Paola
Quattrini (attrice)
Roma 30. 10.
2003
Intervista di Gianfranco Gramola
Una
romana verace, dalla testa ai piedi
Paola
Quattrini è nata a Roma il 9 marzo del 1944. Attrice completa, è fra i migliori talenti
del nostro mondo dello spettacolo. Lo confermano premi prestigiosi come la Noce
d’Oro (1962) come miglior
attrice giovane per la commedia La mani sporche,
il Premio I.D.I. Saint Vincent (1963) con Le ragazze di Stoccolma e il Nastro d’Argento (1993) per l'interpretazione in Fratelli e sorelle di Pupi Avati.
Dopo aver esordito come bambina prodigio - debutta nel cinema a quattro anni e,
a sette, è lei che doppia Brigitte Fossey in «Giochi proibiti» (sua la voce
di Sue Lyon in «Lolita»). Paola Quattrini conferma la propria bravura
interpretando numerosi film e poi passando al teatro che la laurea attrice di
prima grandezza con «Le mani sporche» di Sartre. Giungono quindi i successi
televisivi in sceneggiati, commedie (ma anche show) e quelli nel teatro
“leggero” con «Il gufo e la gattina», insieme con Walter Chiari, e in
altri spettacoli in coppia con Modugno, Dorelli, Bramieri.
Curriculum
artistico:
Teatro
Il
potere e la gloria (1954) Dieci poveri negretti (1955/56/57) Scapolo (1958)
Don Gil dalle scarpe verdi (1959) La tempesta (1960) Le catacombe (1961/1962) Le mani sporche (1962) Il bugiardo (1962) Il re muore (1962)
Le ragazze di Stoccolma (1963) Il gufo e la gattina (1963) Mi è cascata
una ragazza nel piatto (1963) Chi ruba un piede è fortunato in amore (1975/76)
La Papessa Giovanna (1975/76) Diana e la Tuda (1975/76) La parigina (1975/76)
Non è per scherzo che t'ho amato (1978) Dai proviamo (1978) La cameriera
brillante (1983) A piedi nudi nel parco (1983/84) La bella addormentata
(1983/84) Le notti bianche (1983/84) Taxi a due piazze . Se devi dire una bugia
dilla grossa. Una zingara mi ha detto L'attesa
(1990/91) La Locandiera (1992) O di uno di nessuno (1992) Dovevi essere tu
(1993) Affabulazione (1993) La Venexiana (1994/95) La Fabbrica di Ponte Milvio
(1995) Laboratorio teatrale Se devi dire una bugia dilla grossa (1995) Donne in
Parlamento (1995) L'albergo del libero scambio (1996)L'ex donna della mia vita
(1997).
Cinema
Il
bacio della morta - La strada finisce sul fiume -
Madonna delle rose - Quo Vadis - L'angelo bianco -
Guai ai vinti - Ragazze d'oggi - Primo amore - Giochi proibiti - Lolita (come
doppiatrice di Sue Lyon) - Fratelli e sorelle – Le finte bionde - Io non spik
inglish - Festival - La bomba.
Televisione
L'importanza
di chiamarsi Ernesto - I demoni - -La vita di Puccini - Lulù - La vergine sotto il tetto - Ho cominciato così -
Carte in tavola - Ho sognato il Paradiso - Due dozzine di rose scarlatte - Le
pillole d'Ercole G.B. Show -
Finalmente venerdì - La villa dei misteri - Branchie.
Ha
detto:
-
Vado in giro per Roma con una vecchia Fiat Cinquecento colore perla, con la mia
firma in rosso sulla portiera. La
uso come se fosse un motorino e trovo parcheggio dappertutto.
-
Non è facile raggiungere un traguardo e quando
ti dicono:”Ormai sei arrivata”, non pensano giustamente: la cosa più
difficile è mantenere il successo.
-
Sono sempre passata per una mangiatrici di uomini, ma in realtà ho versato
sempre tante lacrime durante le mie storie d’amore.
-
Qualunque personaggio o spettacolo è interessante se regala emozioni, se
coinvolge ed è l’unica qualità che a teatro rappresenta l’antidoto contro
la noia.
Curiosità
-
L’attrice alterna impegni teatrali, televisivi, radiofonici e cinematografici
con la direzione di «La fabbrica di Ponte Milvio» un laboratorio teatrale da
lei creato per “allevare” nuovi talenti.
- Ha
fatto la testimonial nella
pubblicità al Caffè Lavazza.
- Ha
scritto un libro di narrativa, dal titolo:” A.M.O.R.E” , dove si trovano
eccitanti storie d’ordinario e di straordinario amore.
-
Sua sorella Anna Maria, meglio conosciuta come l’antiquaria dei Vip, è
proprietaria di una prestigiosa Galleria in via dei Coronari.
Intervista
La incontro “telefonicamente” al Teatro
Sistina di Roma.
In
che zona di Roma sei nata, Paola?
Sono
nata a Roma San Saba, che è un quartiere romano, che, tra l’altro, è rimasto
intatto ancora oggi. Sembra un piccolo paese. Ora ci vive mia sorella, nella
casa dove sono nata io. Ogni tanto vado
a rivederlo questo piccolo paesino. Dico paesino perché ha il suo giardinetto,
il cinema (che adesso è diventato un teatro) il suo bar ecc.. E io ho
incominciato a recitare nel giardino di San Saba, perché le finestre di casa
mia davano sul giardinetto, mia madre guardava dalla finestra e io mi attorniavo
di un po’ di persone e mi mettevo a raccontare, a fare delle scene, da sola,
che mi inventavo lì per lì. Avevo già l’arte nel sangue, nel Dna.
Hai
abitato solo a San Saba o da altre parti?
Io
adesso sto a ponte Milvio, all’inizio della Cassia, un posto bellissimo e ci
vivo ormai da 30 anni, per cui tutte le mie strade, devono passare di lì, perché
è un punto di riferimento importante. Io sono una che ama molto stare in casa e
sto dentro una specie di residence, con il suo bel giardino, per cui è un posto
molto tranquillo, c’è molta pace pur avendo a due minuti di strada il centro
di Roma, che è caotico. Adesso poi questa zona si è un po' più movimentata,
ci sono un sacco di ristoranti. Ultimamente sembra una zona di Parigi, perché
sul fiume, hanno aperto alcuni bar da aperitivi e pizzerie. E’ una zona
abbastanza frequentata da molti giovani.
Che
rapporto hai con Roma?
Amo
Roma, mi piace moltissimo, mi è
simpatico il nostro sindaco Veltroni. Mi piace stare a Roma anche se mi lamento
sempre del traffico o quando vedo che non è abbastanza pulita mi incavolo, però
tutto sommato, Roma è la città più bella del mondo.
Cosa
ti manca di Roma quando sei lontana?
Mi
manca l’atmosfera romana che è sempre abbastanza festosa, mi mancano i miei
punti di riferimento, e mi manca molto casa mia, in assoluto.
C’è
un angolo di Roma che ami molto?
Amo
molto il Giardino degli Aranci, all’Aventino di fronte a San Saba, dove io
quando uscivo da scuola andavo sempre lì e quindi mi ricorda la mia giovinezza
e poi ponte Milvio, perché al tramonto ha dei colori stupendi, mi piace molto.
Quando ci passo, a piedi ovviamente, delle volte mi soffermo e mi piace molto
guardare il fiume che scorre sotto, guardare il cielo che sembra una palla di
fuoco ed è bellissimo.
Ami
anche i romani?
I
romani sono molto meglio di quello che si racconta. Io sono romana da sette
generazioni, quelle famose, però io sono molto puntuale, molto precisa, molto
professionista e come me vedo che sono una sorpresa anche molti romani, però
sono meglio di quello che possono dire di noi certi miei amici di Torino o di
Genova, quando sono venuti qua e hanno avuto contatti di lavoro e si sono
sorpresi di come poi la gente è puntuale e professionista. Poi ci sono
eccezioni dappertutto non è che siano perfetti. Come si fa ad essere, per
esempio, puntuali in una città così caotica. Con questo traffico che ti strema
molto. A me piace molto camminare, prendo la macchina il meno possibile.
In
quale Roma del passato ti sarebbe piaciuto vivere?
Ai
tempi di Paolina Bonaparte dove c’era meno traffico (risata). Tempi più
tranquilli, ma forse non troppo tranquilli, ma sai, il progresso delle volte
trovo che è eccessivo. Ad esempio questi computer sono un’esasperazione,
perché trovo che isolano tanto pur avvicinando la gente con questo mezzo, con i
siti, con le e-mail. Isola sempre di più la gente perché vedo che i ragazzi
passano ore e ore davanti ai computer. A me non piace tanto questo tipo di
progresso, perché porta all’isolamento e a nevrosi, poi uno si muove di meno
e mangia di più. Non è nemmeno salutare.
Qual
è stata la tua più grande soddisfazione nel campo artistico?
Ogni
volta è una scoperta, perché nel mio lavoro faccio sempre delle parti che mi
rinnovano, che mi fanno sentire giovane perché ogni volta faccio delle cose
completamente diverse. Mi piace variare. Per
restare negli ultimi due anni sicuramente “Un tram che si chiama desiderio”
di Tennesse William, e poi fare la commedia musicale dopo una settimana. Ecco io
praticamente sono passata dalla “Se devi dire una bugia dilla grossa”, che i
tuoi figli conoscono a memoria, a
fare Tennesse William, che quello è un dramma e poi la commedia musicale. Con
un passaggio di 20 giorni dall’uno all’altro e quella è veramente una
soddisfazione grandissima. Più che fare le commedie è stata la rapidità con
la quale sono passata da un personaggio all’altro. Lo so che sono brava, però
questa è stata una scommessa con me stessa, una prova!
I
tuoi genitori che futuro sognavano per te?
Non
certo quello di fare l’attrice. Mio padre pensava molto male delle attrici.
Era un operaio e pensava che fosse un gioco da bambini, perché ero così
spigliata, disinvolta, carina e bionda. Non pensavo certo che in futuro avrei
fatto l’attrice seriamente, lui pensava che le attrici fossero delle poco di
buono. C’era quella mentalità lì, ma un pochino c’è ancora oggi. Ma in
realtà poi, bisogna vedere come si affrontano i lavori e come si fanno.
Il
tuo debutto?
Non
me lo ricordo. Me lo ricorda mia madre perché avevo 4 anni, ero una bambina
prodigio. So solo che mi chiamavano la Sherly Temple italiana. Il lavoro entrava
nella mia vita un po’ alla volta e non mi ha mai lasciato. Posso dire che io
sono felice solo quando lavoro.
La
cosa più cattiva che hanno detto su di te?
Quando
mi definivano “soubrette”, e invece non facevo la soubrette ma la faccio
adesso (risata). Una volta facevo le
commedie brillanti e mi definivano soubrette. Io dissi: “Ma che soubrette, io
non ho mai fatto la soubrette”.
Qual
è il tuo tallone d’Achille?
Sono
fragile, a volte quando mi sento sola ho una sensibilità talmente scoperta che
sto male e ho dei passaggi d’umore molto rapidi e molto incostanti.
Hai
mai avuto momenti difficili nella tua carriera?
Si
hanno sempre momenti difficili nel lavoro, quando, finito uno spettacolo,
aspetti la telefonata per un altro lavoro. E’ sempre un’attesa che ti
snerva, a tutte le età e a tutte le posizioni, perché questo è un lavoro
dove, a dirla come Edoardo De Filippo,
gli esami non finiscono mai, perché ogni volta è un’altra prova che devi dare di te stesso, devi farti valere, far vedere che
vali e che ce la fai e di essere all’altezza, di essere una bella donna e che
la bellezza non è una cosa negativa ma
positiva. All’inizio della mia
carriera sembrava una cosa negativa il fatto che dicessero che ero una bella
ragazza, perché dicevano che se è bella non è brava, cioè lavora solo perché
è bella non perché è brava, capito? Io, per fortuna, riuscivo ad essere tutte
e due le cose.
Hai
mai avuto dei miti?
Non
ho mai avuto dei miti. Si, delle passioni per Mina e Marilyn Monroe che è
proprio nel mio cuore e guardo ancora le sue foto, come ascolto volentieri le
canzoni di Mina.
Quando
non lavori quali sono i tuoi hobby?
Mi
piace molto fare ginnastica, mi diverte camminare infatti dicono che sono
atletica e mi so muovere bene. Amo leggere e fare anche cose normali come
mettere a posto la casa. Ogni tanto mi piace cambiare l’arredamento, vorrei
che la casa non finisse mai e non fosse mai a posto, così ho modo di sfogarmi,
rinnovarla, cambiare posizione ai mobili.
Il
tuo rapporto con la fede?
Io
sono cattolica e praticante. Vado a messa e non solo, io la domenica nella mia
parrocchia, leggo le letture. Alle volte la gente mi ferma e mi ringrazia, penso
sia per lo spettacolo in teatro, e invece è perché mi riconoscono in chiesa e
mi ascoltano.
Hai
un sogno nel cassetto?
Riuscire
ad avere la forza di fare questo lavoro per sempre.
A
chi vorresti dire grazie?
Alla
mia mamma!
Ha
mai rifiutato di lavorare in TV o al cinema?
Si!
Al cinema, perché mi hanno offerto
delle cose che non è che mi piacciano tanto. In teatro sono stata fortunata
perché mi hanno offerto sempre delle cose valide, che mi piacevano.
Con
quale artista ti piacerebbe lavorare?
Con
Giancarlo Giannini. L’attore con il quale ho lavorato meglio è Walter Chiari,
un grande.