Elisabetta Sgarbi (regista - scrittrice ed editor letteraria)    Milano 7. 9. 2004 

               Intervista di Gianfranco Gramola  

La doppia vita di una manager culturale

Elisabetta Sgarbi è nata a Ferrara il 9 luglio del 1956. E’ un'editrice e regista cinematografica italiana, direttrice artistica della rassegna culturale La Milanesiana. Figlia dei farmacisti, lei stessa si è laureata in Farmacia nel 1980 ed è sorella di Vittorio Sgarbi. In passato curatrice della rivista Panta, fondata con Pier Vittorio Tondelli, nel 2000 ha fondato la rassegna culturale La Milanesiana, di cui è tuttora curatrice. Ha ricoperto l'incarico di direttrice editoriale della Bompiani sino al novembre 2015. Nel corso di 25 anni di attività alla Bompiani ha pubblicato alcuni tra gli autori più importanti del panorama culturale mondiale: J. R. R.Tolkien, Jose Saramago, Amos Oz, W.G. Sebald, Michel Houellebecq, Hanif Kureishi, Michael Cunningham, Paulo Coelho, Amin Maalouf, Tahar Ben Jelloun, Pier Vittorio Tondelli, Andrea De Carlo, Sandro Veronesi, Edoardo Nesi, Antonio Scurati, Umberto Eco. Nel novembre 2015, insieme con molti scrittori come Umberto Eco, Sandro Veronesi, Tahar Ben Jelloun, Edoardo Nesi, Furio Colombo, Sergio Claudio Perroni, Nuccio Ordine, Mario Andreose, Eugenio Lio e Mauro Covacich, ha lasciato la Bompiani appena ceduta da RCS Media Group all'Arnoldo Mondadori Editore per fondare una nuova casa editrice, La nave di Teseo. Nel 2016 è presente nella sezione Festa Mobile del 34° Torino Film Festival con il documentario La lingua dei furfanti - Romanino in Valle Camonica. Nel giugno 2017, in seguito all'acquisizione di Baldini&Castoldi da parte della nave di Teseo, Elisabetta Sgarbi ne ha assunto la presidenza divenendo contestualmente direttore responsabile della rivista di fumetti Linus. Nel 2017 La nave di Teseo ha fondato, insieme a Igor Tuveri la casa editrice Oblomov e Elisabetta Sgarbi ne è divenuta Presidente. Alla 77ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (2020) ha presentato Extraliscio - Punk da balera, documentario sulla band romagnola Extraliscio, e le sono stati attribuiti il premio SIAE per il talento creativo e il premio FICE - Federazione Italiana Cinema d’Essai 2020. A marzo 2020 dà vita alla Betty Wrong Edizioni Musicali che ha prodotto Bianca Luce Nera, un brano di Extraliscio (con Davide Toffolo) che è stato presentato al 71º Festival di Sanremo.

Ha detto

- Mi sono dovuta laureare in Farmacia perché ho due genitori farmacisti e per una legge feudale si tramanda la titolarità al figlio laureato altrimenti la farmacia va a concorso.

- Mi chiedono se faccio uso di sostanze strane, ma non bevo e non fumo neanche.

- La chimica non mi piaceva e tutto ciò che non mi piace io devo combatterlo.

- Un mio maestro è Enrico Ghezzi. Mi piacerebbe scrivere come scrive lui, mi piace il suo modo di raccontare. Saggismo con fughe nella narrativa.

- Per il mestiere che faccio ho un grande rispetto per la parola. Volevo venisse fuori. E per timidezza ho sentito che era meglio nascondermi dietro le immagini, dietro la cinepresa.

- Ormai dialogo con le statue più che con le persone.

Curiosità

- Da cinque anni è direttore artistico del festival La Milanesiana Letteratura Musica Cinema.

- E' sorella del Prof. Vittorio Sgarbi.

- Per contatti: Elisabetta Sgarbi c/o Bompiani, Via Mecenate 91, 20123 Milano.

Intervista

E' indaffarata nei preparativi della manifestazione " La Milanesiana" e mi concede l'intervista solo via e-mail.

Quando è stata a Roma la prima volta e come ricorda l'impatto?

Mi sembra di essere stata sempre a Roma, perché ho imparato ad amarla attraverso i libri d’arte, una guida indispensabile per vedere in modo diverso la stessa realtà, moltiplicata dalla forza dell’immaginazione.

Attualmente com'è il suo rapporto con Roma?

Ci vado spesso per lavoro, e non solo. Milano-Roma è un ponte obbligato per me.

E il suo rapporto con la cucina romana?

Mi piacciono i carciofi alla romana, per il gusto delicato e al tempo stesso pungente di questo antico piatto.

C'è un angolino romano che ama particolarmente?

Forse certi scorci di chiese, in un orizzonte visivo in cui entrino i pini marittimi, il che mi riporta ai paesaggi descritti da Goethe nel suo “Viaggio in Italia”. Ma soprattutto amo il Tempietto del Bramante, al Gianicolo, la cui struttura circolare rappresenta  il vertice di un classicismo già aperto all’inquieta ricerca del manierismo, e la casa in via dei Cerchi, che Gianfilippo Usellini, nel 1947, ha fissato emblematicamente (surrealisticamente) in un suo quadro, rinominandola come “Casa degli amorini”.

Cosa prova nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?

Un senso di tempo ritrovato, per dirla con Proust.

Come vede i romani?

In genere non formulo commenti su queste tipologie. Troppo generiche, e la genericità è il massimo peccato umano.

Qual è, secondo lei, il fascino di Roma?

La sua decadenza e le sue stratificazioni che si sommano.

Quale Roma butterebbe?

Una certa Roma caciarona, bottegaia, estranea al vero spirito della romanità, che è invece propizio all’espansione della libertà e delle potenzialità individuali, sempre secondo quell’archetipo di cui dicevo prima.

In quale Roma del passato le sarebbe piaciuto vivere e nelle vesti di quale personaggio?

Nella Roma del Caravaggio, credo: decadente, notturna e inquietante.

Come vive la Roma by night?

Non la vivo.

Nei momenti liberi in quale zona di Roma ama rifugiarsi?

Ritorno spesso nella casa di Carmelo Bene in via Aventina e all’Eur che mi ricorda Tresigallo e le fiabe surreali di Diego Marani. E poi in via dell’Anima, dove abita mio fratello.

Qual è stata la sua più gran soddisfazione nel campo artistico?

Essere riuscita a coniugare la passione per l’editoria a quella per il cinema. E’ un risultato raro, forse “inattuale”.

E delusione?

Mi sento delusa ogni volta che un’idea buona si scontra, e poi fallisce, con le esigenze commerciali, a volte o spesso in contrasto, appunto, con lo spessore di tale idea. Mi piacerebbe che si scontrasse solamente, senza fallire.

Quali sono le sue ambizioni?

Ho già risposto, credo.

Lei ha fatto molti cortometraggi, clip, documentari, l'attrice, ecc... Ma com'è nata la passione per il mondo cinematografico?

Guardando i film del passato, comprendendo che il gusto dell’immagine era già  connaturato al mio essere, pubblicando sceneggiature, vedendo fuori orario, il cinema e i corti di Antonio Rezza.

Ma i suoi genitori che futuro sognavano per lei?

Non saprei. Ma non penso siano scontenti di ciò che ho fatto.

Lei ha lavorato con Luciano Emmer. Quali sono state le sue impressioni?

Emmer è un Maestro assoluto, un sopravvissuto allo scempio della cultura internazionale perpetrato dal consumismo. E’ un puro, una specie di monaco laico. Mi ha insegnato molte cose, anche con la sua sola presenza.

La cosa più brutta o cattiva che hanno scritto su di lei e che le ha dato fastidio?

Ho superato questa fase. Io vado per la mia strada, diritta come un fuso, e chi mi ama mi segua pure.

Qual è stato il complimento più bello che ha ricevuto e da chi?

Apprezzo i complimenti genuini e disinteressati. E poi mi piace una cosa che mi ha detto un redattore storico della Bompiani. Si chiama Claudio Bonamore. La cosa non la dico.

Ha mai  pensato di mollare tutto e di cambiare mestiere?

Perché avrei dovuto pensarlo?

Quali erano i suoi idoli da ragazza?

Le bambole. Più tardi, Audrey Hepburn.

Quando non lavora quali sono i suoi hobby?

Sono un filosofo del cioccolato, ho in animo di elaborare una teoria metafisica in merito.

Un suo pregio e un suo difetto?

L’entusiasmo, nei due sensi.

Qual’è il suo tallone d'Achille?

Ettore.

Cosa ne pensa della battaglia contro il fumo?

I fumi del pensiero mal diretto fanno peggio del tabacco.

Che rapporto ha con la Fede?

Sono agnostica. Ma se c’è un Dio, lui vede e sa.

E con il denaro?

Uno strumento buono o cattivo, a seconda dell’uso che se ne fa. 

Quali sono le sue paure?

Ne ho tante, ma riesco a dominarle. Mi piace sfidare la paura. Come in un quadro, ancora di Usellini, intitolato “La paura della paura”.  

Ha dei complessi?

Non ricordo.

Chi butterebbe dalla torre?

Distruggerei la torre, è un giochetto cretino.

Ha un sogno nel cassetto?

Si, non aver più sogni nel cassetto. Mi sto preparando per realizzarlo, ma  ci vorrà tempo.

A chi vorrebbe dire "grazie"?

A chi fa un tratto di strada con me senza chiedere niente.