Micol Azzurro (attrice e showgirl) Roma
13.12.2012
Intervista di Gianfranco Gramola
Una
talentuosa e spumeggiante attrice romana, che ama la recitazione e
l’intrattenimento (conosce bene
le dinamiche avendole già sperimentate sul campo). Il suo motto? “Se si
chiude una porta, si apre sempre un portone!”. Della sua città dice:”Roma?
Una scenografia a cielo aperto!”
Micol
Azzurro è nata a Roma il 20 agosto del 1986. Micol iniziò a studiare
recitazione a 14 anni, frequentando per anni laboratori teatrali e accademie di
musicali. Parallelamente continuò a frequentare il liceo classico, diplomandosi
regolarmente nello stesso anno in cui guadagnò il suo primo ingaggio teatrale:
cabaret al Teatro Petrolini di Roma. Nel 2006 la Azzurro debuttò al cinema
prendendo parte al cortometraggio Stalking: in seguito, nel 2008, Micol recitò,
sotto la regia di Angelo Antonucci, nel film
Nient'altro che noi. Tra il 2007 e il 2011 la Azzurro fu ballerina e
soubrette per la RAI, precisamente lavorando in vari programmi di RAI1 come, in
ordine cronologico, Chi fermerà la musica (sotto la conduzione di Pupo), La
Botola (sotto la conduzione di Fabrizio Frizzi) e I migliori anni (sotto la
conduzione di Carlo Conti). Dal 2009 Micol è anche attrice televisiva: infatti
nel 2009 recitò nella sit-com di Rai2 “7vite”, quindi nel 2009 interpretò
il ruolo di Gaia Ruggeri nella serie tv di RAI1 Don Matteo7, poi nel 2010 recitò
nella miniserie tv di Canale5 “Tutti per Bruno”. Dopo aver recitato nella
commedia teatrale “Uomini sull'orlo di una crisi di nervi 2”, in seguito
trasmessa da RAI2, la Azzurro, nel corso del 2009, recitò, come co-protagonista
di Veronica Pivetti, in La ladra (precisamente nel ruolo di Lola), miniserie tv
per RAI1 e andata in onda, in sei puntate, nell'autunno 2011. Nel corso del 2011
Micol tornò al cinema come
interprete nel film “Good as uou – Tutti i colori dell’amore, uscito al
cinema il successivo 6 aprile 2012. L'11 ottobre 2012 esce nelle sale il film
“Tutti i santi giorni” diretto da Paolo Virzì dove sono protagonisti Luca
Marinelli, la cantante Thony e Micol Azzurro, il suo personaggio è quello di
Patrizia Caiozzi, ruolo drammatico a tratti ironico in cui Micol puó regalare
un'immagine di se al grande schermo totalmente diversa dalla precedente e
sicuramente di forte impatto.
Carriera
Teatro
Non
c'è tanga che tenga (2005) - Teatro Petrolini di Roma
Pastori
(2006) - Teatro Don Bosco di Roma
"Uomini
Sull'Orlo Di Una Crisi Di Nervi ... -2- " (2010 ) Auditorium della Rai di
Napoli -trasmesso su Rai2-
Cinema
Stalking,
regia di Massimo Terranova - Cortometraggio (2006) - Nient'altro
che noi, regia di Angelo Antonucci (2008) - Good
As You - Tutti i colori dell'amore, regia di Mariano Lamberti (2012) - Tutti
i santi giorni, regia di Paolo Virzì (2012)
Televisione
Conduzioni
TV
Strike
- Magic TV (2007) -
10
+Web - Magic TV (2007) - VJ
& Friends - Magic TV (2007)
Programmi
TV
Chi
fermerà la musica - Rai Uno (2007-2008) -
La
Botola - Rai Uno (2008) - I
migliori anni - Rai Uno (2008-2011)
Fiction TV
7
vite 2 - Sit-com - Rai Due (2009) - Don
Matteo 7 - Serie TV - Rai Uno (2009) - Ruolo: Gaia Ruggeri - Tutti
per Bruno, regia di Stefano Vicario e Francesco Pavolini - Miniserie TV - Canale
5 (2010) - La
ladra, regia di Francesco Vicario - Miniserie TV - Rai Uno (2010) - Ruolo: Lola
Intervista
Micol
è un nome d’arte, un diminutivo?
E’
un nome che hanno scelto di comune accordo i miei genitori visto che entrambi lo
avevano amato leggendo “Il giardino dei Finzi-Contini”. Micol è un nome a sé,
non è un diminutivo e non è la trasformazione di un altro nome. Micol è un
nome biblico appartenuto alla moglie di Davide e quindi Regina d’Israele.
Com’è nata la passione per lo
spettacolo, chi te l’ha trasmessa?
E’ una passione che ho coltivato
istintivamente sin da piccola. Vedevo attrici
interpretare ruoli al cinema o conduttrici intrattenere con spettacoli
televisivi e desideravo replicarle.
Un’esigenza innata di comunicare. Sicuramente, poi, ha giovato a tutto questo
la sollecitazione famigliare nel portarmi, sin da piccola,
molto spesso a teatro. Ancora ricordo la mia emozione a 6 anni quando ero
in sala a vedere il Musical “Forza venite gente” di Silvio Spaccesi. Avevo
voglia di alzarmi dalla sedia e andare lì, sul palco, a raccontare e a cantare
per rapire l’attenzione di tutte quelle persone sedute insieme a me.
Quando è esploso il tuo talento?
Secondo me il talento non esplode. Ammesso e
non concesso che ci sia, è qualcosa che ti porti dentro e che puoi affinare
studiando e lavorando, ponendoti sempre obiettivi più importanti.
Quali sono stati i tuoi maestri?
Ho avuto tanti insegnanti perché ho iniziato
a studiare recitazione, danza e canto da bambina. Sarebbe impossibile nominarli
tutti anche perché vedo, come maestri, anche tutti i registi con cui ho
lavorato. Ognuno di loro mi ha
permesso di scoprire qualcosa in più su me stessa, sia sotto il profilo
professionale che personale.
Cinema, teatro, televisione. In quale di
questi ambienti ti trovi più a tuo agio?
Sono a mio agio in tutti e tre. In questo
momento sto lavorando molto dal punto di vista della recitazione sia
cinematografica che televisiva, ma mi diverte anche lavorare per
l’intrattenimento televisivo di cui conosco bene le dinamiche avendole già
sperimentate sul campo.
Qual è stata la tua più gran
soddisfazione nel campo artistico?
Nel mio percorso lavorativo ogni ruolo
ottenuto è stata una grande soddisfazione perché abbraccio sempre con grande
entusiasmo ogni progetto di lavoro che mi trovo ad affrontare e in cui mi
misuro.
E delusione?
Nel mio mestiere non parlerei di delusioni.
Ci sono cose buone e cose meno buone. Dagli avvenimenti meno positivi ho sempre
tratto buone aspettative verso me stessa e sfoderato ancora maggior
grinta nei confronti degli obiettivi da raggiungere.
Hai dei rimpianti?
No, nessuno.
Hai avuto momenti difficili nella carriera
in cui hai pensato di mollare tutto?
Ho avuto “momenti difficili” come si
verificano nella carriera di chiunque altro, ma non tutti, a differenza mia,
hanno avuto il privilegio di scegliere la
propria passione come carriera. Di fronte a questa grande opportunità che mi è
stata concessa non mi sento in diritto neanche di poter utilizzare
l’espressione “momenti difficili”.
C’è un collega che stimi molto? Uno con
cui vorresti lavorare?
Come attore, essendo anche un caro amico, ti
dico Daniele Liotti, perché so che sarebbe molto divertente trovarci insieme
sullo stesso set. L’unico problema sarebbe quello di farci smettere di ridere
nelle pause.
Prima di entrare in scena, hai un rito
scaramantico?
I riti scaramantici, se ci sono, non si
rivelano mai.
Fra colleghe c’è più rivalità o
complicità?
La rivalità nel mondo dello spettacolo
sicuramente c’è, fra donna e donna, fra uomo e uomo e per ultima, ma non
ultima, fra uomo e donna. Per quanto mi riguarda, mano sul cuore, con ogni donna
con cui ho condiviso il set ho stretto rapporti di amicizia che sono andati
oltre la macchina da presa e ho riscontrato in tantissime colleghe grande
complicità e compenetrazione.
Cosa hai sacrificato per arrivare al
successo?
Se ho sacrificato qualcosa, non l’ho
percepito, forse perché qualsiasi rinuncia fatta per perseguire una passione
non pesa.
Ma i tuoi genitori che futuro sognavano
per te?
I miei genitori hanno sognato sempre e solo
la mia felicità, qualunque essa potesse essere. Quando hanno capito che forma
avesse la mia felicità, l’hanno abbracciata con me.
Che lavoro fanno i tuoi genitori?
Dipendenti di un Istituto di Credito.
Qual è il tuo motto?
E’ “Se si chiude una porta, si apre
sempre un portone!”.
Il complimento più bello che hai
ricevuto?
Sicuramente essere stata definita “una
forza della natura”
Tu sei una bella donna e quindi chissà
quanti ammiratori. La dichiarazione d’amore (lettera) più stramba, più
divertente che hai ricevuto?
La dichiarazione d’amore più stramba è
stata una lettera in rima trovata sul parabrezza della mia macchina, ma voglio
aggiungere quella più tenera e dolce che ho ricevuto, consegnatami da un bimbo
di 6/7 anni, foglietto di quaderno a quadretti tutto stropicciato e appiccicoso
di caramella, con su scritto solo tre parole: "Mi vuoi sposare?.
Cosa ne pensi della battaglia contro il
fumo?
Penso sia un’ottima battaglia come
d’altronde qualunque altra battaglia che cerchi di debellare ogni tipo di
dipendenza.
Hai fatto delle gaffe? Ne puoi raccontare
una spiritosa?
Ti racconto quella che è scritta a lettere
cubitali negli annali di “Casa Azzurro” e di cui ancora si parla e si ride
poiché costituisce la pietra miliare di una lunga serie a seguire. Ti dico che
risale ai tempi della scuola elementare, era l’ora di geografia e la maestra
stava spiegando che i Cechi erano stati accettati nella Comunità Europea. A
questo punto, io, candida come una colomba alzo la mano, mi metto in piedi e
dispiaciutissima chiedo: “Ma perché i sordi no?”. Ti lascio immaginare il
seguito.
Hai un sogno artistico nel cassetto?
Spero di poter lavorare a progetti sempre più
apprezzati dal pubblico.
Quali sono i tuoi progetti?
Al momento sto partecipando ad una fiction
per Mediaset.
Parliamo della tua città. Com’è il tuo
rapporto con Roma?
Bellissimo, amo la mia città e ne sono
orgogliosa. Ho viaggiato in tutto il mondo e ho visitato meravigliose città, ma
ogni volta, facendo il paragone, mi
venivano in mente i versi di un grande poeta latino, Orazio, che nel Carmen
scriveva: “O sole divino, che apri e chiudi il giorno con il tuo carro d’oro, tu non
potrai mai vedere nulla di più grande della città di Roma”.
C’è una zona di Roma a cui sei
particolarmente affezionata?
C’è più di una zona a cui sono legata. La
prima è il mio quartiere l’EUR dove
sono cresciuta e dove ricordo la
mia infanzia. La seconda è il centro storico dove ho frequentato il Liceo
Classico al “Collegio Nazareno” e dove ho vissuto la mia adolescenza. La
terza, legata a ricordi più intimistici, è quella che circonda il Circo Massimo,
dove io e mio fratello, sulla strada di ritorno a casa al termine delle nostre
serate in discoteca, ci fermavamo a chiacchierare per aspettare, di fronte al
Palatino, che le prime carezze dell’alba colorassero di rosa cipria le rovine
dei palazzi imperiali.
Com’è il tuo rapporto con la cucina
romana?
Sono una buongustaia e, negli ultimi anni, mi
sono scoperta (a detta di amici e fidanzato) un’ottima cuoca. I miei cavalli
di battaglia sono i primi piatti della cucina romana, bucatini all’amatriciana,
spaghetti cacio e pepe e rigatoni alla carbonara. L’unico piatto che non amo
è la trippa alla romana con la mentuccia, spero mi perdonino i miei
concittadini.
Se un amico viene a trovarti, in quale trattoria
lo porteresti?
Ti rispondo in vernacolo, debbo una frase
dialettale alla mia città, “A Roma ‘ndo vai vai, se magna sempre bene!”.
Come trovi i romani?
Voglio distaccarmi da tutti gli stereotipi
che alimentano gli sketch cabarettistici. I romani come gli italiani, come gli
europei e come il resto del mondo hanno pregi e difetti, ma nessuno può mettere
in discussione la loro simpatia.
Un complimento un po’ folcloristico che
ti fanno spesso i romani?
I più folcloristici sono censurati
d’ufficio. Ti riporto l’ultimo in ordine di tempo:“Ma chi t’ha
disegnata, Michelangelo?”.
Un consiglio al sindaco per migliorare
Roma?
Gli consiglierei di accelerare i lavori della
Metropolitana.
Per un’artista, cosa rappresenta Roma?
Una scenografia a cielo aperto!