Valentina
Izumì (attrice) Roma 26.10.2012
Intervista di Gianfranco Gramola
Una
bella attrice che ha la semplice ambizioni di riuscire nel suo mestiere il più
possibile, consapevole che oltre alla bravura conta molto anche l’umiltà e un
pizzico di faccia tosta. Una ragazza che vuole molto bene ai suoi genitori e che
ama molto la vita, perché può sorprenderti in ogni momento.
Per
contattare Valentina, l’e.mail
della sua agenzia è: info@nceitaliana.com
Valentina
Izumi', all’anagrafe Valentina Cocco, è nata a Roma il 20.3.1982
Training:
M.A.
Classical European Acting – Drama Centre London
includes:
2 months at The Globe Theatre
2
months at the Boris Shukin Institute of Moscow
B.A.
Acting - International Acting School of Rome
Roles
played at drama centre:
Evadne
- The Maid's Tragedy
Isabella
- Women beware Women
Hippolyta
- The Custom of the Country
Luciana
- Comedy of Errors - Globe Theatre
The
Fool - King Lear - Globe Theatre
Sofia
- Platonov
Theatre:
2010
Alice si Meraviglia
Teatro Furio Camillo, Rome
2009
Crollo!
Teatro Sala Uno, Rome
2008
Polyglottalstop
Theatre 503, London
2006
Non Lived Biographies
Politecnico Teatro, Rome
2005
Un Vague de Reves Rome, Dance Theatre
2005
Aristodemo
Politecnico Teatro, Rome
2004
Samarinda
Politecnico Teatro, Rome
2004
The Dream International Acting
School
2004
Don Giovanni, Kierkegaard Suite
International Acting School
Film
and shortfilms:
2010/11
Stuck
Indipendent Product
Ivan Silvestrini
2010
Nemesis
ExpectNoMercy.tv
Will Higo
2009
Stealin’ Elvis
Ragged Crow
Ed Edwards
2008
The Healer
LFS (London Film School) K.
Arriffin
2008
La Città Nel Cielo
LFS
G. Cimini
2008
Giallo
Hannibal Pictures
Dario Argento
2007
Questa notte è ancora Nostra
Buena Vista Miniero&Genovese
2005
Bang!
La Sapienza University
G.Capozzi
2004
La notte del mio primo Amore
Mediafilm
A.Pambianco
2004
Noi Siamo Seta
NUCT of Cinecittà
L.Sportello
Skills:
Confident
singer (light soprano),
Basic
Ballet, Jazz, Running, Swimming, Cycling
Accents:
RP, Italian, Japanese, Standard American
Languages:
English, Italian, Japanese (basic)
Instruments:
Piano (basic)
Intervista
Mi
racconti come ti sei avvicinata alla recitazione? Chi ti ha trasmesso la
passione?
Diciamo
che da piccola avevo una vena mia spontanea a esprimermi, a voler far vedere,
sia ai miei genitori che ai miei nonni, sempre dei spettacolini. Poi dalle
elementari al liceo, ai saggi ero sempre la prima a voler partecipare. Credo che
la mia mamma sia quella che mi ha trasmesso questa vena artistica, perché lei
era una cantante lirica. Poi a lungo andare, piano piano, ho pensato che era la
cosa che mi piaceva di più di tutte le altre cose che facevo, sia quand’ero
piccola che da adolescente. Le materie scolastiche non mi interessavano molto,
ma quando si trattava di cose come il palcoscenico, recitazione e danza, allora
diciamo che stavo bene.
Hai mai avuto un momento difficile nella
tua carriera in cui hai pensato di cambiare mestiere?
Non
credo che abbia mai pensato di cambiare mestiere. Ricordo che da piccola ero
veramente convinta di voler fare il medico. Da adolescente però ho cambiato
idea, forse perché odio la chimica e non riesco assolutamente a mettere due
numeri in maniera logica e probabilmente come medico avrei fallito. Quindi ho
preferito andare avanti con la passione per la recitazione che con il tempo
cresceva sempre di più.
I
tuoi genitori che futuro speravano per te?
Loro
sono dei grandi genitori. Li ammiro tanto perché non hanno mai forzato né a
me, né a mio fratello di intraprendere una strada. Ci hanno sempre detto di
seguire quello che noi volevamo fare. Forse avevano delle aspettative più
grandi nei confronti di mio fratello, perché lui è un ragazzo
intelligentissimo e sveglio. Comunque non speravano e non hanno mai espresso il
desiderio tipo:”Vorrei che tu facessi questo o quell’altro mestiere”.
Quando ho detto che volevo fare l’attrice mi hanno sostenuta e aiutata sempre
ed erano anche molto contenti della mia scelta. A loro chiedo sempre un opinione
sui progetti e lavori, perché per me è molto importante una loro parere.
Spesso entriamo in discorsi un po’ accesi perché secondo i miei genitori
dovrei essere un po’ più aperta alle pubbliche relazioni, a vedermi con le
persone, a farmi vedere in giro. Su questo purtroppo sono una frana. Comunque
loro mi incoraggiamo molto e mi consigliano molto.
Preferisci
interpretare ruoli drammatici o brillanti?
Non
ho ancora scelto i ruoli che preferisco, perché nella mia carriera non li ho
fatti tutti. Me ne hanno offerti di più bizzarri, da quella che ama le donne a
quella un po’ mascolina, alla vampira. Mi piace interpretare ruoli drammatici,
ma anche comici perché far ridere non è semplice. Il ruolo che fino adesso mi
è piaciuto più di tutti è stato fare il buffone di corte nel Re Lear di
Shakespeare, in Inghilterra. Quello è stato davvero molto bello da fare, perché
era un ruolo atipico.
Per te la recitazione è più istinto o
mestiere?
Per
me la recitazione è stata sempre un istinto. Con lo studio e con la pratica ho
capito che è anche un mestiere.
Preferisci di più il set o il
palcoscenico?
Li
amo tutte e due. Il palcoscenico mi dà più soddisfazioni a livello quasi
viscerale. Il set é più “visivo”. Sono due ambienti che reputo diversi
quindi non paragonabili e li amo entrambi.
Quando
studiavi a Londra, come ti mantenevi?
In
questo mi hanno aiutato moltissimo i miei genitori. Loro sapevano che avrei
voluto andare all’estero per studiare. Quando è capitata l’occasione mi
hanno dato una mano e mi hanno sostenuta. In concomitanza con i miei studi a
Londra avevo iniziato a fare qualche piccolo lavoretto, anche se qualche soldino
da parte ce li avevo per vivere. Però appena ho finito il master ho cominciato
subito a lavorare perché Londra è molto difficile dal punto di vista
economico.
Hai
fatto qualche altro lavoro?
In
Inghilterra ho insegnato privatamente l’italiano ai bambini di origine
italiana e a Roma facevo il contrario, cioè insegnavo l’inglese ai bambini
che volevano imparare l’inglese. Ho avuto un grande contatto con i bambini per
diversi anni.
Il
complimento professionale più bello che hai ricevuto?
Non
me ne vengono in mente, forse perché ne ho ricevuti pochi (risata). Purtroppo io
sono un po’ smemorata e dimentico facilmente. Poi magari mi vengono in mente
più tardi. Comunque una cosa che mi fa tanto piacere è quando delle persone, da
cui non mi aspetto assolutamente nulla, riconoscono il mio lavoro e mi fanno dei
complimenti sinceri. Perché si capisce quando una persona ti fa un complimento
con il cuore o quando lo fa tanto per farlo. Io sono una che tende a non aspettarsi
molto dalle persone. Non mi illudo facilmente, perché a volte le illusioni
possono diventare delusioni e spesso anche amare.
Un
collega che stimi molto? Un regista con cui ti piacerebbe lavorare?
Ce
ne sono tanti, Gianfranco. Colleghi attori ce ne sono molti con cui collaboro
anche adesso, però uno fra tutti ti posso dire Massimiliano Bruno. E’ una
persona davvero eccezionale.
Sul
set c’è rivalità fra colleghe?
So
che c’é. Io non ho mai trovato una situazione in cui dovessi competere in
senso maligno con un’altra attrice. Una competizione sana secondo me è una
cosa che stimola molto l’attore a fare meglio, a dare il massimo. E questo
penso sia nella norma.
Situazioni sgradevoli e competizioni invidiose a me non è mai successo, ma so che succedono, purtroppo.
Finito
il lavoro, vi frequentate o ognuno per la sua strada?
Diciamo
che nel 70 per cento dei casi, ognuno va per la sua strada. Io però ho avuto
modo di mantenere anche delle amicizie. E su questo sono molto contenta, perché
fare amicizia da adulti non è proprio semplice, soprattutto in questo mestiere.
Ma alcuni colleghi li sento ancora e mi fa
molto piacere.
Hai
dei rimpianti professionali?
Si!
Di non aver fatto un lavoro concreto in Inghilterra. Avevo un provino importante
per la Bbc, per un programma per bambini ed era una cosa che secondo me poteva
aprirmi la porta verso dei lavori inglesi. Non mi hanno presa e mi è dispiaciuto tantissimo.
Nel
tuo lavoro oltre alla bravura, conta di più l’umiltà o la faccia tosta?
E’
una domanda tosta (risata). Quando bisogna confrontarsi con persone che hanno in
mano il potere, ci vuole la faccia tosta. Quando si collabora con gente sul set
o in teatro, anche per un semplice provino, conta molto anche l’umiltà, perché
poi la gente capisce che tipo di persona sei. Io devo dire onestamente che chi
ha la faccia tosta viene ricordato di più e penso che sia una qualità che
occorre nel mestiere che facciamo e forse bisogna semplicemente usarla in
maniera intelligente.
Raccomandazioni,
compromessi pur di lavorare. Cosa ne pensi?
Sono
situazioni che esistono in tutti i campi. Secondo me è soggettiva come
condizione, perché ognuno può superare o non superare i limiti di se stessi e
capire fino a dove possono arrivare pur di raggiungere il successo. A me non
piace scendere a determinati compromessi, però non giudico male chi è disposto
a fare qualunque cosa per avere successo, se non, naturalmente, facendo del male
a qualcuno.
Se
ti chiamassero per un reality, ci andresti?
No!
Non ci andrei. Non sono portata per i reality. Intanto perché non mi piacciono
e poi perché non è spettacolo, non è arte. E’ semplicemente vita sociale e
a me quel tipo di vita sociale messa in faccia alla gente, non piace proprio.
Se
una ragazza volesse fare l’attrice, che consigli le daresti?
Se
è molto giovane le direi innanzitutto di cercare di studiare, di trovare delle
occasioni, dei laboratori. Ci sono molti attori e maestri che hanno dei
laboratori in cui insegnano questa
arte. Quindi di studiare e poi di fare più esperienze possibili nel campo e
fare una bella gavetta, a partire dai cortometraggi, al doppiaggio, alle
comparsate.
Ho
letto che fai parte del cast della web serie “Stuck”. Qual è il tuo ruolo?
Il
personaggio che faccio in questa serie Web ha una evoluzione ed è un
personaggio che mi fa molta
tenerezza. Innanzitutto è stato divertentissimo interpretare un ruolo da vero
antipatico, cattivo, aggressivo, perché io sono totalmente l’opposto. Quando
mi fu offerta questa occasione mi sono detta:”Ma si, affrontiamo questo
personaggio come quello di Ramona
Wallis”, che è il nome del mio personaggio. L’idea è tenera perché
nonostante sia così cattiva e aggressiva in apparenza, dentro ha un profondo
sentimento verso il protagonista, però non lo ammette. Mi sono divertita molto,
Gianfranco.
Cosa
ne pensi di questo progetto? Non lo trovi un po’ azzardato?
E’
un progetto azzardato, però a me piace tantissimo perché è stata praticamente
una scommessa su quello che è il business del futuro, che è il web. In Italia
siamo ancora un po’ indietro, ma in America tutto ciò che è di buona qualità
sta entrando anche in internet, perché è molto più facile arrivare alle
schermo delle persone e nelle case con il web. Ivan Silvestrini, il regista, ha
pensato di realizzare questo progetto e tra l’altro, siamo anche i primi a
fare una serie web in inglese. Sta avendo molto successo e la stanno doppiando
anche in Russia.
Come
hai vissuto questa esperienza, Valentina?
E’
stata una delle più belle esperienze che ho avuto Gianfranco, perché noi siamo
stati riuniti da Ivan, che ha avuto il coraggio e la volontà di fare questa
cosa completamente prodotta da lui. Noi siamo venuti tutti gratuitamente e
abbiamo sposato un progetto di cui ci siamo innamorati subito. Non parlo solo di
noi attori ma anche quelli del backstage, dalla truccatrice, alla costumista,
all’assistente alla regia e tutti gli altri. E vedere così tante persone
insieme, lavorare con la stessa volontà, energia, grinta, passione e gioia, ha
fatto si che Stuck venisse fuori un progetto molto ben fatto. E tutti ci
chiedono:”Quanto avete speso, quanto siete stati pagati”. E noi rispondiamo
sempre:”Veramente questo è stato solo frutto della nostra volontà”. Questo
mi fa sentire fiera sia del progetto, che del regista, che della scelta che ho
fatto nell’accettare il ruolo.
Ti ho conosciuta artisticamente in
“Questa notte è ancora nostra”, dove interpreti la parte di Jing. In cosa
vi assomigliate?
Forse nella sua voglia di vivere, nel suo
modo di essere così spontanea, perché Jing è molto spontanea e dice sempre le
cose come stanno. In quel film è stato molto interessante scoprire molti
aspetti della comunità cinese romana che non conoscevo. Li ho avuti proprio
tramite quel film, perché ci sono tante comparse cinesi con le quali ho
chiacchierato molto.
Hai
mai avuto una sbandata per un collega con cui hai lavorato?
Si!
Con il mio ragazzo, Giulio (risata).
Ho letto che hai lavorato anche con lui.
Si!In
uno spettacolo teatrale, scritto e diretto da sua madre che è un’attrice di
teatro molto conosciuta, che si chiama Carla Càssola (www.carlacassola.com,
ndr).
Noi ci siamo conosciuti prima, però poi ci siamo conosciuti meglio al lavoro.
Prima del mio ragazzo, non ho mai avuto sbandate per nessun collega.
Neanche
per Nicolas Vaporidis?
No,
Gianfranco. Lui sul set ha conosciuto Ilaria Spada e si sono innamorati… quasi
subito.
Come ti immagini Valentina Izumì fra 20
anni? Sposata, con due bambini…
La
mia immagine che sogno spesso è di mamma, con un compagno vicino, una casa…
una mamma che si districa appunto con i figli e tra quello che fanno i figli e
qualche ruolo ogni tanto gradevole da interpretare. La cosa che mi piacerebbe
tanto poter fare è la libertà di scegliere i ruoli da interpretare.
Quali sono adesso le tue ambizioni?
Le
mie ambizioni adesso sono due: la prima è riuscire naturalmente nel mio
mestiere il più possibile. Questo non significa diventare famosi, ma riuscire a
lavorare costantemente con delle cose di qualità e cercare di sopravvivere
grazie al mestiere che faccio, senza secondi lavori. La seconda è di
laurearmi…
In Scienze orientali, giusto? Questo per
via della mamma, che è giapponese?
Si!
Io avevo iniziato “Lingue e culture europee” quando ero ventenne, poi ho
sospeso gli studi per andare
in Inghilterra. Tornata in Italia non mi andava più di farlo, ho cambiato
facoltà e ho pensato che era giusto studiare giapponese, visto che lo sono per
metà. Poi studiare è sempre una bella cosa da fare… e poi è davvero
interessante studiare una lingua nuova.
Valentina, qual è stato il giorno più
felice della tua vita?
Ne
ho molti. Una molto vivida fu quando venni presa per il mio primo film da
protagonista, "Questa notte è ancora nostra". Ero ancora a Londra e
stavo studiando. Aspettavo la telefonata della mi agente con ansia. Quando
finalmente mi disse che mi avevano presa, gridai lungo tutto il corridoio della
scuola e miei amici colleghi mi fecero il coro felici!
Hai un portafortuna?
Ho
molti piccoli oggetti che tengo sempre con me.
Cosa ti rilassa?
Stare
in mezzo alla natura, quando capita.
Oggi come oggi, qual è per te il vero
lusso?
Riuscire
a vivere bene con il lavoro che amo.
Una cosa che non hai ma che desideri?
Sapere
il giapponese altrettanto bene come l'inglese.
Qual è la tua ossessione?
Non
sono un tipo ossessivo.
Di cosa hai bisogno per essere felice?
Lavorare
in progetti di qualità e avere le persone care al mio fianco.
Le vacanze più belle che ricordi?
In
Grecia con la mia famiglia nell’isola di Karpathos. A Valencia con il mio
ragazzo. In Giappone da piccola con mio fratello e mia madre.
L’ultima volta che hai pianto e
perché?
Appena
qualche giorno fa. Piangere libera il cuore dai pesi della mente.
L’errore che non rifaresti?
Alcuni
lavori di cinema e teatro.
Quali sono i tuoi hobby i tuoi passatempi
quando non lavori?
Leggere,
passare del tempo spensierato con gli amici senza guardare l'orologio e poi mi
piacciono le gite fuori città.
Fai (o hai fatto) collezioni?
No.
Qual è il tuo punto debole?
Sono
lunatica e permalosa ma ci sto lavorando!
Come
sei nella vita di tutti i giorni (con quale filosofia vivi la quotidianità)?
Prima
pretendevo che mi comportassi in un certo modo e fallivo sempre. Ora vivo la
giornata come viene e cerco di renderla più ricca di positività.
Qual
è il tuo motto?
Passerà.
Cosa
non sopporti?
L'indifferenza.
Un
capriccio che vorresti toglierti?
Dei
viaggi lunghi in oriente.
La
cosa più cattiva che hanno detto o scritto su di te?
Fin
d’ora non sono mai stati troppo maligni. Infatti non ricordo particolari
dicerie e frasi brutte.
Ricevi
molte lettere dai fan?
Lettere,
no. Ricevo molti messaggi via internet.
Che
rapporto hai con la Fede? Pensi spesso all’aldilà?
Ero
molto religiosa da bambina. Sono una persona che ama molto il divino ma ora ha
molte forme e all’aldilà non penso più molto.
E il tuo rapporto con il denaro?
Il
denaro lo considero solo un mezzo.
Cosa ne pensi della battaglia contro il
fumo?
E’
utile. Sono una ex fumatrice.
Un tuo pregio e un tuo difetto?
So
essere molto paziente e tollerante. Spesso do spazio alle insicurezze.
Chi porteresti con te su un’isola
deserta?
La
persona che mi aiuta ad andare via o il mezzo/modo per andare via!
Sei severa con te stessa?
Si,
molto.
Hai mai fatto delle gaffe? Ne puoi raccontare
una spiritosa?
Una
volta feci da madrina ad un saggio teatrale per ragazzi. Ci doveva essere una
premiazione e per sbaglio citai i primi vincitori senza passare per i terzi e i
secondi! Una figuraccia colma di risate!
A quale trasmissione televisiva non
rinunci?
Non
guardo molta televisione. Quando vivevo a Londra però non rinunciavo mai ai
documentari della BBC.
Il regalo più bello che hai ricevuto e da
chi?
Dai
miei genitori ho sempre ricevuto i regali più belli.
Tatuaggi, piercing. Si o no?
Ho
avuto un piercing sul sopracciglio destro. Ma per chi fa spettacolo é
sconsigliato. I tatuaggi non mi
piacciono.
Hai dei complessi?
Insicurezza
a volte.
Quali sono le tue paure?
Sono
emetofobica.
Qual è un dubbio che ti assilla spesso?
...
sono
sicura che debbo fare così???
Quanto ti influenza l’oroscopo
nella vita quotidiana?
Nemmeno
un po'!
Fai
sport?
Una
volta sciavo. Da piccola venivo spesso dalle tue parti, in Trentino.
Dove?
Sul
monte Bondone … ho imparato lì a sciare. Compiuti 14 anni mio padre ebbe un
bruttissimo incidente e non potendo più sciare lui, non siamo più venuti in
Trentino.
Parliamo
di Roma, Valentina. Che ricordi hai della tua infanzia romana?
A
pranzo dai nonni, l'odore del sugo di pomodoro...il giardino in cui giocavo
spesso.
Cos’è
per te Roma?
Quei
colori temperati la domenica mattina, solo Roma ce li ha.
Quali
sono state le tue abitazioni romane e attualmente in che zona?
Io e
la mia famiglia abbiamo sempre vissuto a Roma nord.
Com’è
il tuo rapporto con la cucina romana?
Non
mangio più tanto come una volta, ma la cucina romana e' una delle mie
preferite. L'amatriciana di mio padre e' favolosa!
Se
viene a trovarti un amico, in quale trattoria lo porti?
Se
sono amici che non hanno mai visitato Roma, San Marco. E’ un ristorante da
provare! Anche il Bucatino a Testaccio ha il suo perché.
Che
sensazione ti regala Roma?
Lo
capisco sempre quando vado via per tanto tempo, la sensazione più bella che ci
sia: quella di casa.
Ma Roma è o era la città più bella del mondo?
Parliamo
di bellezza? E' ancora la più bella del mondo.
Come
trovi i romani (pregi e difetti)?
E’
l'unico elemento che non sopporto della città! I romani di oggi sono diventati
molto aggressivi.
Un
complimento (un po’ folcloristico) che ti fanno spesso i romani?
"Mmmm...veri
nais!" (perchè mi scambiano spesso per una straniera!)
Nei
momenti liberi in che via o zona ama passeggiare?
Mi
piacciono molto i quartieri che vengono frequentati molto nella notte, e
passeggiare lì, soprattutto la mattina. Trastevere di giorno e' stupenda. I
parchi sono il mio habitat e Roma ne ha molti!
Se
tu avessi la bacchetta magica, cosa faresti per migliorare Roma?
Diminuirei
la macchine e porterei i trasporti pubblici ad un livello di efficienza
impeccabili (maniere dei conducenti compresa).
Roma,
per un’artista, cosa rappresenta?
La
città da cui tutto può iniziare.
Ultime due domande, Valentina. Cosa ne
pensi di questa intervista?
Questa
intervista credo sia stata la più esaustiva che ho mai fatto.
Cosa ne pensi di chi te l’ha fatta?
Gianfranco,
sei una persona d’ammirare,
per la tua tenacia e pazienza. Grazie, per questa occasione sentita e sincera.