Andrea
De Rosa (attore e autore)
Roma 7.5.2012
Intervista di Gianfranco Gramola
Andrea,
il cazzaro di “Notte prima degli esami”, ha un
sogno:”Vorrei campare di questo lavoro e cercare sempre di fare cose
diverse, perché è la cosa che mi tiene vivo”
Per
contattare il simpatico Andrea, il suo sito è www.andreaderosa.com
Andrea
De Rosa nasce a Roma il 28 febbraio del 1986. Dopo aver trascorso
infanzia e adolescenza a Guidonia, una volta raggiunta la maggiore età si
ritrasferisce nella capitale dove alterna lo studio di recitazione, alle prime
esibizioni cabarettistiche presso locali e teatri off di Roma e dintorni, dove
ha il compito di aprire con un breve monologo lo spettacolo di comici più
affermati. Continua gli studi frequentando la
Scuola Di Teatro Popolare di Fiorenzo Fiorentini, diretta dalle figlie di
quest'ultimo, e frequenta due stage di metodo Strasberg, il primo con Bernard
Hiller, il secondo con Allan Miller e contemporaneamente inizia a girare i primi
cortometraggi. A maggio del 2005 scrive e interpreta il suo primo monologo al
Teatro Petrolini di Roma, dal titolo Parzialmente stremato, dove ironizza sul
quotidiano, la tv e la politica. Due mesi dopo viene scritturato per un ruolo da
coprotagonista nell'opera prima di Fausto Brizzi, Notte prima degli esami, che
riscuote un successo enorme oltre che inaspettato: circa 12 milioni e mezzo di
euro al botteghino. Nel frattempo torna al Teatro Petrolini con il suo secondo
monologo, Senza peli sulla lingua, dove comincia a servirsi dell'ironia in
maniera più cattiva e irriverente verso un certo malcostume e i vari programmi
e personaggi dello showbusiness. A distanza di un anno dal primo film, Brizzi lo
richiama per Notte prima degli esami - oggi, dove torna nuovamente ad indossare
i panni di Massi, "il cazzaro", e per il quale si conferma il successo
del capitolo precedente. A maggio del 2007 riceve la proposta per il primo ruolo
da protagonista nella commedia giovanilistica Ultimi della classe dell'
esordiente Luca Biglione, dove interpreta sempre uno studente, ma stavolta
timido, impacciato e con tanta paura del futuro. Un mese dopo è fra i
protagonisti del terzo film di Luca Lucini: Amore, bugie e calcetto che vanta
nomi come Claudio Bisio, Angela Finocchiaro, Giuseppe Battiston, Claudia
Pandolfi e Filippo Nigro. A Febbraio 2009 è protagonista al Teatro Dell'Angelo
di Roma con il nuovo spettacolo di cabaret, di cui è autore, regista e
interprete principale: La mia generazione dalla A alla Z, in cui ironizza con
punte d'irriverenza sui giovani d'oggi, plasmati dalle mode, annoiati dalla
politica e rimbambiti dalla televisione. Dopo aver interpretato il personaggio
di "Becchino" nel corto pulp Ganja fiction (con Crisula Stafida,
Renato Solpietro, Simone Lupino ed altri giovani interpreti) si appresta a
vestire gli stessi panni nell'omonimo lungometraggio di Mirko Virgili.
Intervista
Com’è
iniziata la tua avventura nel mondo dello spettacolo?
Ma io ho sempre voluto fare l’attore fin da
ragazzino, da bambino volevo proprio fare il comico. Poi mi sono appassionato al
mestiere in generale. Fare il comico penso sia come la chiamata per i preti…
devi sentire qualcosa… una vocazione, ecco. Ma anche per l’attore in
generale, non solo al comico. Certi tempi comici o ce l’hai o non ce l’hai,
per fare l’attore invece bisogna studiare.
Che
scuole hai fatto?
Ho
fatto un corso annuale di acting presso la “Scuola di cinema”
di via Panisperna, che adesso non esiste più. Poi ho fatto un corso
annuale di teatro popolare presso la Fiorenzo Fiorentini, scuola che esiste
ancora però credo che adesso facciano solo seminari. Ho fatto dei seminari,
degli stage di metodo Strasberg con Allan Miller e Bernard Hiller.
Contemporaneamente, anche per sconfiggere la timidezza, ho fatto cabaret, per
esercitare i tempi comici e allo stesso tempo per avere un contatto subito
con il pubblico e rompere il vetro della timidezza. E questo mi è
servito tanto.
Come
ricordi il debutto, Andrea?
Di
debutti ne ho avuti due. Uno piccolo ma molto importante e uno grande, che è
stato importantissimo. A scuola sono salito sul palco nelle recite scolastiche,
però la prima prova ossia il mio debutto ufficiale in pubblico è stato a 18
anni con un mio pezzo di cabaret, in un locale che si chiama “Anticaje e
Petrella”, che praticamente funge sia da teatro con musica dal vivo, che da
negozio di antiquariato. E’ formato da due tunnel: il primo tunnel è formato
da un vecchio negozio di antiquariato e il secondo è il classico locale per
fare musica dal vivo, piccoli spettacoli e dove si mangia, si beve e si assiste
a questi mini show. Ed è un localino storico dove si sono esibiti negli anni
’60 dei grandi artisti, grandi cantanti. Quel debutto lo ricordo con molto
affetto perché c’erano una ventina di persone, di cui sette erano miei
parenti (risata). Comunque è andata bene e quelle venti persone che c’erano
si sono divertite. Non avendo attori in famiglia e conoscendo le difficoltà del
fare una carriera in un mondo così difficile, così complicato e sporco, i miei
genitori erano pronti a trovare
anche il primo errore, per sottolinearmi. Invece è andato tutto liscio per
fortuna. Poi l’altro debutto che è stato più importante è stato quello al
cinema. Ho avuto la fortuna di essere entrato nel mondo del cinema dalla porta
principale, perché il primo film che ho fatto è stato:”Notte prima degli
esami” dove ho avuto subito il ruolo da co-protagonista e per di più il film
a livello mediatico fu il
film dell’anno. Pensa Gianfranco che incassò ben 13 milioni, che non è stato
il più grande incasso della stagione. Poi il bello è che eravamo tutti attori
sconosciuti, a parte Giorgio Faletti e Cristiana Capotondi. Eravamo 4-5 facce
completamente sconosciute.
Hai
mai pensato ad un nome d’arte?
No!
Mi piace il mio. Se avevo un nome buffo o ridicolo magari lo cambiavo, ma il mio
va bene. L’unica scocciatura è che il mio è un nome abbastanza comune.
Difatti se tu guardi su Facebook, di Andrea De Rosa ce ne sono una marea.
Il
complimento più bello che hai ricevuto?
Il
tipo di complimento che per fortuna ho ricevuto più di una volta e che mi da più
soddisfazione è quando arriva a livello umano, cioè non è per il fatto che ti
riconoscono perché ti hanno visto, la soddisfazione vera è quando leggi negli
occhi di chi ti riconosce per strada, magari dopo un mio spettacolo, la
contentezza e la gioia che esprimono perché li hai fatti divertire per un’ora
mezza e hai contribuito così ad alleggerire lo stress della quotidianità.
Si parla di commedie, perché quei quattro film che ho interpretato sono
commedie, quindi con ruoli brillanti. Quindi la cosa bella dell’attore è
trasmettere un qualcosa. Ho fatto anche il mio primo ruolo drammatico, per
fortuna, perché è importante per un attore dimostrare a se stesso e agli altri
di saper fare un po’ tutto. E’ anche il bello di questo mestiere fare ruoli
diversi, perché a fare i soliti ruoli, ti annoi un po’.
Il
tuo sogno professionale?
Il
mio sogno è campare di questo lavoro e cercare sempre di fare cose diverse,
perché è la cosa che mi tiene vivo.
Progetti
futuri?
Ci
sono due film che dovrebbero uscire entro la fine di quest’anno. Uno si chiama
“Aspromonte” di Hedy Krissane
e dovrebbe uscire in orrore e
l’altro di chiama “Ganja
Fiction” di
Mirko Virgili.
Parliamo
di Roma. Com’è il tuo rapporto con la Capitale, Andrea?
Bello!
Molto carnale, perché io amo la mia città. La amo e a volte la odio per via
del rumore, del caos, le buche nelle strade, il troppo traffico, ecc… Io poi
giro sempre in macchina,
anche quando ho un appuntamento, un provino da fare uso sempre la macchina.
Siccome i miei genitori, in adolescenza non mi hanno voluto fare il motorino,
ero talmente avvelenato di guidare, che a 18 anni, appena ho preso la patente ho
avuto subito questa abitudine. Vado dappertutto con la macchina e poi mi piace
molto guidare. Parlando di lavoro, gli addetti ai lavori, spesso ti consigliano
di andare a lavorare all’estero, tipo in America. Però un po’ perché sono
portato per la commedia all’italiana, un po’ perché sono troppo innamorato
della mia città per andarmene via, io Roma non la lascio. Almeno adesso la
penso così, poi la vita è aperta a tutto e uno può sempre cambiare opinione.
Ora come ora, da quello che ho notato quando vado a lavorare fuori, sono
contento perché amo viaggiare, però non vedo l’ora di tornare a Roma. Sono
troppo affezionato alla mia città.
Quali
sono state le tue abitazioni romane?
Io
sono nato a Roma, proprio in centro, perché sono nato al policlinico Umberto 1°,
poi sino a 15 anni ho abitato in provincia, a Guidonia, nella frazione di Poggio
Fiorito. Poi sono stato 3 anni a Tor Lupara, sempre lì vicino, poi a 19 anni,
ossia appena finito di girare “Notte prima degli esami” sono tornato dove
sono nato, perché abito proprio vicino all’ospedale, fra Porta Pia e il
Policlinico. Dimenticavo… ho abitato per due anni a piazza Vescovio.
Il
tuo rapporto con la cucina romana?
Mi
piace ma cerco di non esagerare, perché ingrasso facilmente. Infatti cerco di
fare ginnastica quasi quotidianamente a casa e la pasta cerco di mangiarla non
più di due volte a settimana. Non faccio una dieta, però non mi riempio più
di schifezze come ho fatto qualche anno fa. Difatti se tu osservi “Notte prima
degli esami 2”, rispetto al primo, ero ingrassato un pochino, anche perché
andavo in trattoria anche quattro volte a settimana.
C’è
un angolo di Roma a cui sei legato?
Si!
Io ho proprio i miei luoghi. Ho quelle due o tre piazzette dove mi piace andare
a passeggiare e anche a mangiare. Mi piace molto piazza San Salvatore in Lauro,
poi amo piazza Margana, che è una piazzetta piccola, ma bellissima che è
un’oasi di pace, perché se ci vai di sera, non vola una mosca e c’è un
silenzio assoluto che ti sembra di stare in campagna e invece stai esattamente
al centro di Roma, ossia a due passi dall’altare della Patria. Quindi questa
piazzetta mi piace esteticamente e anche questo clima che trovi in parecchie
stradine, vicoli e piazzette del centro specialmente di notte. Di notte Roma non
è bella, è poetica, è meravigliosa. Se sei un’artista, nella Roma di notte
puoi trovare tante ispirazioni. E’ bellissima. Ci sono poi due rioni nel
centro storico che sono i miei preferiti che sono il rione Ponte che è dove
c’è la piazza San Salvatore in Lauro, da non confondere con il rione Monti.
Il rione Ponte è quello che sta dietro piazza Navona, ed è via dei Coronari,
via Panico, ecc… il punto più caotico del rione è via della Pace. Poi c’è
il rione Campitelli che è quello che ospita piazza Margana, piazza Campitelli e
anche la parte dove c’è il Ghetto mi piace molto.