Leonardo Manera (comico)
Milano 11.7.06
Intervista di Gianfranco Gramola
Ossessionato dai tormentoni
Leonardo Manera, attore, autore e
principalmente cabarettista, è nato a Milano il 20 aprile del 1967. Vive a
Brugherio. Il suo punto di riferimento artistico è Buster Keaton, attore e
regista statunitense. Leonardo sul palcoscenico è di una simpatia incredibile e
di una professionalità maniacale nell'inventare i suoi personaggi che nascono
proprio dalla realtà quotidiana, vedi Peter, quello di Brescia. Famose sono le
sue battute che ormai sono diventati dei "tormentoni". Un esempio?
Purtropooo - Fluuuoroo- Addrrriana. " Mi
scuso con tutte le Adriane - spiega -
a cui il mio personaggio dovesse aver arrecato disagio. Alle prime dieci Adriane
che mi telefoneranno, verrà inviato a titolo di risarcimento, una copia del mio
libro o una confezione di dentifricio al fluuuoroo!".
Curriculum artistico
1989 - “Quelli di grock” dove frequenta
corsi di mimo. 1990 - Corso di dizione e recitazione tenuto da Gianni
Rossi del Teatro Olmetto. 1990 - Seminario sul lavoro dell’attore tenuto
da Raul Manso.
Teatro
2000 - “Se non m’illudo mi chiudo”,
2002 - “Abbracciati da sola che c’ho d’andar via", 2003 - “Aspetto
e spero”.
Televisione
1997
- “Seven Show” (Italia 7). Estate
1997 - “Paperissima Sprint” (Canale 5). 1998-1999 - “Quelli che il
calcio…” (Rai Due) condotto da Fabio Fazio. 1999 - “Ciro” (Italia 1).
2000-2001 - “Zelig” (Italia 1). 2003
- “Zelig” (Italia 1).
Cinema
1999 - “La grande Prugna” regia di
Claudio Malaponti. 2001 - “Ma famme s’appelle Maurice” regia di Jean Marie
Poiret.
Premi
1996 - “Festival Nazionale del Cabaret”:
è vincitore del primo premio. 1997 - “Festival di Cabaret Città di
Cremona”: si aggiudica il primo premio dedicato a Ugo Tognazzi nella sezione
giovani. 1997 - “Zanzara d’Oro” (Rai Uno): è vincitore del premio della
critica.
Ha detto
- Se
un comico non avesse mai avuto problemi forse non avrebbe mai fatto il comico.
Se un comico non avesse mai avuto problemi d’amore forse non avrebbe mai fatto
il comico. Se un comico fosse sempre stato felice forse avrebbe fatto l’attore
drammatico. Io faccio il comico.
-
La cosa più assurda che
ho fatto per una donna? Farmi una giornata intera di viaggio per stare con lei
mezzora... e trovarla con un altro!
- Nella vita sono una persona irritante! Sono
molto lunatico, quando non so cosa fare creo litigi senza motivo.
- Avevo 17 anni quando mi esibivo come prestigiatore e frequentavo ancora
il liceo. Conoscevo il mago Aime, famoso a Salò e dintorni e mi affascinavano i
giochi di prestigio. Contemporaneamente all'Università (ero iscritto alla
facoltà di Giurisprudenza a Pavia) mi dedicai alla magia comica per qualche
anno. Poi, chiusa la pausa universitaria, frequentai vari corsi di teatro e di
mimo e scelsi di fare cabaret.
Battute
- Due pomodori si incontrano: uno è felice ma
l'altro non lo è. Allora il pomodoro felice dice:" Perché sei così
triste? ". E il pomodoro triste:" Perché ieri la mamma è... passata ".
-
Schumacher va in albergo:"Vorrei una camera" . E
l'albergatore:"Doppia?". E Schumacher:"Beh,spesso!".
- Al maneggio: - Salve, vorrei un
cavallo... - Da montare? - No,
già pronto.
- Dal medico: uno va dal medico e i suoi
parenti gli dicono: “Non ti ha dato la ricetta completa!”. “Perché?”. “
C’è scritto prendere la vitamina e …” .
- Sapete qual è la migliore amica dell’ape
maia? L’ape azteca .
- C’è un cavaliere che va da un artigiano.
"Vorrei uno scudo". L’artigiano glielo dà. "Quanto le devo?".
"Due scudi".
-
"Per due denti...ma cosa vuole che siano?" disse il dentista.
"Tutto, per me!" rispose il tricheco.
Intervista
L'ho incontrato la prima volta ad Andalo (Trento), in occasione dello spettacolo di Capodanno 2001. Parla e gesticola da
solo... sta provando alcune battute.
Leonardo, com'è nata la passione per lo
spettacolo?
E' sempre stata una mia passione, anche se
non ho mai fatto nessun altro lavoro. Ho fatto il mio primo spettacolo a 17 anni
e da allora ho sempre continuato a farli.
Come nascono i tuoi personaggi e le tue
gag?
Gli spunti sono autobiografici di solito e
poi sono cose che sono capitate a me o a persone che conosco e me le raccontano
oppure cose di cui sono stato testimone.
Mio figlio mi ha detto di chiederti se
"Adrrriana" è una tua ex fidanzata...
No! Non è niente, è stato un caso e non ha
nessun riferimento a qualche persona reale.
Ma i tuoi genitori che futuro sognavano
per te?
I miei genitori volevano che finissi di
studiare. Facevo giurisprudenza e avrebbero preferito che mi laureassi.
Che lavoro fanno i tuoi genitori?
Mio papà Luciano è Direttore di Banca in
pensione, mia madre Giuseppina è casalinga.
Temi di più il giudizio del papà e della
mamma?
Se devo essere sincero di nessuno dei due (risata). Ascolto il loro parere ma non è che mi condizionano.
Qual è stata la tua più grande
soddisfazione in campo artistico?
Forse è stata quella del '97 . Ho fatto un
concorso di cabaret e sono stato premiato dal grande e mitico Alberto Sordi.
E delusione?
Quando vorrei fare delle cose che a me
piacciono e che dopo per un motivo o per l'altro non vengono accettate.
Qual è stata la città che ti ha accolto
con più entusiasmo?
Il mio paese d'origine, Salò, sul lago di
Garda dove ci vado ogni tanto a fare qualche spettacolo e dove si ricordano che
io sono nato lì. Adesso sono 20 anni che abito a Milano però ogni tanto torno
in quella cittadina.
Due domande su Roma. La conosci ?
Si! La conosco abbastanza bene. Ci vado
sempre volentieri perché ogni volta c'è da rimanere con il fiato sospeso,
perché è veramente una bella città. Amo molto Campo de' Fiori e tutta la zona
intorno, quei vicoletti dove si respira la vecchia Roma.
So che sei un buongustaio. Come trovi la
cucina romana?
La trovo molto pesante (risata). E' più
invernale, vedi la pasta e fagioli. Però c'è una cosa che mi piace molto ed è
leggera e che è l'insalata di puntarelle. Mi piace molto.
E che mi dici dei romani? Hai
lavorato a Zelig a fianco di Gabriele Cirilli, quindi li conosci bene, no?
Simpatico Cirilli. I romani hanno una comicità
locale molto forte, quindi è difficile arrivare da fuori e fare comicità a
Roma. Questo succede in alcune grandi città che sono Roma, Napoli e Firenze,
principalmente. Milano è già diversa perché ha un tipo di comicità molto
contaminata da varie zone e da varie regioni.
Tradiresti la tua città per andare a
vivere a Roma?
No! Adesso no. Da 20 anni abito a Milano e
ormai ci sono affezionato e non la tradirei.
Cosa non ti piace di Roma?
Non mi piacciono le troppe sirene che si
sentono in continuazione. Il traffico c'è dappertutto, anche a Milano, però le
sirene che sento a Roma non le trovi in nessun'altra città. Ambulanze, polizia,
vigili urbani, forze dell'ordine, ecc... sirene a destra e a sinistra.
Hai mai pensato di mollare tutto e
cambiare lavoro?
Si! Ogni tanto ci penso, però non ne ho la
minima idea di cosa fare (risata). Forse il disoccupato...
Quali erano i tuoi idoli da ragazzo?
Da ragazzo come tanti volevo fare il
calciatore. Ero tifoso del Milan e quindi il mio idolo era Rivera fino ad
arrivare negli ultimi anni con Maldini, Baresi e tutti gli altri.
Quando non lavori quali sono i tuoi hobby?
Fai collezioni?
Collezioni, no. A me piace molto camminare e
poi suono, anzi cerco di suonare qualche strumento e poi faccio tanto sport.
Gioco ancora a pallone e a tennis.
Quali sono le tue ambizioni?
Sono quelle di poter migliorare nel campo
dello spettacolo e poi magari fare un film che abbia un senso, non i film soliti
che fanno i comici che sono spesso discutibili.
Il complimento più bello che hai
ricevuto?
Siccome nei miei spettacoli ci metto qualche
pezzo poetico, il complimento più bello è quando mi dicono che sono un poeta.
Mi apprezzano per questo particolare che fa parte del mio spettacolo che non è
solo risata ma anche poesia.
La cosa più cattiva che hanno scritto su
di te?
Qualcuno ha scritto che facevo ridere poco o
le mie gag non funzionavano. Onestamente cose cattive non ne hanno mai scritto
comunque. Qualche critica si, ma fa parte del lavoro.
Un consiglio a chi volesse intraprendere
la carriera del cabaret?
Cominciare a scriversi dei testi e poi
provare ad andare in qualche locale ad esibirsi. Scrivere parecchio e non
buttare niente, perché, soprattutto all'inizio, si butta via parecchia roba. Io
all'inizio tenevo solo il 10 per cento di quello che buttavo giù. Ecco, questo
è il mio consiglio, scrivere tanto e non buttare niente. Più avanti tutto può
essere comodo.
Tu credi in Dio?
Quando sono in aereo sempre (risata). Non
sono praticante, comunque.
Per avere successo nel tuo lavoro serve
schierarsi politicamente?
No! Secondo me, no. Nel mondo della comicità
non serve anche perché in questo settore chi ti dà popolarità è il pubblico.
Se fai ridere hai successo, se non fai ridere non hai successo. Alla fine anche
se sei schierato e le cose sul palco non funzionano, vai male e non serve essere
di destra o di sinistra. C'è da dire che storicamente tutti i settori dello
spettacolo sono di sinistra, però sulla totalità dei comici sono pochi quelli
schierati.
Qual è il collega di Zelig a cui sei
molto affezionato?
A Flavio Oreglio. Ci conosciamo da quasi 20
anni, praticamente abbiamo iniziato insieme.
A chi vorresti dire "Grazie"?
Vorrei dire un "Grazie" di cuore ad
un comico milanese che adesso non c'è più (è morto tre anni fa, n.d.a) e
che si chiamava Walter Valdi. Era un personaggio che mi ha insegnato come stare
e come muoversi sul palco. Un maestro.
Un tuo sogno nel cassetto?
Avere dei figli. Sono fidanzato, prima ho
convissuto ma non ho ancora avuto figli. Questo è un mio sogno nel
cassetto.
Progetti?
Adesso sto preparando una trasmissione
televisiva e una radiofonica. Vediamo se andranno in porto e poi sto preparando
il nuovo spettacolo teatrale che farò l'anno prossimo.