Elio Pandolfi
(attore)
Roma 4.7.2017
Intervista di Gianfranco Gramola
Un attore bravo e spiritoso. In 65 anni di
carriera ha lavorato con tutti i migliori artisti italiani e a 91 anni ha ancora
tanta energia e voglia di lavorare. In questa intervista racconta i suoi inizi
nello spettacolo e le amicizie con Anna Magnani e Marcello Mastroianni
Breve biografia tratta dal sito ufficiale www.eliopandolfi.it
Sono nato nel 1926,
ed esattamente il 17 giugno, a Roma. Dal cielo venni, la terra visitai, era
talmente bella e quindi vi restai. Per i primi 28 anni ho vissuto dentro una
scuola: il famoso Istituto Tecnico Commerciale ”Vincenzo Gioberti”. Mio
padre, Saturno, ne era il portiere. Personaggio singolare e bonaccione.
Amatissimo per la sua simpatia da studenti, presidi, professori e bidelli. Il
palazzo che ospitava la scuola si trova in pieno centro storico, in Corso
Vittorio Emanuele 217! Quando d’estate la scuola era chiusa, questa splendida
magione, diventava Palazzo Pandolfi! In realtà il palazzo fu sede della corte
principesca dei Boncompagni cui apparteneva il ducato di Sora e, prima ancora,
dei Savelli e del Cardinal Fieschi. Nobilitato da alcuni riferimenti agli
stilemi del Bramante si pensò erroneamente che l’edificio fosse stato
disegnato dal grande architetto. Quando mi recavo sui terrazzi, potevo ammirare
il Gianicolo di fronte, Palazzo Farnese sulla sinistra e idem Sant’Andrea
della Valle. Alle spalle avevo tutte le cupole delle più belle chiese di Roma
e, in fondo, troneggiava Castel Sant’Angelo che si ergeva imponente tra i
tetti, i terrazzi di storici edifici colmi di verde e di panni stesi al sole. Da
un altro terrazzo, sulla destra, spuntava solenne la cupola di San Pietro e
allora mi dicevo”che vuoi di più?”. E ringraziavo il buon Dio di avermi
fatto nascere a Roma, la più bella città del mondo!
Nel 1940,
mi esibii per la prima volta in un aria di un operetta famosa “AL CAVALLINO
BIANCO”. Aveva per titolo ”Sigismondo” e fu esattamente nel Teatrino della
mia Parrocchia. Quando mio padre lasciò la scuola per motivi di anzianità, nel
1954, mi si spezzò il cuore! Addio, oh feudo mio! Ma veniamo al dunque: mia
madre capì subito che in me c’era qualcosa di diverso da i miei fratelli
Piero, Marisa e Lucilla! Io ero vivacissimo, stavo sempre a cantare e ballare
nel cortile della scuola, recitavo testi da me stesso inventati, facevo il
tip-tap con la bocca. Gli abiti ecclesiastici erano tutti miei. Preti, frati,
cardinali e suore. Non avevo l’imbarazzo della scelta. I rumori dei tram
romani li rifacevo alla perfezione. Ne ero talmente appassionato che, da
bambino, avevo costruito una cabina con sedie e pezzi di legni. Giocavo a
guidare il tram. E mi facevo tutte le fermate. E poi mimavo le movenze degli
animali che mi avevano colpito di più. Tartarughe, dromedari, mucche ruminanti,
cavalli poveri e ricchi e da circo, pesci nell’acquario di ogni tipo. Imitavo
le mosche che si lavano, i gesti delle scimmie, l’andazzo lento degli
elefanti. Una delle tante volte in cui andavo per le vacanze estive a Vivaro
Romano, paese materno, mi trovai a fare conoscenza con Bianchina, la gallina di
mia nonna. A forza di stare tutto il giorno ad osservarla mi accorsi che ero
diventato come lei. Nelle passeggiate mi seguiva come un cane! In Accademia,
durante la lezione di regia, la presentai a Orazio Costa. Rimase talmente
scioccato che sovente mi fece pascolare sulla pedana! Molti anni dopo Bice
Valori si ostinò a farmela fare in teatro e fu un successone. Frequentai le
scuole elementari, pigro e di malavoglia. Le medie inferiori e le superiori con
più fervore, in modo da arrivare a prendere il diploma di ragioniere il più
presto possibile. ”Diventa ragioniere e poi scegli il tuo mestiere”! Mi
ripeteva continuamente l’amato generatore. Io però mi sentivo attore nato.
Non era una scelta. Dovevo assolutamente fare l’attore. A tutti i costi! Prima
di entrare in Accademia guadagnavo un po’ di soldi posando, sommariamente
vestito, per degli allievi scultori. Avevo 19 anni, per volere del mio
professore di religione, Padre Angelella, lessi alla Sala Borromini dei testi
sacri. Tra il clero più che numeroso era presente Padre Gallo, sacerdote
gesuita, serio uomo di fede,di bontà e di validissima cultura. Mi convocò alla
Curia Generalizia dei Padri Gesuiti al Borgo del Santo Spirito e mi propose di
leggere presso L’Università Pontificia Gregoriana, vicino Piazza della
Pilotta, invocazioni, preghiere e sublimi pagine dalle Confessioni di
Sant’Agostino. L’esito fu positivo, mi portò alla Radio Vaticana e volle
che io facessi un provino davanti al microfono. Ma la mia voce risultava troppo
giovane per leggere notizie importanti e serie. Gli dissi che io avevo in gola
tre tonalità diverse, lo misi all’ascolto; rimase stupito e alla fine scelse
quella più giusta per poter leggere il giornale radio. E così fù! Che strano:
a Padre Gallo non gli ho mai detto che sapevo imitare una gallina. Chissà come
l’avrebbe presa, sicuramente bene. Era spiritosissimo. Poi misi piede alla
Radio Vaticana. Sostituivo ogni giovedì lo speaker che si concedeva una
giornata di riposo. Niente soldi, ma ogni fine mese tornavo a casa con tanto di
quel cibo che io e la mia famiglia ci rimettemmo subito in sesto dopo la fame
patita durante il brutto periodo bellico. Nel
1945 finalmente entrai nell’Accademia d’arte drammatica. Compagni di corso,
Bice Valori, Rossella Falk, Gianni Bonagura, Fulvia Mammi, Gabriella Genta,
Mario Ferrero, Franco Giacobini, Adriano Micantoni, Francesco Savio (Pavolini).
E da lì iniziò la mia carriera che durò ben 65 anni.
Varietà
radiofonici RAI
La serenata al vento ( 1950)
- Sotto il parapioggia
(1951-1952) - Cappello a cilindro (1962) -Venti e trenta express (1962)
- I discoli per l'estate(1975).
Varietà
televisivi RAI
Facciamo la spia (1953) –Fuori programma
(1955)- Le canzoni di tutti (1958) – Za – bum (1964) -La domenica è
un'altra cosa (1969)
- Suonare Stella (2006).
Prosa
radiofonica RAI
Gli errori di Giosuè (1951) – Fuenteovejuna
(1959) - Le belle sabine (1963).
Prosa
televisiva RAI
Non ti conosco più (1954)- Orgoglio e
pregiudizio (1957) - La bisbetica domata (1958) -Il borghese gentiluomo (1959)
-Il furfantello dell'Ovest(1962) - L'alba, il giorno e la notte (1968) - Enrico
IV (1991).
Filmografia
Altri tempi - Zibaldone n. 1
(1951)
- Ci troviamo in galleria - (1953)
- Perdonami! (1953) - Totò
lascia o raddoppia? (1956) - Il
figlio del corsaro rosso (1959) - La
cento chilometri (1959) - Noi
duri (1960) - Scanzonatissimo (1963)
- Il magnifico avventuriero (1963) - Obiettivo ragazze (1963) - Io, io, io... e gli altri (1966) - Per qualche dollaro in meno (1966) - Addio mamma (1967) - Il
sole è di tutti (1968) - La più
bella coppia del mondo (1968) - Amore
Formula 2 (1970) - Quando gli
uomini armarono la clava e... con le donne fecero din don (1971) - Buona
parte di Paolina (1973) – Orazi e Curiazi 3 – 2 (1977) - Priest
of Love (1981) - Un uomo di
razza (1989) - Ferdinando e
Carolina (1999) - Elisa di
Rivombrosa (2003) - Peperoni
ripieni e pesci in faccia (2004).
Doppiaggio
Ha
doppiato molti attori, fra questi Mickey
Rooney - Mel
Brooks - Jacques Dufilho - Marty Feldman - Stan Laurel - Oreste Lionello -
Aldo Maccione - Groucho Marx - Tomas Milian -
David Niven - Philippe Noiret - Peter Sellers -
Spencer
Tracy e tanti altri.-
Intervista
Come ha iniziato a recitare? Chi le ha
trasmesso questa passione?
Il buon Dio mi ha confezionato in questa
maniera e mi ha mandato sulla terra dicendomi: “Tu farai questo”. E ho fatto
questo.
I suoi genitori che futuro speravano
per lei?
I miei genitori si erano accorti che avevo
questa passione e che ero diverso dagli altri fratelli. Già da piccolo imitavo,
cantavo, ballavo con una facilità incredibile, soprattutto a scuola. Ero
veramente molto presente e dotato di una memoria incredibile, come oggi che ho
91 anni corro velocemente con la capoccia. Mia mamma si accorse subito che ero
un bambino molto sveglio. A scuola studiavo e imparavo con facilità dai
professori e un poco dai libri. Io fin da bambino ho sempre cantato per il
semplice fatto che mia mamma, quando mi teneva in grembo e io mi
agitavo in maniera un po’ eccessiva, cantando si accorse che mi
calmavo. Io sono uscito dal grembo di mia mamma cantando, perciò ringrazio Dio
che ancora canto e spero sempre di essere tranquillo e sempre con il canto sulla
bocca.
Quali sono le doti di un bravo attore?
E’ un po’ difficile rispondere a questa
domanda. Oggi di bravi attori ce ne saranno
ma non ce ne sono più come una volta. Non voglio fare paragoni perché
loro vivono il tempo loro e noi abbiamo avuto il tempo nostro. Noi abbiamo avuto
dei grandi insegnanti che ci hanno aiutato a stare sulla scena e qui di grandi
insegnanti non ce ne sono più. I giovani hanno una gran volontà di fare, ma
quello che manca al giorno d’oggi è il volto, la faccia importante di un
attore , quelle facce che non ci sono più. Per esempio le attrici di oggi sono
tutte clonate, tutte uguali. Non c’ è più una Alida Valli con un volto che
resta impresso. Altra cosa è che tutti vogliono fare gli attori e le attrici
e hanno una fretta di diventare famosi subito, senza fare la gavetta,
senza studiare. Io ho fatto un corso di accademia straordinario e poi ho fatto
tante cose importanti con grossi registi e ho fatto 69 anni di carriera. Io sono
convinto che ognuno nasce con una missione, la mia era quella di recitare.
Lei ha avuto parecchie soddisfazioni
artistiche. Mai avuto delusioni?
In teatro sono stato appagato perché ho
fatto tutto, anche quello che molti miei colleghi non hanno fatto. Se lei va nel
mio sito a leggere il curriculum vedrà che io ho fatto di tutto e di più. Una
delusione immensa è che la televisione mi ha adoperato
poco, non capisco perché pur avendo tanti meriti e avendo fatto cose
veramente belle. Comunque mi beo di quello che ho fatto in teatro. L’altro
giorno stavo a casa e mettevo a posto delle cose e mi sono rivisto un pezzo di
Re Lear di Shakespeare, con Salvo Randone e mi sono emozionato molto. Ecco i
grandi attori che sono venuti fuori da una scuola. Noi avevamo avuto una scuola
importante, con degli insegnanti bravissimi. Io ho avuto la Wanda Capodaglio, la
Carini, Vincenzo D’Amico e colleghi favolosi come Rossella Falck, Bice Valori, la Reggiani, la Fulvia Mammi, la Ferrero e
tanti altri.
A proposito di personaggi con cui ha
lavorato, mi dice due parole su Bice Valori?
A Bice Valori io devo tutto, per il semplice
fatto che lei sapendo del mio talento, mi fece entrare in Rai. Era il 1949, in
un grande spettacolo radiofonico di Garinei e Giovannini che si chiamava “La
bisarca”. Feci un’audizione stupenda davanti agli autori e andò bene. Bice
Valori è stata la mia più grande amicizia che ho avuto. Lei sta nel mio cuore
con grande affetto e riconoscenza.
Si è mai innamorato di qualche sua
collega?
Si, è successo. Ma sono cose che durano
poco. L’attrazione più importante per me è stata Bice Valori.
Sono 37 anni che non c’è più, ma la penso spesso. Ho sempre avuto una
passione anche per Anna Magnani e ho conosciuto un affetto grandissimo anche per
un soprano famoso, con cui ho fatto amicizia un po’ tardi. Si chiamava Renata
Tebaldi. Ho conosciuto tanta bella gente, tante persone che mi hanno aiutato.
Ultimamente sono diventato un po’ “bacucco”, come si dice a Roma e mi
rimetto a sentire dei doppiaggi che ho fatto e mi congratulo dicendo: “Bravo
Elio” (risata).
Come vede l’attore di oggi rispetto a
quello di ieri?
Luchino Visconti mi diceva che sono molto
“misurato” e consigliava agli attori di non strafare mai. L’attore comico
di oggi strafà, inventa, parla per ore e ore senza capire che quello che non fa
più ridere, va tagliato. Si è più brevi e si arriva di più. Oggi ci sono
molti comici volgari. Io la televisione non la guardo più, al massimo guardo le
partite mentre cucino, magari mi arriva la palla nel piatto (risata). Non c’è
più niente di bello in tv. L’altro giorno ho rivisto in tv Sarah Ferrati,
un’attrice che nessuno sa chi è. Lei è stata una grande attrice toscana e in
quello sceneggiato era con Renzo Montagnani, Franco Scandurra … un capolavoro
artistico. Di comico dei giorni nostri che mi diverte molto perché molto
misurato e spassoso anche fisicamente è Rodolfo Laganà. C’è qualche attore
che si salva, ma sono pochi. Pensa che quando ero ragazzo andavo a vedere gli
spettacoli di Visconti al teatro Eliseo, c’era la fila fuori, da via Nazionale
per entrare. Io ero molto amico di Marcello Mastroianni e ho visto tutti i suoi
14 spettacoli. Non me ne sono perso uno.
Come ha conosciuto Marcello
Mastroianni?
Mastroianni l’ho conosciuto quando facevamo
le audizioni per diventare attori. C’era il regista Chiavarelli che preparava
per lui “L’Orlando”. Io appunto mi presentavo per l’audizione lui stava
preparando questo spettacolo che debutto con Giulietta Masina. Abbiamo subito
simpatizzato e siamo stati amici fino alla fine. L’ultima volta che l’ho
visto è stato nel 1996, a Napoli. Oltre ad essere un grandissimo attore, era
una persona meravigliosa, un grande amico,un uomo dotato di una grande generosità
e di una grande umiltà. Aveva un cuore d’oro.
Lei è una memoria storica dello
spettacolo.
Sul teatro e il cinema sono molto preparato,
ma anche di musica. Ho imparato tutto da solo, ho amato tutto il vasto mondo
dello spettacolo.
Un domani come vorrebbe essere
ricordato?
Vorrei essere ricordato perché sono morto
(risata). Mi piacerebbe che mi si ricordasse come una persona molto disponibile.
Lei ha un sito ufficiale molto bello,
con tutte le cose che ha fatto. Sono tantissime.
Mi fa piacere che l’ha visitato. Pensa che
ho proposto per tre volte alla Rai dei miei filmati. Mi rispondono di si e poi
vengono cestinati.
Uno per avere una soddisfazione deve
morire.
Esatto. L’altro giorno è morto Paolo
Limiti, uno che sapeva tutto di musica. Io ho un archivio di film e di dischi
molto fornito. Io e Paolo ci scambiavamo film e dischi. Paolo era una persona
che se volevi parlargli, trovava il tempo ed era un piacere comunicare con lui.
E poi era un grande poeta, le sue parole erano da sogno. Ho perso un grande
amico.
Parliamo un po’ di Roma, la sua città.
Sono romano e ringrazio Dio di avermi dato il
privilegio di nascere qui. Abito in una zona storica e Roma è una città
stupenda.
In quale zona ha abitato?
Io sono nato alle spalle di piazza Navona, in
corso Vittorio Emanuele, che parte da piazza Argentina e arriva a San Pietro.
Abitavo in un bel palazzo e avevo vicino la Roma di un tempo, ossia via dei
Cappellari, via dei Giubbonari, via del Pellegrino che sta vicino a campo de
Fiori. Lì si parlava ancora un romano che assomigliava allo
stile belliniano (Giuseppe Gioacchino Belli, poeta romano) ed era uno
spasso sentire parlare e ridere.
Adesso la maggior parte dei romani parla italiano. Io parlo ancora romano. Una
volta a Verona una signora mi disse: “Io a Roma non ci verrei mai”. Io le
risposi: “Ce mancava che venisse pure lei signò … già semo in tanti”
(risata).
Lei ha dei ricordi della Dolce Vita?
La Dolce Vita l’ho vissuta poco perché
qualche volta che l’ho frequentata la sera, mi rompevo le scatole e scappavo.
Via Veneto era troppo caotica. A volte io, Bice Valori, Vittorio Caprioli, Paolo
Panelli, Marcello Mastroianni, la Wertmuller ed altri,
formavamo un gruppo e andavamo a ballare e a dire idiozie fino all’alba. Non
mi piaceva fare le ore piccole, a me piaceva andare a letto presto e allora non
ci sono andato più. Non faceva per me quel mondo. Io sono una persona molto
semplice, umile e sono sempre
rimasto quello che sono.
Esiste secondo lei una Roma da buttare?
No. Non si butta niente. Anzi, quando fanno
scavi esce sempre qualche cosa. Non possono fare qualche lavoro che trovano una
villa romana sotto terra. Una volta trovano un’anfora di Poppea, un’altra il
dito di una statua dedicata a Nerone e allora si ferma tutto. Sotto Roma ci sta
un’altra Roma o forse più di una.
Lei ha cantato anche cose romane?
Si, ho fatto molto repertorio romano,
soprattutto canoro, di canzoni anche antiche.
Come vede il futuro di Roma?
Io ringrazio il buon Dio che mi ha fatto
nascere qui 91 anni fa perché questa città me la sono goduta. Mi pare che il
futuro di Roma sia un po’ turbato.
Però se il buon Dio ce mette una buona parola con
una sventolata tutto fa tornare al suo posto. Io rinascerei quando questa città
era più pulita e c’era quello che girava e spruzzava con la pompa
dell’acqua e puliva le strade. Era una città da sogno.
Lei prima diceva che ha conosciuto Anna
Magnani …
Si, Anna Magnani l’ho conosciuta al cinema,
dove faceva delle piccole parti. Poi mi disserro che un’attrice importante
esordiva in rivista, io che andavo a teatro la vidi e ne restai affascinato
dalla bravura. Il primo spettacolo era “Volumineide” nel ‘40, dove faceva
la fioraia del Pincio e lì ho capito che era veramente una magia in scena. Per
me lei è stata la più grande attrice del cinema e del teatro italiano. Anna
Magnani era di una simpatia e di una comunicatività incredibile.
Avevamo una passione in comune, i gatti. Eravamo dei gattari (risata).
Roma è piena di “gattari”.
Ne ho incontrato un’altra gattara famosa.
Vedo una signora, mi ferma e fa: “Lei abita da queste parti?”. “No, abito
dietro villa Torlonia”. Lei aveva una cartata di roba da magnà per i gatti.
Si presenta e mi fa: “Io sono Edda Ciano Mussolini”. Poi ci siamo
incontrati altre volte, insieme ai nostri cari gattini.