Gianni Nazzaro (cantante) Roma 1.2.2004
Intervista di Gianfranco Gramola
Il
mio tallone d’Achille è quando
mi tirano i capelli. Guai a chi mi tocca i capelli. Mi da fastidio.
Nato
a Napoli il 27 ottobre del 1948, Gianni (Giovanni) Nazzaro inizia fin da
giovanissimo esibendosi nei locali come intrattenitore ed incidendo, con lo
pseudonimo di "Buddy", per la Phonotype Record, imitando con successo
le voci di Bobby Solo, Adriano Celentano, Gianni Morandi e altri artisti in
incisioni discografiche di secondo piano. Nel 1968 partecipa a "Un disco
per l'estate" con il brano "Solo noi" pubblicato dall'etichetta
Fans. In seguito viene scritturato dalla CGD e nel 1970 comincia ad affermarsi
come interprete dalle ottime qualità canore, partecipando a Canzonissima con
"In fondo all'anima", al Festival di Sanremo (in coppia con Marisa
Sannia) con "L'amore è una colomba" ed al Festival di Napoli (in
coppia con Peppino Di Capri) con "Me chiamme ammore", canzone
vincitrice della manifestazione. Il grande successo discografico arriva con
"Far l'amore con te"
presentata all'edizione del 1971 di Canzonissima. Nello stesso anno partecipa al
Festival di Sanremo (in coppia con Don Backy), proponendo "Bianchi
cristalli sereni" che arriva in finale, incide il suo primo album
pubblicato dalla CGD e partecipa al film "Ma che musica maestro". Nel
1972 torna al Festival di Sanremo con "Non voglio innamorarmi mai" e
partecipa al Disco per l'estate dove trionfa con "Quanto è bella
lei". Esce in questo periodo il suo secondo album intitolato "C'è un
momento del giorno (in cui penso a te". Al Disco per l'estate è ancora
presente nel 1973 con "Il suo primo sogno proibito", canzone 2°
classificata, scritta da Claudio Mattone, e nel 1974 con "Questo si che è
amore" che risulterà canzone vincitrice della manifestazione. Nello stesso
anno arriva in finale al Festival di Sanremo con "A modo mio" composta
da Claudio Baglioni. In seguito lo ritroviamo a Canzonissima con "Piccola
mia piccola" scritta da Sandro Giacobbe, incide ancora un album con la CGD
intitolato "C'era una volta il night" ed interpreta altri brani di
successo: "Me ne vado", "La più bella del mondo",
"Vino amaro", "Alleria". Nel 1983 torna al Festival di
Sanremo con "Mi sono innamorato di mia moglie". Nel 1991 incide per la
MASAR Edizioni Musicali due canzoni classiche napoletane, "Dicitencello
vuie" e "Nuttata 'e sentimento", arrangiate da "Il Giardino
dei Semplici" che vengono inserite nella compilation "Napoli
in frac" e nei supporti
sonori allegati alla pubblicazione Le
musiraccolte - "Canta Napoli", edita dalla MASAR dal 1990 al
1994 e distribuita attraverso le edicole. Negli ultimi tempi l'artista ha
recitato nei musical "Hello Dolly" (con Loretta Goggi e Paolo Ferrari)
e "Victor Victoria" (con Matilde Brandi e Paolo Ferrari) ed
attualmente continua in tutta la penisola il suo impegno in serate e recital.
E’ stato protagonista di due film musicali: “Ma che musica, Maestro” e
“Venga a fare il soldato da noi”.
Ha
detto:
- Mi
ha rovinato la mia imbecillità, perché sono stata io a volere sia l’una che
l’altra, quelle due iene alle quali ho dato tutti i miei soldi.
-
Faccio pochissime serate e le mie due ex hanno pignorato gli ultimi incassi dei
miei spettacoli. Pignora a destra, pignora a sinistra, gli operatori del settore
mi lasciano perdere, perché sono scomodo.
-
Io, rovinato dall’odio delle mie donne.
Curiosità
- E’
stato legato a Nada Ovcina, che gli ha dato due figli: Giovanni Junior, nato nel
1973 e Giorgia, nata nel 1976. Dopo la separazione, si è legato a Catherine
Frank (vero nome Pleite Armonia Del Carmen), una ex indossatrice francese, che
gli ha dato due figli: Davide e Mattia.
- La
prima moglie, Nada Ovcina, oltre ad essere stata la sua compagna, gli ha fatto
anche da manager, agente e ufficio stampa.
-
E’ nato a Vico Storto Concordia, nel quartiere S. Ferdinando di Napoli.
-
Nel 2003 è stato condannato per violazione degli obblighi di assistenza
familiare. In passato, il cantante era stato condannato per un’analoga
vicenda.
Intervista
E’
al teatro Olimpico di Roma, dove sta interpretando il musical “Victor
Victoria”.
Quando
ti sei stabilito a Roma e come ricordi l’impatto?
Mi
sono stabilito a Roma, da Napoli, verso gli anni ’70 e devo dire che ho avuto
un impatto molto bello, molto favorevole perché ho avuto la fortuna di abitare
da subito in una zona che ancora oggi è molto rinomata, molto ricercata, cioè
via della Croce, angolo Piazza di Spagna e dopo un po’ di anni mi trasferii
vicino a piazza del Popolo, quindi vicino a due piazze bellissime
di Roma, quindi più bel impatto di così. S’è trattato di una fortuna perché
ho incontrato una persona che già aveva la possibilità di vivere in quelle
zone straordinarie. Attualmente mi trovo in via del Casal Lumbroso, una
traversina lì vicina.
Che
rapporto hai con Roma?
Buono,
con la città e con la gente. Con la cucina ancora meglio, perché la considero
una delle migliori. Quella napoletana, fortunatamente, non mi manca, perché
quando ne ho voglia, faccio un salto a Napoli, c’è mia madre che fa delle
polpettine a volontà, ragù, ecc…
C’è
un angolo di Roma che preferisci?
C’è
n’é più di una. Mi piace molto l’Aventino o la passeggiata
archeologica, mi piace anche il Tevere e castel Sant’Angelo. Anche Trastevere
mi piace molto, con i suoi vicoletti, la vecchia Roma.
Cosa
provi nel ritornare a Roma dopo una lunga assenza?
Diciamo
che io ho vissuto a Roma per 34 anni e oltre al centro storico io ho apprezzato
anche la campagna romana che è bellissima, perché ho abitato anche a
Campagnano. Poi mi sono allontanato da Roma e sono stato 7 anni a Milano e
adesso sono ritornato di nuovo a Roma per cui diciamo che i 7 anni a Milano non
facciano molto testo. Però, a dire la verità, qualche cambiamento c’è
stato, c’è più gente, ci sono più negozi, c’è più casino, c’è più
di tutto e questo chiaramente mi fa vivere male la città però puoi recuperare,
come facevo io, vivendola di notte, dove parecchi dormono e c’è meno gente in
giro e si può viaggiare meglio.
I
romani, pregi e difetti?
I
pregi dei romani sono simili a quelli napoletani, cioè sono molto socievoli,
quindi è facile instaurare un rapporto con loro, il rovescio della medaglia,
che potrebbe essere un difetto, è che sono troppo facili all’amicizia e
quindi spesso dietro si nasconde una delusione di un’amicizia che finisce
troppo presto.
Le
più grandi soddisfazioni nel campo artistico?
Devo
dire la verità che nel mio lavoro ne ho avute parecchie ma la più grande e
forse la più emozionante fu quando recitai in una commedia di Raffaele Viviani
diretta dal figlio Vittorio e il figlio stesso mi fece sapere che ero uguale al
padre, assomigliavo al padre come persona, come recitavo, ecc... Questa cosa mi
gratificò moltissimo, l’essere paragonato, casualmente, al grande Raffaele
Viviani che ha fatto la storia del teatro dialettale è stato per me una cosa
emozionante.
Delusioni?
A
dire la verità non me ne ricordo e se ci sono state, me le sono scordate.
(risata)
Com’è
nata la passione, l’accostamento alla musica?
E’
nata in modo abbastanza naturale, nel senso che io facevo parte di una famiglia
di artisti, in qualche modo. Mio padre faceva questo mestiere, mia madre lo
accompagnava con la chitarra, mio fratello scrive canzoni e ha fatto molte
collaborazioni. Mia sorella Annamaria, canta, ha una bella voce, ha fatto un
disco con la RCA, Esmeralda infine, sposata con un miliardario napoletano, non ha
problemi di sbarcare il lunario, ma però nel suo Dna c’è l’arte di
scrivere delle bellissime poesie e quindi, in pratica, da una famiglia del
genere non c’era altro da fare che prendere una via sola, quella dell’arte,
dello spettacolo.
Ricordi
il debutto?
Un
primo debutto e anche un secondo debutto, perché io ho incominciato a fare
l’imitatore dei miei colleghi cantanti. Questo è stato il primo debutto nella
discografia e poi il secondo debutto è avvenuto quando ho deciso di smettere di
imitare gli altri e cantare con la mia voce, quindi andai al Disco per
l’Estate del ’68 e da lì cominciò la mia carriera.
La
cosa più cattiva e che ti ha dato fastidio?
Ultimamente
un critico, che io personalmente non ho molta considerazione del mondo della
critica, tant’è vero che non leggo neanche gli articoli dei critici, me lo
vengono a dire gli altri, questo critico, su questo lavoro che sto facendo a
teatro: “Victor Victoria”, ha scritto “Nazzaro se la cava! (risata) Quando
mi trovo davanti a queste tristi realtà che non corrispondono alla verità, ma
veramente non corrispondono alla realtà, mi cadono le braccia (è una realtà
talmente schiacciante) Tu ti trovi davanti a uno che scrive bianco e dice e
sostiene che quello è nero e allora lì ci rimani male al momento, poi ci passi
sopra.
Hai
mai avuto un momento difficile?
Tantissimi,
anche in questo momento per me è difficile.
In
quei momenti chi ti è stato vicino e di conforto?
Diciamo
che io sono un ottimo compagno di me stesso e ho saputo gestire quei momenti
negativi. Comunque qualcuno vicino l’ho sempre avuto, un amico, un fratello,
anche mia moglie, insomma chi c’era in quel momento. Ma penso comunque che
queste problematiche vanno risolte da soli.
I
tuoi idoli di ragazzo?
Ray
Charles, Little Richard, James Brown, Elwis Presley, tutti americani.
Quando
non lavori quali sono i tuoi hobby?
Guardo
la televisione, non faccio collezioni, guardo tanta televisione.
Quali
sono le tue ambizioni?
Rimanere
in questa attività il più possibile e continuare questa linea di “Musical”
e realizzare se è possibile un album di canzoni scritte da mio fratello che
ritengo l’autore vivente più bravo che c’è.
Un
tuo pregio e un tuo difetto?
Il
mio pregio può essere un certo altruismo e il difetto forse il mio egoismo.
Il
tuo tallone d’Achille?
Quando
mi tirano i capelli, guai a chi mi tocca i capelli. Mi da fastidio.
Hai
mai pensato di scrivere un libro biografico?
Si!
L’ho pensato anche fortemente. Ho anche il titolo. “Il giudaco”. Se trovo
la persona che mi sta a fianco 24 ore su 24, con molta pazienza scrive tutto
quello che gli racconto e aspettare quando mi viene l’ispirazione, penso che
ne verrà fuori qualcosa di buono.
Il
tuo rapporto con la fede?
Ci
credo. Praticante no, ma ci credo. Dico spesso le preghiere.
Quali
sono le tue paure?
Ad
esempio una paura può essere perdere un amore.
Hai
complessi?
No!
Con
il successo sono cambiate le tue amicizie?
No!
Assolutamente! Ho sempre le stesse amicizie!
Hai
un sogno nel cassetto?
Realizzare
le canzoni scritte da mio fratello.
A
chi vorresti dire grazie?
A me
stesso!