Veronica Rudian (pianista e compositrice)
Bordighera 28.7.2022
Intervista di Gianfranco
Gramola
“Nel comporre sento il
bisogno di tirare fuori le mie emozioni, i miei sentimenti e non solo
quello che succede intorno a me”
Veronica Rudian è nata a Bordighera il 15
giugno 1990 ed è una pianista che suona dall’età di quattro anni. Nel 2009
è stata testimonial dell’UNICEF e nel 2013 ha collaborato con il
polistrumentista di Bob Dylan. Un fiore all’occhiello è stato nel 2005,
l’attesissimo recital dedicato al Sommo Pontefice. Ha avuto tanti prestigiosi
riconoscimenti nel corso della sua carriera musicale, come il diploma Honoris
causa accademico onorario, da parte dell’Università della pace di Lugano.
E’ classificata come una delle giovani pianiste italiane più influenti. Veronica Rudian è
stata scelta anche dalla scrittrice Daniela Santelli autrice del romanzo A un
passo dal cuore e dal regista Giuliano Pagani, per comporre alcuni inediti, che
accompagneranno le scene più passionali della pellicola cinematografica sul
romance edito dalla Bertoni editore di Perugia.
Intervista
A fine luglio farai tappa a Roma con il
tuo spettacolo dove suonerai anche i brani del tuo ultimo album “Luce”. Come
ti stai preparando e come stai vivendo questo momento?
Si, il 30 luglio sarò al teatro Marcello di
Roma, una location molto suggestiva. Suonerò alle 19.30 e credo che sarà molto
emozionante suonare in quel luogo magico. Presenterò tutti i brani dell’album
“Luce”, il disco che è uscito il settembre del 2021 e all’interno ci
saranno tre mie composizioni al di fuori del disco.
Con il tuo tour giri solo l’Italia o
anche all’estero?
Sarà un tour tutto italiano.
Mi racconti come ti sei avvicinata alla
musica? Com’è nata la tua passione?
Dai racconti dei miei genitori, a due anni i
miei nonni mi regalarono una tastierina giocattolo. All’epoca andavano di moda
gli 883, era il 1992. Un giorno i miei genitori mi sentirono intonare con la
tastierina dei pezzettini di melodia della canzone “Sei un mito”. Mio papà
è sempre stato un appassionato di musica, soprattutto del pianoforte, però non
ha mai potuto suonare e vedendo che mi piaceva la musica decisero di portarmi in
una scuola di musica locale per imparare a suonare il pianoforte. A 4 anni ho
iniziato ufficialmente gli studi di musica classica. Infatti devo ringraziare
tanto i miei genitori che mi hanno supportato tanto e i miei nonni perché se
non mi regalavano la tastierina, non avrei potuto iniziare a suonare. Poi
all’età di 8 anni mi presero a studiare all’accademia Chopin di Padova, con
il maestro Mahan Mika, che devo ringraziare tanto non soltanto perché mi ha
insegnato a leggere le note, la musica e stare dietro allo spartito, ma anche ad
amare la musica ed a interpretarla. Dopo qualche anno ho avuto l’ispirazione
di comporre, perché nel comporre sento il bisogno
di tirare fuori le mie emozioni, i miei sentimenti e non solo quello che succede
intorno a me.
Con quali idoli musicali sei cresciuta?
Soprattutto Bob Dylan. Non c’entrava con la
musica con cui sono nata, la musica classica, ma poi sono diventata compositrice
di musica new age, un genere che abbraccia un po’ tutti gli stili,
però il mio idolo in assoluto è Bob Dylan.
Qual è il primo comandamento di un buon
musicista?
Avere tanta passione per la musica.
Oltre a suonare componi le tue canzoni.
Qual è il momento della giornata più fertile per creare le tue canzoni?
Sembra strano, ma è la notte, quando in
realtà una persona dovrebbe dormire. In realtà io dormo, però non dormo.
Spiegati meglio.
Dormo e sogno tantissimo. Durante i miei
sogni c’è sempre una musica come sottofondo, però non è musica per
pianoforte, ma musica per pianoforte e archi. Amo veramente l’orchestra
d’archi, quindi violini, viole, violoncello e tutti quei strumenti
che fanno parte degli archi. Non succede tutte le notti, però sogno come
se stessi dentro un film e faccio questi sogni particolari, dove all’interno
c’è sempre della musica nuova. Poi quando mi alzo al mattino, faccio tutte le
mie cose e poi mi metto al pianoforte e cerco di reinterpretare le musiche di
quel sogno.
Ma la musica deve più commuovere o più
infiammare?
Dipende da quale tipo di musica si ascolta o
si scrive. Comunque sono sempre emozioni personali, perché potresti scrivere
una musica che per me ha un senso, un significato malinconico e triste e
invece altre persone possono interpretarla come un segno di speranza, a volte di
allegria. Dipende, perché è sempre molto personale.
La musica può essere anche terapeutica?
Si, soprattutto se viene fatta ascoltare ai
bambini. Molte volte viene usata nei centri di meditazione, centri olistici. Si,
è molto terapeutica e soprattutto per se stessi, perché sia scriverla,
suonarla ed ascoltarla, aiuta tantissimo l’anima e tutto il turbinio di
emozioni che abbiamo dentro.
Prima di una esibizione hai un rito
scaramantico?
Si, saltello tanto (risata). Mi sciolgo le
mani e scarico la tensione.
Dopo una esibizione temi più il giudizio
del pubblico o della critica?
In realtà del pubblico. A me piacerebbe
arrivare a trasmettere le emozioni alle persone, al pubblico che viene a
sentirmi, che sia un ragazzo oppure un anziano. Il pubblico è quello che viene
ad ascoltarmi e quindi sono curiosa di sapere quello che loro hanno provato,
quali emozioni posso aver trasmesso loro.
Quante ore al giorno dedichi alla musica?
Neanche tante, mi alleno un paio di ore al
giorno. La cosa lunga è la scrittura, perché non scrivo al computer ma scrivo
ancora alla maniera antica, con il pentagramma e la matita.
Quali sono le tue ambizioni?
A me piacerebbe arrivare ovunque e
trasmettere delle emozioni e questo sento che è il mio compito, perché per me
la musica è tutto. Quello che dico sempre è che la musica è come un diario,
solo che invece di scrivere parole, scrivo note e ogni nota in sé è una
emozione. Vorrei provare a far arrivare questo diario personale alla gente, che
poi come dicevo prima, ognuno può interpretarlo a suo modo.
Ho letto che sei anche poetessa.
Si, scrivo ogni tanto per hobby. Mi piace
molto leggere poesie, leggere libri, romanzi e ogni tanto per passione la sera
mi metto a scrivere.
Poeta preferito?
Arthur Rimbaud, poeta francese. E’ uno dei
poeti maledetti.
Scrittore preferito?
Oscar Wilde, scrittore irlandese.
Oltre a scrivere, hai altre passioni,
altri hobby?
In realtà faccio volontariato al gattile di
Ventimiglia. Qualche anno fa ha
avuto dei disastri a causa di una alluvione e prima di quel momento non sapevo
neanche dell’esistenza di un gattile, in realtà c’era solo un canile. Ho
iniziato a fare volontariato una volta a settimana, ovviamente quando non ci
sono impegni. Sono molto legata agli animali, non solo ai gatti. Nel tempo
libero, avendo il mare davanti casa, mi godo un’oretta al giorno per fare un
bagno e la sera esco con le amiche.