Vera Dragone (attrice, ballerina e cantante)    Roma 29.6.2022

                                   Intervista di Gianfranco Gramola

“Lillo è uno che sta con tutti, parla con tutti, prende per il culo tutti, è sempre ironico e molto socievole. Monicelli? Mi è sembrato un uomo dai modi molto eleganti ma anche molto riservati. Di Scorsese ricordo che parlava a raffica e aveva una gran parlantina”

 

Vera Dragone è  nata a Catanzaro il 22 aprile del 1987. Dopo essersi diplomata all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” ha esordito  giovanissima al cinema in “Sotto il vestito niente – l’ultima sfilata“, diretta da Carlo Vanzina accanto a Francesco Montanari. Vera, nipote del grande regista e sceneggiatore Vittorio De Seta, ed ex componente del gruppo swing Ladyvette, l’abbiamo vista ne “Il Paradiso delle signore” su Rai Uno e nella fiction Rai “Vite in Fuga” di Luca Ribuoli, accanto ad Anna Valle e Claudio Gioè. Al cinema Vera l’abbiamo vista nel cast di “Permette? Alberto Sordi“, diretta da Luca Manfredi e “Butta la luna 2”.

Alcuni suoi lavori

Filmografia

Sotto il vestito niente, regia di Carlo Vanzina - •Case chiuse, regia di Filipppo Soldi (documentario-Roma film festival 2011) – Ubaldo Terzani Horror Show, regia di Gabriele Albanesi - Pentedattilo, regia di Vittorio De Seta -  Spirits, regia di S. Wiese - La giostra, regia L.Viapiana

Televisione

Il commissario Rex 6 - Un Passo dal cielo 2 - Questo nostro amore - •Ris 6 - La nuova squadra.

Teatro

For(give)me, scritto e diretto da Vera Dragone e Lucrezia Guidone - Differenze/Figli di mostri – Fragments - Sei personaggi in cerca d'autore di Luigi Pirandello – Candelauio - La foresta di Ovstrowskj – Sterminio - 4.48 Psycosis - L'impresario delle Canarie - La luce del male - Closer 

Intervista

Come ti sei appassionata alla recitazione? E’ grazie al nonno Vittorio de Seta?

In realtà, in un certo senso, è stato grazie a lui, però io fino a 16 anni volevo fare tutt’altro perché ero molto appassionata di disegno. Tra le mie idee c’era il fatto di poter diventare una stilista, una costumista perché mi piaceva disegnare abiti e fumetti. Avevo una grande manualità per la pittura e questo genere di arte ed ero molto timida. Però io seguivo molto mio nonno nelle varie trasferte che faceva, nei vari festival e un po’ dappertutto in giro per l’Italia. Il giorno del suo 80° compleanno, avevano organizzato una retrospettiva  su di lui a Catanzaro e durante la serata mi venne incontro una signora, una ex attrice, che stava preparando uno spettacolo per le scuole e mi disse: “Ma sa che assomiglia in modo incredibile a Olivia Hussey?”, che era l’attrice che faceva Giulietta nel film di Franco Zeffirelli. Lei stava preparando appunto delle scene tratte da “Romeo e Giulietta”. Poi capì  che ero la nipote di Vittorio De Seta e mi disse: “Ti va se cominciamo a preparare questa cosa? Non so perché ma io penso che tu debba fare l’attrice”. Io molto poco convinta iniziai e feci il mio primo spettacolo in un teatro di Catanzaro, interpretando queste scene tratte dall’opera di Shakespeare, poi lì insieme a lei e ad un’altra insegnante che era Irma Ciaramella, mi preparai per entrare in Accademia alla Silvio D’Amico di Roma, perché poi mi sono appassionata alla recitazione. Contemporaneamente avevo iniziato anche a frequentare i laboratori di teatro classico e c’era la professoressa di greco che curava questi laboratori che servivano anche ad ottenere dei punteggi all’interno della scuola e siccome ero una che a scuola andava molto bene, ho pensato di iscrivermi a questo laboratorio e mi sono fatta prendere la mano ed è cominciato a piacermi veramente. E’ nato tutto così.

Hai mai pensato ad un nome d’arte?

In realtà no, perché Vera Dragone è già un nome abbastanza assurdo di suo (risata). Si, è un nome molto particolare, ma ho sempre preferito rimanere sempre me stessa con il mio nome e cognome e perché è un nome che te lo ricordi.

Oltre a recitare, canti e balli. Sei una ragazza dalle mille passioni.

Il canto è la cosa che nasce prima del ballo e della recitazione, nel senso che io a 5 anni già cantavo. Cantavo imitando la musica che mia madre ascoltava, cioè il jazz e l’opera. Io scopiazzavo quello che sentivo e ho cominciato a cantare subito e mi ero anche iscritta ad una scuola di canto in Calabria e mi ricordo questa insegnante Irma,       che mi era molto cara, e insieme cominciammo a cantare e facemmo anche dei saggi di canto. E’ una cosa  nata come istinto naturale in un certo senso, poi dopo ho studiato. Ero portata per il canto lirico, infatti molto spesso nel corso degli anni mi hanno detto: “Ma perché non hai fatto il conservatorio, hai una bella voce naturale da soprano”. Però io volevo fare l’attrice e non mi andava di buttarmi a studiare un’altra cosa che è comunque super impegnativa ai livelli di professionismo. Ho studiato anche danza classica, ma come tanti bambini, senza avere tante velleità artistiche. Ad un certo punto questo è convogliato tutto insieme anche perché io volevo essere un'artista a 360 gradi.

Ho letto che hai recitato con Lillo. Un gran simpaticone. 

Lillo è stupendo e io gli voglio un gran bene perché è un'artista straordinario ed è una persona fantastica. E' uno con cui  esci insieme a cena, sta con tutti, parla con tutti, prende per il culo tutti, è sempre ironico e molto socievole, alla mano ed è un fantastico partner di scena. E' una persona che auguro a tutti di incontrare e di lavorarci insieme.

Ho letto che grazie al nonno hai conosciuto Monicelli e Scorsese. Che ricordi hai di loro?

Di Scorsese ricordo che parlava a raffica e aveva una gran parlantina. Io avevo 16 anni ed eravamo a New York ad un festival del cinema dove mio nonno era stato invitato, perché Monicelli è sempre stato un grande stimatore del cinema di mio nonno e anche Scorsese, siciliano d'origine, era particolarmente appassionato ai suoi documentari. In realtà con  lui ho parlato poco, io ero seduta accanto a sua moglie in questo teatro dove c'era questa rappresentazione. Mi ricordo che era molto divertente e parlava a 3 mila. Di Monicelli ho un ricordo molto vago. Stavamo al festival del cinema di Venezia, quando mio nonno presentò "Lettere dal Sahara" e una sera ci ritrovammo a cena tutti insieme e c'era anche Monicelli. Pure lì ero seduta vicino a lui ed era una persona gentile ed educata e anche schiva. Mi è sembrato un uomo dai modi molto eleganti ma anche molto riservati.

Fra colleghi hai trovato più collaborazione e complicità o competizione?

Onestamente collaborazione e complicità. Io tendo ad essere amica e cerco comunque di costruire relazioni che possano funzionare, soprattutto sul set o in tournée, perché naturalmente lo spettacolo o il film si costruisce anche in base a quello. Se c'è una sintonia reale con i colleghi, questa cosa sicuramente si riflette anche sul palcoscenico o sullo schermo. Comunque raramente mi è capitato di avere un collega insopportabile.

Quali sono le tue ambizioni?

Vincere un Oscar (risata).

Mai dire mai.

Nella vita non si può mai dire, però perché no? Adesso mi è capitato di fare una piccola parte in un film americano. A me piacerebbe lavorare come sto facendo ora, soprattutto nell'ambito del cinema ma non soltanto nel cinema italiano, mi piacerebbe far parte di produzioni straniere che possano essere americane o francesi. Questo è un mio sogno. Poi un'altra cosa per coniugare il canto e il ballo, mi piacerebbe fare un programma come quelli di una volta, tipo "Milleluci" o "Studio Uno" in cui oltre a condurre, canto e ballo e posso fare quello che mi piace.

Prima di entrare in scena hai un rito scaramantico?

Come rito scaramantico porto con me in camerino tutta una serie di fotografie che riguardano la mia famiglia, vari personaggi con cui parlo mentre mi trucco. Poi mezzora prima di entrare in scena mi concentro moltissimo e voglio stare per conto mio e in genere ho sempre della musica con me che scelgo accuratamente a seconda di cosa devo fare, che mi aiuta però ad entrare nel mondo del personaggio. E' un po' come se fossi in un mondo tutto mio. Cerco di concentrarmi anche per rilassarmi il più possibile e creare quello spazio neutro che mi serve per entrare in scena.

Se tuo figlio volesse fare l'attore, che consigli gli daresti?

Intanto lui è maschio, quindi credo che per gli uomini sia tutto più semplice in questo mestiere. Purtroppo devo dirlo, ancora oggi è così perché i ruoli sono più belli ancora, anche se si sta evolvendo la situazione e sono molto di più i ruoli. Diciamo che i maschi in generale  sono meno catalogati nel fatto che se sei bello puoi fare questo ruolo, se sei brutto puoi fare quest'altro ruolo. E' un po' più semplice per i maschi. Intanto valuterei se c'è un interesse da parte sua, perché è un mestiere che non è che devi avere un po' di talento, deve essere proprio una vocazione tale che ti fa superare i momenti di sconforto che sono più di quelli belli perché è un mestiere che si basa un po' su questo. Però se veramente mi accorgessi che lui ha una passione straordinaria per la recitazione, lo manderei a studiare e a lavorare all'estero.

C'è più meritocrazia all'estero?

Si, senza dubbio.

Qualche domanda su Roma. Da Catanzaro a Roma, come ricordi l'impatto?

L'impatto non è che mi abbia traumatizzato in maniera pazzesca. Forse io mi sono sempre sentita appartenente alla città di Roma, anche perché mia madre è di Roma e io fino a 5 anni ho vissuto a Roma. Quando mi sono trasferita a Roma mi sono catapultata subito nell'accademia, quindi facevo una vita che mi lasciava poco spazio per l'esplorazione della città, perché avevamo degli orari che andavano dalle 9 di mattina fino alla sera, tutti i giorni. Ho imparato a conoscere Roma un po' per volta. Diciamo che è una città disorganizzata, caotica, ha un sacco di problemi, però io non andrei a vivere da un'altra parte. Per me Roma è la città più bella del mondo e sono proprio innamorata di questa città. Mi dispiace vederla così maltrattata e trascurata.

In quali zone hai abitato?

Quando studiavo all'accademia abitavo a via Cipro. Poi ho cambiato varie volte perché ho avuto parecchie coinquiline e coinquilini. Dopo via Cipro sono andata a san Lorenzo, per un brevissimo periodo sono andata a viale Somalia e poi nel 2011 mi sono trasferita al Pigneto, dove vivo tutt'ora. Ho preso casa qui, poi con il mio compagno, che abitava anche lui nello stesso quartiere, abbiamo cambiato casa però sempre nello stesso quartiere.

Mi è piaciuta molto la tua presentazione su istragram dove ti descrivi: "Creatura mitologica, metà Jane Fonda, metà Sora Lella". Io l'ho conosciuto Sora Lella. 

Io adoro Sora Lella e per me è proprio un esempio della romanità. E' veramente un personaggio che amo. Perché dico Sora Lella? Perché dietro questo aspetto di donna piacente, artista, in realtà mi sento un po' Sora Lella, perché  io a casa giro in ciabatte e cucino, cucino sempre, come lei. E' una mia caratteristica, mi piace molto cucinare e mi piace rapportarmi in maniera genuina e in questo senso dico che sono Sora Lella. Invece Jane Fonda perché lei è la mia icona attoriale di riferimento. Io  la venero da sempre e tra l'altro faccio i suoi workout da anni e li faceva pure mia madre. La cosa straordinaria che mi è capitata è che adesso ho avuto un ruolo in un film che si chiama "Book Club 2", che stanno girando a Roma. Ho avuto la grandissima fortuna di recitare con Jane Fonda e con un'altra icona pazzesca che è Diane Keaton, che fa parte anche lei del cast e quindi mi sono trovata con questi due mostri sacri del cinema ed è stata un'esperienza incredibile.

A proposito di cucina, un peccato di gola che ogni tanto ti concedi? 

Io ho proprio una dipendenza da cioccolato. Evito di comprarlo perché finisce malissimo ogni volta, cioè se compro qualsiasi cosa al cioccolato, io lo devo finire.

Da pochi mesi Roma ha un nuovo sindaco. Hai notato dei cambiamenti, dei miglioramenti?  

Roma è una città un po' complessa e non vorrei trovarmi nei panni del sindaco. Inizialmente, appena si è insediato, sembrava che la situazione, soprattutto quella relativa ai rifiuti, fosse un po' migliorata. Adesso noto che continuano ad esserci strade e marciapiedi completamente sepolti dalla spazzatura, quindi mi chiedo cosa stia succedendo, perché non riesco a capire.