Daniela Poggi
(attrice e conduttrice)
Roma 20.7.2015
Intervista di Gianfranco Gramola
Un’attrice
dotata di un talento unico e dalla sensibilità straordinaria, ma soprattutto
una donna di classe, di cultura e di gusto. In questa intervista racconta il suo
amore per Roma, per la “sua Africa” e il grande rispetto per gli animali
Daniela
Poggi è nata a Savona il 17 ottobre del 1954.
Esordisce poco più che ventenne in teatro con Hai
mai provato nell'acqua calda al fianco di Walter Chiari che fa da interprete
e regista. Subito dopo, con la regia
di Garinei, recita con Gino Bramieri in Felici
e contenti per passare poi ai testi impegnati e drammatici di Jules
Pfeiffer, Conoscenza carnale, e Arthur Miller, Una specie di storia
d’amore e L’ultimo yankee (con cui partecipa al Festival di
Spoleto). Interpreta L’angelo azzurro a fianco di Arnoldo Foà e
ritorna al teatro brillante nell’Albergo del libero scambio di Feydeau,
regia di Missiroli; con Il martello del diavolo di Binosi partecipa al
Festival di Porto Venere diretto da Oreste Valente. La vediamo poi nella
commedia di Visniec La storia degli orsi panda … diretta da Leonetti.
Dal 2000 al 2006 interpreta diversi ruoli di donne impegnate nella storia: è in
Due eroi romantici di Galli (1890, Brigida Zamboni), regia di Montagna, e
La sciarpa di Isadora (gli ultimi giorni di Isadora Duncan) scritto e
diretto da Galli; in L’amico di tutti di Slade, con la regia di
Maccarinelli; in seguito è Medea di Grillparzer per la regia di Arena e
poi Tina Modotti (Perché il fuoco non muore. La vita agra di Tina Modotti di
F. Niccolini), per la regia di Peroni. Nel 2006 è interprete di Luna pazza,
testo e regia di Aronica tratto da Pirandello, presentato al Festival di Gioia
dei Marsi diretto da Dacia Maraini. Nella stagione
2007/2008 recita accanto a Gianfranco Iannuzzo nel “Divo
Garry” di Noel Coward. Nella stagione successiva è Beatrice
in Donne
informate sui fatti di
Carlo Fruttero regia di Beppe Navello. Dal
2009 comincia un intenso lavoro su temi sociali e nasce così il recital tratto
da T.B.Jelloun, S. de Bauvoir, “Io madre
di mia madre,” “Partire”
monologo/lettura
tratto da Tahar Ben Jelloun - regia di G. Cauteruccio, “Le
ultime sette parole di Cristo in croce “con il Quartetto di
Cremona, “Eda.Una donna del novecento”
di M. Garruti con la regia di
Silvio Peroni e “L’amore impaziente”
di Valeria Moretti con la regia di S. Peroni.
Nella
stagione 2011/2012 /2013 è stata in scena con “Tutto
per bene” di L.Pirandello con G.Lavia regia di G.Lavia. Stagione 2013/2014
: “ A ciascuno il suo” di L.
Sciascia con Sebastiano Somma regia F. Catalano. Stagione 2014
“ ANIMA ANIMALE” regia di
Luca De Bei
Nel cinema,
dopo le prime commedie con Montesano, Pozzetto e Johnny Dorelli girate da Steno,
Pasquale Festa Campanile, Luciano Salce, Giorgio Capitani, Sergio Corbucci e
altri, ha interpretato molti ruoli intensi in
film come La cena di Ettore
Scola (1998) Un
caso di incoscienza di Emidio Greco (1985). Ha lavorato anche con importanti
autori stranieri come Claude Chabrol (“Doctor M”, 1989) e Hector Babenco
(“Venice project”, 1999).Ha lavorato nei film La memoria divisa di Bonicelli ( 2005) Notte prima degli esami di Brizzi,( 2006) L'ultima
estate con la regia di Eleonora Giorgi (2008) e Il passato è terra straniera
di Daniele Vicari.(2009). 2014 Gira
il film di Riccardo Paoletti e Andrea Muzzi
“ BASTA POCO” prod. Alba
Produzioni. Protagonista di tre cortometraggi:
“Traffico” di Alessandra Populin,
“Delitto perfetto” di Saverio Deodato, “L’amante Sjogren” di
Maurizio Rigatti.
In
televisione è stata interprete di molti serial di successo, da I
ragazzi di celluloide a Voglia di
volare, da Una donna per amico a Incantesimo
e Vento di ponente. Negli ultimi anni ha recitato in Paolo
di Tarso, Le 5 giornate di Milano, Il
Maresciallo Rocca, Capri, Capri
2, Nebbie
e delitti, Mio
figlio: altre storie per il commissario Vivaldi. Ha ideato
per Rai 3 con Nocelli e Leonzio “Una
notte con Zeus”. (2004-2005). 2014 Ha partecipato al film di
Pupi Avati Il sole negli occhi, Tv movie con Laura Morante di prossima
uscita.
Ha
detto:
- Sono stata
in Sierra Leone, dove ho incontrato tantissima povertà, ma anche dignità. Ho
capito che dovremmo imporre ai nostri figli un viaggio in Africa. Capirebbero
che si può essere felici di niente e che un paio di scarpe di marca darebbe da
mangiare a dieci famiglie.
- Se oggi
dovessi voltare pagina, con tutta probabilità lascerei l’Italia e mi
trasferirei in un Paese dove poter costruire qualcosa a livello sociale. Il mio
bagaglio umano e professionale lo metterei al servizio degli altri.
- Io sono
come il gatto Silvestro dei cartoni animati che pure se finisco sotto il rullo
compressore mi rialzo e ricomincio, convinta che dietro ogni nube splendano
mille soli.
-
Sono vegetariana. Non mangiare più "animali morti" e non
"incentivare la loro uccisione" è stata per me una grande vittoria.
Ci sono arrivata per gradi, per consapevolezza. Per scelta affettiva e
rispettosa nei loro confronti.
- Il mio uomo
ideale? Sportivo, intelligente, che mi faccia ridere, ami gli animali … e non
deve piacergli il sushi.
- Quando
recito non posso essere me stessa, ma devo calarmi nei personaggi che
interpreto, con un esercizio di immaginazione che mi piace moltissimo e, in
certi momenti, diventa quasi un gioco.
Curiosità
- Nel 2001
Daniela Poggi è stata nominata “Goodwill
Ambassador” dell'UNICEF-Italia per sensibilizzare e coinvolgere l'opinione
pubblica sui problemi dell'infanzia, testimoniando e promuovendo con il suo
impegno nel mondo della cultura e dello spettacolo la solidarietà e il sostegno
alle iniziative dell'UNICEF.
- Per quattro
anni è stata la conduttrice di “Chi
l’ha visto?”. (2000-2004)
-
Parallelamente all’attività di autrice, attrice e regista, svolge anche un
attivo ruolo istituzionale come assessore alla cultura, politiche giovanili,
pari opportunità e diritti degli animali presso il Comune di Fiumicino.
- E’
autrice e regista di due corti, uno
presentato al Festival di Venezia intitolato Viaggio d’amore, (2005)
l’altro girato in Mozambico, Non si paga Social Theatre
vincitore del Valdarno Film Festival (2007)
Intervista
Com’è
il tuo rapporto con la Fede?
E’ un
rapporto intenso, continuo, di ricerca e di confronto. Sono praticante.
Cosa ne
pensi di Papa Francesco?
Straordinario.
E’ un papa di cui avevamo bisogno.
Un papa intelligente, moderno, un papa che sta in mezzo alla gente e che sa
capire quali sono le problematiche vere. Un papa che ha fatto una rivoluzione
dentro la Chiesa e che va fortemente sostenuto con le preghiere perché è un
papa che sta rischiando molto.
L’ultima
volta che hai pianto e perché?
Piango molto
spesso. L’ultima volta è stato qualche giorno fa. Sono una persona sensibile,
che vorrebbe che le cose andassero in un altro modo, che vorrebbe che non ci
fosse tutto questo dolore nel mondo, che vorrebbe che non ci fossero tutte
queste morti atroci, per incuria, per follia, per bastardaggine umana.
L’ingiustizia mi fa molto male, mi ferisce molto, faccio fatica ad accettare
l’essere umano in una forma così bestiale. Avendo io nei confronti del mondo
animale un rapporto straordinario, spesso mi viene da dire che l’essere
animale è migliore dell’essere umano.
Quando ti
guardi allo specchio, cosa vedi?
A volte vedo
una donna che ha vissuto, a volte vedo una ragazzina e a volte una donna che
vorrebbe essere diversa da quella che è, a volte mi vedo tutti i difetti, a
volte solo i pregi dipende un po’ dallo stato d’animo.
Sei
felice?
A tratti.
Di cosa
hai bisogno per essere felice?
Banalmente
direi un amore, un lavoro, la serenità, la salute, i soldini…
A
proposito di soldini, com’è il tuo rapporto con il denaro?
Non ho le
mani bucate. Sono una a cui piace regalare, mi piace spendere per regalare e
pensare agli altri. Quando vedo una cosa che potrebbe essere carina per un amico
o un’amica, mi piace poter avere l’autonomia di comperarla per
regalargliela. Invece in questi anni ci hanno messi in ginocchio, obbligandoci a
dover rinunciare a tante gioie
e a tanti piaceri. Da una parte sicuramente
è un bene perché il consumismo
sfrenato, lo stupido consumo di cose inutili è stato messo in disparte,
contemporaneamente però ha tolto anche
quella serenità, quella gioia di decidere di fare un regalo ad un amico o di
farmi un regalo perché tutto sommato me lo merito.
Hai mai
pensato di scrivere un libro autobiografico?
No! Ho
cominciato un libro che è il rapporto con la mia mamma, a riguardo della sua
malattia, l’Alzheimer. L’ho iniziato e non riesco più ad andare avanti.
Questa tua
esperienza potrebbe aiutare chi sta vivendo ciò che hai vissuto?
Lo so. Dovrei
avere i momenti giusti, dovrei avere la tenacia di applicarmi, la mente serena e
non preoccupata a risolvere un problema o l’altro.
Se ti dico
Africa, che cosa ti viene in mente?
Mia! La mia
Africa. Adoro quel continente. Un continente meraviglioso e pieno di risorse,
sia proprio della terra, come umana. Ha una popolazione straordinaria e come in
tutte le popolazioni c’è il bene e il male. Però è un continente sfruttato
in modo assurdo da molte multinazionali dell’occidente.
Il
complimento più bello che hai ricevuto?
Che sono
luminosa.
Chi o che
cosa porteresti con te su un’isola deserta?
Sicuramente
porterei con me il mio rosario, uno spazzolino con il filo interdentale e un
libro.
Molti
personaggi famosi hanno subito lo stalking! A te è mai successo?
No! Devo dire
che non ho mai avuto di questi problemi.
In estate
si presenta il problema dell’abbandono degli animali. Vuoi lanciare un
messaggio?
Io vorrei
dire semplicemente che è un reato grande, per cui chiunque dovesse accorgersi
che qualcuno sta abbandonando un animale sulle strade, deve immediatamente
denunciarlo. Come faccio Gianfranco a lanciare un messaggio a chi non ha cuore.
Diventa un po’difficile. L’unica cosa che posso dire, anche se non è un
pensiero cristiano, auguro a chi abbandona di subire la stessa fine.
Com’è
nata la passione per la recitazione? Chi te l’ha trasmessa?
Credo che non
me l’abbia trasmessa nessuno. Credo che sia qualcosa nata dentro di me. Da
quando ero in collegio, da quando ero bambina ho cominciato subito a fare
sfilate, recite, sono sempre stata un po’ protagonista. E’ stato un cammino
istintivo, autodidatta e senza alcun tipo di scuola.
I tuoi
genitori che futuro speravano per te?
Non lo so,
non gliel’ho mai chiesto. Mi hanno sempre dato molta fiducia, mi hanno
permesso di andare a Londra. Hanno sempre accettato le mie richieste, riponevano
molta fiducia sul mio modo di essere, sul mio modo di pensare. Probabilmente mio
padre forse voleva che fossi diventata una grande attrice di teatro. Teatro
impegnato tipo quello di Rossella Falk. Questa è una bella domanda che potrei
chiedere a papà e mamma su nel cielo, se mi danno la possibilità di capire se
è quello che volevano da me.
Hai un
sogno artistico?
Tanti,
Gianfranco, mi piacerebbe fare un bellissimo spettacolo teatrale musicale. Non
ho proprio una piece, oltre al fatto che mi farò piacere anche nel tempo di
portare dei classici, dei testi impegnati, i classici di Shakespeare, piuttosto
che di altri autori. Per esempio ieri ho visto il film “Still Alice”, con
Julianne Moore, che parlava di Alzhaimer e ho pensato che quello era un ruolo
che avrei potuto benissimo interpretare io. Mi rendo conto che in Italia non si
fa un certo tipo di cinema e quindi a volte mi sento un’attrice tagliata
fuori.
Adesso a
cosa stai lavorando?
Adesso sono
in giro con “Anima animale”, che è un monologo
sul rapporto uomo animale, sull’esistenza dell’anima degli animali,
sui diritti degli animali. E’ un monologo molto carino, scritto con Luca De
Bei. Poi fino a settembre ho “Madre di mia madre”, quello sull’Alzhaimer.
Poi ho in uscita “Infernet”, film girato che è stato girato a Verona, con
Remo Girone, Ricky Tognazzi e Roberto Farnesi. Poi c’è un film che si chiama
“Ebola” e con un cast internazionale, di Christian Marazziti.
Poi c’è una web series girata a Napoli che tratta dell’integrazione
tra il popolo italiano – napoletano e i ragazzi di Castel Volturno e poi
comincerò a novembre le prove teatrali di un thriller, con Giancarlo Zanetti e
Luchino Giordana.
A chi
vorresti dire “grazie”?
Sicuramente a
tutti coloro che hanno creduto in me, sicuramente a mio padre e mia madre,
sicuramente a me, perché sono una tosta, che non si ferma davanti agli ostacoli
e in primis al Signore, che mi permette di esistere.
Parliamo
un po’ di Roma, Daniela. Tu sei di Savona. Quando sei venuta a Roma e come
ricordi l’impatto?
Bellissimo.
Devo dire che Roma era molto meglio allora che non oggi. Quando sono arrivata
era tutto più bello, tutto più da cartolina, esteticamente più elegante, più
pulita, il rapporto con le persone era più sano, più vero. Adesso è diventata
una città veramente difficile, molto complicata, una città dove c’è anche
mancanza di rispetto. E’ dissestata e un po’ abbandonata a se stessa.
C’è un
angolo di Roma a cui sei molto affezionata?
Si! Villa
Ada, perché è il primo parco che ho cominciato a frequentare quando sono
venuta a Roma ed è un parco meraviglioso. Se non ci vai di sabato e domenica,
ti sembra di stare a casa tua. E’ bello e mi piace molto.
Io conosco
bene villa Borghese.
Vabbè, ma
villa Borghese è più da turisti, invece villa Ada è più per gli amanti dello
jogging, della natura, dove puoi vedere gli scoiattoli e sentire il canto degli
uccellini.
Se tu
avessi la bacchetta magica, cosa faresti per Roma?
Farei una
grande metropolitana, perché c’è bisogno di nuove linee che ci permettano di
vivere questa città in maniera più normale, come sono Londra, Parigi e Atene
stessa, e che la metro arrivasse a
Fiumicino pagando soltanto un biglietto da 1 euro e 50 e non che ogni volta che
devi andare a Fiumicino devi pagare 50 euro di taxi.
Per
un’artista Roma cosa rappresenta?
Tutte le
produzioni cinematografiche sono qua, la Rai è qua, i casting si fanno qua e
quindi è più facile fare degli incontri qui a Roma. E’ chiaro che per i
giovani che cominciano è più facile incontrare registi e produttori qui a
Roma. Più o meno succede tutto qua. Adesso è tutto più caotico, tutto più
cambiato, così senza regole. Credo che non sia più neanche necessario che uno
viva per forza a Roma, può stare benissimo in contatto tramite Facebook, Skype,
ecc … Una volta si pensava che uno doveva farsi vedere, farsi notare per
lavorare, invece io credo che serva che tu riesca a fare veramente un buon
lavoro e basta. Poi se riescono a vedere il tuo lavoro, allora questo produce
altro lavoro.