Dado (comico
- musicista)
Roma 8.9.2015
Intervista
di Gianfranco Gramola
Un romano
simpaticone, che con le sue parodie musicali tiene alto il morale degli
italiani. E del Papa dice: “E’il
miglior amministratore delegato dello Stato Vaticano”
Gabriele
Pellegrini, in arte Dado
è nato a Roma il 31 ottobre del 1973.
Carriera
Ha
lavorato anche con il suo gruppo musicale Dado
e le Pastine in brothers partecipando a programmi come Seven
Show, Zelig, I raccomandati,
Top of the Pops, I
migliori anni e Made in Sud.Ha
strimpellato la chitarra inseguendo cantautori italiani quali Guccini, De André,
Bertoli e Gaber. Nel 1995 pubblica l'album Vorrei. Diventa un artista impegnato
e con il suo teatro canzone riceve conferme inaspettate da addetti ai lavori
giornalisti e critica. Con il gruppo si è esibito al Roma estate Foro
Italico con La canzone più lunga al mondo con la durata di 25 ore e un
minuto entrando guinness dei primati (record successivamente superato dai
Folkabbestia). Nel 2005 comincia la sua tournée con lo spettacolo Suono,
canto recito e ballicchio nel quale canta pezzi originali e altre canzoni
che sono dei mini-cover di grandi successi. Nel 2006 partecipa a Sanremo contro
Sanremo. Il 21 marzo 2006 esce il suo primo CD con le sue brevi canzoni 3/4
della palazzina tua e Canzoni Cihuahua. Nel 2008 porta in scena lo
spettacolo "Onesto ma non troppo" dichiarando di aver scelto il teatro
canzone come suo punto di riferimento. Nel 2014 partecipa al programma comico
Made in Sud su Rai Due. Dal 2015 inizia la collaborazione con Servizio Pubblico
di Michele Santoro su La7, in qualità di comico satirico. La collaborazione si
estende anche sul web, con appuntamenti sul sito internet di Servizio Pubblico.
Discografia
Vorrei
(1995) -
3/4
della palazzina tua (2006)
Filmografia
Tutti
all’attacco (2005).
Commedie
musicali
La
vita è fatta a
scale, c'è chi le stona e chi le sale
(1994) - Canzoni cantate in cantina e
cantina cantata in canzoni (1995) - Dormire supino farà bene a te, ma fa male a Pino (1996) - Bianca
9 per 7 nani = 63 nani (2000) - Suono
canto recito e ballicchio (2005) - 3/4
della palazzina tour (2006) - Frankenstein
humor (2007) - Onesto ma non
troppo (2008) - Appeso ad un
file (2009) - Il signor D
(2010) - Dado in 3D (2012) - SOS
DADO (2013) - Le bugie con la "C" maiuscola (2014) - La società
dei magna magna (2015)
Bibliografia
Alice
guarda i
gatti, i gatti guardano le alici (2004)
- Tre quarti della palazzina tua
Ha
detto:
- Io e
Alessia Tulipani, la mia compagna, abbiamo chiamato nostro figlio Lucas in onore
di George Lucas, l’inventore della saga di “Guerre stellari”, di cui io
sono uno sfegatato fan.
- In casa
abbiamo una vera sala giochi. La mia compagna colleziona tartarughe, io pupazzi
di Guerre stellari e flipper elettronici degli anni novanta.
- Fu il mio
amico cabarettista Massimo Bagnato a dirmi, a proposito del mio gruppo: “Se
loro sono le pastine, tu fatti chiamare Dado”. E Dado fu.
- Oggi
l’estetica ha sostituito l’etica, basta essere vestito bene per essere
considerato una persona affidabile. E’ così che nascono tante truffe.
- Nel 1987 ho
vinto i campionati italiani giovanili di lancio del disco. Praticavo karate (ero
cintura marrone e a scuola mimavo tutte le mosse di Bruce Lee), lancio del
martello e del giavellotto, facevo atletica. Ho smesso per un’ernia inguinale.
Curiosità
- I suoi
artisti preferiti sono Giorgio Gaber e Paola Cortellesi e come poeta gli piace
molto Pier Paolo Pasolini.
- Adora la
carbonara con il tartufo.
- Nel 2000 ha
partecipato a “Zelig: facciamo cabaret” e ha vinto il premio Massimo Troisi.
- Nel 1999 si
è esibito al Roma Estate Festival Foro Italico con “La canzone più lunga del
mondo”, durata 25 ore consecutive, conquistando il Guiness
dei primati.
- Per aver
raccontato con una parodia i funerali di Vittorio Casamonica, è stato attaccato
sulla sua pagina face book dal clan. Il comico romano ha presentato
una denuncia ai carabinieri.
Intervista
Come
hai iniziato la tua avventura nel mondo dello spettacolo?
Il mio
percorso è nato con una band che si chiamava “Dado e le pastine in Brothers”
. Era il 1994. E dopo è diventato solo Dado, perché ci siamo sciolti nel 2000
per avviare un percorso solitario, ma in realtà solo non sono perché lavorano
con me, dietro le quinte, gli autori che mi accostano in maniera abbastanza
importante. Sono Marco Terenzi e Emiliano Luccisano.
Chi
sono stati i tuoi maestri, i tuoi idoli?
Sono
stati tutti i cantautori. Io ho ascoltato molte canzoni d’autore, quindi da De
Andrè, Guccini, Giorgio Gaber, De Gregori, Venditti e tutti quelli che venivano
chiamati i famosi cantautori impegnati. Quei cantanti che mettevano impegno
nelle loro canzoni, che trattavano
argomenti sociali. Questa cosa mi è servita come una sorta di grimaldello per
scandagliare poi gli argomenti.
Prima
di fare il comico hai fatto qualche altro lavoro?
Io
ho iniziato a scrivere le mie canzoni già a sedici anni, quando stavo ancora a
scuola. In realtà avrei voluto fare qualche altro lavoro, ma non ho avuto
tempo, perché appena finita la scuola, già mi guadagnavo
da vivere con questo mestiere.
L’ambiente dello spettacolo era come te lo immaginavi o ti ha deluso?
L’ambiente
dello spettacolo e come in tutti gli ambienti, Gianfranco. E’ fatto di uomini
e donne e se trovi la compagnia giusta riesci a fare un buon lavoro e fai bene.
Se trovi la compagnia sbagliata, fai
meglio stare a casa.
I tuoi genitori che futuro sognavano per te?
I
miei genitori sono due piccolo medio borghesi e anch’io a tutt’oggi sono un
pessimo piccolo borghese (risata). I miei per me sognavano una carriera filo
statale, il posto fisso e non un imprenditore. Invece è venuto fuori questo
lavoro e la voglia di essere giudicato a tutti i costi dagli altri, perché fare
l’attore significa mettersi sotto giudizio del pubblico.
Che
lavoro fanno i tuoi genitori?
Mia
madre era un’impiegata della Sip e mio padre è un generale dell’aeronautica
militare.
Un
collega che stimi molto?
Non
vorrei fare torti a nessuno, ma stimo molto dei colleghi con cui ho iniziato
insieme la carriera e ho addirittura condiviso il camerino. Fra questi Enrico
Brignano, con il quale adesso prenderò il premio per la satira a Forte dei
Marmi. Io per la satira di attualità e lui per la satira teatrale, per il
teatro.
La
critica più feroce che ti hanno fatto?
Di
critiche ne ricevo tutti i giorni, Gianfranco. Un po’ perché facendo delle
cose di satira c’è sempre
qualcuno che non riesca vedere le cose da una certa angolazione. Però è anche
giusto, perché se la gente ragionasse tutti alla stessa maniera, vorrebbe dire
che siamo in un regime totalitario. Invece tutti la vedono in maniera diversa e
c’è chi è più bigotto e chi meno. Ognuno la vede un po’ come je pare. Io
sono un po’ illuminista e cerco di aprire un po’ la coscienza.
Ho
letto delle minacce dei Casamonica a riguardo della tua parodia. Come l’hai
presa?
Le
minacce ci stanno, perché sul web ognuno può scrivere quello che je pare.
Finché rimangono sul web lasciano
il tempo che trovano. Qualcuno dei Casamonica si sarà reso conto che io sono un
comico e non uno a cui indirizzare delle minacce.
Hai
un sogno artistico?
Si!
Più che un sogno ho un progetto artistico che si chiama “Canta la notizia”
che è un format che ho sperimentato senza avere una produzione vera e propria,
perché me lo sto auto producendo e riusciamo ad ottenere questi risultati perché
ogni clip che faccio c’ha il suo pubblico. Vorrei cercare di lavorare o per un
giornale o per una tv o un canale
web privato, però con sovvenzioni importanti per lavorare bene e dar lavoro
anche ai miei autori, ai musicisti e alle persone che fino adesso sono a
disposizione perché mi vogliono bene.
Com’è
il tuo rapporto con la Fede?
Sono
un cristiano non praticante, nel senso che non ho il tempo di praticare la
chiesa. E poi essendo la chiesa frequentata e gestita da uomini, io credo molto
in Dio ma molto meno negli uomini.
Che
mi dici di papa Francesco?
E’
il miglior amministratore delegato dello Stato Vaticano. Direi anche il primo
Ministro degli ultimi dieci anni.
Parliamo
della tua città. Com’è il tuo rapporto con Roma?
Roma
è una città meravigliosa e famosa. “La grande bellezza” l’ha resa
celebre in tutto il mondo. Io la trovo un po’ nauseante di giorno, perché
non ci sono parcheggi necessari per parcheggiare le macchine, non ci sono
mezzi pubblici in grado di soddisfare tutti quelli che non usano la macchina …
insomma è criticabile sotto tutti i punti di vista. Infatti io la vivo di notte
quando tante persone sono andate a letto e io di notte la vedo più bella perché
è più mia e perché sono da solo.
Quali
sono state le tue abitazioni romane?
Io
ho sempre abitato in centro.
C'è
una zona a cui sei particolarmente affezionato?
Si!
Via Cavour, perché in quella via c’era un locale che si chiamava “Il Gildo”
e insieme a Teo Mammucari, Enrico Brignano, Massimo Bagnato, Enzo Salvi, Dario
Bandiera e altri comici romani abbiamo iniziato questa carriera. Eravamo tutti
quanti sullo stesso palco, tutti insieme.
Cosa
ti manca di Roma quando sei via per lavoro?
Mi
manca la gente perché quando parla non c’è bisogno neanche che finisca la
frase che già si capisce cosa vuole dire. A Roma già è stato detto tutto e io
ho già ascoltato tutto e già so tutto quello che la gente vuole dire.
I
romani come li vedi (pregi e difetti)?
I
romani sono molto pittoreschi, molto divertenti perché il romano quando parla
è molto caratteristico e ascoltandolo sembra di essere dentro un film di
Alberto Sordi. “Ao’, ma che vordì, t’ho detto de fa così, ma che voi,
anvedi questo?”… questo parlarci addosso è un suono, una musica.
Cosa
ti da più fastidio di Roma?
Mi
da fastidio l’impotenza da parte dell’amministrazione comunale di gestire
una città così grande e tentacolare dove poi alla fine in qualche modo
troviamo troppa disparità tra le persone perbene e le persone che delinquono e
sono liberi di delinquere grazie alle leggi che abbiamo in Italia. E io che sono
una persona perbene devo stare attento a come parcheggio, a cosa faccio, devo
stare attento a talmente tante cose che mi viene da vomitare. Sta male a dirlo
ma a volte invidio chi delinque.
Un
consiglio ai pellegrini che verranno a Roma per il giubileo?
Portatevi
le salviette umidificate (risata).
Per
te Roma cosa rappresenta?
E’
la città dove sono nato, il posto dove ho passato la mia infanzia, dove ho un
sacco di amici e le sue tradizioni. E’ il profumo dei suoi piatti romani.
Quando vai in giro per il mondo ti rendi conto che il resto del mondo non c’ha
manco il dieci per cento di quello che ha la cucina romana. Roma è fantastica
da questo punto di vista.