Corrado Augias (giornalista e scrittore)      Roma  4.9.2015  

                        Intervista di Gianfranco Gramola

Il papà lo voleva medico o avvocato, invece è diventato una penna brillante e intelligente del nostro giornalismo. Ha scritto tantissimi  libri, cura delle rubriche sui giornali e alla veneranda età di ottanta anni ha ancora dei progetti

Per contattare il giornalista la sua e.mail è c.augias@repubblica.it

Corrado Augias è nato a Roma il 26 gennaio del 1935. Giornalista, scrittore e conduttore televisivo, ha vissuto molti anni a Parigi e New York e attualmente risiede a Roma. E' stato inviato speciale per "L'Espresso", "Panorama" e "La Repubblica", quotidiano al quale attualmente collabora. All'inizio degli anni '60 ha partecipato al movimento dell'avanguardia teatrale romana con il "Teatro del 101", diretto da Antonio Calenda, per il quale ha scritto "Direzione Memorie e Riflessi di conoscenza", protagonista Gigi Proietti. Al teatro è tornato in anni più recenti con "L'Onesto Jago", messo in scena dal teatro stabile di Genova (regia di Marco Sciaccaluga, con Eros Pagni nel ruolo di Jago). Per la casa editrice Rizzoli ha pubblicato "Quel treno da Vienna"," Il fazzoletto azzurro", "L'Ultima Primavera", una trilogia narrativa nella quale, sotto specie di spy story affidate a un protagonista unico (un fratello immaginario del dannunziano Andrea Sperelli), si racconta la storia italiana in anni fondamentali anche per la nostra vita, quelli che vanno dal 1911 (impresa di Libia) al 1921 (vigilia del fascismo). Da questi romanzi sono stati liberamente tratti tre film televisivi andati in onda nell'autunno '89 su Rai2 (regia di Duccio Tessari, con Marisa Berenson nel ruolo della protagonista femminile). Nel corso della sua attività televisiva ha ideato e condotto programmi di grande rilievo anche culturale, tra i quali la serie di "Telefono giallo" e il programma di libri "Babele". Per la Mondadori ha scritto "Giornali e spie", nel quale ricostruisce un'appassionante vicenda di spionaggio realmente avvenuta nel 1917, orchestrata dai servizi segreti del Kaiser al fine di far uscire prematuramente l'Italia dalla guerra. Insieme a Daniela Pasti (inviata speciale di "Repubblica" e sua moglie) ha scritto il romanzo "Tre colonne in cronaca", nel quale, con un anno di anticipo sui fatti, si racconta la scalata di un energico finanziere alla Mondadori. La sua attività di giallista è proseguita con "Telefono giallo", "Sette delitti quasi perfetti", "Una ragazza per la notte" e "Quella mattina di luglio". Suoi anche il saggio-racconto "Il viaggiatore alato", biografia di Amedeo Modigliani. Corrado Augias ha avuto molto successo con "I misteri di Londra", terzo capitolo della trilogia che include "I segreti di Parigi" ed "I segreti di New York" ed ultimamente con "Inchiesta su Gesù". Al momento si divide tra l'attività di scrittore, quella di giornalista e quella recentemente aggiuntasi di europarlamentare.

Opere

Appunti per una discussione sul ruolo della critica (1971) - Teatro del Grand Guignol (1972) - 1978, cronaca di un anno drammatico (1978) - Quelle signorine (1980) - Quel treno da Vienna (1981) - Cuore e Piacere (1983) - Il fazzoletto azzurro (1983) - Giornali e spie. Faccendieri internazionali, giornalisti corrotti e società segrete nell'Italia della grande guerra (1983) - L'onesto Jago (1984) - L'ultima primavera (1985) - Tre colonne in cronaca (1987) - Telefono giallo. Sette delitti quasi perfetti (1989) - Paesaggi di Maremma nei dipinti di Savina Tavano Amodeo (1992) - Una ragazza per la notte (1992) -  Teatro (1992) - Una manciata di fango (1993) - Quella mattina di luglio (1995) - Italia. Istruzioni per l'uso (1996) - I segreti di Parigi. Luoghi, storie e personaggi di una capitale (1996) - Il viaggiatore alato. Vita breve e ribelle di Amedeo Modigliani (1998) - Modigliani. L'ultimo romantico (1999) - I segreti di New York. Storie, luoghi e personaggi di una metropoli (2000) - I segreti di Londra. Storie, luoghi e personaggi di una capitale (2003) - I segreti di Roma. Storie, luoghi e personaggi di una capitale (2005) - Inchiesta su Gesù. Chi era l'uomo che ha cambiato il mondo (2006) – Vignola (2007) - Leggere. Perché i libri ci rendono migliori, più allegri e più liberi (2007) - Le fiamme e la ragione. Giordano Bruno, Campo de' Fiori, 17 febbraio 1600 (2008) - Inchiesta sul cristianesimo. Come si costruisce una religione (2008) - Corrado Augias e Vladimiro Polchi, Il sangue e il potere. Processo a Giulio Cesare, Tiberio e Nerone (2008) - Disputa su Dio e dintorni (2009) - I segreti del Vaticano. Storie, luoghi, personaggi di un potere millenario (2010) - L'Italie expliquée aux Français (2011) - Il disagio della libertà. Perché agli italiani piace avere un padrone (2012) - I segreti d'Italia. Storie, luoghi, personaggi nel romanzo di una nazione (2012) - Inchiesta su Maria (2013) - Enigma uomo. Coscienza e incoscienza dell'uomo contemporaneo (2014) - Il lato oscuro del cuore (2014) - Le ultime ore diciotto ore di Gesù (2015).

Programmi televisivi

Telefono giallo (1987-1992) - Babele - Domino - Enigma - Le storie- Diario italiano (2003-2013) - Visionari (2014-2015)

Onorificenze  

Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana (2002) – Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana (2006) – Cavaliere della Legion d’onore della Repubblica Francese (2007).

Ha detto o scritto:

- Matteo Salvini ha quel tipo di oratoria che piace a chi ama sentire come i problemi possano essere sgretolati, ridotti in briciole, cosucce che sarebbe facile risolvere in quattro e quattr’otto se solo ci fosse gente dotata di sufficiente energia per affrontarli. (Repubblica, 19.6.2015)

- Per chi ha la fortuna di poter fare un lavoro, ovvero svolgere un’attività di grande impegno e di profonda soddisfazione, la differenza fra tempo libero e tempo di lavoro praticamente non esiste. (Repubblica, 24.6.2015)

- Roma? Non esiste un’altra capitale in Europa dove le strade siano tutte e perennemente scassate, con i cigli dei marciapiedi spezzati o rovesciati, le bocche dei chiusini ostruite, l’erbaccia che in primavera cresce rigogliosa nelle connessure di venerande e pietre antiche, i cassonetti delle immondizie che rigurgitano, gli alberelli piantati nuovi che nessuno annaffia per cui rinsecchiscono e rimangono lì perché non solo non vengono sostituiti, ma nemmeno rimossi, monumento all’incuria. (Repubblica, 20.6.2015)

- Delle troppo riforme della scuola tentate negli ultimi anni, nessuna è risultata davvero soddisfacente. Infatti la situazione a leggere le cronache sembra peggiorata. Per fare davvero una buona scuola sono necessari due presupposti: idee chiare e molto soldi, che al momento scarseggiano. (Repubblica, 8.5.2015)

- Non bisogna dare peso a politici e sindacalisti per ciò che dicono, specie in campagna elettorale. Per raccattare qualche voto si è disposti a dire, qualche volta a fare, le cose più irragionevoli, ad affrontare le contraddizioni più evidenti per chiunque abbia un minimo di memoria. (Repubblica, 27.5.2015)

Curiosità

- Ha una rubrica quotidiana sul quotidiano Repubblica e una sul settimanale Il Venerdì dal titolo “La mia Babele”.

- Ha una laurea in Giurisprudenza.

- È socio onorario dell'associazione Libera Uscita per la depenalizzazione dell'eutanasia. Riguardo tale tema nel 2006 scrisse una lettera aperta a la Repubblica in favore del diritto all'eutanasia[; inoltre si è pronunciato a favore molte volte in televisione.

- Nel 2015 ha vinto il premio Hemingway per la letteratura, premio promosso dal comune di Lignano.

- Dal 1994 al 1999 è stato europarlamentare (Pds).

- Sposato con la giornalista Daniela Pasti (Bologna 25 settembre 1941), è padre della giornalista Natalia Augias (
Roma 16 gennaio 1965).

Intervista

Quando ha capito che il giornalismo sarebbe stato il suo lavoro?

Molto presto. Quando facevo l’Università ho capito che mi piaceva fare il cronista, raccontare le cose e cercare di semplificarle, che poi è il mestiere di giornalista. Il giornalista vero è quello che coglie un fatto, vede un episodio, vede una cosa che accade ed è capace di restituirla con sufficiente precisione nel minor numero di parole possibili. Quello è giornalismo, cioè essere cronisti.  

Quali sono stati i tuoi maestri?

Ne ho incontrato due di grandi maestri, anzi tre. Il primo in ordine di tempo è stato Eugenio Scalfari. Il secondo è stato Fabiano Fabiani che è stato un grande direttore del telegiornale, democristiano ma di grande levatura e poi dei programmi culturali della Rai. Io ho lavorato con lui sia al telegiornale che nei programmi culturali della Rai. Ultimo in ordine di tempo Angelo Guglielmi. Io ho avuto tre fortune. Ho partecipato alla nascita del quotidiano Repubblica, alla nascita della direzione dei programmi culturali della Rai che oggi non c’è più e alla nascita di RaiTre con Angelo Guglielmi. Mi sono trovato per fortuna e per caso in tre posti giusti nei momenti giusti.

Qual è la penna più smagliante del nostro giornalismo?

Ce ne sono parecchie, Gianfranco. Nel mio giornale (Repubblica, ndr) indicherei Bernardo Valli. Del Corriere della Sera indicherei Gian Antonio Stella che è un cronista di levatura eccezionale. E poi tanti altri.

E la penna più sincera?

Bisogna intendersi per sapere cos’è la sincerità nel giornalismo, soprattutto un  giornalismo che non sia proprio pura cronaca. Il giornalismo è sempre molto partecipato che non vuol dire falso o falsificato, vuol dire che chi lo scrive ci mette un animus, ci mette una visione del mondo, che non vuol dire falsificare i fatti, vuol dire però dargli un profilo, una prua.

Ma i tuoi genitori che futuro sognavano per te?

Che facessi il medico o l’avvocato. Mio padre era ufficiale dell’aereonautica. Era nei sogni tipici della borghesia italiana soprattutto negli anni ’40-’50 che il figlio diventasse medico o avvocato. Ancora dura questo sogno, anche se un po’ incrinato dalle attualità. 

Lei ha scritto parecchi libri. Quale le ha dato più soddisfazione?

“I segreti di Parigi”, uscito nel 1994. Ha fatto 31 edizioni e ancora si ristampa. Sono passati tanti anni e aggiornandolo continuamente, ho dovuto un po’ riscriverlo. Quello ha aperto un filone che ha avuto molta fortuna non soltanto nei mie successivi libri, ma anche nei libri di altri. Altra soddisfazione sono stati i miei libri del filone religioso. Adesso è appena uscito per Einaudi “Le ultime 18 ore di Gesù” in cui racconto dal punto di vista storico, a parte la fede, che cosa è stato quel processo. Perché Gesù è stato arrestato, di che cosa era accusato, chi era Pilato che l’ha condannato e chi erano gli evangelisti che hanno dato un resoconto di quei fatti. Queste sono cose di divulgazione storica che mi danno grande soddisfazione.  

Cosa le piace e viceversa della televisione di oggi?

Ti dico la verità, Gianfranco, io la televisione la guardo poco, perché ho molto da fare. Guardo qualche film e qualche programma di inchiesta. Non guardo altro praticamente.

Ho letto il suo curriculum che è notevole. Ha un sogno professionale che vorrebbe realizzare?   

Ho ottanta anni, caro Gianfranco. Che sogni vuoi che abbia? Vorrei morire in pace. Più che un sogno ho un progetto, cioè quello di scrivere, dopo questo “Gesù” che è appena uscito, un altro libro che ho in mente ma che non dico.

Ma riguarda sempre la religione?

No! Parla di storia antica, mi piace molto la storia antica.

Lei non è cattolico, vero?

No! Sono di origine ebraica. Io sono ateo, nel senso che le teologie capisco che sono delle costruzioni ingegnose ma niente di più. Però, soprattutto con gli anni, sento una profonda spiritualità, che si traduce nell’amore per il prossimo, cercare  di capire gli altri, cercare di non offendere il pianeta in cui viviamo e di rispettare quel vecchio principio latino: “Neminem laedere”, che significa “non fare danno a  nessuno”.

Cosa ne pensa di papa Francesco?

Papa Francesco ha davanti a se un compito immane, cioè quello di rinnovare la sia chiesa che era caduta in un pozzo di corruzione e quello di  rinnovare una teologia che, come diceva il cardinale Martini, è vecchia di duecento anni. Sono due compiti da far tremare. Mi pare che li stia affrontando molto gagliardamente. 

In quale zona di Roma ha passato l’infanzia e che ricordi ha di quella Roma?

Abitavo a porta Latina, che è un quartiere popolare molto bello. Oggi tra l’altro è un quartiere ricercatissimo, perché ci son le mura, c’è questa porta magnifica, ci sono dei parchi. Però la mia infanzia è passata con una Roma occupata dai tedeschi e i bombardamenti americani e quindi non ho ricordi particolarmente belli. Poi mio padre era nascosto, la famiglia si era sfaldata. Diciamo che ho vissuto un’infanzia di guerra.  

C’è un angolino romano che ami particolarmente?

Più che amo direi amavo certi angoli del Tevere, l’isola Tiberina, il Ghetto per ragioni affettive. Quella parte lì mi è molto cara. Ora Roma è rumorosa e piena di gente. E’ molto cambiata negli ultimi anni.

Cosa le manca di Roma quando è via per lavoro?

Gianfranco, ti dico la verità, Roma è una vecchia ciabatta. Io non so come facciano i turisti, come riuscissero a cavarsela, ma per chi la conosce bene come me Roma è una vecchia ciabatta, un po’ slabbrata, tutta rotta, con le suole rotte, ma molto comoda. Ecco, mi manca la comodità di Roma (risata).  

In quale Roma del passato le sarebbe piaciuto vivere e nelle vesti di chi?

Questa è una domanda che mi sono fatto anch’io. La risposta è che avrei voluto vivere nella Roma dell’800 quando si cominciava a coltivare l’idea che il dominio pontificio poteva finire e che Roma poteva diventare una capitale come le altre in Italia. Una pagina della storia romana che mi sta molto a cuore è quella della Repubblica Romana del 1849, con la difesa eroica contro le truppe mandate da Luigi Napoleone, le mura gianicolensi, ecc… Quell’epopea lì mi è molto a cuore.

Un consiglio al sindaco di Roma e uno ai pellegrini che verranno a Roma per il giubileo?

Ai pellegrini che verranno a Roma per il giubileo direi “cautela, prudenza e adattamento”. Al sindaco Marino di perseguire i grandi sogni che lui ha, ma di occuparsi anche dell’amministrazione quotidiana di una città difficile. E’ in carica da diversi mesi e non è stata riparata neanche una buca. Quelle sono piccole cose ma sulle quali si gioca non soltanto il destino di una amministrazione, ma anche la vita quotidiana dei cittadini.