Francesca
Leone (artista e pittrice) Roma 20.3.2018
Intervista di Gianfranco Gramola
Roma per un’artista? E’una
biblioteca a cielo aperto
E’ immersa fra tele, pennelli, colori e
bozzetti fin da piccola. “Il mio lavoro è anche la mia più grande passione,
ma sono appassionata di arte e di cinema nonché della mia squadra del cuore, la
Roma”
Il suo sito ufficiale è www.francescaleone.it
e
per contattare l’artista, la sua assistente personale è Luisella Mariotti
e.mail luisella_mariotti@yahoo.it
Francesca Leone nasce a
Roma il 12 marzo del 1964. Dopo aver seguito il corso di scenografia presso
l’Accademia di Belle Arti di Roma, decide di dedicarsi interamente alla
pittura, laureandosi, sotto la guida del professor Lino Tardia, alla Libera
Accademia di Belle Arti della Rome University of Fine Arts. Inizia la sua
attività espositiva nel 2007 prendendo parte a numerose mostre collettive e
personali; nel 2009 l’American Academy in Rome le assegna il prestigioso
premio “Mc Kim 2009” per un ritratto del maestro Ennio Morricone e, a
seguito dell’esposizione tenuta presso il Museo d’arte Moderna e
Contemporanea di Mosca, è Membro Onorario dell’Accademia Russa delle Arti.
Sua la serie “Corpi e terra”, grandi tele caratterizzate da densità
materiche e colori terrosi, con cui la pittrice raffigura particolari di corpi
femminili colti nel momento dell’abbandono, come se fossero appena emersi
dalla materia informe, e li esplora centimetro per centimetro con pennellate
vigorose. Oltre ai grandi Ritratti di personalità icone della nostra epoca,
quali il Papa e Nelson Mandela o Anna Pavlova e Rudolph Nurejev, gli ultimi
“Flussi immobili”, il ciclo nel quale i volti femminili sono ritratti con un
gesto veloce, un action painting fluido come un getto d’acqua.
Ha detto:
- Ho studiato scenografia, ma presto mi sono
resa conto che non era la mia strada: il cinema l’ho lasciato ai miei fratelli
Raffaella e Andrea, per consacrarmi alla pittura.
- Manolo Valdés mi piace molto, sia nelle sculture che nella pittura, mi piace
molto anche Miquel Barceló. Evidentemente sono attratta dagli artisti spagnoli,
forse perché come tipo di mentalità, siamo più simili.
- Il compito dell’artista è cogliere gli aspetti della realtà che rischiamo
di non notare più.
- Papà aveva l’arte dentro. Mi portava in giro per antiquari. Era un
collezionista di quadri, ma anche di gioielli antichi, pietre preziose. Aveva
molte passioni e i suoi interessi andavano oltre il cinema.
- Tanti mi chiedono perché non mi dedico al cinema; la risposta è che non ho
questa spinta, sebbene l’arte sia molto presente nella mia vita sotto forma di
altri mezzi.
Curiosità
-
Il
padre Sergio è il celeberrimo regista, autore di alcuni capolavori della
cinematografia mondiale, la madre Carla Ranaldi è stata la prima ballerina al
Teatro dell’Opera di Roma. Inoltre il nonno materno era un illustratore del
Messaggero.
Intervista
Com’è nata la tua passione per la
pittura e quando hai capito che dipingere sarebbe stata la tua professione?
Dipingo da quando sono piccola, la pittura è
stata sempre la mia grande passione ma la mia espressione artistica non si ferma
alla pittura poiché oriento il mio studio anche verso la ricerca dei materiali
e la scultura.
Francesca Leone con alle spalle una sua
opera: uno splendido ritratto del padre Sergio Leone
Che ricordi hai della tua prima Mostra?
La mia prima mostra personale è stata in
Sicilia. Uno spazio meraviglioso e ricordo la grande emozione prima
dell’inaugurazione ma allo stesso tempo la grande paura di svelare la mia
anima.
In una mostra temi di più il giudizio
dei critici e dei visitatori?
Per un’artista sia il consenso della
critica sia dei visitatori della mostra sono molto importanti. Ovviamente sapere
che le mie opere riescono a trasmettere emozioni a chi le guarda è
fondamentale. Vuol dire che c’è del feeling sia con il pubblico che mi segue
da anni sia con quello più giovane che inizia a conoscermi ora. Ma a livello di
importanza le due cose combaciano.
Un critico d’arte che temi molto?
Non temo nessun critico.
E uno che stimi molto?
Ne stimo molti, ma alcuni no.
L’ambiente che ti circonda può
essere fonte di ispirazione?
Certamente si. Infatti l’opera “Our
Trash” è un lavoro basato sulla raccolta di tantissimi piccoli oggetti
scartati, gettati persi dall’uomo e intrappolati in un griglia di metallo.
Frammenti di vita quotidiana, mozziconi di sigarette, biglietti, chiavi, soldi,
gomme da masticare, plastiche e mille altri, che segnalano lo scorrere del
tempo, la nostra memoria ma anche un disinteresse colpevole nei confronti
dell’ambiente e quindi del nostro futuro. L’opera non perde però un suo
senso estetico, attraverso gli oggetti colorati e vuole essere un segnale di
speranza che quelle plastiche colorate tornino un giorno ad essere dei
meravigliosi fiori.
Quante ore al giorno dedichi alla
pittura?
Lavoro tutti i giorni, ma ci tengo a
precisare che non mi dedico esclusivamente di pittura. Il mio è un lavoro di
ricerca, che parte da un’ispirazione per poi approdare al disegno,
successivamente al progetto per terminare nella realizzazione dell’opera. Si
tratta di opere in bilico tra scultura, istallazione e anche pittura.
A chi volesse avvicinarsi alla pittura
che consigli vorresti dare?
Dare consigli è un compito ingrato.
Sicuramente oltre al talento, bisogna studiare tanto, mettersi in gioco e
sperimentare. Si tratta di un lungo percorso, in cui la tenacia è fondamentale.
Secondo te l’opera d’arte deve
parlare di più al cuore o al cervello?
Ognuno di noi ha una visione di arte diversa,
quindi non importa cosa la stimoli per prima, l’importante è che l’opera ci
racconti qualcosa.
Un bellissimo ritratto di Papa Francesco,
opera di Francesca Leone
Attualmente a cosa stai lavorando?
Si tratta di un progetto a cui tengo molto e
mi sta impegnando moltissimo. Al momento però non posso rivelare nulla. È top
secret!!!
Hai un sogno artistico che vorresti
realizzare?
Beh non sarebbe male se il Moma di New York
volesse dedicarmi una bella esposizione personale ma anche il Guggenheim,
modesta no?
Tuo padre, il grande regista Sergio
Leone, oltre al cinema aveva molte passioni. E tu, quale passioni hai oltre la
pittura? (cosa fai quando non dipingi)
Fortunatamente il mio lavoro è anche la mia
più grande passione ma sono appassionata di arte e di cinema nonché della mia
squadra del cuore, la Roma.
Se tu avessi davanti a te tuo papà,
cosa gli diresti?
Sono talmente tante le cose che vorrei dirgli
che non basterebbe lo spazio di questa intervista.
Parliamo un po’ di Roma. Com’è il
tuo rapporto con la città eterna?
Roma è la mia città. Ci sono nata, ci
abito, ci lavoro. Mi dispiace però oggi vederla in uno stato di totale degrado.
So che vivi all’ Eur. Come vivi
questo quartiere?
E’ il quartiere in cui sono cresciuta, in
cui ho i ricordi di bambina prima e di ragazza e di donna poi. L’ho visto
cambiare, crescere e con un po’ di dolore anche peggiorare, più sporcizia,
meno verde, più incuria …
Cosa ti manca di Roma quando sei via
per lavoro?
Se sto via per pochi giorni non mi manca
nulla e mi piace conoscere la cultura e i luoghi in cui mi trovo, poi comincio
ad avere nostalgia.
La tua Roma in tre posti?
La mia casa, il centro di Roma che è sempre
un luogo magico e lo stadio.
Esiste una Roma da buttare?
Io non butto mai niente, preferisco
trasformare il brutto in bello.
Tu con il tuo lavoro hai girato il
mondo. Roma è o era la città più bella del mondo?
È indubbiamente una città molto complessa
proprio a causa della sua vastità. Sarà sempre la città più bella del mondo
e credo fortemente che sia nostro compito farla risplendere come un tempo.
Per un’artista Roma cosa rappresenta?
Per secoli è stata la città prediletta
dagli artisti di tutto il mondo. Oggi probabilmente non c’è più il fermento
artistico che aveva negli anni ’60, ma se vuoi conoscere la storia dell’arte
vera e propria, è una biblioteca a cielo aperto.