Michaela
Biancofiore (politico)
Roma 25.9.2014
Intervista di Gianfranco Gramola
Per
una crisi personale dovuta ai tanti tradimenti che ha vissuto in politica la
bella pasionaria
altoatesina ha scritto “Il
cuore oltre gli ostacoli”. Ha voluto dimostrare che i politici non sono tutti
uguali e soprattutto la gente non sa la storia che c’è alle spalle. “
E’una biografia – spiega Michaela - e allo stesso tempo un romanzo, perché
la mia vita è una fiaba positiva ed anche una storia d’amore”
Breve biografia tratta dal libro “Il
cuore oltre gli ostacoli”
Michaela Biancofiore è nata a Bolzano il 28 dicembre del
1970. E’ stata la prima e più giovane donna
ad aver vinto un congresso provinciale di Forza Italia e il più votato
consigliere provinciale (incarico che ha ricoperto dal 2003 al 2006)
della storia del movimento berlusconiano del
Trentino Alto Adige. Nell’aprile 2006 è stata eletta per la prima volta alla
Camera dei Deputati nelle liste di Forza Italia. Rieletta nel 2008
al Consiglio regionale del Trentino Alto Adige, opta per rimanere in
Parlamento. Nel 2013, sotto il governo Letta, ha ricoperto l’incarico di
sottosegretario alla Pubblica amministrazione e alla semplificazione con delega
allo Sport. Il 24 gennaio 2014 il presidente Berlusconi l’ha nominata
responsabile delle risorse umane della nuova Forza Italia.
Ha
detto
- Io
vengo da 13 anni di gavetta. A 23 ero cicciotella, una bambinetta poi sono
cresciuta. Mi ha fatto bene l’aria di Forza Italia perché si lavora molto e
quindi si dimagrisce. L’aspetto fisico è importante ma da solo non basta, per
andare avanti devi dimostrare quello che vali, quanti voti sei in grado di
prendere. Il problema è avere consensi nel territorio. Poi sono anche alta,
bionda e con gli occhi azzurri.
- Coltivo
un sogno: passeggiare sottobraccio con Papa Francesco per potergli
domandare: "Ma se ti circondano persone che cercano solo potere tu come fai a
esercitare una politica pulita?".
- I gay
troppo spesso si auto-ghettizzano. Vengo da una terra, l’Alto Adige, piena di
ghetti etnici. E sono per rompere tutte le gabbie.
- Dopo la scomparsa di mio padre cominciarono
le tribolazioni economiche. Abbiamo attraversato momenti di povertà. Mia madre,
che aveva la terza media, frequentò le scuole serali per diplomarsi, poi iniziò
a insegnare alle elementari. Io nel frattempo finii al collegio per gli orfani
dello Stato: posto d’osservazione privilegiato per guardare l’Italia. Se io
stavo male, c’era chi stava peggio.
- Lasciare Forza Italia? No, sarebbe da
vigliacchi. Morirò politicamente con Berlusconi. E lui per ora non lascia.
Curiosità
- Il padre era di San Giovanni Rotondo e suo
nonno era l’artigiano che faceva i sandali a Padre Pio.
- Dai suoi avversari è stata descritta come
una "Schwarzenegger in gonnella, solo più carina e schizzata".
- È
(è stata) vicepresidente della squadra di calcio Bolzano 1996 che milita in
Eccellenza.
- Il
suo cagnolino Puggy è celebre per le doti canore: «Sa intonare Meno male che
Silvio c’è e l’Inno di Mameli».
Intervista
Cosa
ti ha spinto a scrivere il libro “Il cuore oltre gli ostacoli”?
Principalmente
i motivi sono tre. Il primo è che ovunque si vada, in televisione, nelle piazze
o nelle strade, quando ti riconoscono le cose che ti dicono sono due: o ti fanno
i complimenti oppure ti dicono che noi politici siamo tutti uguali. Io ho voluto
dimostrare che i politici non sono tutti uguali e soprattutto la gente non sa la
storia che c’è alle spalle. Ho
voluto dimostrare che c’è anche una politica con dei buoni sentimenti,
un’iniezione di pulizia, e che non è la politica ad essere sporca, ma sono le
persone che la fanno, eventualmente che la sporcano. Terza motivazione era una
mia crisi personale dovuta ai tanti tradimenti che ho vissuto in politica
direttamente e indirettamente per tramite di Berlusconi e quindi ho voluto
cercare di superarla mettendo nero su bianco tante traversie, tante situazioni
che si vivono quotidianamente.
Come
sta andando la vendita del tuo libro?
Piuttosto
bene. Finora tra vendita e distribuzione ne ho messi sul mercato più di 5 mila.
In due mesi e con l’estate di mezzo credo sia un buon risultato per essere
un’autrice al suo primo libro. Ti dico di più, Gianfranco, non ci sono
regioni o paesi d’Italia che non mi chiamano per presentare il mio libro,
perché è una cosa molto inedita, perché un politico che ha la possibilità di
raccontare se stesso senza nascondere nulla, senza finimenti e con una verità e
una trasparenza che è molto rara da trovare.
Una
storia vera, aiuta nel vendere libri?
Credo
proprio di si. Difatti questo filone si chiama “di superamento”, e si tratta
di una persona che è “famosa”
in questo paese e che è partita da zero, e quindi da una grande speranza. Tieni
presente poi che è una biografia e allo stesso tempo un romanzo, perché la mia
vita è una fiaba positiva ed anche una storia d’amore. Amore per l’Italia,
per il mio popolo altoatesino, per la comunità italiana, per la mia Regione
e poi ci sono anche delle storie d’amore vere e proprie che
appartengono alla mia vita.
Leggendo la tua biografia ho scoperto che
hai lavorato nel cinema con Mario Cecchi Gori.
Assolutamente
si! Lo sanno tutti. Sono entrata all’inizio nel gruppo dei sceneggiatori con
Suso Cecchi D’Amico, recentemente scomparsa, dopodiché sono passata a fare
l’assistente regia o produzione sui set per conto di Mario Cecchi Gori. Ho
fatto sei o sette film con autori
importanti come Carlo Verdone, Pino Quartullo, ecc…
Poi
hai piantato tutto per entrare in politica. Com’è nata questa decisione?
Per
la verità era da quando avevo sei anni che seguivo Silvio Berlusconi. Per me
era un mito. Quando lavoravo per Cecchi Gori, lavoravo per la Penta Film che era
una società di Berlusconi e Cecchi Gori. Quando ho visto i primi spot in
televisione di Berlusconi e di Forza Italia, mi sono iscritta al primo club di
Bolzano, la mia città. La voglia di lottare per i più deboli mi era nata
quando ero in collegio da piccola, dove c’era gente molto più sfortunata di
me. Ho iniziato a fare tutta la mia gavetta a Bolzano e poi grazie al successo
personale che ho avuto in termini elettorali e grazie alla possibilità che mi
ha dato Berlusconi, sono entrata in Parlamento.
Il
mondo della politica era come te lo immaginavo o ti ha deluso?
Il
mondo della politica lo vedevo molto più grande di me. All’inizio ero
entusiasta, oggi mi ha deluso, perché è venuta meno l’unità di base della
politica, cioè il consenso. Quando
ti ritrovi in un Parlamento, dove noi siamo nominati, dove il Senato è stato
cancellato e sarà fatto di nominati, dove il Presidente del Consiglio è
nominato, quando viene meno il consenso viene meno proprio quello che è
il DNA della politica e allora il degrado del sistema politico è enorme, e non
si può incidere perché una volta contavi in base a quanti voti portavi e al
consenso che avevi fra gli elettori, ora chi contano sono i leader. Però
purtroppo intorno ai leader ci sono una serie di personaggi che non hanno un
voto, non hanno consenso, ma che sono riusciti ad accattivarsi l’amicizia o
comunque la benevolenza del leader e che dispongono di centinaia di milioni di
cittadini, perché fare politica in un partito significa quello, senza avere
nessun gradimento e questo lo trovo estremamente grave.
Sei
un personaggio noto. La popolarità crea più vantaggi o fastidi?
Io
sono un personaggio noto ma molto timido, quindi molto atipico. L’essere
riconosciuta personalmente mi crea imbarazzo. Quando entro in un bar, in un
ristorante o in un posto si girano tutte le persone. Io sono molto discreta
nella mia vita personale, però la popolarità certamente ha i suoi vantaggi ed
è inutile negarlo. E’ chiaro che è un piacere quando ti fanno i complimenti,
quando ci servono con un occhio di accuratezza, perché questo è il modo di
agire nel mondo con le persone più o meno note. Insomma negare che ha anche i
suoi vantaggi sarebbe una bugia. Personalmente sono una che non a
caso si fa le vacanze dall’altra parte del mondo perché non amo essere
riconosciuta, amo la discrezione e la mia vita privata la voglio custodire.
Anche se alla fine l’ho scritta tutta in un libro, questo perché non ho nulla
da nascondere.
Le
virtù di un buon politico?
Sicuramente
la non ipocrisia e il cuore. Nel mio caso il cuore prima di tutto, perché è il
filo conduttore della mia vita e del libro
che ho scritto, perché se non hai cuore e quindi se non ci metti passione, se
non ci metti amore per la politica, che non è la politica, ma sono i cittadini,
il sangue della nostra Italia, il sangue della nostra popolazione, se non hai
amore per le cose che fai, non conta niente, soprattutto in un mestiere come
quello della politica dove sostanzialmente tu sei dedicato alla gente, non a te
stesso. Purtroppo oggi è esattamente il contrario. Sappiamo benissimo che la
politica spesso e volentieri ha un solo interesse da difendere, il proprio. Ma
questo dipende sempre dalle persone che la fanno.
Il
complimento più bello e la critica più feroce che hai ricevuto?
L’altro
ieri un maitre di un noto albergo romano mi ha detto: “Lei ha una classe e uno
stile unici”. Questo al di là di uomini, donne o fidanzati è il più bel
complimento che abbia mai ricevuto e che mi ha fatto veramente piacere. La più
grande critica… ne ho ricevute talmente tante che non saprei distinguerle.
Comunque quello che mi può dare più fastidio è essere catalogata fra le
biondone. Me la fece Enzo Biagi che poi si scusò, quando mi diede in modo
dispregiativo della biondona accanto a Berlusconi durante un comizio a Bolzano,
senza sapere minimamente chi ero, qual’era la mia storia e come ero arrivata
su quel palco e quanti sacrifici c’erano dietro e quanti dispiaceri e anche
quanto amore per quello che facevo.
Qual
è la tua ricetta per uscire dalla crisi?
La
mia ricetta è molto chiara e la declamo ovunque in Tv e ai giornali durante le
interviste. La ricetta è quello di portare in detrazione tutto dalle tasse,
tutti gli scontrini e tutte le ricevute fiscali. Questo creerebbe un indotto più
unico che raro, perché aumenterebbe ovviamente il versamento delle tasse, perché
se tu puoi decurtarti le cose esigeresti lo scontrino fiscale, intanto si
abbassa l’aliquota, quindi io fisserei al massimo il 35 per cento e
utilizzerei la “rega Nomix” e poi facendo pagare a tutti gli scontrini e le
ricevute fiscali, ovviamente emergerebbe il nero e chiaramente se io posso
portarmi in detrazione il frigorifero, aumenta la produzione del frigorifero e
soprattutto aumenta anche il gettito fiscale. Perché ovviamente se si abbassano
le tasse, tutti possono pagarle,
viceversa così come si vede, c’è una riduzione non solo del gettito fiscale
ma anche dei consumi e di tutto il resto.
Quali
sono i politici che più promettenti?
I
politici più promettenti? (risata) Sicuramente
Matteo Renzi che però dopo mille promesse sta iniziando a poggiare i piedi per
terra, perché ha sbagliato tutte le riforme che ha iniziato a fare e fra tutte
quelle sbagliate avrebbe dovuto cominciare da quella del fisco, cioè mettere il
cibo nelle pentole dei cittadini invece di occuparsi di Senato e di legge sul
lavoro. Perché è inutile parlare di legge sul lavoro se poi alla sostanza non
c’è assolutamente la richiesta da parte delle aziende. A parte Matteo Renzi
direi Michaela Biancofiore (risata). Credo che ci siano poche persone coraggiose
come me, anche se poi non mi danno molte possibilità di metterle in pratica. Ci
sono poche persone che si dedicano con dedizione umana e coraggio alla causa
politica come me. E poi direi Silvio Berlusconi. Farà sorridere qualcuno ma in
verità lui è molto più innovativo di tanti altri. Deve però imparare a
circondarsi della squadra giusta e finora su questo io gli ho mosso delle
critiche e continuerò a farlo, perché ha un po’ l’inclinazione a
scegliersi intorno le persone sbagliate, che non hanno consenso, che non hanno
una finalità di vittoria, cioè che spesso e volentieri vanno contro la volontà
degli elettori invece che a favore.
Ma
Berlusconi chiede un tuo parere?
Si!
Quando ci vediamo alle cene ci si confronta. Poi ho l’abitudine di mandargli
delle mail con delle considerazioni che lui puntualmente legge, apprezza e mi
dice la sua. A volte gli mando dei consigli non richiesti, ma vedo che li
apprezza.
Qual
è il tuo punto debole?
La
troppa bontà e la troppa sensibilità.
Qual
è il tuo motto?
Pancia
a terra e coltello fra i denti (risata).
Cosa
non sopporti?
L’ipocrisia,
la falsità e la slealtà. Non c’è bisogno di essere sempre e costantemente
sleali e di tradire sempre. Invece il 90 per cento della popolazione fa
esattamente questo. In politica come nella vita.
Cosa
ne pensi del nuovo Papa?
Come
ho scritto anche nel mio libro ho una passione assoluta per papa Francesco, lo
apprezzo tantissimo e mi entra nell’anima. Le sue parole mi danno
coraggio anche nella vita. Frasi tipo “Non farti rubare la speranza”, oppure
quella che dice alle coppie: “Se litigate non andate a letto senza aver fatto
prima la pace”. Tutte cose che fanno bene all’anima. Lui è il più grane
comunicatore al mondo.
Che
rapporto hai con la Fede?
Ho
un rapporto molto intimo con la Fede. Sono credente e sono molto legata alla
figura di padre Pio, che è presente nel mio libro ed è presente nella mia
famiglia. Sono credente ma non sono una che va in chiesa tutti i giorni.
Chi
e cosa porteresti con te su un’isola deserta?
Il
mio piccolo grande amore, la mia cagnolina Puggy…
Quella
che canta?
Si! Poi porterei mia madre, per quello che le
rimane da vivere perché purtroppo. E’ molto
malata, ha l’Alzheimer.
Quando
sei a Roma cosa ti manca della tua Bolzano?
Il
silenzio, la tranquillità, forse anche troppa…
Il
cibo altoatesino?
Il
cibo no, perché a Roma si mangia veramente bene.
Quando
sei a Bolzano cosa ti manca di Roma?
La
giovialità della gente e il calore umano e anche la bellezza della città. Roma
è fantastica.
In
quali zone di Roma abiti?
In
centro, esattamente nel quartiere Monti, a poca distanza da piazza Venezia.
Vicino ai fori romani.
Vivi
la Roma by night?
No!
Non sono minimamente mondana. Ogni tanto vado a feste e ricevimenti dove mi
invitano, ma non sono una che va in quei locali troppo affollati. A me piace
molto parlare, confrontarmi con la gente e quindi preferisco una cena ad Ostia o
a Fregane al mare piuttosto di una cena al centro di Roma guardando magari il
Colosseo.
Uno
dei mali di Roma che più ti da fastidio qual’è?
Il
rumore assordante e un po’ troppa maleducazione che c?è tra le persone, ma
c’è perché è abbastanza stressante vivere a Roma. Se non vivi da “Vip”
Roma è stressante, Gianfranco, credimi.