Marina Di Guardo (scrittrice) Cremona 23.7.2017
Intervista di Gianfranco Gramola
Il
mio “Com’è giusto che sia” mi sta dando molte soddisfazioni. Sognavo
di fare la scrittrice, ma da grande insicura quale sono sempre stata, non ho mai
creduto di poterlo fare davvero. “Il mio prossimo libro? Sarà un thriller ad
alta tensione, una storia molto inquietante”
Marina Di Guardo è nata a
Novara, ma è di casa a Cremona, visto che ci vive da tantissimo tempo. Ha
lavorato per dieci anni nel mondo della moda
a Milano, dove seguiva lo showroom di Blumarine
curando le vendite per l’Italia e i rapporti con la stampa. Dopo una vita frenetica e
allo stesso tempo affascinante, Marina ha capito che le sue figlie avevano
bisogno di lei e per questo motivo ha deciso di lasciare il lavoro per dedicarsi
alla famiglia, senza rimpianti. Appassionata di fotografia,
ha sempre viaggiato, documentando con numerosi scatti i suoi viaggi. Da anni li
pubblica (quelli migliori, almeno) sul blog “The Travel Passion”. La sua passione più grande, che ha
raccontato essere nata tra i banchi di scuola, è la scrittura, che si è concretizzata solo da adulta, spinta dalle
sue figlie (Chiara, Valentina e Francesca). Il
suo primo romanzo “L’inganno della seduzione”, parlava di una persona
transgender. Pubblicato dalla piccola casa editrice Nulla Die, è stato seguito
da “Non mi spezzi le ali”, con inizio
romantico ma finale noir, e il thriller “Bambole gemelle”
(in e book con la Feltrinelli). La sua quarta pubblicazione è stato invece il racconto lungo
“Frozen bodies”, un horror. L’ultimo libro, il thriller
“Com’è
giusto che sia”.
Ecco
un breve
riassunto: Bellissima
e sensibile nel fulgore dei suoi vent'anni, Dalia potrebbe possedere il mondo.
Invece, la sua fiducia nell'umanità è già gravemente compromessa: abbandonata
dal padre prima ancora di nascere, è stata cresciuta dalla madre in completa
solitudine, rotta soltanto dalla relazione con un uomo violento, delle cui
aggressioni Dalia è stata testimone fin da piccola. Tormentata da incubi
ricorrenti e con l'anima annerita dai lividi, la ragazza cova un desiderio
inesprimibile, una sete di riscatto e vendetta che la brillante carriera di
studentessa in medicina non basta a placare. Il volontariato in un centro per
donne vittime di violenza le conferma ogni giorno quanto gli uomini possano
macchiarsi di atrocità rimanendo impuniti. Finché il gelo che ha dentro
finalmente deflagra, e decide di vendicare, una per una, tutte le donne abusate
che ha incontrato sulla propria strada, a cominciare dalla madre. Si trasforma
così in un angelo sterminatore che sceglie le sue prede con metodo e
somministra loro l'estremo castigo con un calcolo e una freddezza che sfidano
l'ingegno dei poliziotti incaricati di indagare sugli omicidi. E mentre la Dalia
serial killer agisce indisturbata, la Dalia timida studentessa si imbatte in
Alessandro, laureando in filosofia e barman introverso, che la corteggia con
gesti premurosi e pensieri gentili. Tra i due si instaura una connessione
profonda fatta di silenzi, slanci trattenuti, ferite condivise, che schiude una
crepa nella corazza che Dalia si è cucita addosso per mettersi al riparo
dall'amore. Ma ciò che non immaginerebbe mai è che, proprio adesso, dal suo
passato possa tornare a braccarla il più spaventoso degli incubi. Marina Di
Guardo esplora il lato oscuro di un'anima corrotta, costruendo un thriller
travolgente che è pura tragedia greca sull'ineluttabilità del male. E, con la
sua scrittura temeraria e spiazzante, riesce a farci sospendere il giudizio fino
all’ultima pagina e oltre.
Marina Di Guardo ha tre
figlie: Chiara
Ferragni, web influencer di professione (9,4 milioni di follower), stato
civile futura moglie di Fedez. Poi ci sono Valentina e Francesca, anche loro
seguitissime su Instagram (la prima ha 1,2 milioni di follower, la seconda
250mila, ma fa la dentista).
Ha detto:
- Ho un buon rapporto
con i social network, credo possano essere molto importanti per uno scrittore.
E’ facile, attraverso di essi, comunicare gli eventi, raggiungere un elevato
numero di persone, raccontarsi in un modo più anticonvenzionale. E,
soprattutto, permettono di avere un importante, privilegiato rapporto diretto
con i lettori.
- Se ho cominciato a
credere nella scrittura, il merito è delle mie ragazze. Mi hanno sempre
sostenuta e incoraggiata. La loro approvazione è basilare, mi conoscono nel
profondo e sanno cosa è meglio per me. In loro c’è molto della loro mamma
- Ho sempre cercato di
comunicare alle mie figlie tutta la mia stima, il mio amore, il mio
incoraggiamento. Credo sia molto importante, più di mille parole, sostenere i
propri figli, farli sentire unici e inimitabili, credere in loro.
-
I figli sono il risultato del nostro amore e della nostra educazione. E della
nostra sana voglia di essere incoscienti. D’altra parte stiamo parlando con
un’inguaribile ottimista che ha fatto di questa frase il suo mantra.
Intervista
Com’è
nata l’idea
di scrivere “Come è giusto che sia”?
Volevo
scrivere un romanzo con una protagonista giovane, grintosa e vendicativa. Una
figura forte, ma in maniera vera, molto femminile. Così è nata Dalia.
Per
chi non ha letto il libro, puoi farne un riassunto?
Dalia
ha ventidue anni, vive con la madre e dentro ha tanta rabbia inespressa. Rabbia
che esploderà, deflagrante, contro uomini colpevoli di violenza contro le
donne.
C’è
qualche passaggio autobiografico nel tuo libro?
Per
fortuna dei miei familiari e amici no. Dalia infatti è una serial killer, tutti
i miei personaggi sono solo frutto della mia (fervida) fantasia.
Cosa
ti ha colpito di questo tuo ultimo libro?
L’accoglienza
da parte dei lettori che hanno adorato i personaggi, la trama, gli spunti di
riflessione. Molti commenti e recensioni mi hanno davvero emozionato.
Girando
l’Italia per promuovere il libro hai incontrato molti lettori. Qual è il
complimento più bello che hai ricevuto?
Durante
una presentazione a Milano, una ragazza molto giovane mi ha detto di vivere una
storia di violenza da parte del fidanzato, ma mi ha promesso che avrebbe trovato
il coraggio di reagire, dopo aver letto il mio libro. Mi auguro che sia davvero
andata così.
Il
tuo prossimo libro di cosa parlerà? (romanzo, giallo, horror)
Sarà
un thriller ad alta tensione, una storia molto inquietante, non posso dire di più!
Hai
mai penato di mettere nero su bianco le tue esperienze nella moda, dei tuoi
viaggi e la passione per le foto, corredate da aneddoti?
In
realtà no, ma potrebbe essere una buona idea, chissà, magari in futuro…
Veniamo
al tuo lavoro di scrittrice. Com’è nata la passione per la scrittura? Chi te
l’ha trasmessa?
Ho
sempre amato scrivere, sin da bambina. Il ricordo più bello? Un mio tema letto
durante gli esami di terza media, persino i miei compagni più irrequieti
ascoltavano in silenzio. Da lì ho compreso appieno la forza delle parole.
Chi
per primo ha scoperto la tua vena artistica di scrittrice?
La
mia prima casa editrice, la Nulla die, ha creduto in me e ha pubblicato i miei
primi due libri. A loro devo molto, come devo tantissimo a Sergio Alan Altieri,
grande scrittore scomparso da poco. I suoi consigli e i suoi insegnamenti sono
stati determinanti e preziosi.
Chi
sono stati i tuoi scrittori di riferimento?
Non
ho un vero e proprio scrittore di riferimento. Amo molto leggere ma vorrei
essere diversa, unica e non assomigliare a nessuno.
Da
ragazzina pensavi di fare la scrittrice o cosa sognavi di fare?
Sognavo
di fare la scrittrice, ma da grande insicura quale sono sempre stata non ho mai
creduto di poterlo fare davvero.
Quando
contano per te i libri e quali sono gli autori che ti appassionano?
Leggere
un libro è come entrare in un mondo parallelo, immedesimarsi nei personaggi,
viverne la vita, le lotte, le vicissitudini. Sono molti gli scrittori che amo:
Sergio Alan Altieri, la sua prosa poetica, scarna, crudele. Murakami, Alice
Munro, Camilleri. Ho gusti molto eterogenei.
Quando
scrivi, quali sono le tue ossessioni?
La
prima: attrarre l’attenzione del lettore, tenerlo incollato alle pagine, farlo
riflettere e sorprenderlo con un finale inaspettato e spiazzante.
Dove
trovi l’ispirazione per scrivere i tuoi libri?
L’ispirazione
nasce da molteplici aspetti. Un ambiente, una persona, un discorso che ho
ascoltato. Impossibile precisare l’origine di una storia nei dettagli.
Quando
ti arriva l’ispirazione o in cui ami scrivere e dedicarti al libro (l’ora più
fertile della giornata)?
Di
solito al mattino, sono più rilassata e concentrata.
Per
te è più difficile iniziare un racconto, trovare un filo conduttore e trovare
il finale?
Le
parti più difficili di una storia sono l’inizio e il finale. Due scogli
davvero ardui!
Scrivere
per te è una valvola di sfogo o una sorta di dovere?
Scrivere
è una grande passione e la possibilità di esprimere la parte più vera di me.
Cosa
serve per catturare nuovi lettori?
Credo
sia importante raccontare sempre storie interessanti e avvincenti, ma profonde.
E pubblicizzare i propri libri attraverso i social media e facendo presentazioni
per avere il contatto diretto con i propri lettori.
Ad
un ragazzo che vuole fare lo scrittore, che consigli ti senti di dare?
Consiglierei
di credere in se stesso e proporre le proprie opere solo a case editrici che non
chiedano un contributo per la pubblicazione.
A
chi vorresti dire “grazie”?
A
tutte le persone che hanno creduto in me e nel mio lavoro. Farò di tutto per
non deluderle mai.