Gaia
De Laurentiis (attrice) Roma, 1.2.2003
Intervista di Gianfranco Gramola
Un'attrice
con un segreto: la serenità
Gaia
De Laurentiis è nata a Roma il 25 febbraio del 1970. Grazie ad una borsa di
studio, si è diplomata nel 1990 presso il Piccolo Teatro Studio di Milano,
diretto da Giorgio Strehler, è diventata famosa grazie al noto programma
televisivo di Canale 5 “Target” (5 stagioni, a cui si è aggiunto “Il
figlio di Target”) e per le fiction Tv (La donna del treno - Sei forte
maestro 2 – Io e mamma). E’ anche un’apprezzata attrice di teatro e la
troviamo in “Faust”
(1988/90/97), nel ruolo di Margherita, con la regia di Giorgio Strehler, poi in
“Arlecchino servitore di due padroni” (1990/91) sempre con la regia di
Giorgio Streheler, in “Pulcinella” (1996), regia di Maurizio Scaparro,
“Sole ventiquattrore” ( 2000 ). Il
suo ultimo spettacolo, del 2006 è “ Buonanotte mamma “, tratto dall'omonimo
film e sceneggiato da Marsha Norman. Altri programmi Tv cui ha partecipato sono
“Su e giù”, regia di Francesco Vicario e “Ciro”, con la regia di
Michele Mally. Al cinema, la vediamo in “Cuori
al verde” (1995) con la regia di Giuseppe Piccioni e “Mi sei entrata nel
cuore come un colpo di coltello” (1998) regia di Cecilia Calvi. Nel 1998 ha
vinto il Premio Ennio Flaiano.
Ha
detto:
- Faccio
poca attività fisica, perché mi giova di più il sonno. E’ la mia vera
medicina e se non dormo le mie nove ore, si vede.
- Non pensavo di soffrire così tanto, alla
morte di mio padre. Negli ultimi anni a causa di un malinteso, non ci eravamo più
parlati. L’ho riabbracciato sul letto di morte. Quando mi ha visto mi ha
detto: "Come sei bella, assomigli a Gaia".
- Del mio corpo, quello che non sopportavo
era il mio seno troppo grosso. Ho dovuto faticare molto a convincere il chirurgo
a ridurmelo. Adesso porto la seconda, mi sento a mio agio e sto su, bella
dritta.
- Mi piace arredare, spennellare, cucinare.
Me la cavo molto bene anche a stringere pantaloni e a fare orli e in passato
sono stata una maniaca del lavoro a maglia.
- Come madre cerco di indicare la strada,
mettendo dei paletti. Credo che un bambino abbia bisogno di affetto ma anche di
limiti. Ne ha bisogno anche per il piacere di ribellarsi e quindi di godere di
più della libertà che, se troppa, può procurare ansia.
Curiosità
- L’attrice porta il cognome di mamma
Lucia, che è insegnante di pianoforte. Il papà Carlo Battistoni era un
regista teatrale. Ha anche una sorella: Silvia.
- Dal 1993 al 2000, ha avuto una relazione
con il regista Fernando Ghia (di 35 anni più anziano), da cui ha avuto
Sebastiano. Dopo la separazione si è impegnata con il regista Tv Maurizio
Catalano, da cui ha avuto Agnese.
- Ha condotto il reality di Canale 5 “Changing Rooms – Camera a sorpresa”, in cui le
protagoniste del programma sono due coppie di amici che si scambiano
casa, per trasformare gli uni una stanza dell’abitazione degli altri.
- Porta le lenti a contatto, dopo essersi
sottoposta a un intervento per la correzione della miopia.
- La sua vacanza ideale è a casa, senza fare
niente.
- Ha rischiato di diventare anoressica, perché
per un periodo aveva il rifiuto per il cibo.
Intervista
Trovo la De Larentiis (con due i) sul
cellulare. E’ in un supermercato del quartiere Flaminio, alle prese con la
pasta, riso e con biscotti. Tra una domanda e l’altra, mi chiede un consiglio
sulla marca di un prodotto da comprare.
Com’è
il tuo rapporto con Roma?
E’
ottimo, anche perché sono romana, sono nata qui. Ho vissuto 4 anni a Milano per
studio poi sono scappata e sono tornata a Roma e la amo profondamente e non mi
vedo da nessun’altra parte.
In
quale zona di Roma hai passato l’infanzia?
Fino
a 12/13 anni stavo in via Vallombrosa, quindi al nord di Roma e andavo a scuola
sulla Cassia, poi mi sono allontanata molto, proprio in fondo alla Boccea,
raccordo anulare, e andavo a scuola a Porta Pia, dall’altra parte di Roma e
poi dopo la mia breve pausa milanese, sono tornata a vivere al Parioli e invece
adesso sto al Flaminio, come vedi ho fatto un bel giretto, un tour…
Com’è
il tuo rapporto con la cucina romana?
A
dir la verità la cucina romana non so bene quale sia, nel senso che sembra,
rispetto alle altre regioni, meno varia. Adoro
Roma, la cucina romana l’adoro un pochino meno. A parte un poco di primi come
i bucatini e la carbonara, comunque non è sicuramente la mia preferita. Amo
cucinare perché mi diverte moltissimo.
Hai
un ristorante preferito?
Ce
ne sono tanti. Amo moltissimo il “Casale” sulla Flaminia, poi adoro il pesce
che sta “Ai Piani”, ai Parioli e amo moltissimo il ristorante giapponese, a
“Masei” mi piace molto. Questi tre sono i miei preferiti, però dove vado
spesso è al “Casale”.
Cosa
ti dà fastidio di Roma?
Il
traffico no, perché ormai ci sono abituata e perché sono una che usa tanto il
motorino. Io sono una delle povere matte che sta bloccata sul lungotevere …
pensa che città meravigliosa. Di Roma non trovo niente che non mi piaccia,
anche perché vivendoci, ti abitui ai problemi che comporta.
Come
trovi i romani?
Io
li trovo molto simpatici , molto. Difetti? Si è perso il parlare romano, il
vero romanesco. Adesso quando parlano i romani devono per forza inserirci nelle
frasi qualche parolaccia. Quando imitano i romani dicono un paio di
“mortacci” e l’imitazione è fatta. Anche in Tv o al cinema. Per cui non
è come quei dialetti che sono un po’ una lingua a sé, con una storia e una
tradizione. Quello che è rimasto del romano è forse un po’ di volgarità nel
dialetto, erroneamente, perché un tempo non era così. I romani comunque sono
molto generosi, simpatici. Certo, se uno non conosce l’ironia, allora non va
d’accordo con i romani, perché ripeto, sono molto spiritosi e hanno sempre la
battuta pronta e al momento giusto.
Quando
per lavoro sei fuori, cosa ti manca della tua città?
Mi
manca tutto e quando vado in tournee, mi organizzo in maniera di restare fuori
Roma il minor tempo possibile, per via che ho un figlio e fra poco due. Quindi
ho il piacere di tornarci. Per Natale sono andata alle Maldive ed ero l’unica
del gruppo di romani che non vedeva l’ora di rientrare a Fiumicino (risata).
Se
tu avessi la bacchetta magica cosa faresti per Roma?
Se
avessi la bacchetta magica renderei la città più vivibile, ossia da viverci più
facilmente. Io vicino a me ho piazza dei Giochi Delfini, che è una follia, puoi
rimanere due ore bloccata nel traffico e hai il portone di casa a 200 metri. Se
potessi fare un miracolo farei più parcheggi. Verde ne ha abbastanza, basta
girare per villa Borghese che è una meraviglia. E’ splendida. Mio figlio è
cresciuto al parco, perché prima di andare all’asilo, tutti i giorni, freddo
o caldo lo portavo a villa Borghese a passeggio. Solo la pioggia ci fermava (risata).
Vivi
la Roma by night?
No!
Scherzi Gianfranco? Quando mai… ho un figlio. La vivo quando capita, al
ristorante, al cinema, ma raramente. Non è che frequento locali, assolutamente.
Ma da sempre, anche quando andavo al Liceo non mi divertivano quei locali con
musiche assordanti. Non capisco quelle persone che vanno in quei posti per
chiacchierare e fare fatica per sentirsi. E’ alienante, Gianfranco. Io capisco
che dico una banalità e sembra che ragioni come mia nonna, ma è alienante.
Preferisco trovarmi con amici in una casa o stare di più al ristorante, seduti
e tranquilli senza il bisogno di parlare urlando.
Ma
la tua città è la più bella del mondo?
Bisognerebbe
averlo visto tutto il mondo (risata). Io non l’ho visto tutto, ma
sicuramente Roma è una delle più belle città del globo, ma anche l’Italia
è uno dei più bei paesi del mondo. E poi sia chiaro che io mi sento talmente
parte di questa città che non mi sento a posto in nessun’altra parte. Poi
giudicare che sia la città più bella in assoluto più bella non so, bisogna
vedere cosa uno cerca.
Parliamo
della tua professione. Qual è stata la tua più gran soddisfazione artistica?
A
seconda dell’età e dei momenti sono state varie. Una sicuramente è stata
vincere la Borsa di Studio per il teatro studio di Strehler. Il successo di
Target per la Tv è stata un’altra grande soddisfazione. Poi una soddisfazione
è stata cambiare genere di teatro e ad un certo punto dedicarmi al teatro -
commedia. Ma tante soddisfazioni ho avuto e continuo ad averne.
Non
dirmi che non hai mai avuto qualche delusione…
Ci
sono cose che non sono andate bene, ma penso che c’è sempre una
corresponsabilità, mia anche, ma non direi delusioni. Forse l’impressione di
aver perso la strada ad un certo punto che mi apparteneva molto come stile,
ossia quando sono andata via da Italia Uno e Canale 5 per seguire un altro
programma. E lì, pensandoci, ho avuto l’impressione che avrei dovuto
riprendere il programma l’anno dopo e tentare di tornare su quella strada, in
quella direzione e invece ho perso l’ingaggio. E’ un rimpianto che ho e che
ne sono assolutamente colpevole. Poi, sai, il mondo è fatto di scelte giuste o
sbagliate che siano.
Com’è
nata la passione per il teatro e per il cinema?
Non
per caso. La mia era proprio una passione teatrale ed ero giovanissima, perché
facevo il Liceo e volevo fare l’Accademia a Roma, poi è uscito il bando del
concorso per Milano e dico provo quello e se non va a Milano provo con
l’Accademia. E invece è andata subito.
I
tuoi genitori che futuro sognavano per te?
Questo!
Non penso che sognassero qualcosa in particolare. Mia madre soprattutto sognava
che io fossi soddisfatta, qualunque cosa scegliessi. Non mi ha mai spinta da una
parte o dall’altra. Quando ho parlato della mia scelta, ho trovato le porte
spalancate, devo dire. Mia mamma si è fatta in quattro per facilitarmi. Non
c’è stato nessun ostacolo.
Da
ragazzina chi erano i tuoi miti?
Star
Trek e Candy Candy .
Intendevo
teatrali!
Ricordo
al Festival di Spoleto, avevo 13 anni, c’era uno spettacolo e fu un colpo di
fulmine. Lo spettacolo era: “Buonanotte mamma” con Lina Volonghi e la
Lazzaroni, con il testo di un’autrice americana. Già pensavo al teatro, ma
quello fu uno spettacolo che mi colpì in modo profondo.
Che
rapporto hai con la Fede
Sono
atea nel senso che non seguo nessuna religione, però ho una grande fiducia
nell’uomo. Penso che se si riuscisse a mettere a frutto tutte le nostre
potenzialità, la religione sarebbe superflua e saremmo talmente fieri di noi
stessi che anche se poi esistesse un Dio sarebbe solo fiero di noi. Per cui la
religione mi sembra un alibi.
Il
tuo rapporto con il denaro?
Il
rapporto con il denaro non è di dipendenza ma è ottimo, nel senso che sono
fortemente convinta che i soldi diano una mano enorme nella vita, un aiuto
fondamentale, perché con i soldi non si compra la felicità ma se stai male ti
aiutano tantissimo. Se stai male psicologicamente, se stai male di salute. Però
se devo soffrire perché ho dei problemi veri e in più non ho una lira è
peggio. Detto questo non faccio fatica a fare delle rinunce. Capita giornalmente
di scegliere questo si, questo no! Trovo che quando uno li ha, li deve dividere,
non per forza fare donazioni, dividere nel senso che se li deve godere con gli
altri, con gli amici. Nel senso che puoi offrire una cena, divertirti e poi uno
deve sapersi adattare senza nessun problema a chi hai accanto come amici. Per
cui se hai degli amici che si possono permettere molto di più allora sai quando
non è il caso di seguire o hai degli amici che si possono permettere molto di
meno, per cui sai che non è il caso di ostentare. I soldi bisogna viverli con
naturalezza e il modo con cui lo gestisci rispecchia la tua personalità.
Un tuo sogno artistico?
Un
mio sogno artistico sarebbe fare televisione e teatro ogni anno insieme, cioè
riuscire ad alternare come ho fatto negli ultimi anni. Fare teatro e
contemporaneamente mantenere il contatto con il pubblico televisivo.
Progetti
futuri?
Adesso
sono in tour con questo spettacolo fino alla fine di febbraio che si è
allungato fino al 10 marzo. Poi faccio una serata per Rai Uno che è la
settimana della Moda a Roma e spero che questo mi aiuti a riprendere un rapporto
con la televisione perché avevo lasciato negli ultimi periodi per fare le
fiction. E poi ci sono un paio di fiction in ballo, ma bisogna vedere con la
gravidanza. Io non ho nessun problema a lavorare fino al nono mese di
gravidanza, fino a 2 giorni dal parto. Non ho nessun problema a mostrarmi con la
pancia, ne problemi di salute. Con il primo figlio, Sebastian, è stata una
passeggiata, ora va benissimo anche questo, vediamo.
Tanti
auguri, cara Gaia.
Grazie
Gianfranco. Chiamami se hai bisogno di fare due chiacchiere.