Daniela Virgilio (attrice)
Acilia (Roma) 5.3.2014
Intervista di Gianfranco Gramola
E’
diventata famosa grazie al ruolo di Vallesi Cinzia, detta Patrizia, in Romanzo
Criminale. Ha un sogno artistico: fare al cinema una bella biografia di un
personaggio realmente esistito, un personaggio molto drammatico. Un Sacco e
Vanzetti al femminile
Per
contattare Daniela Virgilio, la sua agenzia è factory4 srl e.mail info@factory4.it
Daniela
Virgilio è nata a Roma il 26 dicembre del 1983. Debutta in ambito
cinematografico nel 2006 interpretando il ruolo della protagonista femminile ne Il
bosco fuori, film horror diretto da Gabriele Albanesi. L'anno seguente si
diploma al Centro sperimentale di cinematografia di Roma. Nel 2008 debutta nella
serie televisiva, diretta da Stefano Sollima, Romanzo criminale nel ruolo
di Patrizia, una prostituta legata al boss della banda della Magliana Dandi. Nel
2012 partecipa al video Parole di ghiaccio del rapper Emis Killa.
Filmografia
Cinema
Il
bosco fuori, regia di
Gabriele Albanesi (2006) - Immaturi, regia di Paolo Genovese (2011) - Ti
presento un amico, regia di Carlo Vanzina (2011) – Hypnosis (2011) -
Ombre,
regia di Emanuele Pica (2011) - Cortometraggio, vincitore del miglior corto al
RIFF nel 2012 - Good As You - Tutti i colori dell'amore, regia di Mariano
Lamberti (2012) - Workers - Pronti a tutto, regia di Lorenzo Vignolo
(2012) - Vinodentro, regia di Ferdinando Vicentini Orgnani (2013)
Televisione
(conduttrice)
Venezia
Live (venezia 69) (Raimovie) , 2012 (co-conduzione con Marco Giusti)
Televisione
Romanzo
criminale - La serie 1-2,
regia di Stefano Sollima (2008-2010) - Intelligence - Servizi & segreti,
regia di Alexis Sweet (2009) - Il commissario Rex, regia di Andrea
Costantini - episodio "Una voce nella folla" (2012) - I
segreti di Borgo Larici,
regia di Alessandro Capone - serie TV (2013)
Laboratori:
2011
corso di breve improvvisazione tenuto da Fabrizio Giannini
triennio
di danza modern-jazz con annuale spettacolo finale co Teatro Olimpico di Roma.
Teatro
Caligola,
2011 (regia di S. Perinelli) - Fragole E Margherite, 2007 (regia di Le Salette)
- Tutto Il Mare In Una Conchiglia, 2004-6.
Cortometraggi
2005 "Nessuna Resa" (regia A.
Corazzi). 2006 "Il Mosaico" (regia U. Piva). 2006 "Erosthanatos"
(regia E. Achiardi). 2006 "I capelli della sposa" (regia M. Danieli).
2006 "Come Tante Sere" (regia A. Corazzi). 2007 "Pescibanana"
(regia A. Mascia). 2001 "Ombre" (regia E. Pica).
Mediometraggi
2008
"So Che è Un Uomo" (regia G. Cappai).
Pubblicità
2011
"Limoni, La Gardenia" (Spot e Testimonial).
Ha
detto:
-
Non mi riconosce quasi nessuno. Mi è capitato solo un paio di volte
che qualcuno, per strada, mi abbia fermato per farmi i complimenti o mi abbia
offerto un caffè.
- Cerco
di fare un percorso che sia coerente per me. Quello dell’attore è un lavoro,
bisogna faticare e mettersi alla prova continuamente.
- Devo
molto a Patrizia di Romanzo Criminale, ovviamente non solo per il successo che
ha avuto la serie ma anche perché è un personaggio che mi ha messo in forte
difficoltà, mi ha fatto crescere.
- Ho
tentato di seguire un corso di canto ma facevo troppe assenze.. al corso di yoga
non mi hanno proprio fatto iscrivere perché quello è un percorso che
perde di senso se viene interrotto.
Intervista
Com’è
iniziata la tua avventura nel mondo del cinema? Hai qualche parente che ti ha
trasmesso questa passione?
In
realtà si. Ho una cugina che ha sempre cantato benissimo, poi la vita le ha
fatto fare altro, perché ha avuto due bimbi quando era molto giovane. Però lei
ha cresciuto me e mia sorella e i miei cugini, in tutto eravamo otto, facendoci
fare ogni estate delle recite, facendoci fare dei musical. Ci intratteneva in
estate quando i nostri genitori erano al lavoro. E ci faceva fare un sacco di sketch,
di spettacolini. Diciamo che lei mi ha un po’ influenzata. Dopo di che ho
cominciato con le scuole, con i laboratori teatrali, con gli spettacoli di fine
anno e quando a 18 anni ho finito il Liceo, ho detto a mia madre:”Io voglio
fare una scuola di teatro, che faccia danza, canto, recitazione e altro”.
Quindi ho cominciato a fare la scuola sul serio. Ho fatto la scuola di teatro,
poi ho fatto il centro sperimentale di cinematografia, che è la scuola di
cinema di Roma, e da lì non è più un hobby ma sta diventando un mestiere.
Hai
mai pensato ad un nome d’arte?
No,
perché mi piace molto il mio.
Un collega e una collega che stimi molto?
Di
quelli con cui ho lavorato è sicuramente Andrea Sartoretti, “er Bufalo” in
Romanzo Criminale perché ha un approccio razionale al lavoro, però poi quando
entra in scena diventa un animale. E’ pazzesco. Mi piace molto anche Elio
Germano, non ho avuto ancora il piacere di lavorare con lui, ma è uno che
veramente si sa motociclare, è irriconoscibile in ogni ingresso che fa. Di
donne mi piace molto Micaela Ramazzotti, perché difende questa romanità. Mi
piacciono molto i personaggi che ha interpretato. Nel film “Anni felici” di
Daniele Lucchetti secondo me è stata bravissima. Anche se il rischio maggiore
è quello che poi faccia sempre le stesse parti. Ma questo è un po’ il
rischio di tutti gli attori italiani. Anch’io sono sempre stata scelta per
interpretare personaggi belli, eleganti, raffinati e seducenti. E’ il rischio
che si stia facendo un po’ il percorso tutto uguale.
La tua più grande soddisfazione
artistica?
Al
Liceo abbiamo portato in scena “Se questo è un uomo” di Primo Levi e il
pubblico ha pianto. E’ stato bellissimo.
Delusioni?
La
delusione è una cosa strana, perché anche le delusioni fanno parte
dell’esperienza. E’ un qualcosa che comunque bisogna passare perché
altrimenti non sarai mai con i piedi per terra, non si ha lo stimolo per andare
avanti a migliorare. Comunque delusioni non sento di averne avute. Film che sono
andati male e che pensavo potessero andare meglio quello si. Ma quello è anche
un discorso di progetto, di produzione, di distribuzione e quindi è un apparato
più grande e che non riguarda solamente me.
Hai un sogno artistico?
Fare
al cinema una bella biografia di un personaggio realmente esistito, un
personaggio molto drammatico. C’era una mia insegnante che definiva
“personaggi”, quelli che si fanno tutti i giorni, poi “personaggioni” ,
cioè quelli che hanno una sostanza dentro a livello di empatia, sostanza di chi
è al di sopra degli altri. Interpretare un personaggio forte tipo un Sacco e
Vanzetti al femminile, per capirci.
Qual
è il segreto del tuo successo?
Ammesso
che si possa già parlare di successo, cosa che non credo, sono una persona
sportiva, nel senso che potrei dannarmi l’anima aspettando telefonate che non
arrivano, ruoli che non mi vengono dati o non mi vengono proposti. Sono molto
sportiva perché so che quello che è giusto per me prima o poi arriverà. E se
non è giusto e va bene per un’altra, va bene così. Non sto a sgomitare, a
mettermi in discussione, a sentirmi in colpa o inadatta perché non vengo scelta
per un ruolo.
I tuoi genitori che futuro desideravano
per te?
Forse
un futuro con un’entrata mensile, un posto fisso o una cosa meno precaria di
questa. Però sono molto contenti per la mia scelta. Loro hanno lavorato una
vita in banca, hanno allevato due figlie…
Due figlie?
Si!
Ho una sorella che lavora come costumista e scenografa. Quindi avere due figlie
nell’ambito artistico, per loro è stata una bella gratificazione.
Daniela Virgilio in una foto di scena da
"I segreti di Borgo Larici"
Cosa ne pensi del film che ha vinto
l’Oscar “La grande bellezza”?
Penso
che la cosa fondamentale è che forse smetteremmo di piangerci addosso e
capiremo di essere in grado di scrivere film, di interpretarli e dirigerli e
secondo me questo deve essere uno stimolo. E questa è una cosa fondamentale, al
di là della bellezza del film che come ogni film ha diviso un po’ il
pubblico. E’ un film un po’ particolare che è piaciuto molto, a qualcuno un
po’ meno. Il discorso è che finalmente veniamo apprezzati anche da fuori.
A chi volesse avvicinarsi al mondo del
cinema, della televisione, che consiglio daresti?
Prima
di tutto tanto studio perché checchè se ne dica c’è bisogno di nozioni,
altrimenti sul set ci si perde. Ci si perde anche fisicamente perché non sai
dove stare per non disturbare l’andamento del film. A livello caratteriale ci
vuole tanta determinazione e tanta pazienza. Anche tanta umiltà, perché avremo
porte in faccia sbattute a ripetizione e dobbiamo capire che non siamo noi il
problema, ma è il sistema che molto spesso funziona così. Per cui mai mettersi
in discussione e mai cominciare a non credere in se stessi. Bisogna essere molto
ben saldi a livello personale per fare questo mestiere.
Hai mai fatto delle gaffe?
Una?
Ne ho fatte mille (risata). Una fra tutte è la mia poca capacità di ricordare
i volti. Nel momento in cui diventi minimamente più conosciuta e quindi la
gente arriva, ti saluta utilizzando il tuo nome e cognome e tu non ti ricordi
assolutamente dove, quando e perché hai visto quella persona, io vado nel
panico. E per questo faccio finta di ricordare perché non mi va di far star
male le persone. Purtroppo non ho
una memoria fotografica, quindi su queste cose faccio gaffe infinite. Sai il
film “Il diavolo veste Prada” che la direttrice (Meryl Streep) ha
l’assistente che le ricorda ogni volta chi è la persona che ha davanti. Io
sono pressappoco così, dovrei avere un assistente, perché sono un po’ tonta
da questo punto di vista (risata).
A chi vorresti dire grazie?
A
tutti. Mi è piaciuto moltissimo il discorso che ha fatto Matthew
McConaughey alla consegna degli Oscar, quando dice che una delle armi più forti
che abbiamo è proprio quella della gratitudine, perché tutto ciò per cui sei
grato, poi alla fine ti ritorna indietro in qualche modo. Detta così in due
parole sembra una cosa un po’ pazza, però è una cosa in cui credo molto
anch’io. Quindi una gratitudine a 360 gradi.
Che
rapporto hai con la Fede?
Io
ho avuto una educazione religiosa abbastanza forte da parte di mia madre. Poi
come molte persone, non è che l’ho negata, però ho avuto il mio momento di
crisi e in questo momento credo fermamente in una energia, in un movimento, in
un qualcosa che muove il sole e accende le stelle, per capirci. Però ho
problemi con l’istituzione chiesa. Quindi la mia fede esiste ma al di là
dell’istituzione chiesa che mi crea problemi in continuazione perché al di là
di quello che accade in quelle mura, ma che accadono anche in tutti gli ambiti
politici e lavorativi (non voglio essere bacchettona che sembra che lì debbano
essere tutti buoni e al di fuori tutti cattivi), ci sono una serie di rigidità
e una serie di cose che io non riesco ad accettare. Quindi diciamo che credo, ma
credo a modo mio.
Hai
dei complessi?
Complessi?
Certo. Io sono una insicura cronica, ho dei complessi rispetto al mio corpo, ho
dei complessi a volte perché mi sento inadeguata in alcune situazioni,
semplicemente perché non entro in certe dinamiche. Ho mille complessi,
Gianfranco. Ma questo è umano, no? Sarei preoccupata se non fosse così.
A
cosa stai lavorando adesso?
In
realtà sono in fase promozionale. Adesso è finita la serie “I
Segreti Di Borgo Larici”, su
Canale 5 e mi deve uscire un film in primavera, però non sto lavorando a nessun
progetto. Sto facendo provini e sto valutando delle cose ma ancora non so bene.
Parliamo
un po’ della tua città. Com’è il tuo rapporto con Roma?
Un
rapporto di amore e odio. Io sono pazza di Roma e non disposta a lasciarla,
perché mi lascia a bocca aperta ogni volta, la trovo bellissima, la trovo di
grande atmosfera, di grande respiro, però mi rendo conto che è invivibile,
difficile, non funziona niente, certe volte mi cadono le braccia quando vedo che
si blocca per un po’ di pioggia, quando vedo che i mezzi non funzionano.
E’ una città dove bisogna essere molto organizzati,
perché altrimenti diventa molto sfiancante.
Ti
piace la sua cucina? Sei una buona cuoca?
Si!
Amo molto la pasta. Più che interiore che non mangio, preferisco una buona
carbonara o una bella cacio e pepe. Come cuoca non sono bravissima, però sto
imparando e migliorando molto. In cucina devo dire che è più bravo il mio
ragazzo.
Un
angolo di Roma a cui sei affezionata?
In
realtà ne ho diversi. A Prati c’era la casa di mio nonno, poi per varie
vicissitudini abbiamo dovuto venderla. Ogni volta che torno da quella parti,
vicino piazza Mazzini, per quei viali che mi sembravano enormi quando ero
ragazzina, mi assale una nostalgia particolare.
In
quali zone hai abitato a Roma?
Adesso
in realtà abito fuori dal raccordo anulare. Sto ad Acilia. Però per due anni
ho vissuto a San Giovanni, dove ho una casa che adesso è diventata una casa
vacanza.