuole elementari dalle
suore, le medie e le superiori dai preti. Volevi farti suora?
No, assolutamente no. Sono stati i miei
genitori che pensavano che la migliore educazione per i loro figli fosse
apprendere nelle scuole private.
Com’eri da ragazzina, come ricordi la
tua gioventù, le tue amicizie?
Ero una ragazzina molto socievole, che amava
stare in compagnia dei propri compagni di scuola, perché durante l’anno
scolastico le mie amicizie erano esclusivamente
i miei compagni di scuola. Difficilmente erano i figli del vicino di casa o
persone che incontravo al luna park. Quindi tutta la mia vita scolastica e
privata si svolgeva sempre con i miei compagni di scuola e questo fino alle
superiori. Incontravo magari qualche amico in vacanza, quando ci andavo con i
miei genitori, però poi ci perdevamo di vista, non c’era un proseguo, una
continuazione.
Com’è nata la tua passione per il mondo
dello spettacolo?
In realtà è nata grazie a degli incontri, a
delle esperienze lavorative. Mia madre una volta ha letto sul giornale
un’inserzione, dove c’era scritto che Pippo Baudo cercava tre ragazze di
colore per la pubblicità del caffè Kimbo e mia madre, avendo tre figlie, ci ha
portate al casting, il cui testimonial era appunto Pippo Baudo e ci hanno preso
tutte e tre. Io avevo 17 anni, andavo ancora a scuola e la mia priorità era
terminare gli studi e continuare la mia vita di sempre, nonostante questa
esperienza a livello nazionale. Poi a 19 anni ho
conosciuto a Roma Bruno Oliviero, il fotografo, che mi ha proposto un
book fotografico in cambio di un servizio di nudo.
Praticamente io avrei avuto il book fotografico da presentare alle varie
agenzie di moda, senza tirare fuori un centesimo, però in cambio dovevo posare
nuda per lui. Siccome l’accordo non mi dispiaceva e lui comunque era uno dei
fotografi più forti, che ha fotografato molte attrici famose e gente dello
spettacolo di un certo livello, allora ho accettato. Con questo book, finite le
scuole superiori, mi sono presentata a varie agenzie di moda e ho cominciato a
fare la modella negli showroom, per i servizi fotografici, fino ad arrivare al
concorso di Miss Italia. Sono stata la prima concorrente di colore al concorso
di Miss Italia.
Chi per primo ha scoperto il tuo talento?
E’ stato Piero Chiambretti?
No, prima di Piero Chiambretti io ho lavorato
per molto tempo a fianco di Maurizio Mosca in una rete locale di Milano, che si
chiamava Telenova, ed era gestita dai preti, tanto per cambiare (risata).
Telenova ancora oggi è gestita dai preti. Io ho iniziato nei talk con Maurizio
Mosca e ogni tanto andavo come ospite a Mediaset a “guida al campionato”,
condotto da Alberto Brandi, con la partecipazione di Gene Gnocchi e quindi
diciamo che il mio papà televisivo, quello che mi ha dato più visibilità,
spazio e attenzione, è stato Maurizio Mosca. Piero Chiambretti è stata la
consacrazione a livello nazionale.
In Tv hai trovato più complicità o
rivalità?
Devo dire che fintanto che lavoravo con
Maurizio Mosca e poi con Piero Chiambretti ho trovato nelle colleghe più
complicità che rivalità. Se poi la rivalità c’era, io non me ne sono
proprio accorta (risata). Diciamo che ho percepito della rivalità, se così
vogliamo chiamarla, quando partecipai alla secondo edizione de “La Talpa”,
condotta da Paola Perego e in onda su Italia 1, in prima serata.
In passato ricordo che hai lavorato in una
emittente romana.
Si, è vero. A quei tempi lavoravo il martedì
in una emittente milanese con Maurizio Mosca e la stessa settimana, però di
venerdì, lavoravo in una emittente romana molto importante, gestita dalla
famiglia Caltagirone, una famiglia conosciutissima di imprenditori del Lazio.
Affiancavo Nando Martellini e poi c’era come ospite fisso Giorgio Chinaglia.
Io facevo un po’ da valletta, un po’ da opinionista e quindi ero abbastanza
impegnata, come adesso. Prima mi dividevo tra Milano, Firenze e Roma, mentre ora
mi divido tra Torino, Milano (dove vive da 18 anni, ndr.) e Roma.
Sei una bella donna. Hai mai avuto dei
problemi di stalker?
Si, ma solo a livello di messaggi, ma
fisicamente, no.
C’è mai stato qualche personaggio dello
spettacolo che c’ha provato con te?
Si, ma indipendentemente che siano dello
spettacolo o meno, non c’entra il lavoro in questo caso. Bisogna guardare
l’essere umano, quindi un uomo che corteggia la donna. Quindi si, c’hanno
provato … a corteggiarmi (risata).
Hai una simpatia particolare per Matteo
Salvini. Come l’hai conosciuto?
Io l’ho conosciuto ad una manifestazione
della Lega. Fra l’altro sono capitata il giorno giusto, il momento giusto e in
una situazione di grande soddisfazione a livello politico per quanto riguarda la
Lega. Io sono stata invitata all’evento che si è svolto credo nel maggio del
2008, alla discoteca Old Fashion di Milano, il cui proprietario Roberto
Cominardi era molto amico di Matteo Salvini. Io ero lì, ero a quell’evento e
mi sono presentata anche un po’ con aria di sfida, perché volevo capire se
veramente i leghisti ce l’avevano con la razza nera. Invece con mio grande
piacere nonché sorpresa, sono stata ben accolta, ho conosciuto Salvini che quel
giorno passava da assessore di Milano a parlamentare europeo, quindi grande
gioia, grande euforia, grande salto. La mia consigliera di zona, Laura Molteni,
colei che mi aveva invitata all’evento, era diventata da consigliera di zona a
deputata a palazzo Chigi. Quindi era un momento per diversi leghisti di grande
contentezza, di grande soddisfazione per questa promozione a livello politico.
Quindi erano tutti molto gentili, molto propensi e c’era un’aria di gioia.
Tant’è vero che dopo l’esperienza con i leghisti, ho chiesto a Salvini se
potevo fare un intervento anch’io, a testimonianza del fatto che in quanto
nera, non sono stata messa nell’angolo, ignorata o trattata in modo
differente. Invece non sono stata affatto ignorata. Alcuni mi hanno detto che
non sono stata ignorata perché sono una bella donna e perché lavoro in
televisione. Non so se è stato per quello, non penso.
Sei mai stata tentata dalla politica?
Si, ho avuto delle esperienze politiche. Sono
stata candidata a 28 anni alla carica di consigliera comunale con i Radicali,
nella città di Roma. Marco Pannella mi ha candidata per Roma. La proposta
l’ho ricevuta da lui, perché ci siamo incontrati mentre facevo una
passeggiata al Pantheon. Mi sono avvicinata io a lui, perché sono sempre stata
una sua grandissima estimatrice. L’ho salutato e mi sono presentata e anche
lui è rimasto sorpreso del mio perfetto italiano in contrasto con il colore
della mia pelle, per cui ha preso la palla al balzo e mi ha detto: “Siamo nel
periodo delle amministrative. Ti piacerebbe candidarti alla carica di
consigliera comunale nella prima circoscrizione, che sarebbe il centro di Roma e
nella tredicesima circoscrizione, che sarebbe Ostia? Perché sei una donna molto
interessante, anche perché colpisce il fatto che tu parli perfettamente
l’italiano, tendente al toscano, per cui hai una bella dialettica, oltre che
una bella presenza”. Pannella mi ha convinta immediatamente per cui per un
periodo sono stata a Roma in campagna elettorale e il mio spin doctor era
Daniele Capezzone.
Com’è finita?
E’ finita come da previsione. Non sono
diventata consigliera comunale perché il
partito Radicale era molto indebolito e quindi non ha raggiunto il 3 per cento e
di conseguenza non raggiungendo il 3 per cento io non ho avuto la possibilità.
Però è stata una bella esperienza e ho avuto modo anche di conoscere gli altri
politici, di altri partiti e di far sapere che anch’io ero in lista. La
seconda esperienza politica l’ho avuta con il PDL, in provincia di Latina,
capolista con il candidato sindaco. Anche lì non è andata bene perché in quel
paese è stato confermato il vecchio sindaco.
So che ora lavori in radio. Ne vuoi
parlare?
Si, lavoro in radio dal 17 di dicembre 2020 e
sono molto contenta. Mi sono innamorata della radio e il direttore ha grande
fiducia in me, grande considerazione, tant’è vero che mi ha dato addirittura
la possibilità di condurre due format. Io il lunedì pomeriggio e il venerdì
pomeriggio sono a Torino a condurre il lunedì “La poliziotta e la galeotta”
con Viviana Bazzani, mentre il giovedì “Lockdown,
confinamento aperto” con Fabiola Mancini. Poi vorrei propormi per un
terzo format per la radio, però vediamo se io fisicamente ce la faccio a stare
dietro a tutto questo.
Entriamo un po’ in confidenza. Qual è
la cosa più cattiva che hanno detto di te?
Oddio, ne hanno dette talmente tante che non
saprei dove iniziare (risata).
Sei scaramantica?
Lo ero, ma non lo sono più.
Un peccato di gola che ogni tanto ti
concedi?
Ne faccio tanti peccati di gola. In questi
giorni non faccio che mangiare cioccolata al latte. Mamma mia, quanta ne mangio.
Meglio il vino rosso (risata).
Di cosa hai bisogno per essere felice?
Di diventare mamma.
Cosa aspetti?
Di trovare il padre di mia figlia, della
piccola Sylvie (risata).
Ora sei single?
Si, sono single da tanto tempo.
L’ultima volta che hai pianto e perché?
È difficile che mi metta a piangere. Più
che piangere, mi emoziono. L’unica situazione che mi fa commuovere è quando
ci sono di mezzo i bambini.
Quando non lavori, curi degli hobby, delle
passioni?
Io lavoro anche quando non lavoro, più che
altro scrivo tanto, butto giù format, idee, pensieri. Anche se sono in cucina o
davanti alla tv, sono sempre con il tablet ad annotare, a scrivere, a
confrontarmi con autori, direttori di rete. Ecco, il mio hobby rimane sempre la
mia professione, il mio lavoro. Poi mi piace molto la cura del mio corpo e prima
del lockdown facevo un po’ l’influencer e testimonial per tante aziende, per
tante strutture, scuole di estetica, di parrucchieri e quindi spesso e
volentieri andavo, mi offrivo o mi chiedevano di fare la testimonial. Questo è
un altro hobby che in questo momento non è fattibile a causa del lockdown.
Qual è il tuo punto debole?
Forse la gola, ma io riesco a resistere,
posso anche non mangiare e sto bene. A livello caratteriale non ho sbalzi, non
mi condiziona. Il cibo e l’alcool mi piacciono molto, ma ne posso anche fare a
meno, non sono dipendente.
Non ti lasci tentare …
La mia tentazione è la trasgressione, ma non
intesa quella sessuale, ma la trasgressione nel vero senso etimologico della
parola, che può essere anche la trasgressione nei confronti del cibo, della
legalità. Ad esempio io ho la tessera della metropolitana e spesso e volentieri
quando prendo la metro vedo delle persone che magari non hanno avuto la
possibilità di comprare il biglietto e allora io li invito a passare con me,
anche se sono cose che non si possono fare. Io ho il pass per due persone, non
per cinque. Io rischio una multa, una sgridata, di essere ripresa perché con
molta spensieratezza io aiuto queste persone a trasgredire (risata). Questo mi
viene proprio d’istinto che poi per me è una forma di sostegno. Ognuno ha il
suo punto di vista poi. Quindi la mia più grande tentazione è la trasgressione
e non seguire le regole. Ovviamente per quanto riguarda il corona virus,
figurati se non osservo le regole, perché non lo voglio assolutamente prendere.
Grazie al cielo finora non l’ho contratto e ora non mi metto a fare la cretina
in giro o andare alle feste clandestine, anche perché vivo con mia madre che ha
68 anni, per cui ci tengo a tutelare anche la sua salute. Quindi trasgressione
si, ma laddove non metto in pericolo la mia salute e quella degli altri.
Quando è stata la tua prima cotta?
La mia prima cotta era per le persone che non
frequentavo mai, quindi George Michael, Simon Le Bon dei Duran Duran che erano
diventati i miei mariti, i miei fidanzati.
E l’ultima cotta?
Non lo so, io subisco il fascino, poi non so
se è una cotta. Subisco il fascino di uomini belli, prestanti fisicamente.
Com’è il tuo rapporto con il denaro?
Hai le mani bucate?
Tendenzialmente ho le mani bucate, però per
la condizione in cui tutti stiamo vivendo, sono diventata forzatamente
parsimoniosa.
Il tuo rapporto con i social?
Per me sono un giornale, dove io pubblico
tutta la mia vita professionale, dove faccio vedere quello che faccio a livello
professionale. Però non ho mai descritto il mio stato d’animo, ne mai
pubblicato la mia vita privata. Per me l’uso dei social deve essere solo ed
esclusivamente professionale. Poi purtroppo ci sono persone a cui ho voluto
bene che mi fanno rimanere perplessa da quello che scrivono, da ciò che
pubblicano.
Qualche invidioso della tua vita
professionale.
Gli invidiosi e le invidiose ti ignorano
proprio di proposito. Quelli che non commentano o non ti mettono un “mi
piace”, sono coloro che ti seguono attentamente, che però non ti danno la
soddisfazione di lasciare un loro pensiero, un commento.
Ho letto che hai pubblicato un libro dove
ti racconti. Per te scriverlo è stato uno sfogo, una liberazione? Cosa ti ha
spinto a raccontare la tua vita?
Mi ha spinto tutta una serie di esperienze
che ho vissuto. Sono stata spinta a raccontarmi anche dalle mie ex compagne di
sventura, quando ero in carcere. Loro mi hanno
invitato più volte a scrivere un libro, a parlare del mio incontro con Papa
Francesco, che è proprio da raccontare, da scrivere, da descrivere, da far
conoscere la Sylvie lontana dai riflettori, più umana, più profonda.
Dicevi dell’incontro di papa Francesco.
Quali sono state le tue impressioni e com’è il tuo rapporto con la fede?
Io sono ancora incredula e sono passati sei
anni al mio incontro ravvicinato con Papa Francesco che mi ha scelta fra 250
detenute per la lavanda dei piedi. Era il 2015 ed è
stato un momento veramente eccezionale e indescrivibile. E’ stato
straordinario sotto tanti punti di vista, perché nella storia del pontificato,
per la prima volta il Papa visitava una struttura carceraria femminile, perché
i papi sono sempre stati a trovare i detenuti maschi, mai le donne. Poi nel
carcere femminile di cui ero ospite io, sono stata scelta tra 250 detenute è
stato per me un doppio momento straordinario. Ciò nonostante mi sono
allontanata dalla fede. E’ successo in seguito alla mia scarcerazione, perché
ho avuto dei momenti molto difficili, di grande difficoltà e mi riferisco al
mio reinserimento sociale, reinserimento professionale e quindi ero un po’
stanca di vivere una condizione di enorme difficoltà e ad un certo punto tutto
ciò mi ha portato a raffreddarmi nei confronti della fede.
Ora hai ripreso a lavorare e hai una vita
un po’ più serena. Ti sei riappacificata anche con la fede?
No.