Ilaria Moscato (presentatrice e conduttrice) Roma 26.5.2014
Intervista di Gianfranco Gramola
Una
professionista della tv seria e molto simpatica. Una donna "de core"
che ama dare un po’ del suo tempo
a persone che il tempo lo hanno contato. “Roma? Roma è come una bella donna,
ama essere corteggiata”
Ilaria
Moscato, testimonial AISM (Associazione italiana sclerosi multipla)
Il
sito ufficiale della bella presentatrice romana è www.ilariamoscato.it
per contatti e-mail: info@coloreunico.it
referente:
Simona Ruffino
Ilaria
Moscato è nata a Roma il 18 ottobre del 1961. Debutta in televisione nel 1982
come annunciatrice RAI (ruolo che mantiene fino al 1998) dove ha quasi sempre
lavorato. Conduce su Rai 3 il programma L'altro suono. Nel 1990 è inviata
esterna ai giochi di Domenica in e nel 1991 conduce lo spazio sponsor a
Fantastico. Per due anni è stata testimonial della campagna abbonamenti Telefortuna.
Nel 1992 viene chiamata a condurre il celebre Almanacco del giorno dopo il
sabato, due anni dopo conduce lo spazio sponsor nel programma Ricomincio da due
condotto da Raffaella Carrà e trasmesso da Rai 2. Nel 1996 conduce trenta
puntate di Cercando Cercando su Rai 2. Nel 1997 conduce Unomattina estate. Passa
a Telemontecarlo conducendo il programma mattutino Casa, amore e fantasia. Nel
1999 conduce su RaiSat 184 puntate del canale album (via satellite). Nella
stagione 2000-01 è autrice e conduttrice per i collegamenti esterni di 26
puntate del programma Made in Italy di Federico Fazzuoli per Raiuno. Nella
stagione 2001-02 è autrice e conduttrice di 26 puntate del programma
Raiuno-Spot. Dal 5 ottobre 2002 è al timone, assieme a Marcellino Mariucci,
della rubrica del sabato pomeriggio di Raiuno Easy Driver. Presenta e conduce
numerose serate e premi letterari.
Altre
trasmissioni
Concerto
dell'Epifania (Raiuno, gennaio 1998)
Speciale
Linea Verde e Sanremo in Fiore (Raiuno, febbraio 1998)
Premio
Carosone (Raiuno, settembre 2001, da Ischia)
Ha
detto:
- Chi
fa il mio mestiere è un privilegiato: non solo abbiamo la possibilità di fare
un lavoro appassionante e, certamente, fortunato, ma attraverso di lui si creano
legami importanti, si tessono fili indissolubili. Quelli tra noi e il pubblico.
- Sin
da piccola ho sempre desiderato fare l’attrice
di teatro, ricordo quando mi
chiudevo in camera e, indossate scarpe e collane di mia madre, mi mettevo
davanti allo specchio e cominciavo a recitare
piccoli drammi. Spesso la mamma impietosita dalle lacrime e dai singhiozzi mi
pregava di recitare qualcosa
di più allegro.
- Il
mio pubblico è abituato a vedermi alla guida
di una macchina, o ancora prima
a mezzo
busto. Per anni sono entrata
nelle vostre case e spero di
averlo sempre fatto con garbo e con educazione.
- Ali
Reza Arabnia ci ha descritto con una metafora:
“Gli
italiani sono come le ostriche: il guscio fuori è brutto da guardare, difficile
da aprire, ma contiene una perla di umanità e intelligenza!”. E’
quasi paradossale che un’ imprenditore straniero che lavora in Italia parli
così di noi. Lui riconosce a noi queste qualità. Noi non siamo in grado di
valorizzare nemmeno una piccola parte del nostro talento! Non se vi ritrovate
nella metaforica descrizione di Arabnia che fa degli Italiani, ma io vorrei
tanto essere quell’ostrica!
Curiosità
Ilaria
è testimonial dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi
Multipla). Insieme a lei sono testimonial Michela Andreozzi, Enrica
Bonaccorti, Marta Flavi, Federica Gentile, Marisa Laurito, Ilaria
Moscato,Valentina Vezzali, Gianluca Zambrotta e Gaia Tortora. Madrina
dell'Associazione è Antonella Ferrari: giornalista, opinionista,
attrice, scrittrice (Antonella dal 1999 ha la sclerosi multipla).
Intervista
Com’è
iniziata la tua avventura in Tv?
E’
iniziata nel jurassico (risata). A parte gli scherzi ho iniziato per caso, perché
ho preso parte ad una selezione a livello nazionale, quindi annunciatrici e
presentatrici. La Rai cercava degli speacker e ho provato ad entrarvi. Quindi ho
fatto tutta una serie di prove, dalla prova di italiano al colloquio di lingue,
al colloquio di cultura generale. Era il 1981 e da lì è iniziata la mia
avventura, prima radiofonica e poi televisiva.
Hai
condotto e fatto parte di diverse trasmissioni. A quale ti senti più legata?
Di
solito si dice sempre l’ultima che si è fatta, ma nel mio caso è proprio così.
Sono molto legata a Easy Driver perché sono dieci anni di trasmissione che
comunque lasciano il segno. E poi sono legata a Uno Mattina, condotta
nell’estate 1997 e quella è stata un’altra trasmissione importante e che ha
fatto parte del mio percorso televisivo. Ogni trasmissione diversa ha rubato un
pezzetto di me e qualcosa mi ha lasciato.
Hai
dei rimpianti?
No!
Forse avrei dovuto avere più determinazione. Ma per educazione sia nel lavoro
che educazione proprio ho sempre avuto molto rispetto verso gli altri. Quindi
quando mi sono trovata ad essere una libera professionista, avendo lasciato la
Rai nel 1998, è stato un po’ difficile perché andavo incontro ad un mondo
che non conoscevo. Perché prima ero una dipendente. E’ stato difficile però
devo dire che ho trovato delle persone corrette, persone con le quali avevo già
lavorato in Rai quindi parlavamo la stessa lingua e piano piano mi sono
ricollocata.
Un
collega che stimi molto?
Mi
prendi in contropiede perché difficilmente ho lavorato con dei maschietti. Come
collega con cui mi sono trovata molto bene è quello con cui ho lavorato a Easy
Driver, Marcellino Mariucci. Come colleghe stimo molto quelle degli annunci, le
annunciatrici. Con loro ho passato 18 anni e praticamente la mia famiglia sono
loro.
La
popolarità crea più vantaggi o fastidi?
Ti
racconto un fatto che mi è successo proprio pochi giorni fa. Sono andata negli
uffici dell’AMA (l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti a Roma),
e avevo 40 persone davanti a me. Sono andata allo sportello e questo signore
guarda i documenti e poi mi osserva. Io ho chiesto di chiudere una pratica e lui
mi guarda e fa: “Una volta ho aiutato sua mamma, tanti anni fa perché aveva
un problema e adesso piacevolmente aiuto lei a chiudere la pratica”. Quindi la
popolarità, l’essere conosciuta è sicuramente un vantaggio. Ha tanti
vantaggi cui uno, fra virgolette, ne approfitta. Uno svantaggio può essere che
le persone non ti lasciano libera in un momento tuo di intimità, quando magari
vorresti stare da sola. Però questo è il rovescio della medaglia. Qualora non
succedesse più quel piccolo fastidio, tu sei finita.
Ma
i tuoi genitori che futuro sognavano o speravano per te?
Io
ho ancora papà ed è un medico e mamma è casalinga. Ho anche una sorella.
Forse loro speravano per me e per mia sorella una carriera di medicina legale
come mio padre. Ma nessuna di noi figlie ha preso la carriera medica e quindi
non abbiamo fatto tesoro e bagagli di tutto quello che era di mio padre. Mio
sorella lavora nel cinema, io nella televisione. Forse mia mamma mi voleva
sposata ad un professionista e che facessi la donna di casa. Niente! Ho fatto
tutt’altro.
Ho letto sul tuo blog che hai affrontato
il tema della sclerosi multipla e ne sei testimonial.
Si!
Perché quest’anno sono uno dei volti noti per sensibilizzare la gente verso
la ricerca sulla sclerosi multipla. La mia amica Paola Lucidi mi ha chiesto di
partecipare come testimonial e io ho accettato molto volentieri, perché credo
che comunque se c’è un personaggio che lo porta all’attenzione, si faccia
maggior attenzione al problema della sclerosi, come per tante altre malattie.
Quindi dare un po’ del mio tempo
a persone che il tempo ce l’hanno contato, mi fa piacere.
Che
rapporto hai con la Fede?
Discontinuo.
Non che la usi quando ne ho bisogno, però sicuramente mi rivolgo nei momento più
intensi o in cui ho bisogno di avere un colloquio privato, più personale. Mi
faccio il segno della croce, ringrazio, ecc… però non è molto continuo o
abitudinario il mio rapporto con la fede e non vado sempre a messa. Però sapere
che c’è qualcun altro sopra di noi mi dà serenità e mi piace.
Cosa
pensi del nuovo Papa?
Una
bella ventata di gioventù, se si può dire. Pensa che un taxista mi ha
detto:” Finalmente un nuovo Papa. Si lavora” (risata). Evidentemente quando
c’era papa Ratzinger i turisti a Roma erano meno di adesso. Questo papa ha
riportato la gente a chiederci forse qualcosa perché forse ce ne eravamo
dimenticati. Io penso che negli ultimi tempi la gente passava davanti a San
Pietro senza rivolgerci neanche più uno sguardo. Forse delusa e amareggiata per
tutto quello che la chiesa ancora nasconde e per gli scandali degli ultimi
tempi. Non basta sicuramente un nuovo Papa ma forse ci voleva qualcuno che
iniziasse ad alzare il tappeto per vedere cosa c’era sotto.
Quali
sono i tuoi progetti?
L’apertura
del mio blog che una cosa che mi intriga tantissimo. Io sono due anni che sono
lontana dalla televisione e il fatto di avere il social network e adesso il blog
mi fa sembrare di essere ancora lì, perché riscontro ancora tantissimo affetto
e tu sai meglio di me che se non appari dopo un po’ ti dimenticano. Invece con
le foto e avere un rapporto diretto con le persone che ti hanno stimato e
seguito in tutti questi anni, ti mantiene viva e ti fa sentire giovane. Il blog
è una nuova esperienza. Sicuramente c’è
il desiderio e c’è un progetto di ritorno in televisione, così almeno
se mi vedono sulle foto, vedono come il tempo passa e come il vino invecchiando
diventa sempre migliore.
Parliamo
di Roma Ilaria?
Volentieri,
è la mia città.
Com’è
il rapporto con la tua città?
Di
amore e odio. Roma è come una bella donna, cioè ama essere corteggiata, la
devi corteggiare tantissimo, si fa raggiungere e poi ti rifugge di nuovo. Questo
sindaco non credo faccia un granché per questa città, perché è di nuovo una
città sporca, è una città non curata. Roma è una città che potrebbe essere
veramente la più bella città del mondo, perché ha tutto per esserlo però a
livello di gestione non ci siamo. E’ vero che è difficilissimo gestire una
città come Roma, ma anche a livello di municipio, di quartiere… gli stessi
quartieri non sono curati. Quindi non abbiamo rispetto di quello che c’é
intorno a noi. Io se fossi un amministratore, se avessi una carica in un
municipio, andrei in giro a vedere com’è e come viene tenuto il quartiere
dove vivo, perché se questo è la dimostrazione in piccolo, pensa in grande
come lo può essere una città come Roma. Poi peraltro ti lascia senza fiato
quando vedi un bel tramonto e in
questo periodo poi c’è una luce pazzesca. Ti metti su tutta quella filata di
ponti e vedi il Tevere che ci passa sotto, anche se il fiume non è più biondo
ma verde, ma non per colpa del sindaco, per carità, ma per colpa degli scarichi
e dei rifiuti. Spesso mi chiedo
perché il lungotevere non è come quello di Parigi, perché non lo possiamo
tenere pulito e far vivere. Roma secondo me ha delle potenzialità veramente
immense, ma sta là…
In
quali zone hai abitato?
Io
sto nella zona nord di Roma, zona Cassia e ho sempre abitato in quella zona dove
mi trovo molto bene. Ho abitato un periodo in campagna poi sono ritornata a
vivere nell’urbe. In centro ci vado in trasferta (risata).
La
cucina romana ti piace?
A me
piace la carbonara, la matricina, la cacio e pepe, la grigia… Parlami di
mangiare e io mangio (risata). Io amo molto mangiare e i miei colleghi mi
dicevano che ero un po’ anomala come conduttrice, perché mi sedevo a tavola e
mangiavo, cioè non facevo finta di mangiare. Io quando mangio, mangio, poi per
due o tre giorni sto attenta a non
esagerare. Faccio anche sport per cercare così di avere degli alibi, però a me
piace molto mangiare. E’ uno dei piaceri della vita.
Come
trovi i romani (pregi e difetti)?
Il
romano è una persona spassosa, giocosa e sa essere anche molto tagliente. Io
parlo romano quando mi capita, però non mi piace sentir parlare romano. A chi
non è di Roma piace il romanesco. Io che vivo in mezzo ai romani, sentendo
parlare romanesco, non mi piace molto. Però il romano de Roma è “de core”.
I romani si sa sono un po’ folcloristici
negli apprezzamenti verso le ragazze. Qual è il complimento che ti fanno più
spesso?
E’
vero, i romani hanno sempre la battuta pronta, la battutina spiritosa.
Quand’ero carina e giovane l’apprezzamento era “a bona” o “ammazza che
occhi”. Diciamo che non hanno mai passato i limiti, anche perché il romano
certe volte può sembrare greve.
Poi c’è persona e persona.
Un
angolo a cui sei molto affezionata?
Ho
frequentato tanti angoli e quindi è difficile dirtene uno in particolare.
Quando ero ragazzina avevamo le comitive. Ci trovavamo a piazza Euclide, dove io
andavo a scuola dalle suore. I luoghi a cui sono affezionata sono legati alla
mia gioventù, quando con la comitiva andavamo in giro con i motorini.
Tradiresti
Roma per andare a vivere in un’altra città?
Posso
provare a tradirla, ma tanto qui poi tornerò. E’ come il profumo… ho
provato mille volte a cambiarlo, ma alla fine uso sempre quello. E questo vale
anche per Roma. Puoi andare dove vuoi, ma poi ci ritorni.