Kristian Ghedina (sciatore) Cortina
d’Ampezzo (Belluno) 2.1.1999
Intervista di Gianfranco Gramola
Cresciuto a pane e salame
Kristian
Ghedina è nato a Pieve di Cadore (Belluno) il 20 novembre 1969. Discesista,
è stato uno degli atleti di punta della nazionale azzurra negli anni '90. La
stagione agonistica che lo ha lanciato nell'olimpo della discesa libera risale
al 1990-91, quando il giovane e impetuoso puledro ampezzano centrò in Val
Gardena il primo podio. Quell'anno colse due vittorie, la prima attraverso
memorabili discese su quelle "Tofane" che conosceva così bene e che
sono quasi la sua seconda casa, poi con irresistibili vittorie in Svezia ad Are.
Purtroppo un infortunio a metà stagione, gli fa saltare la parte centrale del
circuito, annullandogli di fatto la possibilità di competere per la Coppa di
specialità. Ma i guai dello spericolato Ghedina non finiscono qua. Nel 1993,
infatti, un grave incidente automobilistico non gli permette di affrontare altre
gare e di affermarsi definitivamente. Costretto a letto, sogna di tornare presto
ad inforcare gli sci e di prendersi la meritata rivincita. Nel 1995 però,
quando riappare sulle piste, è lecito domandarsi se due anni di ferma forzata
non possano aver influito in modo irreparabile sulla sua tempra. Fortunatamente
torna a vincere a Wengen, diventando anzi il punto di riferimento della
leggendaria squadra azzurra di discesa, l'Italia (soprannominata "Italjet",
un appellativo che dice tutto), di mostri sacri come Runggaldier, Vitalini e
Perathoner. A partire da quel trionfo collezionerà altri nove successi (tra cui
un Super-G), diventando con "Lucio" Alphand (suo caro amico), Franz
Heinzer ed Hermann Maier, tra i più forti discesisti dal 1990; il Francese, però,
per pochi punti, avrebbe poi soffiato la Coppa di discesa al collega ampezzano.
Ma quali sono le caratteristiche che hanno reso così forte lo sciatore
trentino? A detta degli esperti, la caratteristica che lo ha reso un campione,
è la "scorrevolezza": pochi al mondo sanno ridurre al minimo gli
attriti sulla neve. Anche per questo, ai tracciati assai angolati e ghiacciati,
predilige la neve morbida e i curvoni veloci. Soffre la scarsa visibilità che
gli è sorto proprio in conseguenza del terribile incidente automobilistico
sopra citato. Ghedina ha vinto quasi tutte le classiche, ma tra le sue vittorie
ricordiamo, in un breve riassunto, quando nel 1998 domò la Streif di Kitz, la
Discesa per antonomasia, e il tris sulla Sassolong della Val Gardena. Più volte
campione italiano di libera e Super-G, ha conquistato il bronzo ai mondiali di
Saalbach nel 1991 in combinata, il bronzo ai mondiali del Sestrieres nel 1997 in
discesa e l'argento in discesa nel 1996 a Sierra Nevada. Da quel lontano 1998,
però, la carriera di Ghedina non ha più visto altri fulgidi esempi di gare
condotte alla grande, in un preoccupante stand-by agonistico. Un infortunio
avuto in Argentina durante un allenamento estivo ha poi tenuto il campione
lontano dalle piste di gara del circuito di Coppa del Mondo. Nel 2002, dopo
tante delusioni, Kristian Ghedina è tornato alla vittoria. L'azzurro ha fatto
sua la gara di super-G ai Campionati italiani di sci alpino di Piancavallo
(Pordenone). Si tratta del suo nono titolo tricolore, il terzo in super-G (gli
altri sei li ha conquistati nella discesa libera), a dodici anni dal primo,
conquistato nel 1990. Nella stagione 2005/2006 è stato l'atleta più anziano
tra i partecipanti alla Coppa del Mondo di sci alpino, la sedicesima per lui.
Per un breve periodo ha persino detenuto il record assoluto di atleta più
anziano, salito sul podio di Coppa del Mondo. Il 26 aprile 2006 ha annunciato il
ritiro dalle gare di sci per dedicarsi all'automobilismo, tanto per dimostrare
che per lui la velocità è una necessità quasi fisiologica. Già in passato
appassionato di rally, corre nel Campionato Italiano Superturismo con il team
BMW e l'F3000 International Masters 2006 a bordo di una Lola B99/50 della
Scuderia Bigazzi. Ha esordito anche nel Porsche Supercup, con il Morellato Stars
Team.
Alcuni record di Ghedina
- Lo sciatore con l'intervallo di tempo più
lungo tra il suo primo e il suo ultimo podio
Ghedina ha ottenuto il suo primo podio
in una gara di Coppa del Mondo a 20 anni, esattamente il 16 dicembre 1989,
dietro a Pirmin Zurbriggen e a Franz Heinzer in Val Gardena. Il suo ultimo podio
risale all'8 gennaio 2005, a Chamonix. Questo lasso di tempo costituisce il
record per il periodo più lungo intercorso tra due podi.
- Lo sciatore che ha conquistato più podi
tra gli sciatori in attività
Il secondo posto di Chamonix è stato
il 29° podio in discesa libera di Ghedina (su 13 piste diverse). Grazie a
questo detiene la leadership di podi davanti a Hermann Maier (a oggi con 24
podi) e a Lasse Kjus (a oggi con 23 podi).
- Lo sciatore più volte al cancelletto di
partenza
Il 29 dicembre 2004 Ghedina si è
affacciato al cancelletto di partenza per la 151° discesa di Coppa del Mondo,
battendo il precedente detentore del record Peter Wirnsberger, che concluse la
propria carriera con 150 partenze in Coppa del Mondo. Ghedina ha chiuso la
stagione 2004/2005 con un totale di 157 partenze. Nella stagione 2005/2006 le
discese in programma nella Coppa del Mondo sono 10.
- Il più grande discesista italiano di
tutti i tempi
Con 12 vittorie in discesa libera
Ghedina è il più grande discesista italiano di tutti i tempi. A livello
internazionale si pone al sesto posto nella lista dei migliori di tutti i tempi
dietro a Franz Klammer, Stephan Eberharter, Peter Müller, Franz Heinzer e
Hermann Maier. Dietro a Ghedina si inseriscono nomi come Luc Alphand, Pirmin
Zurbriggen, Bernhard Russi, Helmut Höflehner, Peter Wirnsberger, Lasse Kjus,
Fritz Strobl, Marc Girardelli.La cosa "agrodolce" è che Ghedina è
l'unico tra questi grandi nomi a non aver mai vinto un titolo (finora!): nessuna
coppa di cristallo, nessun titolo mondiale, nessuna medaglia olimpica d'oro.
- L'unico discesista ad aver vinto 4 volte
sulla stessa pista
Ghedina detiene un record in comune
con Franz Klammer: sono gli unici sciatori che per quattro volte hanno vinto
sulla stessa pista di discesa. Ghedina infatti tra il 1996 e il 2001 per ben 4
volte è stato il migliore sulla famosa "Saslong", pista di Coppa del
Mondo della Val Gardena.
- Record della pista a Wengen
Ghedina detiene il record sulla
pista più lunga del circo bianco dal 18 gennaio 1997 con il tempo di 2 minuti
24 secondi e 23 centesimi. In quell'occasione dopo aver stabilito il record
tagliando il traguardo, ebbe una brutta caduta nella zona d'arrivo e si
fratturava una vertebra cervicale che solo anni dopo sarebbe stata
diagnosticata, quando fu di nuovo all'ospedale per una lesione simile. Il
fratello minore di Kristian, Luca (all'epoca aveva solo 3 anni), nato dal
secondo matrimonio del padre (la madre di Kristian morì nel 1984 in un
incidente sugli sci) stava seguendo la gara in televisione con i genitori. Dopo
aver visto il fratello cadere è rimasto per alcuni mesi sotto shock senza
parlare.
Ha
detto:
- Il
doping c’è dappertutto, anche nello sci. Ma io sono per uno sport pulito, uno
sport a pane e salame.
-
Vedere da vicino il Papa è stata un’esperienza che mi ha toccato nel profondo
dell’animo. Torino 2006 sarà la mia quinta e ultima Olimpiade, ho voluto una
benedizione soprattutto per la mia salute e per la passibilità di stare bene,
non per la vittoria.
- C’è
un solo rimedio per limitare il numero degli incidenti sulle piste di sci:
andare più piano. Capisco che detto da me può sembrare un controsenso, ma è
così.
-
Negli Usa e in Canada ci sono dei controllori sulle piste più pericolose, che
possono fermarti, ritirarti lo skipass e nei casi più gravi multarti e
sequestrarti gli sci.
Curiosità
- Insieme ad altri atleti e personaggi dello
spettacolo, è testimonial dell’associazione donatori midollo osseo.
- Sua madre Adriana era stata la prima
maestra di sci di Cortina, ma è morta nel 1984 in un incidente in fuoripista.
- La sua ultima “fiamma” è Patrizia
Aurer.
- Parla il Ladino (appartiene alla famiglia
linguistica retroromana e viene parlato in cinque valli delle Dolomiti), l’
italiano, il tedesco, che ha imparato in Austria all'età di 14 anni per volontà
del padre e l’ inglese.
- La sua famiglia è composta da papà
Angelo, mamma Adriana (morta nel 1984 in un incidente sugli sci), dalle sorelle
Katia (15-10-1967), Sara (19-07-1973) e da Luca (il fratellino amatissimo, più
giovane di 25 anni, nato dal secondo matrimonio del padre con Cinzia).
- E’
soprannominato ItalJet, Ghedo e Kristian d'Ampezzo.
- Durante una discesa libera della Val
Gardena, mentre giungeva in prossimità del traguardo, si è visto spuntare
improvvisamente davanti un capriolo, che per fortuna lo sciatore riusciva a non
investire.
- Nel 2000 gli è stata ritirata la patente,
per eccesso di velocità.
Intervista
E’ nella villa di famiglia, a Cortina, in
località Ronco.
Sei venuto ancora a Roma, Kristian?
Si! La prima volta non me la ricordo bene,
perché ero talmente piccolo ed ero di passaggio con i miei genitori. Poi ci
sono venuto anche da ragazzo e adesso ho anche la fidanzata romana de Roma. C’è
da dire che Roma non l’ho mai vista con l’occhio da turista, non l’ho mai
visitata come meriterebbe. Ho visto i classici monumenti come il Colosseo, il
Vittoriano, la fontana di Trevi, ecc… e ho percorso gli itinerari turistici ma
sempre velocemente, di corsa o meglio di sfuggita e senza fermarmi un secondo
per ammirare questi gioielli dell’antichità.
Hai apprezzato almeno la cucina romana?
Si! Quella si, Gianfranco. Ho mangiato la
matriciana e altre specialità del posto. Che meraviglia.
C’è qualcosa di Roma che ti ha colpito
molto?
Si! Oltre ai suoi meravigliosi monumenti mi
ha colpito molto il Foro Italico, con lo stadio dei Marmi e soprattutto lo
stadio Olimpico. Grande, immenso.
Ma tu tradiresti la tua Cortina per venire
a vivere a Roma?
No! No! Scherzi, Gianfranco? Nemmeno per
idea. Prima di tutto perché sono nato a Cortina. Sono molto legato al mio
paesello. Poi a Roma c’è troppa confusione e a me piace molto la tranquillità,
quella tranquillità che trovo a Cortina. Qui c’è tranquillità, tanto verde
e tanta aria buona. Va bene che anche a Roma c’è tanto verde con i suoi bellissimi parchi e ville,ma non ci vivrei lo stesso nella
Capitale. Poi a me piace il fresco e qui è bello perché dormi con le coperte
anche l’estate. Pensa che anche l’inverno io dormo con le finestre aperte e
tu che sei trentino sai che temperature abbiamo nella stagione fredda. Comunque
a Roma non sarei capace di vivere.
Come giudichi i romani, Kristian?
Anche lì ci sono i buoni e i cattivi come
dappertutto, però in genere i romani, gli abitanti di Roma sono abbastanza
strafottenti. Io vedo che a Cortina
ci sono tanti romani, tanti bolognesi, ecc…
e trovo che i romani, rispetto agli abitanti di altre città, sono più
arroganti e sembrano i padroni del mondo. Però hanno un lato buono, quel
carattere sempre allegro, scherzoso e la battuta sempre pronta. Ripeto, anche lì
ci sono i buoni e i cattivi, come in tutte le altre città italiane. Qui a
Cortina, siccome è una zona d’elite, vengono anche quelli con la puzza sotto
il naso ed è per quello che vogliono apparire come i padroni del mondo. Siccome
Roma è la Capitale, pensano, comandiamo noi.
C’è qualcosa di Roma che ti da
fastidio?
Si! Il traffico. E’ pazzesco. Non ho mai
visto una cosa del genere.
Un consiglio da dare al sindaco per
migliorare Roma?
Il consiglio principale è quello di
risolvere il problema dl traffico e quindi dei parcheggi, della viabilità e
quindi di rendere più scorrevole il traffico. Però questo è un problema molto
grande perché non si può risolvere da un giorno all’altro.
Com’è avvenuto il tuo accostamento
verso il mondo degli sci?
Ho iniziato fin da piccolo, a sei anni, qui a
Cortina, come tutti i bambini. Poi sono andato avanti cercando di migliorare,
con lo Sci Club. Prima di sciare però ho fatto anche hokey e sciavo tra una
partita e l’altra di hokey, poi mi sono stufato e ho fatto la selezione per
entrare nello Sci Club, e mi sono tuffato in questo bellissimo sport.
Chi è che ti ha incoraggiato?
Mia madre, perché lei è maestra di sci e mi
ha sempre incoraggiata.
Un consiglio a chi si vuole avvicinare al
mondo degli sci e fare una carriera come la tua?
Di tenere duro negli anni in cui gli amici ti
cercano per andare nelle discoteche, negli anni in cui hai la ragazza, perché
anche gli amici ti portano a fare una vita non da atleta. E’ quell’età che
ti frega, perché l’atleta deve avere una certa disciplina. Quindi essere
molto determinato e fare molti sacrifici che sono fatti anche di molte rinunce,
poi tenere duro, soprattutto all’inizio, quando cominci ad avere dei
risultati. Non mollare mai.
Quando passi il traguardo, a chi va il tuo
primo pensiero?
Quando arrivo penso subito: "Ce l’ho
fatta" e poi penso al punteggio, a chi è sceso e a chi deve ancora scendere.
Un tuo sogno nel cassetto?
Vorrei guidare la Formula Uno. E’ una mia
passione, anche se penso che non ho più l’età. Comunque mi piacerebbe
provare una Ferrari di Formula Uno.
Cosa vorresti per il 1999?
O la Coppa del Mondo o il Mondiale di
discesa.