Andrea Osvart (attrice) Roma 10.4.2008
Intervista di Gianfranco Gramola
La bionda che viene dal freddo
Andrea Osvárt, all'anagrafe Andrea Klara Osvárt,
è nata a Bucarest il 25 aprile 1979. E’ del Toro. Studia recitazione prima a
Budapest e successivamente presso l'International Acting School di Roma.
Numerosi i lavori girati in Italia, sia cinematografici che televisivi, tra cui
i film “Sara May” (2004), The Clan (2005) , dove è protagonista con il
ruolo di Patricia, “Casanova” (2005), “Il rabdomante” (2006), girato
in massima parte a Matera e nei dintorni della città dei Sassi, di cui è
coproduttrice, “Le due tigri” (2007) e Soundtrack (2008) con la regia di
Francesca Marra. Tra le fiction tv, ricordiamo “Il bell’Antonio”, “La
caccia”, “Exodus – Il sogno di Ada” e “Pompei”, regia di Giulio
Base, dove è protagonista con il ruolo di Valeria, tutte miniserie tv in onda
tra il 2005 e il 2006 su Rai Uno. Nel 2008 è al fianco di Pippo Baudo alla
conduzione del Festival di Sanremo, insieme all’attrice Bianca Guaccero e
Piero Chiambretti.
Cinema
Contaminated (2000) - Spy Game (2001) -
Kistestvér (2003) - Sara May (2004) - Casanova (2005) - The Clan (2005) - Mare
Nero (2006) - Il Rabdomante (2006) - Le due tigri (2007) - 2061, Un anno
eccezionale (2007) - Una piccola storia (2007) - Soundtrack (2008).
Televisione
First Generation (2001) - Tea (2003) -
Diritto di difesa (2004) - La caccia (2005) - Il nell’Antonio (2005) - Exdus -
Il sogno di Ada (2006) - Pompei (2006) - 58°
Festival di Sanremo (2008), con Pippo Baudo, Piero Chiambretti e Bianca Guaccero
Cortometraggi
Surface (2004) - Riflesso (2004).
Ha detto:
- Sono una ragazza troppo sensibile, ho
dovuto blindarmi per sopravvivere. Da piccola ero solare, mi sedevo in braccio a
tutti e toccavo le barbe degli uomini perché mi mancava tanto il mio papà.
- Faccio yoga soltanto perché aumenta la
pazienza e mi regala delle sensazioni, ma non sostituisce il sesso.
- Io
non sogno le macchinone, la piscina e il lusso. A volte penso anche ad una
seconda carriera. Mi piacerebbe quella immobiliare o aprire un centro benessere.
- Quando
avevo 18 anni mi fu proposto un servizio fotografico erotico, che ho rifiutato.
- Mia
madre era insegnante, un’impiegata pubblica e quindi lussi neanche parlarne. I
vestiti li comprava sulle bancarelle, un tanto a chilo. Si! I vestiti venivano
venduti a peso.
- Non sono fidanzata, però una
caratteristica del mio uomo la so già: deve essere romano de Roma.
Curiosità
- In
“Spy game”, ha lavorato con Robert Redford e Brad Pitt.
- Ha
ricevuto il Premio Afrodite 2007, come rivelazione dell'anno.
- E’
stata definita una “Mata Hari giovane”.
- E’
laureata in letteratura italiana, con tesi su Elsa Morante.
- Parla
correttamente quattro lingue: italiano, ungherese, francese e tedesco.
Intervista
E’ nel suo appartamento romano, in zona San
Pietro, dove vive da circa un anno.
Com’è il tuo rapporto con Roma, Andrea?
Io c’ho messo un bel po’ per abituarmi a
questa città che è unica, perché essendo una città vecchia, vincola un po’
il trasporto pubblico e quindi anche il muoversi con la macchina è un problema.
Io non ho la macchina, né la moto a Roma, perché mi sono resa conto che è
impossibile vivere la città in mezzo al traffico romano. C’ho messo un bel
po’ ad abituarmi a questo, però da allora mi faccio delle belle passeggiate
in città, molto volentieri. Questo è un aspetto strano. Poi
per il resto la vivo bene, nel senso che vado nei ristoranti molto
volentieri, cammino tanto e mi godo molto la città.
Perché hai scelto Trastevere come
residenza?
Non sono più a Trastevere, Gianfranco.
Adesso da circa un anno vivo vicino alla basilica di San Pietro, in zona Prati.
Come mai hai cambiato zona? Non ti
piaceva?
No! Questa è stata una conseguenza di un
rapporto che è finito e quindi mi sono trasferita
da lì e ho trovato quest’occasione, questa casa a San Pietro che mi piace
molto, è in una zona abbastanza centrale e mi permette di non servirmi della
macchina e invece mi invoglia a camminare molto e poi in questa zona ho la mia
agenzia, la mia palestra, ecc…
Vivo questo quartiere come se fosse un piccolo paese e quindi ci sto molto bene.
Con i romani come ti sei trovata?
Mi divertono molto ultimamente, anche se a
volte mi arrabbio quando parlano troppo in romanesco, perché dopo anch’io
prendo la cadenza romana e non dovrei, perché preferisco imparare bene
l’italiano, non il romanesco. Poi stona una straniera con l’accento romano,
no? E non va bene neanche per la recitazione. Però mi divertono quando parlano
in quel modo, con quel loro umorismo e quelle battute al volo. Si fanno
distinguere subito e si distinguono dagli altri italiani.
Ti piace la cucina romana?
Molto! Sono una fan della cucina italiana.
Adoro anche la pizza. Esco quasi tutte le sere per andare al ristorante e mangio
solo cucina italiana e soprattutto romana. Come ti dicevo prima, amo molto la
piazza e spesso vado alla Pizzarè. Ce ne sono tanti a Roma, sono una catena di
pizzerie e ci vado molto volentieri anche perché sono molto veloci, ma anche
perché è buona la pizza che fanno.
Cosa ti manca di Roma quando sei via per
lavoro?
Mi manca la pasta italiana. In Ungheria fanno
la pasta in maniera diversa, ci mettono altri ingredienti e quindi si sente la
differenza. Diciamo che mi manca la cucina.
Cosa ti dà fastidio di Roma?
Mi dà fastidio quando suonano il clacson (risata). Quando passi in una zona trafficata, senti in continuazione questo
suono così fastidioso. A Pasqua ero a Budapest, dai miei e c’è stata una
strada bloccata per 10 minuti, perché scaricavano dei mobili da un palazzo.
Nessuno ha suonato il clacson e hanno aspettato con calma che finissero il
trasloco. E’ un’usanza inutile, secondo me, che alla fine non risolvi niente
e che serve solo ad innervosire la gente.
Com’è nata la passione per lo
spettacolo?
Pensa che fin da piccola giocavo a fare la
prima donna, davanti allo specchio, con gli abiti di mia mamma, volevo stare sul
palco nelle recite e quindi da sempre volevo avere un contatto con la gente.
Prima facevo la modella e quindi attraverso questo lavoro ho avuto le mie prime
soddisfazioni, poi ho frequentato la scuola di recitazione e quindi ho
approfondito la conoscenza della vita, delle cose e delle persone. Mi piace
stare in mezzo alla gente e quindi vere sempre un contatto diretto con il
pubblico.
Qual è stato il complimento più bello
che hai ricevuto?
Artisticamente?
Si! Un complimento che ti è rimasto
impresso.
Me l’ha fatto la regista Francesca Marra,
con cui ho girato il mio ultimo film. Quando abbiamo finito le riprese, mi ha
mandato un messaggio sul telefonino, molto carino, in cui diceva che sono
un’attrice magnifica. Mi ha fatto molto piacere.
Quali sono i tuoi idoli?
Sono gli attori di qualità, a volte anche
dei giovani attori americani, che hanno appena iniziato la loro carriera, ma che
hanno del talento.
Ho letto che in Spy Game hai recitato
accanto a Robert Redford e Brad Pitt. Come sono?
Redford oltre che bello è anche bravo e
soprattutto è un grande del cinema. Brad Pitt è molto bello e lavorare con
loro è stata una bella esperienza, anche se nel film ho avuto solo una piccola
parte. Comunque ti assicuro, Gianfranco, che sono fantastici.
Neanche uno italiano?
Come no! Mi piace molto Favino, Lo Cascio,
Sergio Castellitto e poi altri ancora.
Com’è il tuo rapporto con la Fede?
Con la Fede? Io mi fido del destino, della
sorte, di me stessa. Non mi piace dare un nome, né Dio, né Provvidenza. Ho
fiducia nel binario su cui sto camminando.
Cosa ne pensi della battaglia contro il
fumo?
Ne sono molto felice, perché l’Italia è
stato uno dei primi paesi ad adottare la legge che dice che non si può fumare
nei locali pubblici. Ogni volta che vado in Ungheria, dove questa legge non c’è,
mi dà molto fastidio entrare in un locale ed uscire con la puzza di fumo
impregnata nei vestiti e con gli occhi che mi bruciano. Succede anche a me di
fumare una mezza sigaretta ogni tanto, ma il fumo in un luogo chiuso è
fastidioso per tutti.
Hai mai pensato ad un nome d’arte?
Si! Ci penso in continuazione, ma gia il mio
nome determina le mie origini e quindi sto pensando ad un nome neutro, un nome
d’arte di fantasia che non faccia capire la provenienza. Però ho visto che mi
faccio conoscere anche con il mio nome vero, allora penso che non sia più il
caso di cambiarlo.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
(risata) Aprire un piccolo albergo.
Ma in Italia o in Ungheria?
Non lo so!
A chi vorresti dire “grazie”?
Vorrei dire grazie alla mia mamma. Grazie
anche al mio agente, perché lui è stato accanto a me fin dall’inizio della
carriera e grazie a tutti gli attori che mi hanno insegnato qualcosa.
Progetti?
Sto concludendo dei contratti, ma è troppo
presto parlarne. Poi c’è di mezzo la scaramanzia, sai Gianfranco? (risata)