Isabel Russinova (attrice, autrice e
produttrice) Roma 1.5.2015
Intervista di Gianfranco Gramola
Un’attrice talentuosa e instancabile. Un
vulcano di idee e di progetti. Nel suo ultimo lavoro “Il popolo di Re Heruka”
racconta la storia del popoli rom. Il più bel complimento? L’applauso del
pubblico dopo una recita.
Isabel
Russinova, all’anagrafe Maria Isabella Cociani, è nata a Sofia il 20 gennaio
del 1958, è cresciuta a Trieste dove vivevano i nonni paterni - Maria e
Valentino Cociani - e dove ha frequentato il liceo Petrarca sino al ginnasio,
diplomandosi poi al liceo di Cortina. Inizia la carriera come modella, a Milano,
per l'agenzia Caremoli e nelle redazioni delle riviste Vogue Italia, Lei,
Harper’s Bazaar. A Milano, grazie ad un provino per il programma televisivo di
Enzo Tortora “Cipria”, fu scelta per partecipare alla trasmissione con un
contributo canoro alla colonna sonora. Ha condotto il Festival di Sanremo 1983
assieme a Andrea Giordana, Emanuela Falcetti, Anna Pettinelli e Daniele Piombi,
un'edizione di Discoring (1983/84), sempre con la Falcetti e la Pettinelli,
nonché un'edizione di Mattino 2 (su Rai 2, 1988) insieme ad Alberto Castagna.
Nel 1987 conduce invece la trasmissione Linea Verde assieme a Federico
Fazzuoli e Vincenzo Buonassisi.
Ha
recitato nei film Delitto in Formula Uno (1984), Tex e il signore
degli abissi (1985), Rimini Rimini - Un anno dopo (1988), Il
commissario Lo Gatto (1986) e Noi uomini duri (1987). In tv ha
recitato anche nell'episodio "Boomerang" della serie "Big
Man" nella parte di Chiara.
Nel
1994 l’incontro con Rodolfo Martinelli, il suo compagno, con il
quale ha percorso il tratto più intenso e importate della sua vita, che
continua tutt’ora. “Nel
1998 é nata Ars Millennia – spiega
Isabel - la società di Produzione che,
con Rodolfo, cerchiamo di far crescere assieme ai progetti in cui crediamo”.
Ars Millennia ha prodotto molti spettacoli teatrali di successo, alcuni tra i
tanti “The Country “ di Martin Crimp,presentato al Festival di Benevento,
“La Bottega del Caffè”di Wassbinder, e
“Il postino suono sempre due volte” presentati nei maggiori festival
italiani e entrambi in cartellone al teatro Valle di Roma; Vertigo da Hitchcok,
Elettra e La caduta delle maschere, della Yorcenair, Andromaca da Seneca, La
Governante di Brancati.... Nel 2004 nasce “Bravò”, la casa della
Drammaturgia Contemporanea Internazionale, la rassegna ormai attesa da un
pubblico sempre più attento. Ars Millennia ha proposto al pubblico anche
molti eventi culturali, volti all’impegno sociale, come “Donna Violata”,
contro la violenza sulle donne o “7 le racconto” recital per i bambini. Ars
Millennia comprende anche la sezione “Editoria”, con la quale, in
collaborazione con Rai Eri, ha pubblicato, per la collana 100 minuti junior,
“Ti racconto 4 storie” e “Antonio, L’isola e la balena”, i due romanzi
per ragazzi che Isabel ha scritto. Con Ars Millennia, Isabel ha
prodotto e scritto documentari come la collana “Sante” , storie di donne
diventate Sante, e “Leggende”, storie che raccontano il nostro territorio e
la nostra memoria, cortometraggi, come, tra gli altri “4 novembre 1943”
storia di un donna al tempo della resistenza, “Sicilia”, “Hotel Aldilà”, il
film tv “Assassini per caso” di Quinto De Sisti, tre Premi al Festival di
Salerno (miglior produzione, miglior sceneggiatura e miglior interpretazione
femminile). Ha prodotto per le sale “Sopra e sotto il ponte”
di A. Bassetti selezionato in otto Festival e vincitore di tre Premi
(tra i quali quello per migliore attrice non protagonista e per migliore
produzione al BAFF). Ha prodotto “Il pugile”, storia estrema di un ragazzo
che avrebbe voluto fare il pugile, di E. Flangini. Scritto e prodotto
“L’ultimo re” per la regia di A. Grimaldi , da Seneca... Nell'
aprile 2015 è nominata Corrispondente Culturale Onoraria, dal consiglio
direttivo della MACTT ( Mediterranean Academy Culture, Tourism and Trade), NGO
maltese, per la realizzazione dello spettacolo “Agatha”. Il riconoscimento
viene offerto a personalità che con la propria attività, valorizzano e
promuovono la cultura Maltese e Mediterranea nel Mondo.
Intervista
Mi
parli del tuo docufilm “Il Popolo di Re Heruka”?
Il popolo di Re Heruka è un racconto che si
sviluppa attraverso i linguaggi diversi dell’arte, che sono il teatro, il
cinema, il documentario, la musica e la danza. Attraverso questi linguaggi si
racconta questa storia che sembra un racconto che viene da lontano, una ballata
antica, come quando i narratori andavano di paese in paese e raccontavano le
gesta degli eroi, le cose che erano avvenute nel passato, le guerre, la memoria,
ecc… e questo vuol essere una
specie di cantastorie moderno, di oggi. Vuole raccontare chi sono i popoli rom,
i popoli sinti. Pochi sanno la loro storia, da dove vengono, chi sono e le loro
origini. Penso che questo sia una cosa indispensabile per conoscere e poi
giungere a delle conclusioni, partendo poi dal presupposto basilare e necessario
che dovrebbe essere in ognuno di noi che è quello del rispetto per il prossimo.
Quel rispetto che ti porta a cercare di conoscere e di sapere delle cose che
puoi anche non approvare. Molte volte non si approva anche ciò che non si
conosce, che non si capisce. Dal momento in cui lo si capisce si può anche
avere una opinione diversa da quella che si aveva prima o perlomeno puoi capire
le forze che hanno poi spinto una certa realtà a diventare quella che è. Da
questa motivazione è partito questo lavoro che, come ti dicevo, viaggia su
queste quattro direzioni e le amalgama insieme, portando al pubblico codesto
racconto che dura 52 minuti e che, senza prendere posizioni e quindi in maniera
libera, ti vuole raccontare chi è il popolo rom. Dalle sue origini, da quando
era un popolo felice e abitava sulle sponde dell’Indo ed era governato dal Re
Heruka, che era un Re che sapeva governare
il suo popolo perché si era saputo far amare, fino alle persecuzioni che lo
hanno fatto diventare uno dei popoli più perseguitati della storia e del mondo
e anche dei nostri giorni.
Recentemente hai interpretato al Teatro
Belli di Roma un monologo su Agatha Barbara.
Agatha Barbara è stata la prima donna a
ricoprire il ruolo di Presidente
di Malta. Lei diventa primo deputato donna, nel 1947 a Malta, dopo che insieme
ad altri giovani come lei aveva fondato il partito laburista. Attraverso il suo
impegno riesce a liberare altre donne e far si che loro possano votare, che
possano avere gli stessi diritti dell’uomo, che possano sperare di avere gli
stessi diritti sul lavoro e nella famiglia, lottare per avere uno stipendio
equiparato, lottare per essere considerate persone alla stessa maniera dei
maschi. Aghata Barbara è un personaggio molto interessante, completo,
controverso, come tutte le grandi persone è tanto amato e tanto odiato però
anche rispettato e temuto. Per me è stata una sfida molto interessante
perché era una sfida doppia perché, avendo scritto il testo, ho cercato di
fare una lunga e accurata ricerca storica del tempo che l’ha accompagnata e
anche del personaggio principale. Quindi questa sfida doppia interessa sia il
mio ruolo come autrice del testo, che quello di attrice nell’interpretare un
personaggio così complesso. Sono soddisfatta perché sono riuscita a sentire
questo personaggio talmente tanto da entrare
nella sua personalità, che ho scoperto attraverso le mie ricerche, in maniera
molto naturale.
E per quanto riguarda i “Quartiere
contemporanei” che mi dici?
I “Quartiere contemporanei” è una
rassegna che sto portando avanti da poco. Nasce da una mia idea e quindi è una
mia creazione e viene prodotta dalla mia società, la Ars Millennia Production,
insieme al mio compagno Rodolfo Martinelli con il quale da anni portiamo avanti
progetti che cerchiamo di portare a termine. In questo lavoro abbiamo avuto come
partner l’Università della Basilicata, la Regione Basilicata e abbiamo avuto
il sostegno della Fondazione Carical,
che è una fondazione molto attenta a tutto ciò che esprime, racconta e
porta cultura. Con questi partner abbiamo creato
questa rassegna che si muove tra letteratura e teatro e presenta i grandi
protagonisti della letteratura del nostro tempo, offrendo al pubblico la
drammatizzazione dei loro lavori attraverso una messinscena teatrale. Abbiamo
avuto il piacere e l’onore di parlare e presentare al pubblico Claudio Magris,
Alessandro Baricco, Dario Fò e tanti altri. Anche in questo caso sono molto
gratificata di poter fare questa ricerca
e approfondire questo lavoro perché penso che sia anche un modo utile alla
società e soprattutto ai giovani per poter capire di più del nostro tempo,
della nostra storia anche attraverso la grande sensibilità dei grandi della
letteratura.
Mi racconti come ti sei avvicinata alla
recitazione? Hai artisti in famiglia?
No! Mio padre è medico e mia madre è
insegnante. Diciamo che la mia è una passione antica perché ho scelto di fare
degli studi umanistici. Mi è piaciuta la storia perché noi siamo il frutto di
quello che siamo stati e saremo quello che siamo stati. Perché il nostro
passato ci indica sempre la strada anche attraverso la conoscenza di quelli che
hanno già vissuto prima di noi, e quindi tutto va affrontato,
combattuto e risolto anche attraverso gli errori del passato. Ritengo che
la conoscenza e lo studio sono la base della crescita dell’uomo in generale.
Ma il mondo dello spettacolo era come te
lo immaginavi o ti ha deluso?
Io sono sempre stata abbastanza ai margini.
Io farei delle distinzioni. Il teatro si divide in quello commerciale e in
quello di formazione. Il cinema in quello di intrattenimento e nel cinema puro.
Anche nello spettacolo ci sono diversi generi, che portano ad avere dei
protagonisti diversi, che esprimono diverse personalità. Diciamo che tutto
quanto è comunicazione, la musica, la danza, raccontare sentimenti e storie
attraverso queste discipline, che sono le grandi e importanti basi dell’umanità,
perché l’uomo da sempre ha cercato di crescere, esprimersi e raccontarsi
attraverso la pittura, la scrittura, il canto, la musica, la danza. Sono i
linguaggi attraverso i quali noi riusciamo a sapere qualcosa del nostro passato.
Guai se non ci fossero stati i grandi storici, i grandi scrittori e i grandi
musicisti. Dal primo artista che ha portato fino a noi i racconti della sua vita
quotidiana nelle caverne, raccontando il poema della sua vita, attraverso gli
strumenti che conosceva e che stava sperimentando.
Se non ci fossero stati questi artisti noi non sapremmo tante cose.
Il complimento più bello che hai
ricevuto?
E’ l’applauso del pubblico dopo una
recita. E’ sicuramente il complimento più importante. Come è importante il
commento di chi magari ha letto un mio testo e ha avuto un’emozione o ha avuto
il piacere di leggere e viaggiare in sintonia con quello
che io ho cercato di raccontare. Ecco, questi sono i complimenti che mi
fanno piacere e le mie più grandi soddisfazioni.
Hai dei rimpianti?
No! Tutto quello che è il nostro passato
comprese anche le cose di cui non sei soddisfatto sono parte della tua
formazione. Pensa che terribile sarebbe se ci fosse la macchina del tempo per
poter tornare indietro. Cambieresti tante cose, ma c’è sempre il rovescio
della medaglia.
Dopo lo spettacolo “Il popolo di Re
Heruka” hai qualche altro progetto?
Il prossimo spettacolo che sto per portare in
scena è “Tanaquilla”, un lavoro che nasce in collaborazione con il museo
nazionale etrusco di Villa Giulia, a Roma. Racconta appunto la storia di
Tanaquilla, che è una nobile etrusca, moglie di Tarquinio Prisco. E’ un obiettivo puntato sul mondo degli etruschi, dei greci
e dei romani. Tarquinio Prisco era di origine greca, veniva da Corinto, insieme
a Tanaquilla che veniva da Tarquinia, che era la città elegante e luminosa
dell’Etruria di allora, che hanno fatto grande Roma. Difatti la dinastia del
tarquini è quella che ha portato grande crescita a Roma. Quindi è un
personaggio molto interessante, molto speciale perché era di una grande
modernità e nello stesso tempo piena del fascino proprio delle donne di quel
tempo. Lei per esempio sapeva leggere i segni, era una specie di sciamana.
E’ un momento della storia della donna molto interessante, che mi fa
molto piacere portare in scena e che porterò nei vari luoghi della memoria
etrusca, sono felice di aver animato e dato vita a questo che non è un
personaggio diciamo molto conosciuto.
Parliamo un po’ di Roma. Ti va?
Assolutamente si.
Cos’è per te Roma?
Roma è una città straordinaria. Ti
accoglie, ti avvolge e non ti stanca mai. In realtà ha una grandezza speciale,
anche perché è fatta di tante Roma e non riesci a conoscerla come merita. Ci
sono sempre dei momenti, degli scorci, delle storie, dei personaggi nuovi da
scoprire, da conoscere. Diciamo che è una città veramente unica. Mi sono
trasferita qui stabilmente quando ho cominciato a lavorare con più assiduità a
Roma. Io venivo da Milano, facevo la modella e quando ho cominciato a fare
televisione negli anni ’80 mi sono trasferita nella Città Eterna.
Quali sono state le tue abitazioni romane?
Diverse. All’inizio stavo vicino alla Rai
in via Teulada, ossia a piazzale Clodio, poi ponte Milvio, via Cassia. Negli
anni ’90 mi sono trasferita in centro, in un luogo che non ho più abbandonato
e dove mi piace vivere , ossia a Trastevere. Per un periodo ho abitato anche a
campo de Fiori, una piazza molto folcloristica.
Con i romani come ti sei trovata?
Molto bene. Sono dei caciaroni (risata), come
dicono loro.
E con il cibo?
Caciarone pure il cibo (risata). A Roma si
mangia molto bene, o meglio si mangia bene ovunque in Italia. La cucina romana
rappresenta anche il popolo di Roma. E’ ricca di tanta storia, di tanta
memoria e di tante cose... c’è il sacro e il profano, l’oro e l’argento,
il bianco e il nero.. è fatta di tanti contrasti che si amalgamano insieme e
che arricchiscono i sapori.
Cosa ti piace e non ti piace di Roma?
Roma negli ultimi anni purtroppo risente di
questo momento storico che sta colpendo tutto il paese e adesso sta
attraversando un momento difficile e lo si vede da tante cose come la
manutenzione delle strade, dalla non cura dei giardini e dal degrado in
generale. Devo dire che governare Roma, come tutte le grandi capitali, è sempre
stato difficile e governarla in questo momento di grande crisi è ancora più
difficile. Abbiamo passato anche momenti di grande tristezza perché quasi
quotidianamente devi subire racconti di mala politica, di malasanità, di mala
umanità e fatti di cronaca nera,
truffe, furti.
Cosa ne pensi di Papa Francesco?
Papa Francesco, come qualcuno ha detto, è il
più grande rivoluzionario degli ultimi tempi. E’ un uomo di grande sensibilità,
di grande saggezza, di grande cultura. E’ l’unico punto di riferimento che
ha gran parte dell’umanità.
Com’è il tuo rapporto con la Fede?
Io credo, sono una devota Mariana. Ho sempre
avuto un rapporto bello con la Fede, un rapporto personale di cui sono molto
gelosa.