Patrizia
Mirigliani (patron di Miss Italia) Roma
7.5.2012
Intervista di Gianfranco Gramola
Una
donna dinamica che grazie alle sue radici trentine si è distinta a livello
mondiale come professionalità e coerenza. Una grande manager molto
sensibile anche al grande tema della
solidarietà "un sentimento che nasce in
maniera naturale, ma anche in seguito all’esempio che ha ricevuto dalla sua
famiglia"
Eugenia
Patrizia Mirigliani, nata a Trento il 27 ottobre del 1957, è l’organizzatrice
e patron del Concorso Miss Italia che, giunto alla settantaduesima edizione, è
considerato uno dei riti sociali più emblematici della femminilità nazionale.
Ha un figlio, Nicola, 21 anni, studente universitario, impegnato nella direzione
della Tv Web del Concorso, Miss Italia Channel, creata nel 2009 da
un’intuizione della patron. Figlia dello ‘storico’ Enzo Mirigliani,
Patrizia l’ha affiancato per vari periodi, sostituendolo poi agli inizi degli
anni Duemila, senza mai rinunciare ai suoi consigli. «Mia figlia rappresenta la
più bella sorpresa degli ultimi anni di Miss Italia: sa infatti coniugare le
esigenze nuove della manifestazione, come certe novità imposte dallo spettacolo
televisivo, con la tradizione del concorso, tutelata fino ad oggi da noi
Mirigliani». Così il patron Enzo la presenta con orgoglio, riconoscendole la
caparbietà sul lavoro – che proprio lui le ha trasmesso – la genialità di
certe iniziative, l’amore per questa creatura della quale si occupa a tempo
pieno. Organizzatrice e manager, Patrizia ha vissuto tutta la vita in
mezzo alle miss: da piccola era la mascotte delle sfilate in passerella e
giocava con i personaggi presenti alle serate; ancora oggi ricorda i volti di
bellissime attrici, o i giornalisti famosi, che ai suoi occhi di bimba
sembravano apparizioni. Adorata dal padre, ha Miss Italia nel sangue. Generosa,
piena di slanci e di idee, sa frenare in tempo per ricominciare da capo un
lavoro, un progetto. Ha introdotto a Miss Italia innovazioni importanti, tese
alla valorizzazione della donna, l’ultima delle quali - all’inizio del 2011
- è l’ammissione delle ragazze con la taglia ‘44’ che, pur non essendo
ovviamente vietata, creava forte imbarazzo nelle candidate interessate. «Non
stiamo parlando di frivolezze - ha spiegato la giornalista Lina Sotis sul
“Corriere della Sera” - ma di un cambiamento etico - estetico, cioè di
liberare le ragazze dal dogma della magrezza a tutti i costi; e aiutarle a
ritrovare una bellezza senza schemi, cioè quella, rivoluzionaria, della
normalità smarrita». L’organizzatrice ha preso spunto dalla morte, nel
novembre dell’anno precedente, della modella francese Isabella Caro, che
soffriva di anoressia. «Bisogna insegnare alle giovani – ha dichiarato - che
il modello di donna che cerca di dimagrire e non mangia non è da seguire». Le
nuove tendenze aprono le porte alla “44” e in casi particolari alla
“46”: è stato un segnale positivo entrato subito nel cuore della gente.
Proprio l’impegno contro i pericoli che portano all’anoressia e l’opera
svolta a favorire la prevenzione dei tumori al seno, in collaborazione con il
prof. Riccardo Masetti, presidente di Komen Italia, sono due momenti chiave
dell’attività della Mirigliani. Devolve dal 2005 al ‘Villaggio della Gioia
Onlus’ del missionario passionista Padre Fulgenzio Cortesi i proventi del
televoto del programma televisivo su Miss Italia spettanti alla propria
organizzazione. E’ un gesto di solidarietà apprezzato dal religioso, che ha
dedicato il proprio impegno ai bambini orfani di Dar es Salaam, in Tanzania.
Molte partecipanti al Concorso, seguendo tale esempio, hanno mostrato sensibilità
ai temi della solidarietà, partecipando ad iniziative come la visita nelle case
di riposo o negli ospedali di tutta Italia, in particolare in quelli dei
bambini. La realizzazione del Calendario delle Miss - affidata dal 2003 a
fotografi di primo piano, tra i quali Gianni Berengo Gardin e Bob Krieger - il
convegno sulla bellezza del 2010, la Mostra delle corone, “Il Villaggio di
Miss Italia” a Salsomaggiore sono altre iniziative dell’organizzatrice.
Proprio nel “Villaggio” è stato ospitato nel 2008 un Centro medico di Komen
Italia dove 1500 donne della provincia di Parma – alcune per la prima volta
– si sono sottopose ad uno screening preventivo del tumore al seno. Ha
agevolato l’ingresso di ragazze meritevoli in televisione, come è il caso di
Miriam Leone, diventata in poco tempo apprezzata conduttrice televisiva.
Lodevole è anche la decisione di non ammettere al Concorso le ragazze
minorenni: per la prima volta, a partire da quest’anno, non vedremo più in
televisione, né potrà diventare Miss Italia, una candidata di età inferiore
ai 18 anni.
Riconoscimenti
-
Nell’estate del 2008, a Montecarlo, Fernanda Casiraghi, presidente
dell’AIIM, l’associazione degli Imprenditori Italiani nel Principato di
Monaco, ha consegnato a Patrizia Mirigliani un riconoscimento attribuito alle
“professionalità italiane che si distinguono a livello mondiale”.
- Novembre 2011 - Premio Donna di successo, conferitole dall'Accademia
Europea per le Relazioni Economiche e Culturali (AEREC).
- 8 marzo 2012: in occasione della festa
della Donna, ha ricevuto in Campidoglio, a Roma, il "Premio Venere
Capitolina" , riconoscimento riservato ad alcune rappresentanti della
realtà femminile contemporanea.
Ha
detto
- Milly
Carlucci è una donna colta, sensibile, di polso, una grande lavoratrice, una
donna di classe che piace al pubblico e che per queste qualità è la massima
espressione del nostro concorso, all’insegna dell’eleganza e rispettoso dei
valori come lo è lei.
- Il
lavoro è importante, ma è mio figlio Nicola che dà un senso a tutto quello
che faccio adesso e per il futuro.
- Sono
una trentina, vissuta a Trento in un ambiente rigoroso; una persona corretta che
pretende il rispetto che io insegno alle ragazze.
- Il
concorso rappresenta un modello sociale, racconta più di 70 anni della nostra
storia coltivando valori positivi in un momento in cui sono considerati quasi
con diffidenza.
- La
famiglia Mirigliani garantisce da sempre trasparenza e rigore. Per rimarcarlo
stilerò personalmente un codice di etica e morale.
Curiosità
- La
mamma di Patrizia, Rosy Ragno, è figlia di un maresciallo di Polizia.
- E' stata sposata con Antonello Pisu (dal quale ha
avuto Nicola), proprietario di negozi di abbigliamento a Trento.
- Il
sogno di Patrizia era quello di fare la regista o la giornalista di spettacolo.
- E’
titolare della MIREM, la società che organizza e gestisce Miss Italia e che ha
sede a Roma.
Intervista
E' nel suo ufficio romano, a due passi da
piazza del Popolo (piazzale Flaminio 9).
Mi
parli dei tuoi ricordi trentini?
I
miei ricordi e le mie radici trentine ricorrono in tutte le interviste che
rilascio, pur essendo figlia di meridionali, perché mio padre era calabrese e
mia madre pugliese, figlia di un maresciallo di Polizia. Il Trentino è la
storia della mia infanzia, della mia giovinezza e qui ho i ricordi più belli
sostanzialmente.
In
quale zona abitavi?
Da
bambina abitavo in piazza Cantore, quindi zona Cristo Re e poi più avanti sono
andata ad abitare in via Rosmini. Ho tanti amici a Trento e devo dire che sono
quelle amicizie che non sono legate al discorso degli affari o alla professione,
ma per il solo piacere di stare in compagnia, a ricordare i bei tempi passati
insieme.
La
domenica dove andavi, montagna o lago?
Sono
sempre stata una fan del Bondone e andavo a Vaneze a prendere il sole. Ma ho
sempre apprezzato anche i laghi. Andavo spesso a Caldonazzo, San Cristoforo e Levico che è sempre lo stesso. Anche la parte trentina del Garda l’ho
frequentata molto. Ricordo che a volte si “sconfinava” e si andava in Alto
Adige, con la famiglia, a fare delle meravigliose merende al lago di Caldaro,
facendo la strada del vino. Ogni tanto ci torno sopra con la mente perché sono
state delle belle situazioni e ho dei bei ricordi, anche perché allora eravamo
molto spensierati.
Patrizia Mirigliani con il papà Enzo
Ma
le tue radici trentine ti sono servite nella vita?
Tanto,
Gianfranco. Perché il Trentino è zona di confine e chiaramente
abbiamo subito l’ingerenza dell’Alto Adige. Ricordo nel mio periodo
trentino che c’era un modo più spensierato e tranquillo di vivere la vita. Si
andava a fare “el giro al Sas” , come si dice a Trento, con calma, rilassati. Anche
nello sbrigare le pratiche burocratiche, più o meno complesse, a Trento per un
rigore e una educazione che il Trentino ha, non ricordo code di gente che si
affannava per togliere il posto o passare via quello davanti. Ricordo molto ordine, quello si e durante la giornata potevi
fare tante cose, perché tutto era molto veloce e nello stesso tempo ordinato.
Adesso a Roma, la città in cui vivo, per andare al comune a chiedere un
documento implica un’attesa lunghissima. Su da noi era tutto più semplice.
Questo rigore poi lo applichi nella vita di tutti i giorni, perché il Trentino
acquista con modestia di base questo modo di vivere la vita con grande semplicità,
che io trovo una cosa molto bella. I trentini hanno questi grandi pregi come il
rispetto per le persone, l’ordine che ognuno vuole mettere alla propria vita,
la puntualità che non è da buttar via. Queste sono tutte cose che mi hanno
fatto bene, credimi.
Quali
sono stati gli insegnamenti che ti ha dato tuo padre Enzo?
Sono
stati tanti. Uno fondamentale è legato all’indipendenza. Mi diceva:” Le
donne si devono realizzare, perché le donne devono essere indipendenti e perché
le donne ne hanno le capacità”.
Su questo ci teneva moltissimo. Quindi una donna in ogni caso doveva prima
realizzarsi professionalmente, poi giustamente avere anche una famiglia. Mio
padre non aveva questa idea della donna, almeno su di me, che rimane a casa a
fare i figli semplicemente, ma una donna che potesse in ogni caso avere le idee
chiare sul suo futuro. Altro insegnamento di mio padre era quello di affrontare
la vita in maniera semplice, con amicizie a cui ci credeva. Mi diceva
spesso:”Non credere nel divismo del mondo dello spettacolo, ma credere invece
nei valori della vita”. Ha sempre aiutato la famiglia a crederci in queste
parole e soprattutto ad avere un comportamento corretto, perché la correttezza
alla fine, viene apprezzata.
Veniamo a Miss Italia. Come si vivevano i
preparativi di questa grande manifestazione in casa Mirigliani?
Quando
ero a Trento io stavo in casa perché
ero troppo piccola per ricordare i preparativi di Miss Italia. Ricordo che mia
madre, quando avevo 11 anni, mi ha fatto fare un vestitino giallo da una sarta
di Trento, con delle piccole pietrine. Era il mio primo abito da sera, da
mettere al mio debutto a Salsomaggiore. Avevo anche le scarpette con un po’ di
tacchetto, che mi facevano sembrare gia una signorina. Poi crescendo entravo
sempre di più nel meccanismo della vita di mio padre e i preparativi di Miss
Italia erano un occasione per uscire da Trento e andare a conoscere altri mondi.
Ogni
anno c’é una polemica a Miss Italia? E’ una tattica per fare audience?
No!
E’ semplicemente perché è di moda. Oggi non si fa la televisione per
piacere, ma si fa la televisione per gli scoop. Con le trasmissioni che vediamo,
c’è la dimostrazione che è cambiato il mondo che segue le trasmissioni
televisive. Una volta guardavi le prime serate televisive di Antonello Falqui e
di tutti quelli che hanno fatto grande il mondo dello spettacolo ed erano degli
eventi pazzeschi. Oggi i programmi si basano sul gossip, sulla trasgressione,
sul proibito e da questo capisci che è cambiato il mondo, è cambiata la gente.
Ricordo con amarezza la lite di Mike
Bongiorno con Loretta Goggi a Miss Italia 2007. Come hai vissuto
quell’episodio?
Mike
Bongiorno, amico da sempre di mio padre, era una persona di grande temperamento
e personalità, la Goggi è un animale da palcoscenico. Mettere insieme due
personaggi dalla personalità così forte era già difficile di per sé, poi
c’è stato questo problema di non aprire
subito il sipario alla Goggi e poi tutto quello che è uscito dopo è notorio.
Mi è dispiaciuto molto, anche se all’inizio pensavo che facesse parte del
copione o fosse una gag, perché era inverosimile questa storia. Miss Italia ha
lanciato tanti momenti nella storia e questo uno dei più curiosi nella storia
di Miss Italia.
Altri
ricordi spiacevoli?
Di
spiacevoli pochi tutto sommato, perché se dici in ambito televisivo non ci sono
episodi spiacevoli. C’è una Rai Uno che è la televisione delle famiglie
italiane che manda in onda un programma da anni, con grande successo,
indipendentemente dall’andamento storico in cui vive, con la televisione e la
gente che è cambiata come dicevo prima. Quindi di spiacevole non vedo niente,
anzi vedo piacevole un concorso che va avanti da ben 73 anni che si è
intrecciato nell’ambito sociale in maniera forte, importante e quindi nel bene
e nel male Miss Italia è un espressione dei tempi.
Una
cosa piacevole è che abbiamo avuto una Miss Italia trentina. Contenta?
Un piccolo campanilismo io ce l’ho, anche
se io tocco tutta Italia, perché
io in realtà essendo figlia di genitori del sud, sono contenta anche se vince
una del sud. Però non capita tutti i giorni che vinca una trentina e devo dire
che una Miss del Trentino è stato un episodio significativo. Tutte le regioni
hanno le loro bellezze e ce ne sono veramente tante, ma trovare una bella
ragazza del nord, con magnifici occhi azzurri, una ragazza alla mano, ha fatto
una bella figura e devo dire che Claudia continua a rappresentare l’idea della
ragazza della porta accanto, con le caratteristiche che abbiamo detto prima che
sono legate proprio alla terra trentina e quindi la serietà e la voglia di
crescere, di realizzarsi.
Quest’anno ci sono novità al Concorso?
E’ un po’ presto per dirlo, però stiamo
vagliando tante cose belle, tante idee e cose nuove da inserire nel Concorso.
Come si concilia un concorso di bellezza
con l’immagine di una donna oggetto che la società pare voler divulgare in
ogni campo?
Questa è una bella domanda e per me è un
piacere parlarne. Il mondo delle donne non sono mondi divisi fra le belle che
fanno le Miss e le altre donne. Io credo che il concorso oggi sia riuscito a far
capire che questi mondi si uniscono in un unico mondo che è quello delle belle
donne, delle donne belle dentro e belle fuori. E questo è quello che conta.
E’ chiaro che noi viviamo da qualche anno una situazione dove l’immagine
della donna non è stata valorizzata nella maniera giusta. E questi modelli
sinceramente il concorso non li condivide. Infatti pur essendo un concorso di
bellezza Miss Italia ha mantenuto l’immagine televisiva e non televisiva molto
familiare, molto semplice che è stata anche la forza di questo concorso. Fare
oggi Miss Italia non è semplice, perché ci sono i preconcetti legati alla
bellezza non creati dal concorso, ma creati dal momento storico in cui stiamo
vivendo. Però superati questi, come si stanno superando, dove il concorso
continua a rimarcare che le donne di Miss Italia sono le donne che
studiano, le donne che lavorano, le donne che fanno quello che vogliono e che
hanno anche la componente della bellezza, che non è solo quella del 90-60-90 ma
anche la bellezza dell’armonia della persona, una cosa completamente diversa,
devo dire che questo è ciò che mi motiva e mi rende più determinata, più
invogliata a seguire questa manifestazione. Io sono una donna dalle sfide e
raccontare questa nuova sfida è una grande soddisfazione.
So
che sei molto sensibile al grande tema della
solidarietà. Quali sono i motivi che determinano il tuo amore verso il
prossimo?
Questo sentimento nasce in maniera naturale,
ma anche in seguito all’esempio che ho ricevuto dalla mia famiglia. La
solidarietà è un moto dell’anima che dobbiamo sempre tener presente perché
in molti casi basta poco per aiutare una persona, non solo materialmente ma
anche sotto forma di incoraggiamento. Il fatto di essere attorniata da migliaia
di ragazze, che di esempi hanno bisogno, mi spinge a comportamenti etici che
possano essere seguiti.