Yari
Gugliucci (attore e regista) Roma
16. 5. 2010
Intervista di Gianfranco Gramola
Un
attore dal cuore d’oro, che ama rilassarmi con la musica di Beethoven
L’attore
Yari Gugliucci è nato a Salerno il 15 ottobre del 1974. E’ figlio di Nicola e
di Ermanna Guarino Grimaldi. Finito il liceo classico, il 14 ottobre 2001 si
laurea in Sociologia, presso l’Università di Fisciano. Consegue anche una
specializzazione in Filosofia. Il suo obbiettivo è la recitazione, a soli 13
anni debutta presso il Teatro San Genesio di Salerno, poi l'esordio nel cinema
con il film “Isotta” di Maurizio Fiume, regista che qualche anno dopo gli
darà la grande possibilità di interpretare il ruolo di Giancarlo Siani,
giornalista napoletano assassinato la sera del 23 settembre 1985. Il film “Ed
io ti seguo” diventa un caso di distribuzione. In Italia è quasi boicottato
da molti giornalisti ma in Europa e nel mondo la pellicola riceve diversi premi
e consensi. Yari Gugliucci riceve la nomination al Festival Internazionale di
Montreal. Nel 1998 esordisce come attore brillante nel film “Un anno in
campagna” del regista Marco Di Tillo, commedia divertente e ben scritta che
avrebbe meritato miglior fortuna ma che fu distribuita molto male dall'Istituto
Luce. Poi vince il premio come migliore attore al Clorophilla Film Festival, a
Stoccolma, Mosca, ha un riconoscimento dalla New York Giornalism Department ed a
Baden Baden, insieme al parlamentare Leoluca Orlando, riceve il Nastro d'oro per
l'impegno civile alla lotta contro la criminalità organizzata. Grazie a questo
ruolo il giovane attore è citato in almeno 7 tesi di laurea (5 in Germania, 2
in Italia) sulla lotta per la libertà di stampa. Non mancano collaborazioni con
grandi registi come i Fratelli Taviani in “Luisa Sanfelice”, nel ruolo del
giacobino Michele Capopolo, poi con Lina Wertmuller in “Francesca e
Nunziata” e “Ferdinando e Carolina”, dove veste i panni di Gennarino
Rivelli, amico del Re Borbone. Il regista polacco Rebinsky lo vuole nella sua
produzione teatrale in Inghilterra, accanto a Michelle Pfeiffer e Kevin Kline
nel riadattamento di “The Tempest” di Shakespeare.
Yari è Caliban. Sempre in Inghilterra gira il film televisivo della Bbc, Hbo,
My House in Umbria di Richard Loncraine, accanto a Meggie Smith e Timothy Spall
con il quale lavorerà di nuovo qualche anno dopo nel remake di Nicholas Renton
“A room with a view” (Camera con vista), per la Itv 1 Channel. Il quotidiano
inglese The Guardian gli dà l'appellativo di Period Face (Faccia d'epoca). È
il regista Stefano Reali a riportarlo in Italia dandogli il ruolo dell'ultimo Re
di Napoli, “Francesco II” nella miniserie televisiva “Eravamo solo
mille” e quello di Mimmo ne “La terza verità”. Yari Gugliucci si era già
imposto al pubblico televisivo vestendo i panni di uno strampalato avvocato
divorzista in “Cuore contro cuore” di Riccardo Mosca.
Filmografia
parziale
Ferdinando e Carolina (1999) – Angelo
custode (2001) – Cuore contro cuore (2004) – Luisa
Sanfelice ( 2004) – Stai con me (2004) – Il capitano (2005) – Regina di
fiori (2005) – A voce alta (2006) – Donne sbagliate (2007) – Nassirya –
Per non dimenticare ( 2007) – Nero bifamiliare (2007) – Voce del verbo amore
( 2007) – La terza verità (2007) – A Room with a View (2008) –
Miacarabefana.it (2009) – Ce n’è per tutti (2009) – I delitti del cuoco
(2010).
Ha detto
- Erano gli anni ottanta, quegli anni che
qualcuno definì di "plastica", mi mancano! Eravamo pieni di
illusioni, ci illudevamo di vedere delle vere partite di calcio, ci illudevamo
di sentire della vera musica, di andare tutti al cinema e fare la fila fino ad
esaurimento biglietti, con il terrore che potesse passare circa un anno dalla
messa in onda televisiva! Sfasciavo le cabine telefoniche se mi rubavano un
gettone da 200lire circa 15 centesimi.. oggi spendo 75 euro a settimana di
cellulare e non mi importa niente!
- La
scuola è finita da qualche settimana, le mie spalle sono già arrossate e tra
qualche giorno come tutti gli anni si screpoleranno di nuovo. E’ mattina
presto e su un motoscafo Ilver in vetroresina e teck con un entrobordo Mercury
85 ormeggiato al largo di capo d’orso (costiera amalfitana), mio padre sta
indossando una muta Mares e delle lunghe pinne Cressy, che tra un po’ lo
accompagneranno in mare. L’odore della nafta mi dà alla testa e a stomaco
vuoto non mi resta che annuire quando mi chiederà “Scendi con me”? In pochi
minuti siamo tutti e due in mare con un pallone che ci segnala dalle altre
imbarcazioni in arrivo,in pratica la situazione è questa: Lui mi darà un
segnale e io gli terrò forte la mano,poi scendiamo per un po’ e quando a
qualche metro non avrò più fiato,con due colpi alla sua mano segnalerò di
risalire mentre lui lentamente scenderà fino a perdita d’occhio. Oggi dopo
venti,venticinque anni di distanza quell’immagine è diventata così
emblematica che non posso far fronte a tante domande generazionali del tipo: Che
si prova a raggiungere quel blu profondo. Quanto è importante per noi figli
arrivare fino in fondo e qual è il confine che recide Il cordone ombelicale?
Sono fermo sulla spiaggia del mondo dove fama e successo svaniscono nel nulla.
Sarò padre un giorno e scenderò anch’io sperando che mio figlio mi raggiunga
per qualche metro in più.
-
Ero
ancora un ragazzino senza una precisa velleità artistica quando un mio grosso e
simpatico mito della mia infanzia dopo avermi portato con sé a vedere in una
tenue domenica di marzo del 1982 una partita di calcetto ai salesiani di
Salerno, disse:”Cazzo, è morto Belushi”!
Curiosità
-
Il
suo nome ha origine dagli indiani Sioux.
- Il
padre Nicola, è un medico specializzato nelle malattie dell'apparato
respiratorio.
-
E'
autore di sceneggiature come "Acqua Passata" - "Tirez-bouchon"
- "Santi Martiri" e del suo spettacolo "Necessito un drink"
con la piccola orchestra Astroklide i cui incassi sono tutti devoluti alle
associazioni umanitarie S.O.S solidariety e Indian Children Comunity.
Intervista
Sei attore, regista e sceneggiatore e non
solo. Come riesci a conciliare tutti questi lavori?
Innanzitutto,tengo
a precisare come spesso mi capita di fare su questa tua giusta osservazione, che
la scelta di variare tra teatro, tv, cinema e sceneggiare film, nasce non da una
presunzione di saper far tutto quanto dalla necessità di voler lavorare con
continuità e quindi quando il cinema si ferma, passo a progetti televisivi e
quando c’è qualche buon testo teatrale cerco di non farmelo sfuggire. La
sceneggiatura è arrivata proprio dalla crisi di voler raccontare un certo tipo
di storie che in Italia non trovavano terreno fertile! Mi sta andando
bene,speriamo ancora per molto.
Ricordi il tuo debutto?
Il
mio debutto al cinema è avvenuto con Lina Wertmuller nel film “Ferdinando e
Carolina”, sulla storia del re di Napoli. E’ un film che ha avuto molto
successo e che mi ha dato tanto, anche perché Lina volle scrivere con me il mio
ruolo ampliandolo sempre di più. Automaticamente è diventata anche la mia
maestra, sia per la scrittura che per i primi meccanismi di comprensione del
cinema, subito dopo i fratelli Taviani con il film “Luisa Sanfelice”.
Chi sono stati i tuoi maestri?
In
questo lavoro si impara tantissimo lavorando. Non dimenticherò mai Arthur Pen
che quando ero a New York citava sempre Marlon Brando e i suoi aneddoti
cinematografici, se pur non mi sia mai capitato di applicarli su di me, mi sono
serviti per tante altre cose come per scegliere un progetto anziché un altro.
Qual è stato l’incontro che ti ha
cambiato la vita?
L’incontro
che mi ha cambiato la vita è stato dopo aver interpretato il film “E io ti
seguo”, sulla storia del giornalista Giancarlo Siani. Quando mi fermò con le
lacrime agli occhi il suo migliore amico facendomi i complimenti, capii che
avevo delle responsabilità nel mio mestiere.
La
tua più grande soddisfazione artistica?
La
più grande soddisfazione artistica è di aver interpretato in inglese
Shakespeare a Londra con Michelle Pfeiffer e K.Kline “The Tempest” e anche
di recente questo One Man Show che ho scritto e fatto a Los Angeles… Ero
emozionatissimo. Poi ho visto che in prima fila c’erano Leo Di Caprio, Bar
Refaeli, mezzo cast di Desperate Housewise, Jamie Fox, ecc... Li aveva invitati
il mio produttore. Incredibile. In Italia se chiedi un teatro neanche te lo
danno.
Delusioni?
Beh!
Il fatto che non si sia più fatta la serie di “Cuore contro Cuore” con
Isabella Ferrari. Ancora oggi la gente mi chiede perché? E si ricorda dopo sei
anni quella serie.
Hai mai rifiutato di fare dei lavori?
Mi
è sempre difficile dire no a dei lavori e quando l' ho fatto è stato perché
le date si accavallavano o perché non mi interessava il target ma di solito
accetto le sfide.
Cosa hai sacrificato per arrivare al
successo?
Ho
sacrificato gli affetti per arrivare al successo e la mia instabilità
territoriale, l’insonnia (tutti componenti di chi come me come un pastore
errante), si sposta sempre per cercare nuove opportunità lavorative, ma la mia
integrità è sempre stabile.
Ma i tuoi genitori che futuro sognavano
per te?
I
miei genitori sono sempre stati favorevoli sulla mia decisione di diventare un
attore, non senza qualche preoccupazione o timore. Ho interrotto una famiglia di
medici ed avvocati essendo figlio unico, ma non avrei resistito.
Che lavoro fanno i tuoi genitori?
Mia
madre è insegnante di inglese, mio padre Internista. Entrambi due personaggi
dai caratteri forti e con un senso narrativo molto sviluppato (entrambi due
personaggi letterari).
Quali sono i tuoi idoli?
Non
ho idoli, forse quegli anziani che saggiamente affrontano la vita e con un
bagaglio culturale infinito (come era mia nonna paterna che mi ha cresciuto).
Vivendo spesso in America in passato ho avuto molte contaminazioni e quindi
ammirazioni dei racconti di anziani insegnanti su Marlon Brando, Montgomery
Clift, Dustin Hofmann, ma anche Totò, De Sica, Tognazzi e altri artisti che
hanno fatto la storia della commedia all'italiana.
Quali sono i tuoi hobby, i tuoi passatempi
preferiti quando non lavori?
Quando
non lavoro mi dedico alla creazione di nuovi piatti culinari, molti amici dello
spettacolo mi chiamano maestro, mi diverto a rilassarmi con Beethoven in
sottofondo e a cucinare. Poi pratico l'asthanga yoga( praticato da Sting,
Madonna,William Dafoe) che è molto utile a quelli che devono concentrarsi e
allenare il fisico contro lo stress. Ma il mio tempo libero lo dedico
soprattutto a fare lunghe passeggiate dove noto la vita quotidiana che mi ispira
di più per il mio lavoro.
C’è un collega che stimi molto?
Colleghi
bravi ne ho tantissimi, la maggior parte dei quali aspetta l'attimo giusto e
credo che prima o poi arriverà. E' difficile per noi fare sempre la scelta
giusta.
Con quale attore (attrice) vorresti
lavorare?
L'attore
con il quale vorrei lavorare è Fabrizio Bentivoglio e come attrice Cate
Blanchett, anche perché con le italiane ho lavorato quasi con tutte.
La cosa più cattiva che hanno detto o
scritto su di te?
Sono
stato molto fortunato con la stampa perché credo di essere sempre stato
abbastanza sincero e sarebbe stato come sparare sulla croce rossa. C'è sempre
tempo per pentirsi.
Yari con Raoul Bova sul set
Il complimento più bello che hai
ricevuto?
Il
complimento più bello che ho ricevuto me lo ha fatto uno sceneggiatore che ora
non c'è più, Leo Benvenuti (Don Camillo e Peppone, Fantozzi, Amici miei,
C'era una volta in America). Mi chiamava la Scienza esatta! Detto da lui mi
colpì molto. Poi aggiunse: "Tieni duro, tu sei Yari Gugliucci" (risata).
Mi manca molto.
Che rapporto hai con la Fede?
La Fede è tutto per me, attraverso grandi
momenti di crisi creativa, mi chiedo dove andremo a finire come esseri umani e a
volte mi lascio prendere dall'ingiustizia di molti che senza gavetta sembrano
passarmi sopra. In quei momenti la Fede è tutto e come disse sempre Leo
Benvenuti una sera a cena da Lina Wertmuller: "Yari in questo lavoro non sono i
100 metri, ma i 1000, 2000 metri ... tieni duro".
Il tuo rapporto con il denaro?
IL denaro è utile ma non decisivo. Faccio
scelte sempre ponderate e mai solo per denaro. La tv mi da da campare, il teatro
mi forma, il cinema mi fa crescere.
La più trasgressione delle tue
trasgressioni?
La mia trasgressione? Il sesso. Non potrei
farne a meno.
Con il successo sono cambiate le tue
amicizie? Chi frequenti in particolare?
I miei amici non fanno parte dello spettacolo
e più aumenta la mia popolarità più gli sono legato. Spesso mi dicono che
dovrei tirarmela di più ... ma io sorrido. Claudia Gerini è la mia più cara
amica. Ma non frequento gente
dello spettacolo, anzi sto vivendo a Salerno e torno a Roma solo se necessario.
Un tuo vizio e una tua virtù?
Il mio vizio è contraddirmi e la mia virtù
anche…
Cosa ne pensi della battaglia contro il
fumo?
La battaglia contro il fumo è utile, ma è
sempre un susseguirsi di propaganda... E' stato il cinema a farci apprezzare le
sigarette ed ora ce le distrugge… io non fumo!
Chi porteresti con te su un’isola
deserta?
Su un isola deserta porterei i miei più cari
amici, Jovanotti come DJ, Scarlett Johanson, Sabrina Ferilli, Lucio Dalla, Woopy
Goldberg, Stefano Benni, Alessandro Bergonzoni, Piero Chiambretti e Veronica
Pivetti. Se invece ci fosse posto solo per uno, scegliere Mariah Carey, perché
racchiude un po’ tutte le necessità, canta, mangia, si diverte e...
Qual è il tuo tallone d’Achille?
Il mio tallone d’Achille è che non riesco
ad essere costante per troppo tempo.
Hai mai fatto delle gaffe?
Gaffe? Io sono una gaffe continua,
Gianfranco.
Ti ritieni fortunato?
Mi ritengo fortunatissimo per tutto quello
che ho fatto e sto facendo e figuriamoci che ero l'ultimo della classe!
Ultimo libro letto?
Quello di Paolo Sorrentino "Hanno tutti
ragione".
Il regalo più bello che hai ricevuto e da
chi?
Il regalo più bello fu un biglietto a
Venezia per il festival ad una prima di gala di Sleeper. Un tizio che ascoltava
mentre supplicavo la hostess per averlo, rise così tanto che mi diede il suo.
Capitai vicino a Robert De Niro e Barry Levinston. Chissà chi era quel signore
che mi ha dato il suo biglietto.
Hai mai pensato di scrivere un libro
autobiografico sulle tue esperienze nel mondo dello spettacolo?
Sto scrivendo un libro molto autobiografico.
Hai dei complessi?
Complessi? Un’orchestra in testa (come
diceva Massimo Troisi).
Quanto ti influenza l’oroscopo nella
vita quotidiana?
L'oroscopo? Non tanto.
Hai un sogno nel cassetto?
Avevo un sogno nel cassetto ma non trovo più
il cassetto (risata). A parte gli scherzi, mi piacerebbe ri-trasformare
l’Italia in un paese competitivo per il cinema.
A chi vorresti dire grazie?
Vorrei ringraziare tutti quelli che ogni
volta spontaneamente credono in me. Sono la mia benzina per continuare.
Progetti?
Ne ho uno bellissimo. Trasformare Ischia in
un’isola competitiva e come location del cinema. Mi hanno nominato
ambasciatore della cultura, anzi ti invito presto!