Virna Lisi (attrice) Cortina
d’Ampezzo (Belluno) 20.8.1998
Intervista di Gianfranco Gramola
L'attrice
che non vuole essere paragonata a nessuna diva
Virna
Lisi (all'anagrafe
Pieralisi ) è nata a Jesi (Ancona), l’ 8 settembre del 1937.
Inizia a recitare nel 1953, ancora adolescente, grazie ad un amico di famiglia (Giacomo Rondinella) che la presenta ad un produttore. Fino ai primi anni '60
interpreta una serie di film in cui mette in evidenza la sua bellezza e grandi
soddisfazioni le arrivano dalle interpretazioni di sceneggiati televisivi e
soprattutto dal teatro, dove lavora accanto a personaggi come Giorgio Strehler e
Michelangelo Antonioni. Ha una parentesi negli Stati Uniti, dove gira alcuni
film tra cui "Come uccidere vostra moglie" (1964), accanto a Jack
Lemmon, e "Il segreto di santa Vittoria" (1969) con Anthony Quinn, ma
preferisce rescindere il contratto per non restare troppo a lungo lontana dal
marito Franco Pesci, noto costruttore romano, e dal figlio Corrado. Nel 1978
vince il Nastro d'argento come miglior attrice non protagonista con "Al di
là del bene e del male" (1977) di Liliana Cavani; nel 1980 il David di
Donatello come miglior attrice protagonista con "La Cicala" di Alberto
Lattuada; nel 1983 il Nastro d'argento e il David di Donatello come miglior
attrice non protagonista, in "Sapore di mare" dei Vanzina; nel 1990 un
secondo Nastro d'argento come miglior attrice protagonista con "Buon
Natale? Buon anno" (1989) di Luigi Comencini; nel 1995 con "La regina
Margot" (1994) di Patrice Chéreau vince il premio come miglior attrice al
Festival di Cannes, il premio Cèsar come miglior attrice non protagonista e il
Nastro d'argento nella stessa categoria; nel 1996 le viene assegnato un David di
Donatello alla carriera; nel 1997 un ulteriore Nastro d'argento come miglior
attrice per "Va' dove ti porta il cuore" (1996) di Cristina Comencini
tratto dal best-seller omonimo di Susanna Tamaro. Negli ultimi anni si è
dedicata alle fiction per la Tv: "Uno di noi" (1996), "Deserto di
fuoco" (1997), "Balzac" (1999), "Cristallo di rocca"
(1999), "Un dono semplice" (2000), "Le ali della vita"
(2000), "Piccolo mondo antico" (2001), "La memoria e il
perdono" (2001), "Il bello delle donne" (2001), "Il più bel
giorno della mia vita" (2002).
Breve
filmografia
E Napoli canta - 5 marines per 100 ragazze -
Agente Coplan: missione spionaggio - Al di là del bene e del male -
Amarsi un po' - Le bambole - Barbablù - Bugie bianche -
Casanova '70 - Caterina Sforza - Cento e una notte - La cicala - Come uccidere
vostra moglie - Il delitto Duprè - Due assi nella manica - Eva - I ragazzi di
via Panisperna - Il bel mostro - Il cardinal Lambertini - Il deserto di fuoco -
Il ritorno di Zanna Bianca - Improvvisamente una sera... un amore - La donna del
giorno - La donna del lago - La piccola guerra - La regina Margot - Le ali della
vita (1 e 2) - Lo scapolo - Made in Italy - Piccola santa - Piccolo mondo
antico - Roma bene - Romolo e Remo - Sapore di mare - Signori si nasce - Totò,
Peppino e le fanatiche - Il tulipano nero - Un militare e mezzo - Va' dove ti
porta il cuore - Vite perdute.
Ha
detto:
- Ma
quale Grace Kelly, ma quale cigno? Io so’ vera, come la Magnani.
- Ho
fatto la bella per molti anni e interpretare una brutta è stata una goduria.
-
Vorrei vedere un Tg o aprire un giornale e leggere cose che mi facciano piacere,
non solo notizie cattive, che avvelenano la giornata alla gente.
- Mi
sono sposata nel ’60 con l’ingegnere Franco Pesci e volevo tre figli. Dopo
Corrado, per il quale sono stata immobilizzata a letto per otto mesi e mezzo, ne
ho persi altri due.
-
Quanti calci in faccia ho dovuto sopportare, a partire dalle attricette, amiche
dei produttori, che mi rubavano i ruoli, anche quando avevo già il contratto in
mano.
-
Sono sempre stata orgogliosa di essere un’artista, ma anche una casalinga, una
moglie e una madre e ora anche nonna.
Curiosità
- La
sua popolarità cresce grazie alla pubblicità di un dentifricio, in onda a
Carosello, il cui slogan era “Con quella bocca può dire ciò che vuole”.
-
Per la regina Margot (1994), recita il ruolo di Caterina de' Medici, sotto un
pesante trucco che la rende quasi irriconoscibile.
- Il
papà Ubaldo Pieralisi, faceva l’esportatore di marmi e da ragazza voleva fare
la biologa.
- Il
primo giorno che si presentò a Cinecittà, aveva una camicetta viola e una
gonnellina fra il viola chiaro e quello scuro. Non sapeva della superstizione
per quel colore. Quello fu il primo “vaffa….” ricevuto nella sua vita.
Intervista
E’ nella sua bella villa di via Crignes a Cortina
d’Ampezzo.
Nata
a Jesi, in provincia di Ancona. Quando si è
trasferita a Roma?
Mi
sono trasferita a Roma che avevo 4 anni e quindi non mi ricordo com’era Roma
in quel periodo. Comunque ho fatto le scuole a Roma e ci vivo da quando avevo
appunto quattro anni e considero Roma la mia città.
Quindi
si considera romana de Roma?
Certo.
Le origini sono marchigiane, di Ancona. Tutti i mie genitori sono nati nelle
Marche, i miei parenti li ho tutti nelle Marche. Ma io mi sento proprio romana de Roma, alla pari di un romano nato a Roma.
La
Roma della sua gioventù, se la ricorda?
Era
bellissima. Io mi ricordo una Roma con poco traffico, una Roma dove i bambini
potevano uscire tranquilli e giocare in un prato davanti casa. Io allora abitavo
in via Medaglie d’Oro e ricordo questi grandi palazzi, alti e poi c’erano le
pinete intorno e tanti prati. Io ho avuto veramente un’infanzia molto felice,
anche se avevamo molto meno di quanto hanno i bambini d’oggi. Allora, noi
bambini, avevamo i prati che consideravamo nostri, le pinete erano tutte nostre.
Tutte cose che i bambini di oggi non hanno. Roma era una città ideale. Una Roma
da sogno. Era stato così, almeno dai miei ricordi, fino agli anni ’60 e poi
è sempre cresciuta peggiorando.
Com’è attualmente il suo rapporto con Roma?
Io
cerco di girare il meno possibile e di vedere tutto quello che mi circonda il
meno possibile, perché in effetti, per come me la ricordo io, oggi Roma mi
delude, ma mi delude come tutte le grandi città, naturalmente. Una città dove
non puoi camminare, dove il traffico è diventato impossibile, dove le macchine
vengono parcheggiate dovunque perché non ci sono parcheggi. Sporca, perché in
certi giorni ci sono montagne di immondizie ovunque, per cui Roma è diventata
una città invivibile. Mi addolora molto tutto questo, mi creda.
Le
piace la cucina romana?
La
cucina romana è una delle cucine che ho sempre amato di più, anche perché
sono cresciuta con il gusto proprio della cucina romana, con i piatti tipici
della tradizione romana. Amo molto la cucina romana, come amo molto quella
marchigiana, che mi ricorda molto i sapori di mia madre, l’infanzia, quando
andavo in vacanza dai parenti nelle Marche. Però la cucina romana è unica.
Un
angolo di Roma a cui si sente legata?
Io
mi sento particolarmente legata a Roma in generale, poi Roma è piena di
angolini, di cose stupende che non ha nessuna città del mondo. Però vederle
oggi è anche molto difficile e capire quanto siano belle, perché Roma
bisognerebbe vederla nel mese di agosto, di notte e girarla appunto quando è
vuota, quando non c’è nessuno e quindi è deserta, com’era deserta tanti
anni fa. Allora si, che vivi le bellezze di Roma. Oggi, quando vai in giro,
vieni soffocata dallo smog, vieni sommersa dalle macchine e dalla gente che
cammina, dai troppo lavori stradali e quindi non riesci veramente a veder Roma
in tutto il suo splendore.
Come
giudica i romani?
Il
popolo romano è affabile e cameratesco e il più compagnone degli altri popoli
italiani. Il romano è quello che in 5 minuti diventa tuo amico o almeno cerca
di esserti amico. Ti aiuta se hai bisogno per la strada o se chiedi una
informazione. Il romano è sempre pronto ad essere carino e gentile, ma c’è
anche il lato del romano cafone e ignorante. Vivendo in un momento di caos
terribile, di traffico esagerato, uno può perdere anche la pazienza e allora ti
superano e ti dicono la parolaccia. Però devo dire che io il romano l’accetto
sempre, perché è un popolo unito e lo vediamo anche quando c’è il derby
Roma – Lazio. E’ tutta una festa, un folclore. Il romano è veramente una
persona simpatica.
Ama
il Tevere?
Mi
hanno detto che tanti anni fa, “er biondo Tevere” era blu. Adesso invece è
giallo. Il Tevere, questo fiume che
come un grosso serpente, attraversa tutta la città, è una poesia, ha storia e
delle cose stupende che potrebbe dire, ma ha degli argini che sono molto sporchi
e topi ovunque. Anche il Tevere bisognerebbe vederlo di notte, perché di giorno
si vedono troppe porcherie. Di giorno ha degli angoli che sono proprio brutti e
alcuni molto suggestivi. Forse bisognerebbe andare un po’ fuori per
vederlo un po’ più bello o guardarlo sulle cartoline (risata). C’è
mio figlio che fa canottaggio, qualche volta, sul Tevere. E dice: "Mamma,
fuori Roma il Tevere è una cosa meravigliosa". Dentro però si vede tanta di
quella sporcizia che lo rende poco invitante. E’ un peccato vederlo in quelle
condizioni. Ci sono delle cose che mi addolorano, vedendo la Roma di oggi, però
è la mia città e la amo e che seguito ad amare molto. Però mi piacerebbe
vederla tenuta un attimino più tenuta meglio e questo deve essere un rispetto
di tutti quanti, invece qualche volta ce lo dimentichiamo. Si apre il finestrino
della macchina e si butta fuori qualcosa. Non si fa così. Se tutti la
rispettassimo di più, forse Roma sarebbe migliore. Il Tevere forse andrebbe
“restaurato” come si fa con i monumenti.
Ma
allora il degrado di Roma è colpa dei turisti o dei suoi abitanti?
E’
anche colpa dei turisti, perché il romano la rispetta poco la sua città e di
conseguenza il turista che arriva nella città eterna, vedendo l’esempio del
romano, fa altrettanto. Se invece il romano, dicesse al turista:”No! Questo
non si fa”, quando lo vede buttare per terra la carta della pizza o l’avanzo
del gelato, o buttano le lattine fuori dal bidone dell’immondizia, allora il
forestiero rispetterebbe di più la città che li ospita. E’ come quelli che
portano a spasso i cani, che fanno la cacca dappertutto, ma i loro padroni non
la puliscono. Poi noi pestiamo quella roba quando camminiamo sui marciapiedi.
E’un’indecenza. Il turista, venendo nella capitale, la rispetterebbe di più,
invece è viceversa, perché prende il brutto esempio dagli abitanti di Roma, il
più delle volte. Allora io dico che prima dobbiamo essere noi romani a
rispettare la nostra città e poi farla rispettare anche gli altri che dono
ospiti.
Nel
momenti liberi, in qualche angolo di Roma ama rifugiarsi, signora Lisi?
Adesso,
devo dire, in alcune zone un po’ fuori Roma. Non c’è un angolo di Roma in
cui amo rifugiarmi, ma non c’è un punto al giorno d’oggi, a Roma dove puoi
rifugiarti, perché sei sommersa da tutto, dalla gente, dalle auto, dai rumori.
Non c’è un angolo dove puoi stare tranquillo. Nella campagna romana, ecco, se
vai un po’ fuori Roma con la macchina, trovi delle cose molto belle, ma fuori
Roma. Devo dire che quando passo una giornata intera nel centro di Roma, torno a
casa la sera con il mal di testa e
la gola che mi fa male.
In
quale periodo della storia romana le sarebbe piaciuto vivere?
Forse
nell’Ottocento. Roma nell’Ottocento doveva essere molto bella. Non dico ai
tempi degli antichi romani, perché è un’epoca talmente lontana falla nostra
mentalità. Sono convinta che nell’Ottocento Roma doveva essere stupenda, con
tutte le carrozze e le strade deserte, con poca gente. Erano in pochi e Roma in
quel periodo dove essere una città meravigliosa.
Cosa
vuol dire per lei “essere romana”?
Sono
una romana di adozione, non va dimenticato. Io mi sento molto fiera di aver
vissuto la mia vita a Roma. Mi piace e ci tengo molto a dirlo. E’ una città,
come dicevo prima, unica al mondo. Ed è per questo motivo che vorrei aiutarla
fino in fondo, in tutti i modi, ma non so come. Però vorrei che Roma ritornasse
ai suoi antichi splendori, ecco.
Vuol
dare un suggerimento al sindaco Rutelli, per migliorare Roma?
Non
è facile al giorno d’oggi fare il sindaco di Roma, perché cose da fare ce ne
sono molte. Io dico che se facessimo dei grandi parcheggi sotterranei, sarebbe
già una gran bella cosa, sarebbe un fatto importante. Proprio perché la cosa
che degrada di più la nostra città, sono proprio le macchine che le trovi
parcheggiate dappertutto, sopra i marciapiedi, nelle piazze più importanti.
Allora non basta chiudere un tratto di Roma e quattro strade e dire:” Qua non
si entra”. Non è sufficiente. Roma è grande e se la gente deve andare in
certi posti, deve anche trovare il modo di parcheggiare tranquillamente. Non si
può mettere in condizione la gente di non camminare più per Roma o fare dei
Km. a piedi. Dovrebbero mettere delle navette per facilitare l’afflusso e
rendere un po’ più facile il camminare, il poter andare il poter frequentare
determinati posti stupendi del centro di Roma. Se ci fossero questi benedetti
parcheggi, la gente camminerebbe di più e non ci sarebbe tutto sto casino di
macchine in giro per Roma. Questa città è sommersa di macchine.
Come
è avvenuto il suo accostamento verso il mondo del cinema?
Io
ho iniziato che ero veramente una bambina. Avevo 14 anni. Ho iniziato per puro
caso e poi piano piano ho scoperto che non bastava avere una faccia carina, ma
bisognava sapere recitare. Per cui ho cominciato a fare teatro e a studiare e ho fatto tante ma
tante cose per poter arrivare ad essere l’attrice che sono oggi.
Progetti
di lavoro?
Niente!
Io fino a che non firmo delle cose, non dico mai niente per scaramanzia.
Ha
un sogno nel cassetto?
Una
vita serena. Nel mio cassetto non ci sono sogni protratti in un lavoro
importante, ma in una vita serena per me e per tutte le persone che mi stanno
intorno.