Paki (cantante e musicista)
Andalo (TN) 14.9.2017
Intervista di Gianfranco Gramola
Passo il tempo a scrivere musica, a suonare e
mi ritengo assolutamente fortunato perché per hobby suono e canto e per lavoro
suono e canto
Pasquale Canzi, soprannominato Paki, nasce a
Milano l'8 settembre 1947. Durante un provino al Clan Celentano conosce Pasquale
Andriola ed essendo entrambi appassionati di musica, decidono di formare un duo
nei primi anni '60, i Paki e Paki, creandosi un repertorio di twist e shake. I
due Paki, però hanno obiettivi musicali diversi: il duo quindi, dopo un altro
45 giri, Non dirmi no/Il gioco dell'amore, nel 1966 si scioglie.Andriola
firma per la CAR
Juke
Box per cui incide anche
un album; in seguito si dedicherà alle sigle televisive dei cartoni animati
(sua è la voce della canzone Il gruppo TNT della
trasmissione televisiva Supergulp!).
Pasquale Canzi, invece, con altri musicisti, forma un complesso con cui incide
ancora un 45 giri per La voce del padrone con la
denominazione Paki & Paki e i Nuovi Angeli, L'ora più lunga, per
poi passare alla Durium
ed iniziare una lunga carriera con I Nuovi Angeli.
Discografia
Album
(1969) I Nuovi Angeli
- (1969) Un quarto di vita - (1971) Sole buonanotte!
- (1972) Uakadi Uakadu - (1973)
Troppo bella per restare sola - (1973) Anna
da dimenticare - (1974) Stasera Clowns - (1987) Al ventesimo anno -
(1990) Voliamo ancora - (1995) Una storia che continua - (2000) Canta
Italia - (2012) C'è ancora posto in paradiso.
Raccolte
(1971) I successi dei Nuovi Angeli - (1972) I
Nuovi Angeli - (1976) Nuovi Angeli - (1995) Donna Felicità e le altre - (1996)
Il meglio - (2000) I grandi successi originali - (2001) 30 anni di donna Felicità
- (2006) Gold Italia collection - I Nuovi Angeli - (2006)
Anni '70/Stasera Clowns - (2010) Donna
Felicità, Singapore e tante altre - (2015) Greatest Hits.
Alcuni loro 45 giri
(1966) Una caverna/L'orizzonte è azzurro
anche per te - (1967) Guardami negli occhi/Ascoltami amico -
(1967) Per vivere insieme/Stelle di città - (1967) Piccola/L'importante
è - (1968) Questo è un addio/Il momento più bello - (1968) Piccolo cuore/Hello,
come stai - (1969) Ragazzina ragazzina/Non c'è bisogno di piangere - (1970)
Color cioccolata/Dirò di no - (1971) Donna Felicità/Okay, ma sì va' là -
(1971) Sole, buonanotte/Le cose di sempre - (1971) Il battello Mary/Giorno per
giorno - (1971) Uakadi uakadù/Tira e molla - (1972) Il re buono/Andata e
ritorno - (1972) Un viaggio in Inghilterra/La scatola rosa - (1972) Singapore/Il
mondo di papà - (1973) La povera gente/Un bambino, un gabbiano, un delfino, la
pioggia e il mattino - (1973) Kuku-ui Kuku-ue/Hey, hey!, inciso con lo
pseudonimo "La tribù di Benadir"- (1973) Anna da dimenticare/Il
cuscino bianco - (1974) Carovana/Trighe contro trighe - (1975) Stanza dei
miracoli/Stasera clowns - (1975) Bella idea/La certezza - (1976) Mamma
luna/Teresa la vispa - (1977) Piccoli amanti/Gira il luna park - (1980) Angelo
Balù - (1984) Io sto bene con te/Medley - (1987) Voi del '96/Cuori antipatici -
(1989) Bella questa storia/Uno strano carnevale - (1993) Donna felicità/Ragazzina.
Intervista
Pasquale, com’è nata la passione per
la musica?
Io sentivo le canzoni in radio, perché
quando ero piccolino non c’era la televisione. In casa avevamo un pianoforte e
cercavo di suonare le canzoni che sentivo in radio e che mi piacevano. A tre
anni suonavo con un dito, a quattro anni usavo tre dita, a 5 anni 10 dita e a 6
anni mi hanno buttato al conservatorio. Parlo del dopo guerra. E da lì è
cominciato il mio viaggio nel mondo musicale.
Come ricordi il debutto?
Il debutto è avvenuto con la rivista della
scuola, in I° ragioneria, quindi a 14 anni. E’ successo così … E’
arrivato un bando di concorso e per “bigiare” (marinare) la scuola sono
andato a fare questo provino per il Clan Celentano. Ho fatto questo provino
suonando il pianoforte in coppia con un altro
ragazzo che suonava la chitarra e abbiamo cantato “Il soldino” di Gene
Pitney. Dopo un mese arriva una raccomandata
a casa di mia mamma e al mio arrivo mi sventola questo foglio, dove
c’era scritto: “In base all’audizione fatta un mese fa, alle ore … - e lì
mia madre capì la marinata dalla scuola e non ti dico quante me ne ha dette –
suo figlio è invitato a presentarsi per firmare il contratto con la casa
discografica prodotta dal Clan di Celentano”. La casa discografica era la EMI,
la Voce del Padrone. E da lì con il nome Paki e Paki io e Pasquale Andriola
abbiamo iniziato a suonare nei locali. Nel 1965 abbiamo inciso la sigla
de “La fiera dei sogni” di Mike Bongiorno, dal titolo “Allegria”. Poi
televisione e molte serate. Le serate allora erano dal vivo, mica come adesso
che cantano in playback e prendono in giro la gente. Insieme a noi c’era un
gruppo che ci accompagnava e ad un certo punto ci siamo detti: “Come lo
chiamiamo il gruppo che ci accompagna?”. Li abbiamo chiamati “I nuovi
angeli”, nome preso da un film di Ugo Gregoretti, che si chiamava appunto “I
nuovo angeli” e parlava delle future generazioni. Questa è la storia. Quando
ho visto Gregoretti gli ho detto di questa cosa e lui mi ha risposto: “Hai
fatto bene” (risata).
Agli inizi hai conosciuto Albano, vero?
Vero. L’ho conosciuto che faceva il
cameriere e portava su i toast nella sede del Clan Celentano. Ricordo che lui
cantava continuamente e siccome cantava a squarciagola, come fa adesso con la
sua voce meravigliosa, Alessandro Celentano, fratello di Adriano, ha detto:
“Canta, fai un disco, così non rompi più le palle” (risata). E lui ha
iniziato con “Nel sole”.
Gianfranco Gramola con Paki ad Andalo (Trento)
Cos’è per te la musica?
La vita. Io sono diplomato in classico e sono
direttore d’orchestra. Quello è il mio mestiere principale. Poi ho “I nuovi
angeli” che è la mia vita, con cui giro il mondo a portare le mie canzoni e
un po’ di allegria.
Cosa ne pensi dei format musicali che
popolano la TV?
Assolutamente male, perché sono inutili.
Sono fabbriche di illusioni e delusioni. C’è gente preparata, è tutto
omologato, cantano tutti uguale. Hanno dei pezzi da vendere, ma i pezzi non si
fanno solamente per vendere, si fanno se ti piacciono, poi se si vendono, ben
venga. L’errore di base è quello. Dicono: “Così divento famoso”, Invece
durano quanto una farfalla. Sono delle meteore, passano e svaniscono nel nulla,
come tanti personaggi pubblici.
Hai mai scoperto dei nuovi talenti?
Io ho fatto più che altro l’arrangiatore e
come scoperta avevamo in mano Pino Daniele e poi per divergenze e altre cose i
miei soci non l’hanno voluto. Sarebbe stato nostro, perché faceva dei provini
un pio’ in inglese e un po’ in
napoletano. Era un grande già allora. Il bello è che io l’avevo detto subito
che era bravo e talentuoso. Poi lui è diventato il grande Pino Daniele che
abbiamo conosciuto. Avevo visto giusto quella volta.
Un consiglio a chi vuole avvicinarsi
alla musica?
Ascoltare e studiare. Fare la gavetta, perché
non puoi pensare di trovarti di
colpo davanti 60 mila persone. Io ho
iniziato con il night, con i dancing, le balere, dove facevo ballare la gente.
Poi ho iniziato a fare le piazze dove avevo davanti anche 60 mila persone. Che
emozione. Altra cosa, quando hai successo il telefono squilla continuamente, il
giorno dopo non squilla più e a quel punto se non hai un carattere forte, ti
viene una depressione che non finisce più, che ti accompagna per tutta la vita.
Come succede anche a molti attori.
Attori e artisti in generale. Anche a persone
agiate, che stanno bene economicamente e che non hanno problemi. Non squilla il
telefono, entrano in depressione.
Com’è il tuo rapporto con il
Trentino? Sei spesso ad Andalo.
Io con il Trentino, con il Veneto e il Friuli
ho un rapporto buonissimo. In Veneto avevo una prozia, esattamente ad Asolo
(Treviso) e da ragazzino passavo tre mesi d’estate in quei posti bellissimi.
Pensa che andavo a suonare il pianoforte in chiesa. Nell’ora che non c’era
nessuno, andavo nel retro a suonare.
Progetti?
Ora sto facendo delle musiche da film e non
posso dirti altro. Passo il tempo a scrivere musica, a suonare e mi ritengo
assolutamente fortunato perché per hobby suono e canto e per lavoro suono e
canto (risata).
Quanto conta la fortuna nella musica?
La fortuna un po’ te la cerchi, perché
anche se sei preparato, può andarti male. E’ come se tu ti alleni a calcio,
poi non è che diventi come Messi, Totti o Ronaldo. Messi ne viene fuori uno
ogni tanto, Totti e Ronaldo uguale. Tu devi essere pronto e se sei pronto la
fortuna può baciarti, ma devi saperla cogliere al volo.