Lello
Arena (attore)
Roma 14 marzo 2001
Intervista di Gianfranco Gramola
Orgoglioso di essere napoletano
Lello Arena ( nato a Napoli il 1°
novembre del ’53) è di scena al
teatro Parioli con la commedia “Un bel giorno a Santastella”, commedia sulla
vita di un parroco, scritta, diretta e recitata dallo stesso Arena. Nel cinema
debutta con il trio La Smorfia ( Arena – De Caro – Troisi ) nell’80 con
“Ricomincio da tre” e nell’82 lo troviamo in “Scusate
il ritardo” e “ No grazie, il caffè mi rende nervoso”, poi in “Cuori
nella tormenta” e “Bertoldo, Bertoldino e…Cacasenno” (’84), Il coraggio di parlare (’87),
Chiari di luna (’88), Facciamo il Paradiso (’95), Quei due sopra il varano
(’96) e “ Tu ridi” (’98). In Tv l’esordio avviene nel ’77, con un
programma di Enzo Trapani :” Non stop”. Poi “Luna Park” e con Raffaella Carrà
“Il Principe Azzurro”. Con Enzo Iacchetti ha condotto due edizioni di
Striscia la Notizia, nel ’95 e nel ’96. E poi tanto teatro…
Ha detto:
Sono cresciuto guardando la coppia Ollio e
Stanlio e le devo molto di quello che sono oggi come attore e come persona.
Faccio parte del Fan Club di Modena "Tenda 165", che riunisce gli
adepti dei due comici.
- Il periodo della "Smorfia" è
indimenticabile e irripetibile: avevamo una marcia in più.
- Sapeste la quantità di porte che ci siamo
prese in faccia. Prima di trovarne una aperta c'è voluto tanto. Alla fine ce
l'abbiamo fatta, ma la fatica per realizzare un sogno non si può raccontare.
- Chi nasce a Napoli respira con un polmone
l'aria del paradiso e con l'altro quella dell'inferno.
- Molti si disperano perché pensano di
essere gli unici disgraziati. Quando dal confronto si capisce che siamo una
banda di sfigati, allora ci si sente meglio.
Curiosità
- Nel 2006 si è sposato con Francesca Taviani, figlia del famoso regista Vittorio,
da cui ha avuto un figlio (Leonardo).
- Ha collaborato come sceneggiatore per
le storie a fumetti di Topolino.
- Nel 1977 ha fondato
con Massimo Troisi ed Enzo Decaro il gruppo La Smorfia, cominciando a recitare
al Teatro Sancarluccio.
- In “Scusate il ritardo” (1982), dove
impersona il ruolo di chi è stato lasciato dalla fidanzata, viene premiato con
il David di Donatello.
Intervista
Lello Arena è nella sua bella casa di
Trastevere. L'appartamento dove vive è proprio sopra una nota pizzeria,
frequentata da turisti e non.
Lello, da quanto tempo vivi a Roma?
Io abito a Roma da ben 22 anni.
Come ricordi l’impatto con la Capitale?
Per me che ovviamente venivo da una grande città come
Napoli non è che ho sofferto degli spazi. Più che altro diciamo che
l’impatto è stato del tipo umano, nel senso che era per me abbastanza
complicato mettere su qui un gruppo di amici, avere dei posti famigliari. Però
devo dire che a distanza di tanti anni posso testimoniare un’accoglienza da
parte dei romani veramente straordinaria.
In che zone hai abitato?
Nel mio primo periodo romano ho abitato in corso
Francia, poi sono stato per molto tempo nella zona di San Pietro e attualmente
sono in zona Trastevere.
Ti piace la cucina romana?
E’ ottima e abbondante, come si suol dire in gergo
militare. E’ una cucina molto particolare, piena di sapori e odori. E’ una
cucina antica per cui si fa amicizia facilmente.
C’è un angolo di Roma a cui sei
particolarmente affezionato?
Avendo abitato per molto tempo nella zona di San Pietro,
sono affezionato a quel bel posto che è il Gianicolo e tutta quella zona che
circonda le Mura Vaticane. E’ un posto così pieno di scorci, di luoghi e di
meraviglie storiche che tutta quella zona meriterebbe un’accurata
esplorazione.
I romani come li trovi?
Pregi e difetti dei romani, purtroppo o per fortuna,
sono molto simili a quelli napoletani. Per cui, per quanto mi riguarda vado
molto d’accordo e mi intendo
molto bene con i romani. Hanno questa filosofia del “tirare a campà” e di
sapere che nella vita le cose importanti sono davvero poche e allora giustamente
vanno prese con una certa leggerezza, che non è superficialità ma un modo più
disincantato di affrontare le cose. Questo è un pregio che romani e napoletani
hanno in comune, cioè un’ottima filosofia di vita. Il difetto è quello della
pigrizia e anche questo ci accomuna e ci rende un poco fratelli. Forse per colpa
del clima meraviglioso di Roma che
accomuna Napoli e le cose si fanno con una certa lentezza ma con una miglior
efficacia. Le cose si fanno tutte ma con una bella giornata di sole si fa tutto
più piano, con calma, molta calma.
Cosa provi nel tornare a Roma dopo una
lunga tournèe?
Adesso, dopo tanti anni che ci vivo, mi sembra di
tornare a casa. Queste due città, Napoli e Roma, mi accolgono paritariamente (alla pari). Hanno dei momenti della mia
vita diversi, ma per me sono due città dove mi trovo a casa.
Vivi la Roma by night?
La Roma by night la vivo, per fortuna o per sfortuna,
per lavoro. Raramente di notte posso andare in giro, perché lavoro fino a tardi
in teatro, per cui quando esco io la Roma by night sta partendo, solo che parte
con delle persone che nella giornata hanno fatto poco, altrimenti se ne
starebbero a casa a riposare. Pensa, Gianfranco, io lavoro tutto il giorno a
fare prove, poi la sera teatro e quando esco più che andare in una trattoria di
Trastevere, vicino casa mia, mangiare
un boccone, dopo è d’obbligo un po’ di riposo, di relax.
Nei pochi momenti liberi della giornata
in quale via ami passeggiare?
Frequento molto, per ovvie ragioni, abitandovi,
Trastevere. Devo dire che ha questa dimensione un po’ più alla portata degli esseri umani e questo mi piacer molto.
Passegghiate regolari e salutari le faccio a villa Sciarpa e a villa Pamphili
che sono abbastanza vicine alla mia abitazione e poi ogni tanto mi concedo il
piacere di fare lo shopping nelle vie del centro e devo dire che è un bel
divertimento.
A proposito di Trastevere... da anni si
parla di eliminare il mercatino domenicale di
Porta Portese. Tu cosa ne pensi?
Io ci abito vicino. Noi del posto sappiamo che ogni
domenica c’è questo “mercatone”, altro che mercatino come dici tu, per
cui conosciamo orari e percorsi alternativi. Poi a Roma si dice, si dice e poi
non si fa niente, perché è facile criticare e protestare, mentre il difficile
è “fare”, anche perché va ricordato che Porta Portese fa parte del folclore
di Roma. Non credo comunque che ci sia questa priorità assoluta che possa
portare ad una decisione così
esagerata. Mi sembra che ci si lamenti delle cose più futili quando invece ci
sono delle cose più urgenti. Forse per gli abitanti della zona è un problema
più pesante, ma è un problema che dura mezzo giorno alla settimana.
Com’è avvenuto il tuo accostamento
verso lo spettacolo?
E’ una cosa che risale esattamente a 25 anni fa. E’
cominciato tutto con un piccolo gruppo di adolescenti che ha messo su un piccolo
teatrino e da allora non hanno più smesso.
La tua più gran soddisfazione?
Speriamo che debba ancora arrivare (risata)
E la tua più gran delusione?
Non ce ne sono delusioni. Il mio è un lavoro che si fa
per passione, per cui se uno fa un
film o uno spettacolo teatrale non ha bisogno di gratificazioni dall’esterno,
è una cosa che si fa per passione e per avere contatti e rapporti con gli altri
e non per avere una medaglie o un
premio.
Un tuo sogno nel cassetto?
Io sono abbastanza fortunato. I cassetti miei quasi
sempre sono vuoti, pere cui spero che
ci sia un sogno che mi riguarda nel cassetto di qualcun’altro.
Che ricordi hai di Massimo Troisi?
Guarda, Gianfranco, queste sono domande troppo profonde
perché possano essere oggetto di una chiacchierata. Sono cose che riguardano me
personalmente. Sono ricordi che gelosamente custodisco nel cuore e poi tu stesso
ti renderai conto che si trattano
di cose talmente diverse da quelle che abbiamo parlato precedentemente
… Tu fai bene a farla questa domanda e io faccio bene a non rispondere. Non
avercela a male, forse un giorno te ne parlerò … Ciao Gianfrà.