Francesco Venditti (attore – doppiatore)
Roma 13.1.2008
Intervista di Gianfranco Gramola
Un ragazzo dal cognome importante
L’attore Francesco Saverio Venditti, è
nato a Roma il 27 agosto 1976, ed è figlio del cantante Antonello Venditti e
dell'attrice e doppiatrice Simona Izzo. E’padre
di due bambini, Alice e Tommaso, ed è marito di Alexandra, figlia del celebre
scrittore Raffaele La Capria e dell’attrice Ilaria Occhini. Francesco ha
iniziato a lavorare giovanissimo nel mondo dello spettacolo, dedicandosi sia
alla recitazione che al doppiaggio; quest'ultimo è il lavoro, anche, del nonno
Renato Izzo, delle zie Rossella Izzo, a sua volta madre dell'attrice e
doppiatrice Myriam Catania, Giuppy Izzo e Fiamma Izzo. Nel 1996 debutta come
attore nel cinema, con il film “ Vite strozzate “ ed appare per la prima
volta in televisione nel film diretto da Paolo Poeti "Compagni di branco".
E’ romanista al cento per cento, come il papà.
Curriculum:
Ha doppiato:
Michael Peña- Hayden Christensen - Justin Chatwin - Garrett Hedlund - James
McAvoy - Jon Abrahams - Elijah Wood - Keith Robinson - Adrian Grenier - Daniel
Mays - Justin Long - Steve Howey - Hans Matheson - Peter Facinelli - Simon Woods
- Aaron Paul - Michael Pitt - Kris Lemche - Giovanni Ribisi - Diego Luna - Lance
Bass - Unax Ugalde - Laurence Fishburne - Michael Turning - Pierre-Luc Brillant
- Rodrigo De La Serna.
Cinema:
Vite strozzate (1996) - Camere da letto (1996) - La quinta generazione
(1997) - La verità vi prego sull'amore (1997) - Il cielo in una stanza (1998) -
L'Ulisse (1999) - Almost Blue (2000) - Quartetto (2000) - I giorni dell'amore e
dell'odio (2000) - Commedia sexy (2000) - Sottovento (2001) - Io no (2003) -
Fate come noi (2004) - Gas (2005) - Romanzo criminale (2005) - Il punto rosso
(2007).
Televisione: Caro maestro 2 (1996) - Compagni di branco (1996) - Amico mio 2 (1997) -
Una donna per amico (1998) - Una donna per amico 2 (1999) - Giornalisti -
Valeria, medico legale - Lo zio d'America (2002) - Il Papa buono (2003) –
Marcinelle (2003) - Nerone (2004) - Il grande Torino - Gli invincibili (2005) -
Questa è la mia terra (2006) - La freccia nera (2006) - In gabbia (2007).
Teatro: La partitella (1996), monologo di 90 minuti – Non lo dico a nessuno (
2008 ), al teatro dei Servi di
Roma.
Ha detto
- Avrei
voluto vivere gli anni ’70, allora c’erano idee vere. Oggi la rabbia nasce
da affetti mancati.
- Quand’ero piccolo, i miei eroi erano
nonno Renato il papà di mia madre e nonno Vincenzo, il papà di mio padre, ma
in modi diversi: nonno Vincenzo era l’eroe vero e carismatico, che era stato
sei anni in prigionia durante la seconda guerra mondiale e mi mostrava la
medaglia d’argento che aveva meritato in guerra.
- Con
mamma, mi capita sempre di litigare. Adesso è una nonna affettuosamente
impicciona e si litiga sull’educazione che bisogna dare ai miei figli; prima
si litigava perché io volevo andare alle trasferte della Roma, perché non
andassi sul motorino degli amici o senza casco, per il motorino che avevo
comprato di nascosto: c’è una lista interminabile di litigi e di conflitti.
- La
cosa più strana che ho fatto per la Roma? Ero
a Lione in gita scolastica, telefonai a Roma dalla camera d'albergo per
ascoltare la radiocronaca di un Milan - Roma di Coppa Italia, visto che in
Francia non potevo in nessun modo avere notizie in tempo reale.
-
Sono Vergine, ascendente Vergine,
di una precisione maniacale e rompiscatole come non mai.
- Somiglio parecchio a mio padre per come
prendo la vita, per come cerco di proteggere la privacy. Da lui ho ereditato il
lato critico, pessimista e poi mi ha dato tanto con il suo pensiero.
Curiosità
- Nel
2005 ha debuttato nella letteratura, con il romanzo "My sweet family"
(edito da Manni), un libro denuncia di un certo tipo di famiglia.
- Insieme alla moglie Alexandra,
gestisce l'agritur fattoria "La Striscia" :
sito web: www.lastriscia.com
email info@lastriscia.com La
villa si trova in piena campagna tra i vigneti dei Colli Aretini, a solo un
chilometro dal centro storico di Arezzo.
- Anche
la primogenita Alice, avuta dall'attrice Alexandra La Capria, ha iniziato a
lavorare nel doppiaggio.
- Ha
recitato nel videoclip “Dalla pelle al cuore” di Antonello Venditti,
con la regia di Stefano Salvati, vincendo il Premio "Roma Videoclip
2007", consegnato presso la Casa del Cinema di Villa Borghese, nell'ambito
della Festa del Cinema di Roma.
- A sette anni è stato morso al labbro da un
cane. Portato all’Ospedale Santo Spirito dal papà, a mettergli i punti fu il
suo amico Mimmo Locasciulli, che è dottore e cantautore.
- Ama collezionare "trottole" di
ogni tipo.
Intervista
Sta tornando a casa, dopo lo spettacolo
domenicale. Lo raggiungo sul cellulare, mentre sta cercando di aprire il portone
di casa.
In quale zona di Roma hai passato
l’infanzia, Francesco?
L’infanzia l’ho passata sull’Aurelia ed
è un ricordo particolare, perché, purtroppo, ero lontano da tutto e da tutti e
quindi per me era un delirio. Tant’è vero che c’era un solo autobus che
passava e da lì puoi capire in che condizioni stavo. Per questo dicevo che ero
lontano da tutto e da tutti. A 15 anni io gia lavoravo, facevo doppiaggio e
quindi avevo i miei soldi, le mie entrate e le mie cose, poi mi sono comprato un
motorino di nascosto, con il quale facevo i miei bei giretti per la città,
andando direttamente da casa al centro, senza prendere la metropolitana, senza
prendere autobus e cioè senza aspettare. Era il mio momento di libertà ma poi
sono stato fulminato da un incidente, dove poi i miei genitori hanno scoperto
che avevo un motorino di nascosto.
Com’è attualmente il rapporto con la
tua città?
Ma Roma non è solo la mia città, è anche
la mia vita. Qui ho tutto quello che mi serve e tutto quello che voglio, qui a
Roma. Posso avere il caos a portata di mano, la disorganizzazione come posso
avere l’organizzazione, la storia, ecc… A Roma c’è tutto e noi romani
siamo così fortunati ad avere una città così piena di tutto e di più, dai
musei alle chiese, a delle piazze bellissime e a delle fontane meravigliose.
Siamo così fortunati che noi romani non ce ne rendiamo conto o meglio non ce ne
accorgiamo neanche di quante bellezze abbiamo sotto gli occhi quotidianamente.
Queste bellezze sono più apprezzate dal turista e dalla gente che viene da
fuori.
C’è un angolo di Roma a cui sei
particolarmente legato?
Io sono molto affezionato al Tevere e alle
passeggiate che si fanno sotto le sponde del nostro fiume. Io adesso vivo a
Trastevere, da ormai 15 anni e quindi spesso mi ritrovo a camminare lungo le
rive del Tevere.
Com’è il tuo rapporto con la cucina
romana?
Devo dire la verità che il mio rapporto con
la cucina romana non è un granché, anche perché io non sono un amante dei
primi piatti, ma dei secondi piatti. La cucina romana è famosa soprattutto per
i primi, vedi l’amatriciana e la carbonara, anche sei secondi si fanno valere
perché ci sono la famosa coda alla vaccinara, la pajata, ecc... Anche qui c’è
un percorso storico e questo non solo a Roma, ma in tutta Italia se si osserva
bene, nella cucina entra sempre la storia. Tornando alla cucina romana, mi
affascinano soprattutto i secondi.
Come vedi i romani, attraverso i pregi e i
difetti?
(risata) I romani, come pregio, trovo che
sono molto buoni e come difetto che sono troppo cattivi. Un altro pregio dei
romani è che sono dei grandi lavoratori, checchè se ne dicano e un difetto è che spesso cadono nelle trappole che il nord gli
fa, cioè quelle sul non lavoro e sul menefreghismo.
Invece non capiamo, che se non ci fossero stati i romani, gli altri non ci
sarebbero stati. E poi, come si dice, tutto il mondo è paese.
Cosa ti dà fastidio di Roma, Francesco?
Di Roma mi dà fastidio chi supera a destra
(risata). No! Scherzo. Una cosa che mi dà fastidio e che purtroppo, lo
confesso, ne faccio uso anch’io, è la spocchiosità romana, che può arrivare
anche ad essere maleducata.
Roma cosa rappresenta per te?
Per me è il cuore e quindi é tutto, perché
è una città dove tu puoi apprendere, puoi dare ma puoi soprattutto prendere.
Puoi prendere dal calore, dalla luce, dal colore che ha Roma. Per un’artista,
una città come Roma, può essere solamente una culla dove pensare e cercare di
mettere del proprio nel lavoro. E’ il posto ideale dove esprimersi al meglio e
dove concentrarsi al meglio e poi dare il massimo.
Puoi parlarmi brevemente dello spettacolo
che stai rappresentando in questi giorni al teatro dei Servi a Roma?
Si! La commedia ha per titolo “Non lo dico
a nessuno” e questo spettacolo è un viaggio dentro la testa dei sei
protagonisti, portati attraverso questo viaggio che è come un girone, in limbo,
dove vengono portati per mano da due angeli e andranno a ripercorrere il loro
amore e spesso, come avviene in tanti grandi amori che alla fine scoppiano,
questi sei amori finiscono male e questo perché l’amore è così, l’amore
è sofferenza, è crescere insieme ma non si riesce mai a crescere troppo
insieme in una coppia e quindi si va a raccontare i problemi di coppia che hanno
avuto questi sei personaggi. I personaggi nello spettacolo vanno a rivivere quel
momento importante della loro vita che poi sarà abbastanza tragico. La regia è di Luca Monti.
Qual è stata la tua più grande
soddisfazione in campo artistico, Francesco?
Ti devo dire che questo ultimo lavoro, lo è
una grande soddisfazione. Anche perché ho notato che il rapporto che ha il
pubblico con questo spettacolo è meraviglioso. Come attore di film invece,
forse le più grandi soddisfazioni sono state “Fate come noi”, un film di
Francesco Apolloni ed è stato l’ultimo film di Pupella Maggio e questo era un
film che è stato girato come un cortometraggio e poi abbiamo aggiunto un altro
pezzo ed è diventato un film che poi ha girato per quattro anni il mondo nei
Festival, vincendo un sacco di premi, il Giffoni, il Golden Globe, ecc…
però non riusciva ad uscire in Italia. Finalmente dopo quattro anni è
uscito anche da noi. Tra due mesi invece uscirà un altro film che si chiama “
Polvere “ che è un”opera prima, di Massimiliano Piro e Danilo Proietti ed è un film molto duro, sul mondo della cocaina e
anche questo ha avuto molte difficoltà ad uscire e spero che adesso si siano
limate tutte quelle cose di censura, di distribuzione, ecc… Comunque io vado
sempre alla ricerca di progetti anche un po’ trasversali, come può esser
anche questo spettacolo teatrale.
Ma i tuoi genitori, Antonello e Simona,
che futuro sognavano per te?
Questa non me lo sono mai chiesto, perché
sono stati molto bravi, perché comunque non hanno creato delle aspettative che
possono rovinare un giovane, un figlio, tra virgolette, normale. Io ho sempre
pensato che le aspettative di un genitore, siano una delle cose più angoscianti
e terribili che possa avere un figlio, perché c’è un genitore che si aspetta
sempre qualcosa da te. Io credo che loro si aspettavano questo, cioè che io
prendessi una strada. Penso comunque che adesso siano orgogliosi di me e della
strada che ho scelto e questo poi lo dirà anche il tempo.
Hai mai pensato ad un nome d’arte?
Si! In realtà c’ho pensato, però era
troppo tardi (risata). Questo perché non mi sarei mai aspettato all’inizio,
ma spesso anche adesso, dei pregiudizi. Poi con il tempo ho capito il perché.
Nel nostro ambiente c’è tanta invidia, anche se poi nell’invidia ci vedi
anche un po’ di stima, però l’invidia spesso sovrasta la stima e non me lo
sarei mai aspettato questo. Ormai se uno vuole fare l’attore, deve essere pane
al pane e vino al vino ed inoltre deve essere appoggiato politicamente. Puoi
avere i genitori che vuoi, ma se non sei appoggiato politicamente stai a casa.
Io voglio dire che politicamente non voglio essere aiutato da nessuno, desidero
essere un’artista libero, anche perché mi avevano raccontato i miei genitori,
soprattutto mio padre Antonello, che una volta la cultura era un mondo libero,
invece adesso mi sto accorgendo che non è più un mondo libero e la politica
sta entrando dappertutto, come nello sport e questo sta solamente rovinando e i
politici non possono neanche dire a noi che non abbiamo una coscienza politica
quando sono loro che non ce l’hanno.
Quando non lavori, quali sono i tuoi
hobby? So che gestisci un Agritur in Toscana.
Si! E’ vero. E’ un Agritur che si trova
ad Arezzo e si chiama “La Striscia”. Se guardi su Internet trovi il sito che è bellissimo. Diciamo che nel tempo libero mi occupo dell’Agritur, anche se i periodi in cui
non lavoro sono molto pochi, perché faccio anche doppiaggio e quindi mi tengo
sempre in allenamento anche in questo settore. Diciamo che passo il tempo libero
con mia moglie Alexandra e i miei due figli, poi ho la passione della boxe e la
faccio da ben tre anni.
Il complimento più bello che hai
ricevuto?
C’è stato un complimento che mi ha
colpito. Una ragazza, fuori dal teatro, mi ha detto che sono bravo quanto sono
umile. E questo complimento mi ha fatto molto piacere e mi è rimasto impresso.
Che rapporto hai con la Fede, Francesco?
Io con la Fede ho un rapporto particolare. In
realtà io non mi sono mai rivolto a Gesù, a Dio. Mi sono sempre rivolto a mio
nonno, che non c’è più e a mia nonna. Quindi anche su questo ho un rapporto
un po’ strano. Però sono sicuro che Dio c’è, perché se io mi ritrovo a
pregare e a parlare con mio nonno e mia nonna che stanno lassù, vuol dire che
qualcuno mi permette di fare questo. Pero, come ho detto prima, la mia Fede la
veicolo sui miei due nonni.
Hai un sogno nel cassetto?
Il mio sogno nel cassetto è quello di
diventare un produttore e un attore.
A chi vorresti dire un grazie di cuore?
Vorrei dire un grazie di cuore a Orson Welles,
perché mi ha trasmesso la passione per il cinema e un altro grazie lo devo
anche agli autori che ho letto, perché io ho iniziato ad avere la passione per
la recitazione attraverso la letteratura, cioè quando lessi il mio primo libro
che era “L’amico ritrovato”. Dopo aver letto quel libro, mi sono detto che
un domani avrei voluto interpretare quel ruolo e da lì è nato anche tutto
l’amore che ho, per la letteratura e per la recitazione. Quindi un grazie alla
letteratura per tutto quello che mi ha trasmesso.