Riccardo Rossi (attore) Roma 2.10.2002
Intervista di Gianfranco Gramola
L'attore
dalle riflessioni spiritose
Riccardo
Rossi è nato a Roma il 24 ottobre 1962. Tanti lo ricordano per la pubblicità
all’acqua minerale Ferrarelle, ma lui non ha fatto solo questo. Ha un
curriculum da fare invidia a molti artisti. Con la sua voce forte, sicura e
frizzante, ha lavorato nel cinema, in Tv e in teatro, inoltre, prima di
diventare famoso ha fatto il fattorino e l’addetto stampa per lo studio
Lucherini.
Per
il cinema ha lavorato in: College - Mamma Ebe - Grandi Magazzini - Quelli del
casco - Americano Rosso – Agosto - Volevamo essere gli U2 - Piccolo grande
amore - A Month by the Lake - Cronaca di un amore violato - S.P.Q.R. - Un
delitto esemplare - Uomini senza donne - L'ultimo capodanno - Dio c'è -
Il grande botto - Il padrone parla francese. In Tv ha partecipato a I ragazzi della III C,
serie di film dei fratelli Vanzina, poi A cena col vampiro - Il vigile urbano -
Il vizio di vivere. Ha
fatto parte del cast di Non è la Rai - A Tutto Disney - Mixer - Caro Diario –
Tivvucumprà - Buona Domenica - La Testata - Forum di sera - Carramba che
fortuna - Carramba che fortuna – Forum - Segreti e bugie - Carramba che
fortuna – Libero – Assolo.
In teatro ha presentato Pagine Rossi e La più bella serata della vostra
vita.
Ha
detto:
- Oggi è la televisione amplifica o crea dal
nulla la vera popolarità, è proprio l'unità di misura che è diversa, lì si
parte da milioni comunque vadano le cose, con la stampa si parte da centinaia di
migliaia, con il cinema ti possono vedere anche solo in cento e a teatro anche
solo in 20, per cui...
- La vita privata è sempre stata una fonte
inesauribile di situazioni buffe.
- Non sono un malato immaginario e se vado
dal dottore è perché evidentemente ho bisogno di lui. In genere mi capita di andarci con una mia pre - diagnosi che viene poi
confermata.
- Un signore per la strada mi ha detto che si
registra il mio programma “Assolo” per guardarlo quando è triste.
Curiosità
- Nel
2004, dallo spettacolo teatrale Pagine Rossi, ha
tratto il libro “Pagine Rossi. Manuale di sopravvivenza urbana” (Ed.
Mondadori)
- L’acqua
minerale Ferrarelle è la pubblicità più famosa che ha fatto, ma ne ha fatte tante per
altre aziende, come ad esempio per le Caramelle
Polo – Papermate – Spuntì – Jocca – Choccovo - Tubi Perugina - M&M's
- Audi 80 - Yogurt Yomo – Sammontana – Sip - Shampoo Clear - Yogurt Yoplait
- Supermercati Sidis - Tantum Verde – Perlana – Tim.
Intervista
E'
nella sua abitazione a due passi da largo Chigi.
In
quale zona hai passato l’infanzia, Riccardo?
Ho
passato l’infanzia tra il Flaminio e il centro storico, quindi due quartieri o
meglio due zone confinanti. Del Flaminio, diciamo che ho vissuto poco il
quartiere se non per i fornitori. Io andavo molto d’accordo con il panettiere,
col gommista, con il corniciaio, con il barbiere e con i commercianti in
generale. Passavo praticamente tutto il mio tempo libero con loro e ancora oggi,
quando ci ritorno, mi fanno le feste perché si ricordano ancora di me. Poi ho
vissuto poco questo quartiere perché mi ammazzavo di nuoto, di studio di
pianoforte, corsi d’inglese e quindi in realtà, per le strade ci stavo solo
quando andavo a fare la spesa, quando mi mandava mamma.
Dove
hai frequentato le scuole?
Alla
Guido Alessi ho fatto le Elementari e le Medie e al Lucrezio Caro ho frequentato
il Liceo Classico che sta proprio lì, nella stessa zona. Ho conservato gli
amici della scuola di allora e ancora adesso li frequento e insieme amiamo
ricordare i bei tempi delle scuole. Insomma gli amici miei li ho scoperti in
classe.
Che
futuro sognavano i tuoi genitori per te?
Bella
sta domanda. Devo dirti la verità, non hanno mai espresso una preferenza. Mia
madre si è limitata ad impormi, fra virgolette, il Classico e siccome mio padre
era anche fotoreporter del Giornale d’Italia, pensava che forse sarei
diventato giornalista. A scuola andavo abbastanza bene in italiano, quindi
pensava che avrei potuto scrivere sui giornali. Ma non mi hanno mai imposto
qualcosa. Devo dire che dopo la Maturità, ho fatto tanti lavori, fino poi ad
approdare al cinema, tanti anni dopo. Mi sono iscritto una volta a Legge, poi ho
fatto un esame e dopo ho fatto anche Lettere, che però non ho mai frequentato.
Tua
madre che lavoro faceva?
Sia
mamma che papà erano impiegati. Mio padre, oltre che fotoreporter era anche
consulente del lavoro e mia madre lavorava presso una compagnia aerea.
Torniamo
a Roma. Oltre al Flaminio hai abitato in altre zone della Capitale?
Ho
vissuto al Flaminio tutta l’infanzia, poi verso i 30 anni mi sono trasferito
in centro, nella casa dove è nata mia madre e ci abito ancora e sono
contentissimo di abitare qui e mi trovo a mio agio in questa zona, che sta a due
passi da palazzo Chigi.
Com’è
il tuo rapporto con Roma?
Fantastico.
Sono uno dei pochi romani che conosce bene Roma.
Sei
il romano, quello delle sette generazioni?
No!
In realtà le mie generazioni si fermano a tre, perché già il padre di mia
nonna era di Sondrio. Però io ho un amore onesto e sincero per Roma, perché è
una città che mi piace tantissimo. Conosco molto bene i suoi monumenti, le sue
chiese e conosco abbastanza bene la sua storia. Devo dirti che alle volte,
prendo degli amici che non conoscono bene Roma e li porto in giro a visitarla.
Je faccio da Cicerone, insomma. Periodicamente vado al Foro Romano e al Colosseo,
con degli amici, a fare la guida, proprio per rinfrescare la memoria storica e a
vedere questi monumenti pazzeschi che tutto il mondo ci invidia.
C’è
un angolo di Roma a cui sei affezionato, Riccardo?
A
dire la verità ce ne sono tanti, caro Gianfranco. Più che ad un angolo di
Roma, sai che ti dico, che io sono affezionato al fatto di farci una passeggiata
negli angoli di Roma la mattina presto, soprattutto la domenica che non c’è
un’anima in giro. E lì, qualsiasi via di Roma, ovviamente parlo del centro,
ha una magia particolare, un fascino tutto suo e mi dico:” Sto vedendo la Roma
che ha visto mio nonno. La Roma di una volta, quella di inizio secolo”. Roma
è bellissima la mattina presto, perché non c’è in giro nessuno, c’è una
luce stupenda, non c’è quella puzza di smog, non c’è l’inferno delle
macchine, delle lamiere ed è tutto più tranquillo. E’ meravigliosa. Se tu
vuoi sapere quali sono le vie che mi piacciono tanto sono nella zona di
Fontanella Borghese, via della Lupa, dietro palazzo Madama c’è piazza dei
Caprettari, via Sant’ Eustachio, ecc… Sono tutti angoli molto suggestivi e
molto belli.
A
parte il traffico, cosa ti dà fastidio di Roma?
Guarda,
Roma adesso è molto più pulita di una volta, grazie all’amministrazione del
sindaco Veltroni e prima di Rutelli, perché sono stati molto ma molto attenti e
hanno capito che Roma è una città sotto gli occhi di tutti e quindi va tenuta
molto pulita, più delle altre città, inoltre è la Capitale d’Italia. Di
Roma non sopporto, a parte il traffico, come tanta gente ancora usi la macchina,
visto che il futuro di Roma è il motorino o il mezzo pubblico. Quindi non
capisco come non facciano a capirlo. Poi una cosa che odio proprio è il
parcheggio in doppia fila. Il traffico comunque, è figlio della sosta in doppia
fila.
Come
vivi la Roma by night, Riccardo?
Poco,
perché a me non piacciono i locali. Esco spessissimo per andare a cena in
qualche ristorante, perché mi piace tantissimo, ma finisce tutto lì. Per me
“by night” significa “by evening”, perché alle 10.30 sciolgo la pratica
(risata). Per me “by night” significa ristorante, cinema e teatro. Grazie
a Dio, finisco così la giornata, anzi la mia Roma by night.
Cosa provi nel tornare a Roma dopo una lunga assenza?
Io
come tutti i buoni romani, sono molto stanziale e quindi da Roma più di 15
giorni non mi allontano. Sento il richiamo. Io dopo un po’ che manco devo
tornare a casa mia, fare le cose mie, trovare gli amici miei, andare al bar
sottocasa e leggere il giornale. Io adoro queste cose qui e quindi mi manca la
quotidianità di Roma. In questa zona, che è come un piccolo paese, tutti sanno
tutto di te, rispettano le tue cose e le tue abitudini. E’ fantastico. Tu
pensa che quando ho cambiato casa e dal Flaminio sono venuto in centro, il mio
cruccio era.” Mamma mia, mo’ dove andrò a fare la spesa, non sapranno cosa
me piace, il giornalaio me dirà ogni volta quello che desidero, ecc
…”. Invece in una settimana sono riuscito a farmi conoscere e a integrarmi
in questo piccolo paese, diciamo, perché il centro in realtà nasce così, a
livello di piccolo paese. Nelle vie ci si conosce tutti e ci si frequenta. E nei
fornitori, nei negozianti e nei commercianti questo spirito di paese è rimasto.
Tu considera che l’edicola dove vado a prendere il giornale, è un edicola che
sta lì dal 1880. L’edicolante è senz’altro cambiato (risata), ma lì, in
quel posto, c’era nel Dna di vendere i giornali. E’ un monumento storico,
come lo sono certo bar che stanno nello stesso posto da tanti anni. E’
veramente fantastica Roma. Non per niente il centro storico di Roma è diviso in
rioni e tutti sono a misura d’uomo. Praticamente sono dei piccoli paesi, uno
attaccato all’altro.
Come
trovi i romani?
Il
romano ha tante cose che non mi piacciono. Io mi considero un romano
”attento”. Alcuni romani, purtroppo, hanno un po’ di quella maleducazione
che tante volte ci viene rimproverata. Ci sono poi romani e romani o meglio,
tutto il mondo è paese. Però ti devo dire che chi può competere con la grande
simpatia di noi romani, sono solamente
i napoletani. E quindi io in realtà, perdono facilmente tutti i difetti dei
romani, perché sono simpatici. Però con un po’ più di educazione e un po’
meno di strafottenza, il romano sarebbe perfetto.
Per
un uomo di spettacolo, cos’è Roma?
E’
tutto, Gianfranco. Perché Roma ha il cinema, perché è qui che è nato e tutto
sommato anche un po’ la televisione, anche se la vera televisione commerciale
è nata e cresciuta a Milano. Ma in realtà a Roma c’è ancora il teatro delle
Vittorie, cioè il teatro dove sono nati tutti i più grandi show, poi ci sono
gli studi di via Teulada, di Saxa Rubra e poi non dimentichiamoci Cinecittà. La
mitica Cinecittà ha un grande fascino e ogni volta che uno ci entra rimane
meravigliato ed emozionato, perché in quegli stabilimenti ci sono passati tutti
i grandi dello spettacolo. Tu pensa che alla stazione Termini c’è un trenino
blu, che è un po’ esterno alla stazione, cioè corre lungo la stazione, ma
non è dentro nei binari dove ci sono i treni che prendiamo noi. Questo treno
era quello che il grande Federico Fellini prendeva per andare a Cinecittà ed
ancora oggi, fa lo stesso percorso, arriva fino ad un certo punto, poi prende la
Casilina. Oggi, per andare a Cinecittà, basta prendere la metro A e ti porta
proprio davanti all’entrata di Cinecittà.
Il treno di Fellini si vede nel film “Bellissima” con Anna Magnani, dove lei
va a Cinecittà, con la bambina. Tu pensa, caro Gianfranco, che
quel treno blu c’è ancora e ogni volta che lo vedo penso:” Dimmi te,
Fellini lo prendeva quotidianamente per andare a Cinecittà. E’ ‘na cosa che
me fa’ diventà matto”.
Come
hai iniziato a lavorare in televisione?
In
Tv mi ha portato Gianni Boncompagni, per fare “Non è la Rai”, nel ’92.
Prima di approdare in Tv facevo altri lavori e fra questo anche l’addetto
stampa e questo lavoro mi è capitato per caso, facendo un po’ di provini. Non
avrei mai immaginato di fare un giorno l’attore. Poi ho tentato con la
pubblicità dell’acqua Ferrarelle e ho smesso con il mio vecchio lavoro di
addetto stampa e ho iniziato a crederci nel mio nuovo lavoro e adesso ho
scoperto il teatro con lo spettacolo “Pagine Rossi”. Uno spettacolo che mi
sono scritto e che è andato molto bene e adesso al teatro ci credo ancora di più.
Delusioni
e soddisfazioni?
Delusioni
proprio non direi. L’ufficio stampa che ho imparato a fare da Lucherini e
Spinola mi ha proprio insegnato questo, cioè che la delusione fa parte di
questo mestiere perché delude soprattutto chi si è illuso ovviamente. E quindi
questo è un mestiere dove non bisogna mai farsi tante illusioni.
Rimpianti,
Riccardo?
Uno
ce l’ho. Potevo crederci un pochino prima. Tu considera che ho smesso di
lavorare con l’ufficio stampa che era il ’95 e invece ho cominciato a fare
l’attore verso nell’84, cioè quando avevo 22 anni, quando ero molto giovane
e quindi se avessi creduto prima nelle mie possibilità, oggi sarei più
contento e non avrei questo rimpianto.
Quali
erano i tuoi miti da ragazzo?
I più
grandi, cioè De Niro, Alberto Sordi, Mastroianni, Gassman, ecc…
Hobby?
Grazie
a Dio, Gianfranco, faccio un lavoro che mi permette di chiamarlo un hobby. Poi
la musica e le mostre d’arte.
Hai
un sogno nel cassetto?
Oggi
come oggi fare un bel spettacolo teatrale e realizzare un classico dello
spettacolo.