Gennaro
Iaccarino (attore) Roma
9. 2. 2016
Intervista di Gianfranco Gramola
Un
attore poliedrico, pieno di energia positiva e dalla simpatia contagiosa. Un suo
sogno? “Sarei contento di lavorare affrontando ruoli sempre diversi, superare
i miei limiti, cercare di trovare registi che credono in me, che vedono la possibilità
di creare dei nuovi personaggi”
Gennaro
Iaccarino è nato a Piano di Sorrento (Na) il 5 maggio del 1981.
Formazione
Professionale:
- Accademia d’Arte Drammatica del Teatro Bellini di T. Russo
- Corso di perfezionamento con J. P. Denizon
- Camera acting individuale con M. Polla de Luca
- Musical Theatre Workshop con M. Baccarini
Teatro
2012/2011 “Le allegre
comari di Windsor”, regia di F. Grossi (Produzione Teatro Eliseo)
- 2010-2009 - Musical
“Energy Story” (Tournee Nazionale Enel), regia di L. Ruocco – 2011 - “Il
sole di chi è", regia di M. Galeati – 2009 - “L' angelo e la
fiammiferaia”, regia di I. Costanza – 2008 - “L5/S1 ”, regia di A.
Levante – 2007 - “Circa”, regia di A. Levante – 2005 - “Orestiade di
Pasolini", regia di L. Galassi (Teatro Bellini, Napoli) – 2004 - “Yuku,
scuole private giapponesi”, regia di P. Carbone
Cinema
2015 - “Condemned to love”, regia di B. Morrow (in post-produzione)
2008 - “On - Off”, regia di M. Marasco
Televisione
2016 - “Il mio vicino di casa”, regia di F. Costa (in post-produzione)
- “Baciato dal sole”, regia di A. Grimaldi
2015 - “Zio Gianni 2”, regia di D. Grassetti
Cortometraggi
2008 - “La Gradisca si è sposata”, regia di G. Fiorentino - “I
Randagi”, regia di R. Nugnes
2007 - “Voice Over”, regia di A. Modica
Web Serie
2013 - "Il fenomeno",
regia di D. Grassetti
Pubblicità
2015 - "Che Banca", regia di G. Capotondi
- "Vodafone", con Bruce Willis
Doppiaggio
2014 - “Il Postino Pat” (cinema) - “I Borgia” (Sky)
2014/2010 - "I Simpson" (Mediaset) - "I Griffin" (Mediaset)
2013 - "Dance" (Raidue)
2013/2012 - "Ha! Ha! Haires" (Cartoonito)
2010 - “Mamma Mirabelle” (Rai yoyo)
Intervista
Come
ti sei avvicinato alla recitazione, al cinema? Chi ti ha trasmesso la passione?
Ma
è una cosa che ho sempre avuto fin da piccolo. Mia mamma ricorda sempre che dicevo
che avrei fatto l’attore. Quando mi sono trasferito a Napoli ho fatto
l’Accademia. Poi ho saputo di un bando che dava l’Accademia di Arte
Drammatica, mi hanno preso ed è
incominciata la mia avventura nel mondo della recitazione. Ma in realtà da
piccolino ripetevo le cose in tv e avevo una passione sfrenata per tutto ciò
che era cinema e tv.
Hai
qualche artista in famiglia?
Nessuno.
Come ti dicevo è una passione nata fin da piccolino. L’unica cosa che mi
manca sono gli strumenti, non so suonare neanche uno strumento, però ho sempre
avuto la passione per il canto, per il ballo, per la recitazione e infatti poi
in questi anni devo dire mi sono divertito a fare anche tante altre cose oltre
all’attore.
Ma
i tuoi genitori che futuro pensavano per
te? Che lavoro fanno?
Devo
dire che mi hanno sempre appoggiato, speravano in un futuro felice. Mi hanno
sempre trasmesso questa cosa qua, sono sempre stati presenti, mi hanno sempre
aiutato, mi hanno sempre dato buoni consigli.
Noi in famiglia siamo 4 tra fratelli e sorelle, più mamma e papà e ho
sempre avuto tutti quanti dalla mia parte. A teatro sono
sempre venuti a vedermi e in questi anni si sono fatti anche l’idea del tipo
di passione che c’avevo dentro.
Chi
per primo ha creduto nelle tue capacità?
Il
primo che ha creduto nelle mia capacità, sicuramente è stato Tato Russo,
dell’Accademia di Napoli R. Bellini, quando ho vinto questa borsa di studio di
tre anni, dove ho avuto l’opportunità di studiare con dei grandi maestri. Non
ne capivo neanche l’importanza quando
ho fatto il provino, però quello è stato l’inizio. Probabilmente se non
avessi fatto l’accademia sarebbe andato tutto diversamente.
Hai
mai pensato ad un nome d’arte?
Devo
dire di no, non ho mai pensato a un nome d’arte, anche se non ho mai amato il
mio nome. Adesso che ho interpretato il personaggio Diego Randaccio in questa
serie, ammetto che mi piace molto il nome Diedo, mentre Randaccio non so, mi sa
molto di qualcosa di carino, nomade, un po’ selvaggio, un po’ zingaro.
Mi parli del tua ultima fatica "Il
mio Vicino di Casa"? Qual è il tuo ruolo e chi c’è nel cast?
Sono
il socio di Sergio Rubini in questo film e sono molto ambizioso e cerco di
convincere il mio socio ad essere un pochino più commerciale. Cerco di portare
avanti l’azienda che è un’agenzia di pubblicità e cerco di accettare anche
qualche compromesso, magari di non fare cose solo artistiche ma cercare anche di
accettare lavori meno artistici. Lui invece è una persona che lavora con
l’anima, col cuore e quindi cerca l’idea giusta, il momento giusto, cerca
l’ispirazione, odia tutto ciò che è finto, tutto ciò che è commerciale, e
quindi ci rincorriamo in maniera comica, lo assecondo, lo seguo, cerco di
convincerlo, finché lui non mi dimostra che aspettare il momento giusto è la
cosa migliore e mi rendo conto che poi l’arte vince sempre. Nel cast con me e
Sergio Rubini c’è anche Barbara Bobulova.
Hai
un sogno nel cassetto?
Devo
dire che se continuassi così sarei contento. Sarei contento di lavorare
affrontando ruoli sempre diversi, superare i miei limiti, cercare di trovare
registi che credono in me, che vedono la possibilità di creare dei nuovi
personaggi, tutto ciò che è legato all’alchimia con il regista è qualcosa
che spero continui sempre. Devo dire che questa è una cosa che sul film con
Fabrizio Costa è avvenuto, ossia c’era un feeling, un modo di comunicare
molto veloce, molto di grande fiducia.
Parliamo
di Roma. Quando sei venuto a Roma e come ricordi l’impatto?
Ero
eccitatissimo, in realtà 24 ore non mi bastavano. Facevo di tutto e
all’inizio ho fatto mille lavori. Appena ero arrivato ero eccitatissimo perché
è da sempre che io sognavo di venire a Roma. Io già in terza media dopo il
diploma inizialmente volevo trasferirmi a Roma solo che una volta contattate
tutte le accademie italiane mi resi conto che le più importati chiedevano il
diploma di scuola superiore, quindi io ho fatto tutte le superiori solamente
nell’attesa di prendere quel diploma: Quindi appena due mesi dopo il diploma ho noleggiato un furgoncino, ho messo tutto dentro e sono
venuto a Roma. Avevo un’energia e una grinta pazzesca e ce l’ho ancora,
sapevo che sarebbe stato difficile ma molto divertente, molto grande, molto
bella. Ero felice perché ho aspettato molti anni, ho fatto il cameriere, ho
fatto il gelataio, ho lavorato al call center, finché ad un certo punto ho
incominciato a lavorare come insegnante di musical, come doppiatore per i
cartoni animati, ho incominciato a fare tanti lavoretti finché sostituivano
diciamo l’attività principale, perché ho sempre sognato la telecamera e poi
ho cominciato fortunatamente a fare anche tanto per il teatro, un buon teatro.
In
quale zona hai abitato?
Ho
abitato sempre in zona San Giovanni.
C’è
un angolino di Roma che ami molto?
Sono
tantissimi campo dei Fiori, Trastevere, porta Portese, il Pincio, il Fontanone,
amo il lungotevere. Ecco forse è il lungotevere il posto più bello.
Cosa
ti manca di Roma quando sei via per lavoro?
La
libertà di poter uscire e di stare da solo, perché è una città piena di
gente e comunque hai la libertà di uscire e puoi avere la tua privacy, quella
che forse in un piccolo paese non hai.
Con
i romani come ti trovi?
Benissimo,
mi sono sempre trovato molto bene, non sono mai stato un campanilista, ho sempre
seguito le persone a prescindere dalle origini, da tutto. I romani come i
napoletani, i siciliani, i milanesi insomma bisogna vedere la persona. Diciamo
poi che la mia rete di contatti a Roma è fatta di attori, ballerini, cantanti,
registi e la maggior parte di loro arriva da tutt’Italia, per cui il contatto
reale con i romani è veramente limitato, perché ce ne sono pochi.
A
parte il traffico, cosa ti dà più fastidio di Roma?
Nulla
mi da fastidio di Roma.
Come
vivi la Roma by night?
Amo
moltissimo stare con gli amici, non sono un discotecaro, mi piace uscire per
Roma che è veramente un set a cielo aperto. Spesso vado al cinema, vado a
teatro. La mia vita è fatta di questo, vado tanto a cena fuori, con gli amici,
questo faccio. Non sono uno di quelli che fa le sei del mattino, non sono un
mondano in quel senso, dopodiché tanti amici mi conoscono come uno mondano ma
perché mi piace andare a teatro, alle prime, al cinema, mi piace uscire sempre,
stare sempre in compagnia, mi piace creare il gruppo, mi piace fare le cene in
casa. Sono stato un discotecaro quando avevo vent’anni, e ho ancora alcuni
amici della mia età che continuano ad andare. Diciamo che non lo preferisco.
Per
un’artista Roma cosa rappresenta?
Rappresenta
tante possibilità perché Roma è il centro di tutto. Personalmente Roma mi ha
portato fortuna e mi ha premiato, sebbene questo lavoro sia fatto anche di
attese, di rinunce, perché ci sono state anche molte rinunce nella mia vita.
Per fortuna ho saputo dire di no a delle cose. Tante cose ci sono a Roma, è un simbolo del
cinema della TV del teatro. Non è che vivendo a Roma puoi sfondare. Uno deve girare il mondo, conoscere altre culture, arricchirsi dentro,
conoscere nuovi registi, nuove realtà cinematografiche.